Vittorina, Venezia, Zatta, 1794

 Galleria.
 
 ROBERTO, poi la MARCHESA
 
 Roberto
535Il signor cavaliere
 mi fugge e non mi ascolta e volontieri,
 piucché con me, con Vittorina è umano
 e la cerca e le parla e parlan piano.
 Dubito... Non vorrei
540che il signor cavaliere avesse in mente
 di sposar la padrona e la servente.
 Marchesa
 Roberto.
 Roberto
                   Mia signora.
 Marchesa
 Posso di voi fidarmi?
 Roberto
                                          Siete certa
 della mia fedeltà.
 Marchesa
                                   Ciò che vuo’ dirvi
545cosa è per me di conseguenza estrema.
 Se conservar, se migliorar bramate
 la vostra condizione,
 segretezza domando e esecuzione.
 Roberto
 L’una e l’altra prometto.
 Marchesa
                                               Oggi qui deve
550giunger certa Isabella,
 madre di Vittorina. Di vederla
 sa che curar non soglio
 e rilevai da un foglio,
 scritto alla figlia sua, che nel sobborgo,
555all’insegna del Sol, restar le preme,
 per là vedersi e ragionare insieme.
 Roberto
 L’oste conosco e l’osteria.
 Marchesa
                                                Sollecito
 ite e quand’ella arriva,
 fate che tosto parta e se trovate
560che ricusi partir, la forza usate.
 Roberto
 Fra l’oste, amico mio,
 fra i suoi garzoni ed io
 la faremo partire a suo dispetto.
 Marchesa
 Ricompensa per voi, per lor prometto.
 Roberto
565Fidatevi di me; ma permettete,
 poiché siete sì buona e sì cortese,
 ch’io vi faccia palese
 un pensiere, un desio che mi è venuto
 e vi domandi protezione e aiuto.
 Marchesa
570Ditelo, profittate
 del momento opportuno.
 Roberto
                                                Avrei bisogno,
 per gli affari in cui sono
 vostra mercé occupato,
 d’essere maritato; Vittorina
575al mio caso mi sembra e... in conclusione
 vengo a chiederne a voi la permissione.
 Marchesa
 (Non sa... Non la conosce). (Da sé)
 Roberto
                                                   Ne ho parlato
 al padron questa mane...
 Marchesa
                                                A qual padrone? (Con sorpresa)
 Roberto
 Al signor cavaliere che a momenti
580sposo della padrona...
 Marchesa
                                          In casa mia,
 vedova o moglie sia,
 altro padron non soffrirò.
 Roberto
                                                 Fa bene;
 cedere non conviene.
 Marchesa
                                         E che vi ha detto (Con affettazione)
 il signor cavalier? Preso ha l’impegno
585d’autorità, di padronanza in segno?
 Roberto
 Per dir la verità, quel che mi ha detto
 poco piacer mi ha fatto.
 Son rimasto di lui mal soddisfatto.
 
    Vittorina gli domando...
590Vale a dir non la domando
 che qui dentro già si sa
 non ha alcuna autorità.
 Come amico e protettore
 gli domando il suo consiglio,
595ei mi guarda con un ciglio
 che tremare ancor mi fa.
 
    «Vittorina pretendete?»
 «Sì signore, così è».
 «Il suo merto conoscete?»
600«La conosco, ell’è per me».
 «È per voi?... Per voi non è».
 Un prurito m’ho sentito...
 Grazie al ciel, non è padrone.
 Vado a far la commissione.
605La padrona, ch’è sì buona,
 contentarmi sol potrà. (Parte)
 
 
 La MARCHESA, poi il CONTE
 
 Marchesa
 Come! Che sento? Il cavalier ritrova
 in Vittorina un merito?
 Un merito eccedente?
610E la man di un agente
 ben provveduto e negli affari esperto
 crede troppo inferiore al suo gran merto?
 O l’audace ha svelato
 il suo nome, il suo stato, o il bel sembiante
615reso ha con arte il cavaliere amante. (Ironica)
 L’uno o l’altro che sia,
 degno è dell’ira mia quel core ardito
 ed il merito suo sarà punito.
 Conte
 Deh, marchesa, scusate,
620le porte abbandonate
 son dalle genti vostre.
 Al cenno che mi onora,
 sollecito mi rendo
 e il mio destino impaziente attendo.
 Marchesa
625Vi son grata. Sedete.
 (Qual merto è in lei? Che fe’ per lei natura?
 Pregio di gioventù passa e non dura). (Da sé)
 Conte
 Marchesa, a quel ch’i’ vedo,
 siete nel cor da gravi cure oppressa.
 Marchesa
630Sì, lo confesso io stessa,
 qualche cosa ho nel sen che mi molesta.
 Conte
 E indovinar io credo
 la cagion dell’affanno.
 Marchesa
 Ingannarvi potreste.
 Conte
                                        Ah non m’inganno.
635Voi il cavaliere amate.
 Marchesa
                                           E s’io l’amassi,
 perché credere amor la pena mia?
 Conte
 Pena è amor, se congiunto è a gelosia.
 Marchesa
 Io gelosa? Di chi?
 Conte
                                   Di una rivale
 che più a ragion vi sdegna,
640quant’è più abietta e del confronto indegna.
 Marchesa
 Di chi parlate voi?
 Conte
                                     Vano è il nascondere
 quel che meglio d’altrui saper dovete.
 Al cavaliere avete
 un cuor sagrificato
645che vi ama, che vi stima e che vi onora,
 e il cavaliere Vittorina adora.
 Marchesa
 (Ecco l’arcano. Ah indegna!
 Ah perfido!) (Da sé)
 Conte
                           Non merta
 l’ira vostra chi puote
650a bellezza vulgar volgere il ciglio.
 Marchesa
 Conte, mi maraviglio
 che parliate in tal guisa; un cuore, a cui
 donata ho la mia stima,
 che svegliò nel mio sen d’amor la face,
655di bassa inclinazion non è capace.
 Conosco il cavaliere
 e conosco me stessa e chi pretende
 altrimenti pensar m’insulta e offende.
 Conte
 Invano, invan, marchesa,
660vi offendete per ciò. Se l’abbandono
 duro vi sembra e se l’oggetto è indegno
 d’esservi preferito
 per grado, per beltà, fortuna e onore,
 colpa vostra non è, colpa è d’amore.
 
665   Se giustizia altrui rendesse,
 non sarebbe Amor fanciullo.
 Fa de’ cuori il suo trastullo,
 gioco è in lui la crudeltà.
 
    Se del merto cura avesse,
670non andrebbe Amor bendato;
 se con noi si mostra ingrato,
 colpa è sol di cecità. (Parte)
 
 
 La MARCHESA, poi VITTORINA
 
 Marchesa
 A questo segno il cavaliere è ingrato!
 Perfido a questo segno! Eppure ancora...
675Come! Ancor l’amerei? No, ma non abbia
 libero il campo a consumar miei torti.
 La sua destra mi porti,
 se non il cor. S’adempia
 e dal figlio e dal padre il sacro impegno
680e sia alle nozze pronubo lo sdegno.
 Olà. A me Vittorina. (Verso la scena)
 Timida si avvicina.
 Teme a ragion. Ma simular mi è forza.
 Se imprudente svelassi
685delle collere mie la cagion vera,
 troppo del suo trionfo andrebbe altera.
 Vittorina
 (Sempre austera così. Sempre accigliata,
 duro è il soffrirla). (Guatando la marchesa)
 Marchesa
                                      Udite. L’età vostra
 e il difficile impegno
690di nascondervi sempre in faccia al mondo
 chiaro mi fan che in casa mia non siete
 abbastanza in sicuro. Provvedervi
 ho pensato, ho risolto. Alfin godrete
 stato migliore. In un ritiro andrete.
 Vittorina
695(Sien grazie al ciel). (Con trasporto di gioia)
 Marchesa
                                        V’incresce
 il mondo abbandonar?
 Vittorina
                                            No, ve lo giuro.
 Dono la bontà vostra
 farmi più caro non potea. Mia madre
 spero consentirà.
 Marchesa
                                  Di lei l’assenso
700inutile è aspettar. Son io la sola
 che sa, che può, che provvedervi intende.
 Vittorina
 Mia madre oggi si attende...
 Marchesa
                                                      Ebben, vi trovi
 chiusa all’arrivo suo. Fra pochi istanti
 da un foglio mio, da genti mie scortata,
705fra le mura sarete
 che a voi son destinate.
 Vittorina
 Differire un sol dì...
 Marchesa
                                       Non replicate.
 
    Di figlia obbediente (Ironica)
 ammiro il rispetto.
710(Conosco l’oggetto
 di un zel mentitor). (Da sé)
 
    Di un’alma innocente
 è degno l’affetto. (A Vittorina con ironia)
 (Che pena nel petto
715celare il livor!) (Da sé)
 
    (Se fingo, se lusingo,
 son per onor forzata.
 Ma proverà l’ingrata
 l’eccesso del rigor). (Parte)
 
 
 VITTORINA, poi il CAVALIERE
 
 Vittorina
720Il ritiro che m’offre,
 nello stato in cui sono,
 di provvidenza è un dono;
 ma il rigor che vi mette
 scema il pregio dell’opra. Oh ciel! Mia madre
725non mi sarà permesso
 di veder, di abbracciar? Stelle! Che miro?
 Il cavalier? S’eviti;
 la marchesa nol vegga e non s’irriti. (Vuol partire)
 Cavaliere
 Voi mi fuggite?
 Vittorina
                                È giusto
730che vi fugga, signor.
 Cavaliere
                                       Deh un sol momento,
 chieggiovi per pietà. Deh, Vittorina,
 deh non mi fate il torto
 di diffidar dell’onor mio. Prometto
 tutta la segretezza
735che dal mio labbro esigere potete
 ma svelatevi a me. Dite qual siete.
 Vittorina
 Voi persistete ancora
 nell’immagine vostra... Ah no, cessate...
 qualunque i’ sia... qualunque i’ fossi... è vano
740che più pensiate a me. Vano è che duri
 la bontà che per me nudrita avete,
 se per l’ultima volta or mi vedete.
 Cavaliere
 L’ultima! Oh dei! Perché?
 Vittorina
                                                  Perché a momenti,
 fra anguste mura, in un oblio profondo,
745separata sarò... da voi... dal mondo.
 Cavaliere
 Come! Che sento? E chi di voi dispone?
 Vittorina
 La marchesa l’impone.
 Cavaliere
                                            Oh ciel! Qual lume
 mi rischiara la mente? La marchesa
 sì gran cura ha di voi! Perder consente
750fra le donzelle sue quella ch’ogni altra
 sorpassa in merto, in attenzione, in zelo!
 Voi celate il mistero ed io lo svelo.
 La marchesa pentita
 dell’ingiuria permessa al grado vostro
755vi destina al ritiro. Ecco in voi chiaro
 dell’origine vostra il dubbio raggio,
 alma degna d’onor, degna d’omaggio. (Si getta a’ suoi piedi)
 Vittorina
 Ahimè! Signore, alzatevi.
 Se veduta foss’io...
 Cavaliere
                                     No, la tiranna (Alzandosi impetuosamente)
760in una tomba oscura
 non vi nasconderà.
 Vittorina
                                     Deh! Se mi amate,
 continuate a tacer; non impedite
 al mio onor un asilo, alla mia pace
 un riposo, un conforto.
 Cavaliere
                                            Eh la marchesa,
765sotto il vel di pietà, nasconde forse
 qualche di gelosia segreto sdegno.
 Io di sottrarvi all’ira sua m’impegno.
 Vittorina
 Ah cessate, vi prego,
 di tormentarmi. Invano
770per desio di giovarmi,
 i miei mali accrescete, i miei spaventi.
 Pensate al dover vostro,
 pensate al dover mio.
 Parto (mi manca il cor). Per sempre addio.
 
775   Tenero core ho in petto,
 l’alma non serbo ingrata
 ma povera son nata,
 ma libera non sono,
 ma del mio cuore il dono
780in mio poter non è.
 
    Conosco il vostro affetto.
 Nel mio... sperar potete;
 ma il cuore altrui dovete,
 ma nel mio seno il fato
785sdegna d’amor la face.
 Addio... Vivete in pace
 né più pensate a me. (Parte)
 
 
 Il CAVALIERE solo
 
 Cavaliere
 Ah che a te più non pensi?
 Ch’io ti abbandoni in preda
790d’un ingiusto furor? Che la speranza
 di possedere io perda
 il tuo amor, il tuo cuore e la tua mano?
 Se lo credi, idol mio, lo credi invano.
 
    Co’ suoi vortici il torrente
795pria vedrassi al monte ascendere,
 pria le stelle al suol discendere
 che nel seno io cangi amor.
 
    Ch’io ritorni al primo laccio?
 All’orgoglio, all’ira in braccio?
800Prima l’acqua e il foco uniti
 si vedranno in armonia,
 col rapace, lupo audace
 pria l’agnella andar per via,
 fra gl’Inglesi ed i Francesi
805pria cessar l’antipatia
 che amicizia e amor vi sia
 fra quel core ed il mio cor. (Parte)
 
 
 Campagna vasta e montuosa con fabbriche sparse al monte ed al piano, fra le quali scorgesi l’albergo coll’insegna del Sole.
 
 donna Isabella
 
    Son quattr’ore ch’io sono arrivata
 e mia figlia non vedo venir.
810Che tormento! Impaziente son nata,
 l’aspettare non posso soffrir.
 
 Vittorina la lettera
 deve aver ricevuta. L’ho mandata
 per persona fidata... Eh non vorrei...
815Mia figlia è così stolida,
 tanta paura ha sempre
 di mancar, di spiacer... Se alla marchesa
 la carta ha confidata,
 la marchesa piccata
820sarà contro di me. No, in casa sua,
 l’ho detto e lo sostengo, andar non voglio
 che soffrir non poss’io fasto ed orgoglio. (Sentesi di lontano strepito di cacciatori e vedesi a poco a poco scender dal monte il barone con seguito d’uomini e di cani)
 Ma qual rumor? Son cacciatori. È meglio,
 stanca qual son, che a riposarmi io vada.
825E Vittorina?... Oh se non vien, se scopro
 la marchesa in difetto,
 porterò, a mio dispetto,
 nell’albergo abborrito i passi miei
 ma se vado colà, peggio per lei. (Entra nell’osteria)
 
 
 Il BARONE con seguito di cacciatori e di cani
 
 Barone
 
830   Facciam alto e riposiamo,
 finché forza riacquistiamo
 per salire e per cacciar.
 
    Fuori, fuori pane e vino
 e prosciutto e marzolino.
835S’ha da bere e da mangiar. (I cacciatori seggono per terra e mangiano e bevono. Il barone siede sopra il tronco d’un albero)
 
    Che bel piacere è per il monte e il piano
 far correr belve e far cader gli augelli!
 Guerra facciamo lor, che queste e quelli
 fatti per l’uomo, l’uomo è il lor sovrano.
 
840   Ma mi par... Fra quelle fronde. (Si alza)
 Qualche cosa si nasconde.
 I’ l’avrò, se prende il volo... (Col fucile)
 Poverino, è un usignuolo,
 non lo voglio molestar. (Siede come prima)
 
 
 ROBERTO e detti
 
 Roberto
845(Questo è il luogo indicato.
 Là è l’osteria del Sol. Veggio il barone
 co’ cacciatori suoi.
 Vuo’ lasciarlo partire, entrerò poi).
 Barone
 Ebben, siete contenti? Vi sentite (Ai cacciatori che si alzano)
850ver la caccia disposti a far ritorno?
 Andiamo dunque a profittar del giorno.
 Roberto
 Servo, signor barone.
 Barone
                                          Addio fattore.
 Roberto
 Buona caccia?
 Barone
                             Migliore
 non la potea bramar. Ripieni abbiamo
855di lepri e di pernici più d’un cesto
 e andiamo a far da questa parte il resto. (Seguito da’ cacciatori monta la collina dalla parte opposta al luogo da dove è disceso e parte)
 
 
 ROBERTO solo
 
 Roberto
 Or veggiam se arrivata
 la madre è ancor di Vittorina. Oh cieli!
 Qual nuova meraviglia! (Osservando fra le scene)
860Quivi cerco la madre e vien la figlia.
 Vittorina scortata
 dal segretario e il camerier? Possibile
 che la padrona istessa...
 Non capisco, non so. Vuo’ ritirarmi.
865Vuo’ veder, vuo’ sentir... vuo’ assicurarmi. (Si ritira)
 
 
 VITTORINA accompagnata dal segretario e dal cameriere della marchesa. ROBERTO in disparte
 
 Vittorina
 
    Un momento di respiro; (Alli due che l’accompagnano)
 camminar non posso più.
 Il ritiro è colassù
 e la strada non è piana.
870Non son nata una villana,
 non son nata in schiavitù.
 
    La signora in un ritiro
 vuol ch’io vada? Vi anderò.
 Ma un momento di respiro
875o di qua non partirò.
 
    Oh guardate, che indecenza! (Li due la pressano)
 Chi credete ch’io mi sia?
 (Ah! Mio cuor, la sofferenza...
 la virtù... la gloria mia).
880Deh scusate, perdonate,
 se il volete, io partirò. (S’incamminano verso la collina)
 
 Roberto
 (Ho capito, ho capito e profittare
 voglio dell’occasione). Vittorina. (Chiamandola)
 Vittorina
 Che volete da me?
 Roberto
                                     Dalla padrona
885dietro voi son inviato
 e degli ordini suoi mi ha incaricato.
 Il segretario e il camerier ritornino (Alli due)
 alle incombenze loro. È più decente
 che vi scorti il fattore o sia l’agente.
 Vittorina
890Quel ch’ella vuol si faccia.
 Roberto
                                                 Avete nulla (Al segretario che gli dà una lettera ed una borsa)
 da dir, da presentar?
 Vittorina
                                         Ma non vi ha detto?... (A Roberto)
 Roberto
 La lettera e la borsa,
 me l’ha detto, il sapea. Son cose usate.
 La padrona vi aspetta. Io resto, andate. (Alli due suddetti che partono)
 
 
 VITTORINA, ROBERTO, poi donna ISABELLA
 
 Roberto
895(Ti ringrazio fortuna). (Da sé)
 Andiam per questa via ch’è men scoscesa. (A Vittorina)
 Isabella
 Parmi d’aver intesa... (Alla porta dell’osteria)
 Roberto
                                           Chi è colei? (Volgendosi e vedendo donna Isabella)
 Oh cieli! Non vorrei... (Copre col suo cappello la testa di Vittorina, acciò non veda donna Isabella)
 Vittorina
 Che fate? E che dir vuole? (A Roberto)
 Roberto
900Cerco la via che non vi offenda il sole. (Parte con Vittorina)
 
 
 Donna ISABELLA, poi il CAVALIERE
 
 Isabella
 È una donna, egli è vero, ed alla voce
 Vittorina parea. Ma s’ella fosse,
 ho l’albergo, ove son, scritto e indicato,
 qui venuta sarebbe diviato;
905sento che mi vien male.
 La rabbia mi divora.
 Aspetta, aspetta e non si vede ancora?
 Cavaliere
 (Giusto mi pare il prevenir mio padre
 di quel che accade, l’amor mio svelargli,
910chieder grazia e perdono
 e meritar del suo consenso il dono.
 La caccia non dovrebbe esser lontana.
 Se incontrarlo poss’io...) Scusate in grazia, (Ad Isabella)
 veduto avreste rigirar qui intorno
915stuolo di cacciatori?
 Isabella
                                       Ne ho veduta
 una frotta testé.
 Cavaliere
                                Sapreste dirmi,
 qual sia il cammin che queste genti han preso?
 Isabella
 Son discesi di là,
 passato han per di qua,
920han mangiato, bevuto e riposato,
 poi quell’altra montagna han rimontato.
 Cavaliere
 Grazie umili vi rendo.
 Isabella
                                           Eran guidati
 da un vecchio di buon gusto,
 forte, lesto, robusto.
 Cavaliere
925Mio padre.
 Isabella
                        Il padre vostro?
 Per dirla fra di noi,
 vostro padre mi piace più di voi.
 Cavaliere
 Voi conoscete il merto.
 Isabella
 Chi è? Come si chiama?
 Cavaliere
930Il baron di Sarzana.
 Isabella
 Nobile?
 Cavaliere
                  Vari secoli
 conta di nobiltade il padre mio.
 Isabella
 Nobile sono e titolata anch’io.
 Cavaliere
 Mostra l’aspetto vostro
935di qual grado voi siete.
 Isabella
 Ditemi, conoscete
 la marchesa del Vallo?
 Cavaliere
                                           La conosco.
 Isabella
 E una giovin che seco
 vive da qualche tempo in compagnia,
940bianco viso, occhio nero e bionde chiome.
 La conoscete voi?
 Cavaliere
                                   (Cieli!) Il suo nome?
 Isabella
 Vittorina.
 Cavaliere
                     Ah, signora. (Con passione)
 La conosco, l’ammiro; ella è un tesoro.
 Isabella
 L’amereste voi forse?
 Cavaliere
                                          Anzi l’adoro.
 Isabella
945Come! Sfacciatamente
 senza ch’io sappia nulla,
 voi ardite d’amar la mia fanciulla?
 Cavaliere
 Oh ciel! Fanciulla vostra?
 Isabella
                                                 Sì, padrone.
 Mia figlia è Vittorina,
950la marchesa del Vallo è mia cugina.
 Cavaliere
 (Che sento! Quale orror!)
 Isabella
                                                 Voi vi turbate?
 Venite qui; parlate.
 (Mi pare un buon figliuol).
 Cavaliere
                                                    Possibil mai
 che una dama bennata
955la figlia destinata
 abbia a uffizio servil?
 Isabella
                                          Come! Che dite?
 Cavaliere
 Possibile che ardisca
 far la marchesa altera
 la cugina servir da cameriera?
 Isabella
960Cameriera mia figlia?
 Cavaliere
                                           È questo il grado
 con cui la vidi alla marchesa unita.
 Isabella
 Ah marchesa, ah marchesa! Ah son tradita! (In tuono piangente)
 
    Povera nel mio stato,
 vedova abbandonata,
965con una figlia allato...
 Figlia ben allevata. (Con forza)
 Pregata ho la marchesa. (Piangente)
 Per compagnia l’ha presa
 e poi servir la fa? (Con isdegno)
970Non vi è più fede al mondo,
 non vi è più carità. (Con forza)
 
    La povera fanciulla
 mai non m’ha scritto nulla.
 Se avessi penetrato... (Con forza)
975Alfine son chi sono.
 Ahimè! Mi manca il fiato. (Dolente)
 Mai più gliela perdono. (Con isdegno)
 Pagarmela dovrà. (Vuol partire)
 
 Cavaliere
 Deh restate un momento.
980Amo la figlia vostra e pronto sono,
 se il mio cor non isdegna e non rifiuta,
 renderle la giustizia a lei dovuta.
 Isabella
 Voi sposarla vorreste?
 Cavaliere
 Ah sì, se l’approvate,
985se l’onor mi accordate...
 volo al mio genitore...
 gli parlo, a voi ritorno...
 e le nozze faransi in questo giorno.
 Isabella
 Vorrei... Mi par... Ma alfine
990non vi conosco ancora. Il grado, il nome,
 la nobiltà, tutto va ben ma voglio,
 se finora ha sofferto ed ha patito,
 ch’abbia almeno mia figlia un buon marito.
 Cavaliere
 
    Non mi vanto, non son vano
995ma giustizia alfin mi rendo.
 Non ambisco, non pretendo
 ma so farmi rispettar.
 
    Prima il cielo e il mio sovrano,
 poi la patria e il genitore
1000e la bella serbo in cuore
 che mi ha fatto innamorar.
 
    Son sincero e son costante,
 fido amico e fido amante.
 Ecco fatto il mio ritratto.
1005Ve lo posso assicurar. (Sale il monte dalla parte indicata da donna Isabella)
 
 
 Donna ISABELLA sola
 
 Isabella
 Se tutto è ver... Ma quel ch’è ver purtroppo
 è il trattamento indegno
 della cara marchesa. Ardo di sdegno.
 Qual gente? Qual rumore? I cacciatori
1010tornan da questa parte. Ecco il barone
 sceso cogli altri al piano
 e il figlio il cerca e sale il monte invano.
 
 
 Il BARONE, VITTORINA, seguiti da cacciatori da quella parte per dove ella era sortita con Roberto. Donna ISABELLA vicina all’albergo, poi ROBERTO con seguito di paesani, poi il CAVALIERE
 
 Barone
 Venite e non temete. Vi ho sottratta (A Vittorina)
 dalle man di un ribaldo.
 Isabella
1015È dessa o a lei somiglia... (Osservando Vittorina)
 Ah il mio cuor non m’inganna. (Correndo a lei, abbracciandola)
 Vittorina
                                                           Ah, madre!
 Isabella
                                                                                  Ah, figlia! (Restano qualche tempo abbracciate)
 Barone
 (La madre e la figliuola?
 Così improvvisamente?...
 Par l’avventura un comico accidente). (Da sé)
 Isabella
 
1020   Cara figlia, alfin ti trovo.
 Tutto so quel ch’hai sofferto,
 di costanza avesti il merto
 e il destin si cangerà.
 
 Vittorina
 
    Ah! Il contento che ora provo
1025fa ch’io scordi il duol passato.
 Oh momento fortunato
 della mia felicità!
 
 Barone
 
    Oh che caso! Oh che allegrezza!
 Piango anch’io di tenerezza.
 
 a tre
 
1030Quando l’alma e il cuore è in calma
 fato rio poter non ha.
 
 Roberto (Con seguito di paesani armati di grossi bastoni)
 
    Che insolenza, che violenza! (Al barone)
 La fanciulla a noi cedete.
 
 Barone
 
 Disgraziato, scellerato. (A Roberto)
1035La fanciulla difendete. (Ai cacciatori)
 
 Vittorina
 
 Santi numi!
 
 Isabella
 
                          Cielo, aiuto.
 
 Roberto
 
 Attaccate. (Ai paesani)
 
 Barone
 
                      Scaricate.
 
 Vittorina, Isabella a due
 
 Abbia il ciel di noi pietà.
 
 Barone, Roberto a due
 
 Un flagello si farà.
 
 Cavaliere (Scende dal monte correndo colla spada nuda)
 
1040   Alto, alto, è mio l’impegno.
 Quell’indegno perirà.
 
 Roberto
 
    Salva, salva. (Fugge co’ suoi paesani)
 
 Barone, Isabella a due
 
                             Ben gli sta.
 
 a quattro
 
 Ritornar non ardirà.
 
 Barone
 
    La tua mano valorosa (Al cavaliere con giubilo)
1045preservata ha la mia sposa.
 
 Isabella
 
 Eh! Che dice? (A Vittorina)
 
 Vittorina
 
                              Non intendo. (A donna Isabella con arte)
 
 Cavaliere
 
 Grazie, grazie ai numi rendo.
 Vittorina ha il ciel salvata.
 La virtude abbandonata
1050mai non fu, mai non sarà. (Prendendo teneramente Vittorina per mano)
 
 Barone
 
    (Poverino, mi vuol bene,
 accarezza la sua mamma). (Da sé)
 
 Vittorina
 
 (Non accendersi a tal fiamma
 è ingiustizia, è crudeltà).
 
 tutti
 
1055   Sempre il fato non è ingrato
 e per noi si cangerà.
 
    Il cielo torbido, (In tuono tetro)
 di nubi carico,
 riempiuti avevaci
1060con nere tenebre
 d’oscurità.
 
    Grazie alla provvida (Con allegrezza)
 stella di Venere,
 il cielo fulgido
1065ridente e placido
 per noi si fa.
 
 Fine dell’atto secondo