I volponi, Venezia, Zatta, 1794

Vignetta Manca la princeps
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Il MARCHESE, FABRIZIO, TOLOMELLO, MERLINA, servitori
 
 tutti
 
    Oh che giorno! Che giorno felice!
 Terra e cielo risplendon sereni
 e si vedon di gioia ripieni
 gli amoretti fra gli astri brillar.
 
 Marchese
 
5   La carrozza e i cavalli... (A Tolomello)
 
 Tolomello
 
                                                Son presti.
 
 Marchese
 
 Credenzier, cucinieri...
 
 Fabrizio
 
                                             Son lesti.
 
 Marchese
 
 Della casa voi cura prendete. (A Merlina)
 
 Merlina
 
 Sì signor, sì signor, non temete.
 
 Marchese
 
 Tolomello, la spada e ’l cappello.
 
 Tolomello
 
10Ecco pronto il cappello e la spada.
 
 Marchese
 
 Voi andate a osservar sulla strada, (Ai servitori)
 e badate e correte e tornate,
 se la sposa vedete arrivar.
 
 Tolomello, Fabrizio, Merlina a tre
 
    Viva, viva il padron generoso
15che si vede alla calma vicino;
 scenda Venere e ’l nume bambino,
 vengan ambi la sposa a scortar.
 
 Marchese
 
    Vi son grato d’un cuor sì amoroso,
 compensato sarà il vostro zelo.
 
 tutti
 
20Scenda Venere e Amore dal cielo,
 vengan ambi la sposa a scortar.
 
 Marchese
 Ite a veder...
 Tolomello.
                          Ci corro. (Parte)
 Marchese
 E voi. (A Merlina)
 Merlina
               So il mio dover. Vedrà qual zelo,
 qual ardor, qual premura... Al solo annunzio
25della sposa vicina,
 di giubbilo mi sento il cor ripieno.
 (Ma volentieri ne farei di meno). (Parte)
 
 SCENA II
 
 Il MARCHESE e FABRIZIO
 
 Marchese
 Maggiordomo, che dite, che pensate
 della sposa che ho scelto?
 Fabrizio
                                                Oh mio signore,
30scegliere non potea sposa migliore.
 Marchese
 Non vi par ch’ella sia
 troppo giovane ancora?
 Fabrizio
                                             Eh, ciò non preme;
 quanto giovine è più, fia più innocente.
 (Meglio per me, se sa poco o niente).
 Marchese
35Vorrei che a questa festa
 si trovasse Lavinia mia germana.
 M’ha promesso venire e non la veggio;
 era indisposta e dubito stia peggio.
 Fabrizio
 (Ci mancherebbe affé, per compir l’opra,
40questa pazza spacciata).
 Marchese
                                              Un uomo apposta
 le vuo’ spedir. Scrivete.
 Fabrizio
 Io signor?...
 Marchese
                         Fin che trovo
 un nuovo segretario,
 miglior di quel che licenziar dovetti,
45vi prego di supplire.
 Fabrizio
                                        Oh mio signore,
 io sono al suo servigio e mi fa onore.
 (Un impiccio di più; ma non importa,
 so che i travagli miei non saran vani
 e pagarmi saprò con le mie mani).
50Eccomi a’ suoi comandi.
 Marchese
 «Suora mia dilettissima. (Dettando)
 Oggi da me la marchesina aspettasi
 e voi, che foste di tai nozze pronuba,
 la sposa, voi, non guiderete al talamo?»
 
 SCENA III
 
 TOLOMELLO e detti, poi MERLINA
 
 Tolomello
55Si è veduto, signore,
 di lontano il corrier che della dama
 precede e annunzia il non lontano arrivo.
 Marchese
 Presto, presto finiam. «Deh! Se il permettono
 i sofferti da voi leggieri incomodi...»
 Tolomello
60(Fabrizio, maggiordomo e segretario?
 Sarà sempre più fiero ed orgoglioso).
 Fabrizio
 (Guardami Tolomello... invidioso!)
 «Incomodi». (Ripetendo)
 Marchese
                            «Venite, ve ne supplico;
 aumentate il piacer che il core inondami».
 Merlina
65Il corrier è arrivato
 e porta la novella
 che la contessa anch’ella
 con la sposa sen vien.
 Marchese
                                          Giorno felice
 se posseder mi lice
70la sposa e la contessa!
 Il momento s’appressa
 di mia felicità. Che a tutto sia
 provveduto a dover. Voi, maggiordomo,
 badate e vigilate,
75dirigete, ordinate. In voi confido.
 Volo dove mi chiama il dio Cupido.
 
    Non è bellezza audace,
 no, che mi rese ardente;
 tenera ed innocente,
80pace mi fa sperar.
 
    Se la primiera face
 io le destai nel seno,
 di gelosia il veleno,
 no, non mi può turbar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 TOLOMELLO, FABRIZIO e MERLINA
 
 Fabrizio
85Intendeste il padron? Via, che ognun vada
 a fare il suo dover.
 Tolomello
                                     Sì, mio signore.
 Dal canto mio si accerti
 che dagli ordini suoi dipender voglio.
 (Spero non durerà quel folle orgoglio).
 Merlina
90Per me, tutto ho finito.
 (Tolomello m’incanta. Io nol credeva
 amico di Fabrizio).
 Fabrizio
                                      Continuate (A Tolomello)
 ad avere per me tai sentimenti.
 Forse un giorno... Chi sa? Siete ancor giovine.
95Penseremo... Vedremo...
 (Ti conosco, briccon, ma non ti temo). (Parte)
 
 SCENA V
 
 TOLOMELLO e MERLINA
 
 Merlina
 Mi consolo vedervi
 del maggiordomo ritornato amico.
 Tolomello
 Io amico di colui,
100nato nel fango e a forza d’impostura
 giunto a far lo smargiasso ed il padrone!
 Vorrei vederlo fuori d’un cannone.
 Merlina
 Ma le vostre espressioni?
 Tolomello
                                                 Eh scioccherella,
 tu se’ giovane ancora; ma col tempo,
105co’ maestri vivendo veterani,
 lo stile apprenderai de’ cortigiani.
 Merlina
 L’arte è lunga ed ancor non la so tutta;
 ma son peraltro istrutta,
 che avendo il maggiordomo
110il poter di far male e di far bene,
 l’avversion che ho per lui celar conviene.
 Tolomello
 Tu non l’ami?
 Merlina
                             L’abborro.
 Tolomello
                                                   E seco fingi?...
 Merlina
 Fingo, di lui mi burlo e lo secondo.
 Tolomello
 Va’, tu farai de’ gran progressi al mondo.
 Merlina
115Il mio amor tu lo sai. (Guardandolo con tenerezza)
 Tolomello
                                          Posso esser certo?
 Merlina
 Senza temenza alcuna...
 Ma le cose van meglio,
 quando unita all’amore è la fortuna.
 
    Ti vuo’ ben, non v’è bisogno
120che mel faccia replicar.
 Ma stanotte ho fatto un sogno...
 Te lo voglio raccontar.
 
    Mi pareva di esser teco...
 a mangiare un bocconcello
125e in quel mentre un bambinello:
 «Mamma, mamma» e vuol poppar.
 
    Me lo spiccio e a te ritorno...
 Ma in quel mentre... il padron viene...
 Presto, presto andar conviene
130e a digiun convien restar.
 
    Di sposarti son contenta
 ma il mio sogno mi spaventa.
 Quando mangio, vuo’ mangiar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 TOLOMELLO, poi GIRARDINO
 
 Tolomello
 Brava, brava! Capisco e siam d’accordo.
135Anch’io ti sposerò, se non ritrovo
 occasione miglior... Ma chi è colui
 che domanda di entrar? Venga, signore.
 Girardino
 Perdoni.
 Tolomello
                   Mi fa onore.
 Girardino
 Vossignoria è di casa?
 Tolomello
                                           Per servirla.
140Cameriere d’onor, per ubbidirla.
 Girardino
 (Mi par molto gentil!)
 Tolomello
                                           (Qualche spiantato
 che vien per iscroccar).
 Girardino
                                             C’è il suo padrone?
 Tolomello
 Non c’è.
 Girardino
                  Se mi permette,
 l’aspetterò.
 Tolomello
                        S’accomodi.
145Una sedia... (Vuol prendere una sedia)
 Girardino
                          No, certo... (Impedisce che la prenda)
 Tolomello
 Permetta...
 Girardino
                        No sicuro.
 Tolomello
 La prego...
 Girardino
                       La scongiuro...
 Tolomello
 Il mio dover...
 Girardino
                             Nol merita il mio stato.
 Tolomello
 (Chi diamine è costui?)
 Girardino
                                              (Quant’è garbato!)
 Tolomello
150Forastier?
 Girardino
                      Sì, signore.
 Tolomello
 Di dove?
 Girardino
                    Di Venezia.
 Tolomello
 Vivano i Veneziani,
 gente onesta, sincera e di buon core.
 La prego, per favore,
155se servirla poss’io, non mi risparmi
 né in fatti né in parole.
 (Vorrei pure saper che cosa vuole!)
 Girardino
 Poich’ella si esibisce...
 Tolomello
                                           Sì, signore,
 mi esibisco di core.
160Chieda, parli, comandi.
 Utile in qualche cosa esserle io spero;
 e si fidi di me, son uom sincero.
 Girardino
 (Ti ringrazio, fortuna. Ho ritrovato
 alfine un galantuom). Le mie vicende...
 Tolomello
165Vicende! (Con riso affettato)
 Girardino
                     Sì, signor.
 Tolomello
                                          (Principiam male).
 Girardino
 M’han ridotto a servir.
 Tolomello
                                            Bravo! È venuto
 in ottima occasione.
 Le nozze del padrone... Favorisca,
 qual impiego vorrebbe?
 Girardino
                                               Bramerei,
170presso la dama o presso il cavaliere,
 posto di segretario o di scudiere.
 Tolomello
 Segretario o scudier! Bravo, bravissimo.
 (Due posti ch’io sospiro). Lasci fare.
 Il modo troveremo.
175Penseremo... Vedremo...
 Girardino
                                               Se la cosa
 non potesse riuscire...
 Tolomello
 La si lasci servire.
 Girardino
 Ho lettere, attestati e protezioni.
 Tolomello
 Non si fida di me?
 Girardino
                                     Mi meraviglio.
180Vedo che con bontà mi favorisce,
 che da sé si esibisce
 e non vuol che mi fidi?
 Le domando perdono...
 Tolomello
 (Non mi conosce ancor. Vedrà chi sono).
185Vada e torni domani e saprà tutto;
 non parli con nessuno.
 Girardino
 In caso di bisogno,
 ho una lettera in tasca
 per la sorella del signor marchese.
 Tolomello
190Per la contessa?... No, non la presenti.
 È un poco pazzarella ed il padrone
 non fa caso di lei.
 Girardino
                                   Raccomandato
 sono con un biglietto al maggiordomo...
 Tolomello
 A Fabrizio? Se occorre
195gli parlerò io stesso ma si guardi
 a parlargli da sé. So quel che io dico;
 son uom di corte e di riuscir confido;
 la si fidi di me.
 Girardino
                               Di lei mi fido.
 Tolomello
 Vada dunque e ritorni
200e se in questi contorni
 vede il padron, la dama o il maggiordomo,
 non parli a chi che sia,
 che di farle del ben la cura è mia.
 
    Buon veneziano, oh caro!
205V’amo con tutto il cor.
 Un colpo vi preparo,
 degno del mio valor.
 
    (Ma è necessario al mondo
 politica, condotta). (Da sé)
210Io so qual è la botta
 del bravo schermitor. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 GIRARDINO, poi MERLINA
 
 Girardino
 Che degno galantuom! Che uom da bene!
 Appena mi ha veduto,
 amicizia di cuor meco ha contratta.
215Contento i’ son. La mia fortuna è fatta.
 Merlina
 Chi vedo? Girardin?
 Girardino
                                         Come! Merlina?
 Merlina
 Voi qui?
 Girardino
                   Voi in questa casa?
 Merlina
 Quattr’anni sono scorsi,
 che ci sono venuta
220in qualità di governante.
 Girardino
                                                Oh quanto
 mi ricolma di gioia
 l’incontro fortunato!
 Sapete che vi ho amato
 ch’eravate bambina e vi amo ancora.
 Merlina
225Ed io vi piansi allora
 che di Milano vi partiste e sento
 nel rivedervi adesso
 che conservo per voi l’affetto istesso.
 Ma come in questo loco?...
 Girardino
                                                  Avremo il tempo
230di narrarci a vicenda
 delle nostre avventure il corso intero.
 Merlina
 Come! Siete de’ nostri?
 Girardino
                                              Almen lo spero.
 Merlina
 Volesse il cielo! Avete
 col padrone parlato?
 Girardino
235No ma ho qui ritrovato
 un amico di core...
 Merlina
 Chi è quest’amico?
 Girardino
                                      Il camerier d’onore.
 Merlina
 Cameriere d’onor? Chi? Tolomello? (Ridendo)
 Girardino
 Il suo nome non so.
 Merlina
                                      Senz’altro è quello. (Ridendo)
 Girardino
240Tale forse non è?
 Merlina
                                  Sì... Ma egli stesso (Guardando fra le scene)
 viene col maggiordomo,
 non voglio che mi vedano con voi.
 Ci parleremo poi. Per or vi lascio
 quest’avviso opportuno:
245fidatevi di tutti e di nessuno. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 GIRARDINO, poi TOLOMELLO e FABRIZIO
 
 Girardino
 Oh mi ha posto una pulce nell’orecchio...
 Non vorrei... Se potessi
 parlare al maggiordomo... (Vedendoli si ritira)
 Fabrizio
 Vado incontro al padrone. Ecco la nota
250del vin che vi consegno e se vi manca
 mi farete avvertito. (A Tolomello)
 Tolomello
 (Colui non è partito). (Osservando Girardino)
 Fabrizio
                                           E se ne avvanza...
 (Ma chi è quell’uomo?) (Piano a Tolomello)
 Tolomello
                                              (Oh appunto!
 Non ve n’ho ancor parlato; (Piano a Fabrizio)
255me lo aveva scordato).
 (Che diancine dirò?) (Da sé)
 Fabrizio
                                          Che vuol? Chi cerca?
 Tolomello
 (È un povero sgraziato
 che vorrebbe...)
 Fabrizio
                                (Servir? Non mi dispiace.
 Qualche cosa di buon si scopre in lui). (A Tolomello)
260(Sarà sempre migliore di costui). (Da sé)
 Girardino
 (Credo parlin di me).
 Tolomello
                                          (Se, per esempio,
 se il posto domandasse
 di segretario?) (Piano a Fabrizio in aria maliziosa)
 Fabrizio
                               Di segretario? (Forte con maraviglia)
 Girardino
                                                           (Affé,
 gli ha parlato di me). (Da sé con gioia)
 Tolomello (Si volge verso Girardino e questi co’ cenni lo ringrazia e si raccomanda)
265Lasciate far... Vedrete... (Piano a Girardino)
 Fabrizio
 Ch’egli aspiri credete?... (Piano a Tolomello)
 Tolomello
                                                (Io vi consiglio
 spicciarvi di costui).
 Fabrizio
                                        (Come?)
 Tolomello
                                                           (Egli chiede
 impiego in questa casa o qualche aiuto
 per andarsene altrove...)
 Fabrizio
                                               (È un birbantaccio.
270Si conosce alla ciera).
 Tolomello
                                          (Ha qualche lettera
 e se vede il padron...)
 Girardino
                                          (Mi par che trovi
 delle difficoltà). (Da sé con timore)
 Fabrizio
                                 (Di liberarmene
 ritroverò la strada...
 Dategli questa doppia e che sen vada).
 Tolomello
275(Bravo! Se n’anderà). (Piano a Fabrizio e s’accosta a Girardino)
 Fabrizio
                                           (Non voglio in casa
 faccie nuove e sospette). (Da sé)
 Tolomello
                                                (Avete udito?) (Piano a Girardino)
 Girardino
 (Non ho capito ben).
 Tolomello
                                         (Siete servito). (Mettendosi in tasca la doppia)
 Girardino
 (Come?)
 Tolomello
                    (Del maggiordomo
 l’animo ho guadagnato
280e un amico di più vi ho procurato).
 Girardino
 (Vi ringrazio di cor).
 Tolomello
                                         (Partir potete
 e doman ritornar).
 Girardino
                                     (Vuo’ ringraziare
 il signor maggiordomo).
 Tolomello
                                               (No, non serve).
 Girardino
 (Vuo’ far il dover mio). (Avvanzandosi)
 Tolomello
285(Andate; farò io). (Arrestandolo)
 Girardino
 Signore, si contenti... (A Fabrizio)
 Tolomello
 Vi ringrazia... (A Fabrizio perché Girardino non parli)
 Fabrizio
                             Non vuo’ ringraziamenti. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 TOLOMELLO e GIRARDINO
 
 Tolomello
 Ve l’ho detto, non vuole;
 egli è come son io,
290sincero e di buon cor...
 Girardino
                                            Lasciate almeno
 che seco voi mi sfoghi
 e vi ringrazi e dica...
 Tolomello
 Inutile fatica. Andate via. (Vuol farlo sortire)
 Girardino
 
    Tant’è la gioia mia,
295tant’è il piacer ch’io sento
 che non sarò contento
 se non mi sfogo almen!
 
    Vado... Signor, perdoni...
 Tenero amico vero...
300Mio protettor sincero...
 Vado... Il mio cor non strazi;
 lasci ch’io la ringrazi
 e che la stringa al sen. (Lo abbraccia per forza e parte. Durante quest’aria Tolomello s’impazienta e vorrebbe farlo partire ed egli insiste e lo carica di ringraziamenti)
 
 SCENA X
 
 TOLOMELLO
 
 Tolomello
 Che pena! Che fatica!
305È vero che le orecchie
 d’un uom come son io
 in casi tai son sorde;
 ma talor la coscienza mi rimorde.
 Ecco il padron, la sposa e la germana.
310Non vorrei che colui... Convien badare
 e trovare la via di farlo andare. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 Il MARCHESE, la MARCHESINA, la CONTESSA e servitori
 
 Marchese
 Venite, amata sposa,
 a prendere il possesso
 di quest’albergo e del mio cor.
 la Marchesina
                                                         Vorrei (Timida)
315tutti i pensieri miei spiegarvi appieno...
 Ma la gioia nel seno...
 La gioia mia sincera...
 Contessa
 Basta. Vi dirà il resto questa sera. (Al marchese)
 Marchese
 Più di quel che voi dite
320parlano gli occhi vostri!... (Alla marchesina)
 Contessa
                                                 Orsù, noi siamo
 stanche dal viaggio e abbiamo
 bisogno di riposo;
 onde, signore sposo,
 se non vuol davantaggio affaticarci,
325permetterà che andiamo a ritirarci.
 Marchese
 Germana, almen lasciate...
 Contessa
                                                   Poverino!
 Temete che vi scappi? Eccola qui;
 ma un po’ di discrezione.
 La povera meschina
330è ancora tenerina.
 Lasciate che riposi e riflettete
 al proverbio nostrano,
 chi va piano va sano e va lontano.
 Marchese
 Lavinia è sempre al solito
335facetosa e gioiosa.
 la Marchesina
 È cara, è deliziosa. Io l’amo tanto...
 Non amo altri che lei. (Ridente)
 Marchese
                                           Lei sola amate? (Un po’ sospeso)
 Contessa
 Marchesina, pensate
 che il vostro amore adesso
340dee i confini passar del nostro sesso.
 la Marchesina
 Perché?
 Contessa
                  Bella domanda!
 la Marchesina
                                                 (La contessa
 m’imbroglia e mi confonde). (Da sé)
 Contessa
                                                        Il vostro sposo
 ora dovete amar. (La marchesina abbassa gli occhi per modestia) A monte a monte
 l’importuno rossore.
 Marchese
345Non mi amerete voi? (Con passione)
 la Marchesina
                                           Con tutto il core. (Guardando il marchese con espressione; indi parte correndo, facendo rimarcare l’imbarazzo della modestia)
 Marchese
 Seguitela, servitela. Ciascuno (Ai servitori)
 alla propria incombenza
 badi di non mancar. (Bella innocenza!)
 
 SCENA XII
 
 Il MARCHESE, la CONTESSA, poi LISETTA
 
 Contessa
 Ebben, siete contento? Vi ho trovato
350una sposa gentil?
 Marchese
                                   Non so abbastanza
 ringraziarvi, germana.
 Contessa
                                            Voi l’amate?...
 Marchese
 Dal primo dì che la mirai, m’accesi
 del suo volto egualmente e del suo cuore.
 Contessa
 Ma quanto durerà codesto amore?
 Marchese
355Come? Perché? In eterno...
 Contessa
 In eterno, in eterno...
 Eh, fratellino mio,
 conosco il mondo e sono moglie anch’io.
 Marchese
 Non temete...
 Lisetta
                            Signora,
360la padrona vi prega
 di andar da lei.
 Contessa
                               Ci vado. (A Lisetta)
 In eterno, in eterno...
 Oggi acceso voi siete,
 ella è il vostro bel sole, è il vostro nume;
365ma degli uomini so qual è il costume.
 
    I primi giorni: «Mia cara sposa,
 sei pur gentile, sei pur vezzosa,
 sino alle ceneri ti voglio amar».
 
    E dopo un mese? «Sono annoiato.
370Moglie e poi moglie! Destino ingrato!
 La moglie seccami, vorrei cangiar».
 
    Ma badate, ma pensate
 che son io che ve l’ha data.
 Se mi fate la scappata,
375la sorella, pazzarella,
 vi saprà mortificar. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 Il MARCHESE e LISETTA, poi MERLINA
 
 Marchese
 (Non v’è dubbio. Son certo
 che ognor l’adorerò).
 Lisetta
                                         Signor, permette
 ch’io faccia il mio dover? (Gli vuol baciar la mano)
 Marchese
                                                 Vedeste ancora
380la governante?
 Lisetta
                              No signor.
 Marchese
                                                   Merlina. (Chiama)
 Merlina
 Eccomi a’ suoi comandi.
 Marchese
                                               Della sposa
 quest’è la cameriera.
 Merlina
                                         Me l’immagino
 senza che me lo dica.
 Marchese
 La raccomando a voi. Siatele amica. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 MERLINA e LISETTA
 
 Merlina
385(Oh! Amica sviscerata!) (Da sé ironicamente)
 Lisetta
 (Son ben raccomandata!) (Da sé ironicamente)
 Merlina
 (Che vuole ch’io ne faccia?) (Da sé ironicamente)
 Lisetta
 (Se non mi parla, io non le guardo in faccia).
 Merlina
 (Non viene).
 Lisetta
                           (Sta in sussiego).
 Merlina
390(Veggiam). La riverisco. (Con franchezza)
 Lisetta
 Serva, signora mia. (Con sostegno)
 Merlina
                                       Posso servirla?
 Lisetta
 Ella troppo m’onora. (Con una riverenza)
 Merlina
 (Che sciocca affettazion!)
 Lisetta
                                                 (Fa la signora).
 Merlina
 Il suo nome?
 Lisetta
                           Lisetta.
 Merlina
                                           È molto tempo
395ch’è con la marchesina?
 Lisetta
 Siamo allevate insieme.
 Merlina
 Insieme!
 Lisetta
                    La mia mamma
 l’ha allattata e allevata. La padrona,
 ch’è una buona zittella,
400m’ama come s’io fossi sua sorella.
 Merlina
 (Che ti venga la rabbia!) Favorisca,
 vuol mangiar sola o in compagnia?
 Lisetta
                                                                 Non so,
 se ci son servitori,
 a tavola con gli altri io non ci sto.
 Merlina
405Ha ragion, ha ragione; (Con ironia caricata)
 la padrona, il padrone
 la vorran forse a tavola con loro.
 Lisetta
 Mi burla, signorina?
 Merlina
 Io non sarei sì ardita
410de’ padroni a burlar la favorita.
 
    Io la rispetto,
 la riverisco
 ma l’avvertisco
 che fra noialtre,
415genti un po’ scaltre,
 certi spropositi
 fan mal di cor.
 
    Ella ha del merito,
 non lo contrasto,
420ma è un poco guasto
 da certa arietta...
 Scusi... Permetta...
 Via, signorina,
 via, s’è bellina,
425sia buona ancor. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 LISETTA sola
 
 Lisetta
 Come! Che impertinenza!
 Mi burla, mi schernisce
 e meco far la dottoressa ardisce?
 La padrona il saprà.
430Ci va dell’onor mio;
 fuori di questa casa od essa od io.
 
    Ah la bile rosicchiami il petto,
 ah mi sento le gote infiammar.
 
    «Scusi... Permetta...
435Ha dell’arietta...
 Certi spropositi
 fan mal di cor».
 
    La vedrem, la vedrem, ti prometto
 che gl’insulti saprò vendicar. (Parte)
 
 SCENA XVI
 
 Giardino.
 
 GIRARDINO, poi il MARCHESE, la CONTESSA, la MARCHESA, poi TOLOMELLO
 
 Girardino (Seduto all’ombra di un platano, cantando ed accompagnandosi con un mandorlino o con una chitarra)
 
440   Gli augelletti in lor favella
 si fan noto il loro ardor.
 Passerino e passerella
 se l’intendono fra lor.
 Ci, ci, ciò, passera bella,
445ci, ci, ciò, mio dolce amor.
 
 Contessa
 Chi è quell’uom?
 Marchese
                                  Non lo so.
 la Marchesina
                                                      Mi fa piacere.
 Contessa
 Forse ricanterà. Stiamo a vedere.
 Girardino
 
    Anche il gregge in sua favella
 fa palese il proprio ardor
450e l’agnello con l’agnella
 se l’intendono fra lor.
 Be, be, be, la pecorella,
 be, be, be, mio dolce amor.
 
 Contessa
 Bravo, bravo, bravissimo!
 Girardino
455Vi domando perdono... (Confuso ed intimorito)
 Contessa
 Siete voi forestier?
 Girardino
                                      Per ubbidirla...
 Ma a chi mai... a chi mai
 ho l’onor di parlar? (Con timidezza e rispetto)
 Contessa
                                       Che il vostro spirto (Con allegria)
 si calmi e rassicura.
460Siam forestier, siam forestier noi pure.
 (Non gli diam soggezione). (Piano al marchese)
 Girardino
                                                     (Oimè! Respiro.
 Il padrone temea). (Da sé)
 Marchese
                                      (Lavinia ammiro). (Alla marchesa ridendo)
 la Marchesina
 Fate che canti ancor. (Piano alla contessa)
 Contessa
                                         Via, seguitate.
 Girardino
 Io son, signora mia...
 Contessa
                                         No no, cantate. (Sopraggiunge Tolomello e resta indietro con dispetto maravigliandosi)
 Girardino
 
465   Anche i polli in lor favella
 si fan noto il loro ardor
 e galletto e gallinella
 se l’intendono fra lor.
 Co, co, co, la pollastrella,
470co, co, de, mio dolce amor.
 
 Contessa
 È un incanto.
 Marchese
                            È un portento.
 la Marchesina
 Mi piace estremamente.
 Tolomello
 (Son confuso... stordito... Oh che accidente!) (Da sé lontano)
 Girardino
 (Chi sa che la fortuna
475non mi voglia aiutar?)
 Tolomello
                                            (Ci vuol politica.
 La contessa e il padron son per costui.
 Farsi merto convien presso di lui). (Da sé)
 Signore, i contadin, le villanelle,
 in segno di rispetto e d’esultanza,
480son qui venuti e intrecciano una danza.
 la Marchesina
 A ballar, a ballar. (Parte correndo e saltando)
 Marchese
                                   Vi seguo anch’io. (Parte velocemente)
 Contessa
 Restate qui, ci rivederemo, addio. (A Girardino e parte)
 
 SCENA XVII
 
 GIRARDINO e TOLOMELLO; poi LISETTA, poi MERLINA
 
 Girardino
 (Spero che col marchese
 parleranno di me). (Allegro e contento)
 Tolomello
                                       Ah, che ne dite? (In aria ridente)
 Girardino
485Di che?
 Tolomello
                  Dell’accoglienza.
 Girardino
 Sono stordito anch’io.
 Tolomello
 Tutto merito mio.
 Girardino
                                    Come?
 Tolomello
                                                    Al padrone
 ho parlato di voi.
 Girardino
                                  Dov’è il padrone?
 Tolomello
 Non l’avete veduto?
490Non gli avete parlato?
 Non vi ha inteso e lodato?
 Girardino
                                                  Chi?
 Tolomello
                                                              Il padrone.
 Girardino
 Era il marchese? Oh cielo!
 Tolomello
 Frutto dell’amicizia e del mio zelo.
 Girardino
 Oh amico! Oh amico mio... Ma mi hanno detto
495ch’erano forestieri...
 Tolomello
 Politica de’ grandi
 per veder, per sentire e esaminarvi.
 Procurerò iniziarvi
 ne’ misteri più occulti e imparerete.
500Stiamo uniti e d’accordo e non temete.
 Girardino
 Amicizia.
 Tolomello
                     Amicizia.
 Girardino
                                         E soda.
 Tolomello
                                                         E vera.
 Ecco la cameriera
 della sposa novella.
 Procuriamo che anch’ella
505sia del nostro partito,
 secondatemi bene e siate ardito.
 
    Ah venite, signorina, (A Lisetta che arriva)
 a dar pace ad un amante.
 Quegli occhietti, quel sembiante
510han ferito il di lui cor. (Accenna Girardino)
 
 Girardino
 
    (Come! Come!) (Piano a Tolomello)
 
 Tolomello
 
                                    (Secondate;
 con le donne siate audace). (Piano a Girardino)
 
 Girardino
 
 (M’imbarazza). (Da sé)
 
 Lisetta
 
                                 (Non mi spiace;
 ma ho un pochino di rossor). (Da sé)
 
 Tolomello
 
515   Rispondete, graziosina. (A Lisetta)
 
 Girardino
 
 (Ah nel cor mi sta Merlina). (Da sé)
 
 Tolomello
 
 Rispondete a un vero amor.
 
 Lisetta
 
    Mio signor, le chiedo scusa...
 Non conosco... Non son usa...
520E non merto un tanto onor.
 
 Tolomello
 
    Eh furbetta! (A Lisetta) Via, parlate (A Girardino)
 e la bella assicurate
 della piaga e dell’ardor.
 
 Girardino
 
    Mia signora... Mi perdoni...
525Veggio anch’io le sue ragioni...
 E parlar non oso ancor.
 
 Tolomello
 
    Semplicetti, timidetti,
 tutti due vi distruggete.
 
 Merlina
 
 (Cosa sento!) (Da sé arrivando ed ascoltando)
 
 Tolomello
 
                             Non temete,
530di svegliarvi avrò l’onor.
 
 Merlina
 
    Mi rallegro, mi consolo,
 degna sposa, amante saggio, (Ironica)
 osin pur, si dian coraggio,
 che mi unisco anch’io con lor.
 
 Girardino
 
535   (Qual incontro!) (Da sé con passione)
 
 Lisetta
 
                                     (Ha gelosia). (Da sé con piacere)
 
 Tolomello
 
 Ecco qui la sposa mia. (Accennando Merlina)
 
 Girardino
 
 (La sua sposa!) (Da sé con passione)
 
 Tolomello
 
                                E tutti quattro
 noi saremo amici ognor.
 
 Lisetta
 
 (Fosse vero!... Ma ho timor). (Da sé)
 
 Tolomello
 
540   (Voi vedete quel ch’io fo;
 vi marito ma sarò
 vostro amico e protettor). (Piano a Lisetta)
 
 Lisetta
 
 (Obbligata dell’onor). (A Tolomello e seguono a parlar piano)
 
 Merlina
 
    (Di Lisetta?...) (Piano a Girardino)
 
 Girardino
 
                                  (Non è vero.
545Ma voi siete...) (Piano a Merlina)
 
 Merlina
 
                               (Non temete,
 Tolomello è mentitor). (Piano a Girardino)
 
 a quattro
 
    Quel contento che ora sento
 non può rendersi maggior.
 
 Tolomello
 
    Tutti quattro stiamo uniti;
550seguitate i miei consigli;
 non temete di perigli,
 date lode al mio valor.
 
 a tre
 
    Bravo, bravo, galantuomo! (A Tolomello)
 
 Tolomello
 
 E che crepi il maggiordomo;
555e che schiatti l’impostor.
 
 a tre
 
    Bravo, bravo, galantuomo!
 
 Tolomello
 
 Date lode al mio valor.
 
 a quattro
 
    Quel contento ch’ora sento
 non può rendersi maggior.
 
 Fine dell’atto primo