Farnace, Venezia, Rossetti, 1739

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VI
 
 FARNACE e TAMIRI
 
 FARNACE
 Questa è la fé spergiura
 che tu serbi al consorte?
555Così guardi al mio figlio
 il prezioso onore
 d’una libera morte? E quando mai
 t’insegnò tal viltà la gloria mia?
 Or vanne e porgi ancora
560al romano carnefice la spada,
 perché fiero e crudele
 in quel tenero sen tutta l’immerga.
 Vanne... Anzi resta... Io tolgo agl’occhi miei
 l’orror di quel sembiante
565codardo, abominevole, funesto
 ma la pena dovuta
 non fuggirai. T’attendo
 spettro vendicator, larva sdegnata
 là degli Elisi in su le nere soglie.
 TAMIRI
570Sposo... Farnace... Oh dio...
 FARNACE
                                                    Non mi sei moglie.