Il paese della cuccagna, Venezia, Fenzo, 1750

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 PANDOLINO, POLLASTRINA e detti
 
 madama Cortese, madama Libera a due
 
    Benvenuto il pellegrino
 nella nostra compagnia.
245Beveremo in allegria;
 mangieremo in quantità. (Queste due donne prendono in mezzo Pandolino e cantano)
 
 Lardone, Salciccione a due
 
    Benvenuta, pellegrina,
 nella nostra compagnia.
 Senza tema o gelosia,
250il buon tempo si godrà. (Questi due prendono Pollastrina in mezzo e cantano; e lei mostra di godere)
 
 Pandolino
 Io vi sono obbligato;
 ma ditemi di grazia,
 che cerimonia è questa?
 Le donne fan finezze a un uomo maschio
255e gli uomini le fanno ad una femina?
 No, così non mi piace.
 Io voglio la mia sposa;
 la voglio, m’intendete?
 madama Libera
 Se farete così, non mangierete.
 Pollastrina
260Caro sposino mio,
 se state bene voi, sto bene anch’io.
 Lardone
 Cara la mia fanciulla,
 non vi mancherà nulla.
 Salciccione
 Sarete ben trattata,
265servita e rispettata.
 Compagnone
 Se ognuno baderà alle cose sue,
 godrete la cuccagna tutti due.
 Pandolino
 No me n’importa un fico;
 vi replico e vi dico
270che voglio Pollastrina.
 madama Libera
 Se volete la sposa e voi prendetela. (Lo spinge in mezzo la scena)
 Lardone
 Se bramate la sposa e voi tenetela. (Fa passare Pollastrina vicino a Pandolino)
 Pandolino
 Caro quel bel visino!
 Pollastrina
 Caro il mio Pandolino!
 Pandolino
275Oh che paste sfogliate! (Vedono i pasticci e le torte)
 Pollastrina
 Oh che torte inzuccherate!
 Pandolino
 Oimè non posso più!
 Pollastrina
 Oimè, sento che il cor mi balza in su!
 Pandolino
 Signor, per carità (A Compagnone)
280lasciatemi assaggiar.
 Pollastrina
                                         Deh permettete...
 Salciccione
 Pria dovete giurar, poi mangiarete.
 Io, che son il custode
 de’ cibi di cuccagna,
 vi dico che per ora non si magna. (A Pandolino e Pollastrina, poi parte)
 Pollastrina
285E intanto s’ha a patire?
 Pandolino
 E intanto dalla fame s’ha a morire?
 madama Cortese
 Io, che son destinata
 all’uffizio gentil di dispensiera
 e che ho nome Cortese,
290vi farò buone spese;
 a pranso, a colazion, merenda e cena,
 vi darò da mangiar a pancia piena.
 
    Io son di quelle femine
 ch’han generoso il cor
295e che si fanno onor
 con quel che suo non è.
 
    Io sono facilissima
 a movermi a pietà.
 E far la carità
300nessun sa più di me.