Lugrezia romana in Costantinopoli, Venezia, Valvasense, 1737

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 ALBUMAZAR, poi LUGREZIA
 
 Albumazar
 Ecco se non m’inganno
 quella al certo è Lugrezia, al portamento
240la grandezza dell’alma io ben comprendo,
 la pace mia da questa diva attendo.
 Lugrezia
 Dei spennati del Tebro,
 mi raccomando a voi.
 Albumazar
 Bellissima Lugrezia
245il volto tuo vermiglio,
 il tuo maestoso ciglio
 tanto può, tanto vale
 ch’ha fatto nel mio sen piaga mortale.
 Lugrezia
 Signor, cotal discorso
250m’ha fatto di rossor tinger le gotte,
 non soffre esser lodata
 femina accostumata,
 se tu con sensi arditi
 all’onesto cuor mio vuoi mover guerra,
255chinerò per modestia i lumi a terra.
 Albumazar
 (Bella virtù). Ma dimmi,
 chi sei? Donde ne vieni? E qual destino
 a Bisanzio ti guida? È tua elezione?
 O ti condusse il caso?
 Lugrezia
260Dimmi e innarca per stupore il naso.
 Di Lugrezia romana i strani casi
 uditi avrai; io quella sono, io quella
 che da Sesto Tarquinio assassinata
 ho fatto senza colpa la fritata.
 Albumazar
265Dell’illustre matrona
 è famosa l’istoria
 ma come quella sei
 se Lugrezia romana
 s’ammazzò per non vivere... eccetera?
 Lugrezia
270Ammazzarmi! Marmeo! Non fui sì matta,
 finsi sbusarmi il petto
 ed il ferro mostrai di sangue sporco
 ma quell’era, o signor, sangue di porco.
 Albumazar
 Brava, lodo il tuo spirto.
 Lugrezia
                                              A Colatino
275dolce marito mio confidai tutto,
 ei si strinse in le spalle
 e disse: «Mi consolo,
 che se io sono martin non sarò solo».
 Albumazar
 Oh dell’età vetusta eroe ben degno!
 Lugrezia
280Roma tutta in tumulto
 minacciava ruine e messer Bruto
 ne vollea far di belle, onde rissolto
 abbiamo fra noi due fuggir gl’intrichi
 e salvare la panza per i fichi.
 Albumazar
285Sana rissoluzion!
 Lugrezia
                                  Giù per il Tebro
 in picciola barchetta
 navigassimo in fretta
 quando mi sopragionse un certo male
 con dolori di ventre così attroci
290che quasi mi pareva esser incinta,
 era il mio caro sposo
 confuso ed agitato
 ma tutto alfine si disciolse in flato.
 Albumazar
 Oh che bel caso è questo!
295Indi come giongesti?...
 Lugrezia
                                            Ascolta il resto.
 Venne la notte ed un sopor soave
 ci prese entrambi; e tutti due dormendo
 ci trovassimo in mar non so dir come.
 Un impetuoso vento
300ci distacca dal lido
 e fatto il legno mio scherzo dell’onde
 il mio intrepido cor non si confonde.
 Spoglio l’inutil veste,
 la getto in mar. Prendo la mia camiscia
305e colla bianca tela
 al pilischermo mio formo la vela.
 Colatino stupisce,
 applaude all’invenzione
 e colla spada sua forma il timone.
 Albumazar
310Oh che ingegno divin!
 Lugrezia
                                           Ma finalmente
 la barchetta si rompe,
 Colatin più non vedo; e la sua morte
 pianger io degio. Ahi rimembranza! Ahi sorte!
 Albumazar
 E tu come salvata?
 Lugrezia
                                     Io dal dolore
315essalai semiviva un sì gran vento
 che si sentì nel vicin porto. A questo
 strepito inusitato
 l’armiraglio sortì, venne, mi vidde,
 mi prese, m’asciugò, mi pose in letto,
320m’assisté, mi curò,
 cosa poi succedesse io non lo so.
 Albumazar
 Bella non dubitar, giongesti in loco
 dove lieta starai.
 Lugrezia
                                 Ah me infelice,
 dov’è il consorte mio? Chi me lo rende?
325Dove rivolgo adolorata i passi?
 Mi vuo’ romper la testa in questi sassi.
 Albumazar
 Deh fermati mia cara,
 in me avrai un consorte
 che cangiare farà l’empia tua sorte.
 Lugrezia
330Come tu mio consorte! Ah non fia vero!
 Giurai... (Ma che giurai? Che fo? Che penso?
 Colatino è già morto,
 lo stato vedovil poco mi piace).
 Via signore farò quel che ti piace.