Farnace, Venezia, Rossetti, 1739

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 Gabinetti reali.
 
 SELINDA, FARNACE
 
 SELINDA
595Dove mai ti trasporta,
 signor, il tuo coraggio e il tuo destino?
 Queste di Berenice
 son le soglie crudeli.
 FARNACE
                                        Io voglio or ora
 trucidar l’inumana.
 SELINDA
                                       E donde speri
600dopo il colpo fatal rifugio e scampo?
 Qui da folti custodi
 è ristretto ogni passo.
 FARNACE
                                          Ai gran delitti
 talor la sorte ammiratrice arride.
 SELINDA
 Ah con inutil prova
605di valor disperato
 te stesso perdi e non racquisti il figlio.
 A più sano consiglio
 volgi, o signor, la mente.
 Emireno il tuo duce
610del fuggitivo esercito raccolte
 le disperse reliquie e degl’amici
 ragunati i soccorsi a sé ti chiama.
 FARNACE
 Ad Emireno è noto
 che in questa regia io tento
615di svenar Berenice,
 di dar morte a Pompeo. L’esito attende
 della grand’opra e poi
 contro i nemici impetuose e fiere
 spingerà le sue schiere.
 SELINDA
620Maggior ch’io non credea
 è il tuo disegno ed il tuo rischio. Vanne,
 vanne german, dove Emiren ti attende
 e a me lascia il pensiero
 d’eseguir ciò che brami. A secondarmi
625disporrò in breve Aquilio.
 FARNACE
                                                  Ammiro il tuo
 generoso e magnanimo ardimento;
 ma compagni non voglio al gran cimento.
 
    Non basta al guerrier forte
 che il suo nemico cada
630ma vuol con la sua spada
 dell’empio trionfar.
 
    Per altrui man la morte
 dell’empia non desio;
 io son l’offeso ed io
635vuo’ l’onte vendicar.