La bella verità, Bologna, Sassi, 1762

Vignetta Frontespizio
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 PETRONILLA, LUIGINO, ANGIOLINA, ROSINA e CLAUDIO
 
 tutti
 
    Viva viva, allegramente
 la nostr’opera ha incontrato;
 l’impresario sconsolato
1055questa volta non sarà.
 
 Angiolina
 Signora Petronilla,
 mi consolo con lei.
 Petronilla
                                    Con lei di core
 me ne consolo anch’io.
 Rosina
 Bravo Luigino mio.
 Luigino
                                      Brava Rosina.
 Claudio
1060Tutti allegri siam noi questa mattina.
 
 SCENA II
 
 Monsieur LORANO e detti
 
 Lorano
 Vivano lor signori,
 viva il merito lor. Me ne consolo.
 Son venuto di volo
 a fare il mio dovere
1065per eccesso di gioia e di piacere.
 Angiolina
 Il libro è cosa sua. (A Lorano)
 Lorano
                                     Si, ma a che serve
 che il libro sia passabilmente buono,
 se le attrici e gli attor bravi non sono?
 Angiolina
 Cosa le par signore
1070del primo buffo? Si è portato bene?
 Lorano
 Non saprei. Non conviene
 a me dire oppinion.
 Petronilla
                                       La parte sua
 l’ha fatta a meraviglia.
 Lorano
                                            Il poveruomo
 fa quel che può.
 Luigino
                                Non si potea far meglio.
 Rosina
1075Non si può recitare più al naturale.
 Claudio
 Egli è comico molto e molto vale.
 Lorano
 Basta, basta signori.
 Angiolina
                                        Oh quest’è bella,
 se a noi piace lodare il primo buffo,
 cosa c’entrate voi?
 Lorano
                                    Dirò... Per dirla...
1080È tanto amico mio
 e tanto son con lui medesimato
 che con esso mi par d’esser lodato.
 Claudio
 Non è picciol vantaggio
 per un che fa la professione nostra
1085essere amico del poeta. È vero
 che ci vuol per piacere
 talento, abilità, voce e natura
 ma quando per ventura
 al suo dosso tagliato è il vestimento,
1090s’ha un vantaggio del trenta e più per cento.
 
    Perciò le virtuose
 coltivano i poeti,
 perché più mansueti
 si rendano con lor.
 
1095   Talvolta li regalano... (Lorano fa cenno di no)
 Che dite? Non è ver?
 Oh in questo mi perdonino,
 io parlo con rispetto,
 un qualche regaletto
1100sarebbe di dover. (Parte)
 
 SCENA III
 
 Tutti i suddetti fuori di Claudio
 
 Angiolina
 Che dite voi di un tal pensiere, indegno
 del poetico onor? (A Lorano)
 Lorano
                                   Dirò, madama
 non chiedo e non pretendo
 ma delle gentilezze io non mi offendo.
 Petronilla
1105Parliam d’un’altra cosa.
 Rosina
                                              Sì del libro
 parliam che s’ha da far.
 Luigino
                                              La parte mia
 può sapersi signor che cosa sia?
 
 SCENA IV
 
 CLAUDIO e detti
 
 Claudio
 Presto, presto, signori,
 venghino di là, in sala. Un gran rinfresco
1110di caffè, cioccolata e biscottini
 da quattro uomini carchi fu portato
 e non vogliono dir chi l’ha mandato.
 Angiolina
 Chi esser può che lo mandi?
 Rosina
                                                      Non saprei.
 Petronilla
 Per me giudicherei
1115che fosse l’impresario.
 Claudio
 Oibò, quest’è un giudizio temerario.
 Angiolina
 Che fosse il protettor? (A Lorano)
 Lorano
                                            Saria capace.
 Generoso è, si sa. Ma poiché sono
 tai protezioni troppo spesso in uso,
1120ei non vorrà introdurre un tal abuso.
 Angiolina
 Monsieur Loran, sarebbe mai pericolo
 che fosse tal sorpresa
 una vostra finezza?
 Lorano
                                      Io? Pensate;
 i rinfreschi che io do non son triviali.
1125Son canzoni, sonetti e madrigali.
 Ma non vien l’impresario e intorno al libro
 vorrei si concludesse in questo giorno.
 Vo a veder se lo trovo e poi ritorno. (Parte)
 Claudio
 Via signori al rinfresco, andiamo, andiamo,
1130io sarò il condottier. (Parte)
 Rosina
                                        Per me son lesta.
 (Chi sa che me non abbia regalata
 quel ch’al poeta mi ha raccomandata?) (Parte)
 Angiolina
 (Chi sa che a me non faccia
 il rinfresco mandare il primo buffo
1135e che gli altri per me godino a uffo?) (Parte)
 Luigino
 Sia chi esser si voglia
 l’autor di una finezza sì compita,
 farò onor a chi manda ed è finita. (Parte)
 
 SCENA V
 
 PETRONILLA sola
 
 Petronilla
 Ognun pensi a sua voglia, io per me credo
1140che accettare il rinfresco non convenga
 quando che non si sa da dove venga.
 Non credo che tacciata
 sarò per ciò di sostenuta. Io sempre
 ho amato più dell’oro
1145un po’ di convenienza e di decoro.
 
    È un dono del cielo
 l’onesto decoro
 che vale un tesoro,
 che prezzo non ha.
 
1150   O mal lo conosce
 o molto nol cura
 chi il dono trascura
 con troppa viltà. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 Sala.
 
 Un servitore, poi ROSINA, poi ANGIOLINA, poi LUIGINO
 
 Rosina
 Il rinfresco dov’è? (Al servitor con fretta)
 Angiolina
1155Dov’è andato il caffè? (Al servitor come sopra)
 Luigino
 Che fu del cioccolato? (Al servitor come sopra)
 Rosina
 Come? (Al servo)
 Angiolina
                  Che cos’è stato? (Al servo)
 Luigino
 E la biscotteria? (Al servo)
 Rosina
 Che?
 Angiolina
             Non c’è più?
 Luigino
                                      L’hanno portata via?
 
 SCENA VII
 
 CLAUDIO e detti
 
 Claudio
1160Zitto, signori miei
 vi dirò quel ch’è stato.
 Gli uomini avean fallato e il bel rinfresco,
 ch’io credea per le nostre virtuosine,
 fu trasportato dalle ballerine.
 Angiolina
1165Se lo godino pure.
 Rosina
                                    A queste cose
 io non ci ho verun senso.
 Luigino
 Poco ci penso anch’io ma pur ci penso.
 Claudio
 Se qua fossimo stati tutti uniti
 allorquando è venuto,
1170a quest’ora saria bell’e bevuto.
 Rosina
 Infatti ella è così, da questi giorni
 le finezze maggiori,
 i miglior protettori
 son per le ballerine. Affé di mio
1175voglio ballare anch’io. Vo’ un po’ vedere
 se è il cantare o il ballar miglior mestiere.
 
    Mi par nella persona
 d’averci abilità.
 E poi, non sarò buona
1180per far la ra la ra?
 
    Se non arrivo il salto
 poter spiccar in alto,
 farò com’altre fanno,
 le spalle salteranno,
1185la testa ballerà. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 ANGIOLINA, LUIGINO e CLAUDIO
 
 Angiolina
 Oibò; che gran pazzia! Si son vedute
 bensì più ballerine
 lasciar il ballo ed abbracciare il canto
 ma esempio non si è dato
1190ch’abbian prima cantato e poi ballato.
 Il ballo io non disprezzo ma soltanto
 mi fa un po’ di dispetto
 sentir quando si canta
 parlar, rumoreggiar senza intervallo
1195e silenzio poi far quand’esce il ballo. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 LUIGINO e CLAUDIO
 
 Claudio
 Dica quel che sa dir, non vi è rimedio;
 ora dello spettacol teatrale
 la parte principale
 la musica non è ma per finezza
1200si vuol dall’uditorio
 che noi siamo del ballo un accessorio. (Parte)
 
 SCENA X
 
 LUIGINO solo
 
 Luigino
 Io poi sia per timore o sia per sdegno
 non mi lascio avvilir fino a tal segno.
 Trionfi il ballo pur; del suo trionfo
1205la conquista qual è? Qual più perfetto
 danzator eccellente
 giungerà a conseguir nel suo riposo
 le ricchezze e gli onor di un virtuoso?
 
    Bella virtù del canto
1210niuno ti usurpi il vanto,
 amabile tu sei
 agli uomini, agli dei
 ed alle belve ancor. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 LORANO e TOLOMEO
 
 Lorano
 Che è signor Tolomeo
1215che vi veggio turbato?
 Tolomeo
 Sono un poco agitato
 perché la nostra prima donna seria
 è chiamata a Palermo. Civilmente
 me l’ha fatto avvisar. Mi chiede in grazia
1220ch’io la lasci partir. Non è possibile
 ch’io lo possi accordare e non vorrei
 ch’ella se ne lagnasse
 e per dispetto e di mal cuor restasse.
 Lorano
 No no, non dubitate,
1225è buona e mansueta
 e la sua genitrice è assai discreta
 e poi se la spronasse
 l’interesse a partire ovver l’onore,
 fate che il protettore,
1230che ha saputo far forza ai voleri miei,
 le stesse buone grazie usi con lei.
 Tolomeo
 Basta, m’ingegnerò! Più che la forza
 mi piace in casi tali
 usar la cortesia,
1235perché ognuno di me contento sia.
 Lorano
 Veramente voi siete
 il fior degl’impresari. Galantuomo,
 puntuale, civil, discreto, umano,
 facile a far piacer. Sovviemmi ancora
1240della vostra amicizia
 qual effetto n’ebbi io tre anni or sono,
 solo per vostro dono
 da un impegno fatal molesto alquanto
 ebbi d’uscir felicemente il vanto.
 Tolomeo
1245Non parliamo di ciò. Ditemi in grazia,
 si va innanzi col libro?
 Lorano
                                            Veramente
 nulla ho fatto di più, poiché ci trovo
 delle difficoltà.
 Tolomeo
 Ma spicciatevi omai per carità.
 Lorano
1250Contro al solito mio, par questa volta
 ch’io fatichi a compor. Non so se venga
 dalla poca salute oppur derivi
 dal sterile argomento
 che a trattar cominciai...
 Tolomeo
                                               Per dir il vero
1255quell’argomento non mi piacque un zero.
 Lorano
 Lo sentiste?
 Tolomeo
                         L’intesi
 fra il sonno e la vigilia e poi narrato
 dalle donne mi fu. Che mai volete
 inventar, ricavare e poter dire
1260da un teatro novel che s’ha d’aprire?
 Lorano
 Da ogni scarso argomento
 può l’ingegno cavar dramma, facondo
 d’intreccio e novità.
 Tolomeo
                                       Ma questa volta
 vi prego in grazia mia
1265l’argomento cambiar per cortesia.
 Lorano
 Vi servirò.
 Tolomeo
                       Ma quando?
 Lorano
                                                Un po’ di tempo
 datemi da pensar.
 Tolomeo
                                    Vi lascio solo.
 Torno da qui a mezz’ora e son sicuro,
 se davver ci pensate un sol momento,
1270che lesto al mio ritorno è l’argomento.
 Lorano
 Sì facil non è sempre...
 Tolomeo
                                            Eh via, che serve?
 Quando che voi vogliate
 per far le cose in fretta
 avete una testaccia maledetta.
 
1275   Vedeste in sul terreno
 cader le pioggie estive
 e tosto in un baleno
 le rane belle e vive
 e nascere e saltar?
 
1280   Tal nella vostra testa
 d’Apollo la tempesta
 fa nascere in momenti
 le scene e gli argomenti
 delli ranocchi al par. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 LORANO e poi ANGIOLINA
 
 Lorano
1285Sì qualche volta è vero,
 mi guizzano le idee per il cervello
 come i pesci nel mar. Ma ora per dirla
 non so che cosa sia,
 pronta non è al voler la fantasia.
 Angiolina
1290Serva monsieur Loran.
 Lorano
                                             Servo di lei.
 Angiolina
 Supplicarla vorrei
 di una grazia, signor.
 Lorano
                                         Comandi pure.
 Angiolina
 Intesi a dir così, per accidente,
 che in quest’opera nuova
1295ch’ella deve compor non v’abbia ad essere
 il solito duetto. Un tal pensiero
 bramerei di saper se è vero.
 Lorano
                                                      È vero.
 Angiolina
 E chi ha il merto, signore,
 di questa novità?
 Lorano
                                   Non lo so dire.
 Angiolina
1300Ed un simile torto io ho da soffrire?
 Lorano
 Non si fa, me lo creda,
 per far torto a nessun; ma vi è chi crede
 che in luogo del duetto
 faccia meglio un terzetto od un quartetto.
1305Ciò altre volte si è fatto.
 Angiolina
                                              È ver, si è fatto
 quando la prima buffa o il primo buffo
 non son buoni da nulla. Io non mi vanto
 ma faccio il mio dovere e il mio compagno
 lo fa al pari di me.
 Lorano
                                    Sì, non v’è dubbio.
1310Ma io, signora mia,
 arbitrare non posso.
 Angiolina
                                        Oh quest’è bella.
 Chi è che non vuole? Il mastro di cappella?
 Lorano
 No, certo. È un galantuomo
 e capace non è...
 Angiolina
                                 Dell’impresario
1315forse è il pensier?
 Lorano
                                    Né meno.
 Angiolina
                                                        E di chi dunque
 il consiglio sarà?
 Lorano
                                 Non lo so dire.
 Angiolina
 A che serve coprire
 la verità? Se un uom sincer voi siete
 dite che siete voi che non volete.
 Lorano
1320No davver, v’ingannate.
 Angiolina
                                              Su via dunque
 se non viene da voi, da galantuomo
 datemi la parola
 che farete il duetto.
 Lorano
 In tutto io vi prometto
1325obbedirvi, servirvi. In questo no.
 Angiolina
 Non lo volete far?
 Lorano
                                   Non lo farò.
 
    Deh vi chiedo umil perdono
 se indiscreto e ingrato sono,
 ho per voi tutto il rispetto
1330ma il duetto io non farò.
 
 Angiolina
 
    Ah pazienza; io non son degna,
 per me in voi bontà non regna,
 di più dir non ho coraggio
 e l’oltraggio io soffrirò.
 
 Lorano
 
1335   Lo sa il ciel quanto mi duole.
 
 Angiolina
 
 Io non credo alle parole.
 
 a due
 
 Qual rossore, qual dolore
 mi cagiona un crudel no!
 
 Angiolina
 
    Serva sua. (In atto di partire)
 
 Lorano
 
                          Dove sen va?
 
 Angiolina
 
1340Vado via.
 
 Lorano
 
                     Si fermi qua.
 
 Angiolina
 
 Ingrataccio.
 
 Lorano
 
                         Poveraccio.
 
 Angiolina
 
 Perché tanta crudeltà?
 
 Lorano
 
    (Ah resister più non posso.
 Vengo rosso; mi tormento
1345e mi sento
 fin le gambe a vacillar).
 
 Angiolina
 
    (Io ci gioco ch’ei s’arrende,
 ch’ei s’accende a poco a poco
 e il duetto gli fo far).
 
1350   E così, padron mio bello?
 
 Lorano
 
 Fra l’incudine e il martello
 io mi sento ad agittar.
 
 Angiolina
 
    Il duetto non vuol far?
 
 Lorano
 
 Ah la prego a perdonar.
 
 Angiolina
 
1355Orsù via, facciam così.
 
 Lorano
 
 Mi comandi, eccomi qui.
 
 Angiolina
 
    Mi contento ch’ella scriva
 quel che adesso abbiamo detto
 ed in luogo di duetto
1360potrà il dialogo bastar.
 
 Lorano
 
    Lo farò, glielo prometto,
 ma duetto non vo’ far.
 
 Angiolina
 
    Non importa, son contenta.
 
 Lorano
 
 Mi rallegro, mi consolo.
 
 Angiolina
 
1365Scriva tutto.
 
 Lorano
 
                          Tutto, tutto.
 
 Angiolina
 
 E il duetto lasci star.
 
 Lorano
 
 No, duetto non vo’ far.
 
 a due
 
    Sia ringraziato
 l’amico fato,
1370che alfin contenti
 ci fa restar.
 
    Ripien di giubilo
 mi sento il petto,
 che più al duetto
1375non s’ha a pensar. (Partono)
 
 SCENA XIII
 
 Sala.
 
 PETRONILLA, ROSINA, LUIGINO e CLAUDIO
 
 Claudio
 Siete dunque chiamata
 a Palermo a cantar? (A Petronilla)
 Petronilla
                                        Sì mio signore,
 per prima donna seria
 m’invitano a Palermo e v’è Mazzanti
1380e vi è una compagnia che mi fa onore.
 Domando per favore
 che mi lascino andar e se negata
 mi verrà la licenza
 manterrò la parola e avrò pacienza.
 Luigino
1385Brava, così va fatto.
 Dell’altrui stima ci rendiam più degni
 quando si sa che manteniam gl’impegni.
 Rosina
 Né si deono accettar nuovi trattati
 se non è terminato
1390il trattato primier ch’è incamminato.
 Claudio
 Pur tai delicatezze a’ nostri dì
 si veggono osservar così e così.
 
 SCENA ULTIMA
 
 ANGIOLINA, LORANO, TOLOMEO e detti
 
 Tolomeo
 Ecco signori miei,
 ecco monsieur Loran che si è pentito
1395del primiero argomento
 e un novel ne ha trovato in un momento.
 Angiolina
 Senza il duetto?
 Tolomeo
                                Sì per questa volta
 tollerare convien. Non vi ha da essere,
 non vi sarà. (A Lorano)
 Lorano
                          Non lo farò, vel giuro. (A Tolomeo)
 Angiolina
1400Tralasciatelo pur, non me ne curo. (A Lorano)
 Tolomeo
 Su via, sentiamo un poco
 l’argomento novello. (A Lorano)
 Lorano
                                         Eccomi lesto;
 stravagante è il pensier, facile e presto.
 
    Tutto quel che è succeduto
1405dopo ch’io son qua venuto
 perch’io faccia un tal libretto
 in iscena si vedrà.
 
 tutti
 
 Quest’è un’altra novità.
 
 Lorano
 
    Libertà da tutti imploro
1410di parlare un po’ di loro,
 che di pormi in scena anch’io
 non avrò difficoltà.
 
 tutti
 
    Quando sia discretamente
 noi vi diam la libertà.
 
 Lorano
 
1415   E così del mio libretto
 che sincero vi prometto
 giusto il titolo sarà
 della Bella verità.
 
 tutti
 
    Ed il ver che sempre piace
1420anche adesso piacerà.
 
 Angiolina, Rosina a due
 
    La signora Petronilla
 necessario è che ci sia,
 s’ella manca, se va via
 questo libro non si fa.
 
 Petronilla
 
1425   All’impegno mi rassegno
 e restar mi converrà.
 
 Tolomeo
 
    Presto, via, monsieur Lorano
 al libretto si dia mano.
 
 Lorano
 
 Sì signore, presto presto
1430terminato si vedrà.
 
 tutti
 
    Sarà un libro capriccioso,
 sarà forse spiritoso
 e diletto recherà
 colla Bella verità.
 
 Il fine