Le donne vendicate, Venezia, Fenzo, 1751

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera come sopra.
 
 DORALICE, ELEONORA ed EMILIA
 
 Emilia
 Sono contenta assai
 che la signora Doralice ancora
575la nostra casa gentilmente onora.
 Doralice
 Frenarmi non potei. So che si tratta
 della causa commune;
 e so che tutte abbiam lo stesso impegno
 di vendicarci di Volpino indegno.
 Eleonora
580Orsù qui siamo tre.
 Parli ognuna di noi; proponga ognuna
 al briccon scelerato
 qual castigo sarebbe più addatato.
 Doralice
 Io dico che siccome
585a far l’amor è avvezzo,
 trattarlo con disprezzo,
 discacciarlo da noi sarà un tormento,
 un castigo sarà che val per cento.
 Eleonora
 Ciò andrebbe ben, se tutte
590fosser le donne unite.
 Se lo scacciamo noi, si troverà
 chi per qualche ragion l’accetterà.
 Emilia
 Direi, per castigarlo,
 ben bene innamorarlo
595e, quando è innamorato,
 farlo morir di rabbia disperato.
 Eleonora
 Ma finché s’innamora,
 invece di penar, com’è il dovere,
 vero o falso che sia, gode un piacere.
 Doralice
600L’indegno si potria
 punir con gelosia. Sugli occhi suoi
 scherzar con questo e quello,
 per farlo disperar dargli martello.
 Eleonora
 Con vostra buona pace
605né men questo mi piace.
 Orsù la mia dirò.
 Dite se dico bene sì o no.
 In quella canzonetta ch’ei cantava,
 la voce assotigliava;
610cantava or da soprano, or da tenore.
 Io vorrei far in modo
 che obligato venisse quel villano
 a dovere cantar sempre il soprano.
 Doralice, Emilia a due
 
    Brava, brava in verità.
 
 Eleonora
 
615«Ahi, ch’io moro mio tesoro» (Canta in falsetto)
 sempre, sempre canterà.
 
 a due
 
 Brava, brava in verità.
 
 SCENA II
 
 ROCCAFORTE e dette
 
 Roccaforte
 Ecco, ecco, signore,
 il vostro difensore.
 Eleonora
                                     Si è veduta
620la vostra gran bravura.
 Siete fugito via dalla paura.
 Roccaforte
 Vi domando perdono;
 io così vil non sono.
 Per non gettarvi ai piedi
625un uomo trucidato,
 io mi son per prudenza ritirato.
 Eleonora
 Ma che far intendete?
 Roccaforte
                                           Ecco una sfida
 ch’io mandare destino
 al nemico Volpino. In due maniere
630vendicarvi pretendo.
 Prima provare intendo
 la virtù delle donne e il merto loro,
 poi difender con l’armi il lor decoro.
 Eleonora
 In quanto alle parole
635risparmiar le potete.
 Il dritto a noi di favelar conviene,
 poiché tutte di lingua stiamo bene.
 Roccaforte
 Basta, in ogni maniera
 difendervi saprò.
 Doralice
640Io dubito di no.
 Roccaforte
 Ed io dico di sì.
 Emilia
 E poi ve n’anderete.
 Roccaforte
 Il mio valor vedrete.
 Vedrete far del traditor macello
645coll’auspicio gentil del vostro bello.
 
    Da quel viso prendo un vezzo,
 da quei lumi prendo un sguardo,
 da quel labro prendo un dardo,
 prendo i lacci dal bel crin.
 
650   Cari lacci, vago dardo,
 che bei vezzi! Oh che bel sguardo!
 Mi dan forza, prendo fiato,
 vado al campo, sono armato.
 Mi consola un dolce ardore,
655pien ho il core di furor. (Parte)
 
 SCENA III
 
 Le tre donne suddette
 
 Emilia
 Vediam cosa sa fare.
 Eleonora
 Lo potiamo provare;
 se dirà, se farà quanto promette,
 l’accetterem per nostro difensore;
660ma, se saran fallaci i detti suoi,
 la vendetta alla fin farem da noi. (Parte)
 Emilia
 Io so cosa farò.
 Doralice
                              Cosa farete?
 Emilia
 S’uomini mi verranno per i piedi,
 vendicherò con tutti
665l’onta che fece a noi Volpino ingrato.
 Doralice
 Dunque fia castigato
 per il reo l’innocente?
 Emilia
 Non me n’importa niente.
 Voglio con tutti quanti esser severa.
670Pur che il reo non si salvi, il giusto pera.
 
    Un uomo da una donna
 se vien trattato male
 non dice: «Fu la tale»,
 non dice come fu.
 
675   Principia a tirar giù,
 ci dice a tutte arpie,
 infide, crude, rie,
 le mete tutte a mazzo
 e fa di noi strapazzo
680e non ha carità.
 
 SCENA IV
 
 DORALICE, poi CASIMIRO
 
 Doralice
 Io son di sdegno accesa,
 è ver, contro Volpino
 ma non odio però gl’uomini tutti.
 Vendicarmi vorrei solo di quello
685e per me ritrovarne uno più bello.
 Casimiro
 
    Caro amor, tu che lo sai
 quanto fido è questo core,
 deh risveglia, o caro amore,
 qualche fiamma anche per me.
 
 Doralice
690(Questo è quel Casimiro
 che di lontano a circondar mi viene
 e so che delle donne dice bene).
 Casimiro
 (È questa Doralice
 che rendermi potria lieto e felice).
 Doralice
695Par che s’accosti a me.
 Casimiro
                                           Gentil donzella,
 saggia, vezzosa e bella...
 Doralice
 Favellate con me?
 Casimiro
                                    Con voi ragiono.
 Doralice
 Io né saggia, signor, né bella sono.
 Casimiro
 Tanto più saggia siete
700quanto men lo credete
 e tanto più s’apprezza
 quanto meno ostentate la bellezza.
 Doralice
 E se tale foss’io, qual per bontade
 figurate che io sia,
705che pro? se a’ giorni nostri
 gl’uomini sono avvezzi
 a trattare le donne coi disprezzi.
 Casimiro
 Signora, io mi professo
 adorator del sesso.
 Doralice
                                     E che sperate,
710se tacendo adorate?
 Casimiro
                                       Ah Doralice,
 se voi lo concedete, io parlerò.
 Doralice
 Se parlerete voi, risponderò.
 
    Ma tacete, io già v’intendo.
 Da quei lumi ben comprendo
715quel che cela il vostro cor.
 Voi d’amor parlar volete...
 Deh tacete per pietà.
 
    Ah! Che troppo ho detto anch’io
 coll’incauto labro mio
720e m’accendo di rossor.
 Ah! L’ardor ch’è acceso in petto
 più ristretto star non sa.
 
 SCENA V
 
 CASIMIRO solo
 
 Casimiro
 Che più dirmi potea, se apertamente
 detto avesse d’amarmi? Oh me beato!
725Senz’aver favellato io sono inteso;
 voglio accender un core e il trovo acceso.
 
    Fidi amanti sventurati
 che languite, che penate,
 invidiate il bel contento
730ch’io già sento nel mio sen.
 
    Chi la gioia altrui non vede
 men risente il proprio male
 ma l’invidia allor prevale
 colla idea dell’altrui ben.
 
 SCENA VI
 
 VOLPINO solo, poi un servo con un foglio
 
 Volpino
735Come! Tutte mi scacciano.
 Mi disprezzano tutte?
 E non voglion sentir le mie ragioni?
 Già così son le donne;
 sono tutte così. Quando in la testa
740le cose a modo lor si son cacciate,
 ragione o non ragion, sono ostinate.
 Ma, se la voglion meco,
 gusto loro darò.
 A dir principierò
745più mal di quel ch’ho detto pel passato.
 Non ne vuo’ più saper, son arrabbiato. (Vien un servo e gli dà un viglietto, poi parte)
 Schiavo suo. Viene a me? La riverisco,
 qualche donna pentita
 questo foglio m’ha scritto
750e mi manda senz’altro un qualche invito.
 Leggiamo: «Al temerario,
 all’audace Volpino».
 Grazie a vusignoria.
 «Una disfida Roccaforte invia».
755Venga, venga a duello;
 lo infilzo, lo sbudello.
 «Prima colle ragioni e poi coll’armi
 sosterrà delle femine l’onore
 delle femine tutte il difensore».
760Venga, venga chi vuole.
 Coll’armi e le parole
 sostener quel ch’ho detto mi preparo.
 Contro tutte le donne or mi dichiaro. (Va per partire)
 
 SCENA VII
 
 LIVIETTA e detto
 
 Livietta
 Contro tutte le donne?
 Volpino
                                            Sì signora.
765E contro lei, se fa bisogno, ancora.
 Livietta
 Badate ben che ve ne pentirete.
 Volpino
 Ma che cosa ho da far? Tutte arrabbiate
 siete contro di me;
 tutte mi discacciate,
770m’odiate, mi sprezzate.
 Io, che più non mi vedo accarezzato,
 parlo contro di voi da disperato.
 Livietta
 Povero il mio Volpino,
 poverin, poverino!
775Caro, venite qui, vi voglio bene;
 vi voglio accarezzare...
 Andatevi ben ben a far squartare.
 Volpino
 Ecco, e dovrò dir bene
 delle donne così?
 Livietta
                                  Così le donne
780trattan chi dice male.
 Volpino
                                          Eh siete avvezze,
 per ingannar, a finger le carezze.
 Ma giacch’è rotta, rotta sia per sempre.
 Roccaforte mi sfida;
 tutto il male dirò che dir poss’io;
785e, quando il labro mio
 non basti, colla spada
 io sosterrò alle strette
 che siete galeotte e maledette.
 
    Ma soletto non son io
790che lo dice in verità.
 Troverò del parer mio
 più di uno in la città.
 Domandate e sentirete
 quel che ognun risponderà.
 
795   Cosa dite? Non è vero?
 Quello dice: «Signorsì».
 Sono furbe? «Signorsì».
 Sono ingrate? «Signorsì».
 Son cattive? Sì o no?
800Nissun v’è che dica no. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 LIVIETTA, poi FLAMINIO
 
 Livietta
 Ma quando si finisce
 di dir mal delle donne? Oggi doveasi
 far la nostra vendetta
 ma s’aspetta, s’aspetta e mai non viene;
805e si dice finor più mal che bene.
 Flaminio
 Livietta, su venite.
 Livietta
 E dove ho da venir?
 Flaminio
                                       Dove alla pugna
 Roccaforte e Volpino
 or or si accingeranno.
810Entrambi sosterranno,
 prima colle parole e poi coll’armi,
 la ragion, l’opinione
 e vicini già sono alla tenzone.
 Livietta
 E voi nel gran cimento
815non ardite d’entrar?
 Flaminio
                                        Signora mia,
 delle donne son io buon servitore;
 ma per battermi poi non ho gran core.
 
    Servitù quanta volete,
 buon affetto e fedeltà;
820qualche soldo vi sarà
 o qualch’altro regaletto;
 ma di questo mio difetto
 non mi posso liberar.
 
    Se mi sento minacciar,
825io mi scordo anco l’amore
 e il timore mi fa andar. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 LIVIETTA sola
 
 Livietta
 Roccaforte ha sfidato
 Volpino alla tenzone
 e terrà d’Eleonora la ragione.
830Io non avrò nessuno
 che combatta per me? Dovrò valermi
 per il decoro mio
 d’un difensor che non ho eletto io?
 Questo non sarà mai. Vada chi vuole,
835io non ci voglio andar; pria che si dica
 che sia la mia vendetta
 in grazia d’altra donna procurata,
 mi contento di stare invendicata.
 
    Dove son quei tanti amanti
840che venian tre o quattro il giorno,
 a servirmi e starmi intorno?
 Chi faceva il galantino,
 chi diceva: «A voi m’inchino».
 Chi porgeva un regaletto,
845un stucchietto, un anelletto.
 Eh! Verranno, torneranno;
 io ne vedo più di uno
 che furbetto fa d’occhietto
 e mi dice: «Venirò».
 
 SCENA X
 
 DORALICE servita da CASIMIRO. ELEONORA servita da ROCCAFORTE. EMILIA servita da FLAMINIO. Seguito di donne, servite dai loro amanti. Poi VOLPINO. Tutti vanno a sedere al loro posto
 
 coro
 
850   Viva il femineo sesso,
 vivan le donne tutte.
 Siano belle o siano brutte,
 vivan le donne ognor.
 
    E chi non dice evviva
855si possa innamorare
 e mai pietà trovare
 al disperato cor.
 
 Roccaforte
 Dov’è, dov’è colui
 che dice male del femineo sesso?
860Venga meco al cimento. Io mi protesto
 difensor delle donne.
 Volpino
                                         Eccomi lesto.
 Roccaforte
 Rendi ragion, perché col labro audace
 oltraggiasti le donne.
 Volpino
                                         Oh se volessi
 render ragion del mal ch’ho detto, avrei
865da parlar quattro mesi e forse sei.
 Roccaforte
 Perché son galeotte?
 Volpino
                                        Perché sanno
 sotto specie del ben venderci il danno.
 Roccaforte
 Se il denar mal si spende,
 colpa è del comprator, non di chi vende.
 Volpino
870Conoscon l’uomo, quando è innamorato;
 e quando è ben legato
 lo trattano da pazzo
 e fanno del meschin strage e strappazzo.
 Roccaforte
 Un uomo ch’ha giudizio
875deve alle sue passion ponere il freno.
 Impari l’uomo a innamorarsi meno.
 Volpino
 Sono le donne avare.
 Roccaforte
 Quel che dite avarizia
 in esse non è colpa.
880Quando sono fanciulle,
 si chiama ritrosia;
 quando son maritate, economia.
 Volpino
 Sono infide, incostanti.
 Roccaforte
 Imparan dagli amanti.
 Volpino
885Sono finte e mendaci.
 Roccaforte
 Gl’uomini nel mentir sono più audaci.
 Volpino
 Son triste, lusinghiere,
 nostre nemiche vere,
 amanti di discordie e di vendette;
890sì, sono galeotte e maledette.
 Roccaforte
 Olà, soffrir non voglio
 quel temerario orgoglio,
 con cui si oltraggia il feminile onore.
 Presto meco a pugnar vieni, se hai core. (Impugna la spada)
 Volpino
895Eccomi a te. (Impugna la spada e s’avvanza)
 Roccaforte
                           Bel bello.
 Se abbiamo a far duello,
 non vi vuol tanto foco.
 Volpino
 Non mi posso tenere.
 Roccaforte
                                          A poco a poco.
 Via mettiamoci in guardia.
 Volpino
                                                    Eccomi qui.
 Roccaforte
900Oh facciamo così.
 Dite che per ischerzo
 dal vostro labro la parola è uscita
 ed io, Volpin, vi donerò la vita.
 Volpino
 Eh cospetto di Bacco
905battermi omai vogl’io.
 Roccaforte
 Ehi mettiamoci in guardia, padron mio.
 (Ah che ci sono... Ohimè!...
 Dov’è la mia bravura?)
 Volpino
 (Il bravo difensor muor da paura).
 
910   Presto. Ah! (Tira)
 
 Roccaforte
 
                            Alto. Eh! (Para)
 
 Volpino
 
 Prendi. Ah! (Tira)
 
 Roccaforte
 
                          Ferma. Eh! (Para)
 
 Volpino
 
 Mori. Ah! (L’incalza)
 
 Roccaforte
 
                      Piano. Eh! (Rincula)
 
 Volpino
 
 Lascia. Ah! (Va alle prese della spada)
 
 Roccaforte
 
    Sono in terra, sono in terra.
 
 Volpino
 
915Sono in guerra, sono in guerra.
 Chi vuol niente venga a me.
 
 Eleonora
 Io difendo le donne, eccomi a te. (Eleonora colla spada, che trova, di Roccaforte, sfida Volpino)
 Volpino
 Voi coll’armi?
 Eleonora
                             Io con l’armi. E cosa credi
 che le donne non abbiano valore?
920A combatter con me vieni, se hai core.
 Roccaforte
 Brava, brava davvero.
 Ecco vi sono appresso.
 Animo, combattete, evviva il sesso.
 Volpino
 Eh! Se così volete,
925con voi combatterò
 e delle donne mi vendicherò.
 Eleonora
 
    Presto. Ah! (Tira)
 
 Volpino
 
                            Alto. Eh! (Para)
 
 Eleonora
 
 Prendi. Ah! (L’incalza)
 
 Volpino
 
                          Piano. Eh! (Rincula)
 
 Eleonora
 
 Lascia. Ah! (Va alle prese)
 
 Volpino
 
930   Sono in terra, sono in terra.
 
 Eleonora
 
 Sono in guerra, sono in guerra.
 Chi vuol niente venga a me.
 
 Volpino
 Ah, sì signora, vinto mi confesso. (Minacciato da Eleonora)
 Roccaforte
 Vivan, vivan le donne.
 tutti
                                           Evviva il sesso.
 Eleonora
 
935   Finch’ho la spada in mano
 chi vuol pugnar con me?
 Di battermi son pronta
 con un, con due, con tre.
 Di punta o ver di taglio
940io colpi altrui darò.
 Di terza ovver di quarta
 parar mi proverò.
 
    Or sono riscaldata;
 chi vuol pugnar con me?
945Mi sono vendicata,
 bricon, sopra di te. (A Volpino)
 Venite quanti siete,
 ch’io vi disarmerò. (Parte)
 
 coro
 
    Viva il femineo sesso.
950Vivan le donne tutte;
 sian belle o siano brutte,
 vivan le donne ognor.
 
    E chi non dice evviva
 si possa innamorare
955e mai pietà trovare
 al disperato cor. (Tutti partono fuorché Volpino)
 
 SCENA XI
 
 VOLPINO, poi LIVIETTA
 
 Volpino
 Oh povero Volpino!
 Ora sì che sto bene,
 sprezzato, disarmato, svergognato.
960Non so più cosa far, son disperato.
 Livietta
 Bravo, Volpino, bravo;
 veramente vi siete fatto onore.
 Volpino
 Cagne, ladre, assassine,
 finito avrete di mortificarmi.
 Livietta
965Perché dite così?
 Volpino
                                  Voglio appiccarmi.
 Livietta
 (E pur mi fa pietà).
 Volpino
                                       Non ho coraggio
 di lasciarmi veder.
 Livietta
                                     (Se io credessi
 non esser osservata,
 consolar lo vorrei).
 Volpino
970Che diranno di me gli amici miei?
 Livietta
 Volpino.
 Volpino
                   Che volete?
 Livietta
 Ancor nemico siete
 di tutto il nostro sesso?
 Volpino
 Eh non signora, adesso
975principio a dirne bene.
 (Per la paura dir così conviene).
 Livietta
 Se diceste da vero, si potrebbe
 il tutto accomodar.
 Volpino
                                     Come?
 Livietta
                                                     Davvero,
 che mi fate pietà.
 Volpino
                                   Dunque...
 Livietta
                                                        Ma temo
980che non siate sincero.
 Volpino
 Giuro sull’onor mio che dico il vero.
 Livietta
 Se volete che io possa
 trattarvi come prima e amarvi in pace,
 delle donne dovete
985dire tutto quel ben che voi sapete.
 Volpino
 Farlo mi proverò
 ma non so se a dir bene io riuscirò.
 Livietta
 
    Dite: «Le femine
 son graziosine».
 
 Volpino
 
990Signora sì.
 
 Livietta
 
 Son modestine.
 
 Volpino
 
 Così e così.
 
 Livietta
 
 Sono costanti
 coi loro amanti.
 
 Volpino
 
995Il male è qui.
 
 Livietta
 
    Vuo’ che si dica
 sempre così.
 
 Volpino
 
    Oh che fatica!
 Signora sì.
 
 SCENA XII
 
 ELEONORA, poi ROCCAFORTE e detti
 
 Eleonora
1000Come! Livietta parla
 col nemico commune? Olà scacciate
 quell’indegno, quel vile.
 Livietta
                                              Egli è pentito
 e perciò con ragione
 l’ho preso sotto la mia protezione.
 Eleonora
1005Protegger non dovete
 un codardo, un villano,
 un che vinto già fu dalla mia mano.
 Volpino
 Sì sì, a vostro dispetto
 da madama Livieta son protetto.
 
1010   A voi mi raccomando
 e ben di voi dirò. (A Livietta)
 
 Livietta
 
    Sì sì, non dubitate,
 ch’io vi difenderò. (L’abbraccia)
 
 Eleonora
 
    Olà, che cosa fate? (A Livietta)
1015Lasciate il traditor.
 
 Livietta
 
    Voi non mi commandate,
 vuo’ far quel che mi par.
 
 Volpino
 
    Pentito già son io.
 
 Eleonora
 
 Non credo a un menzogner.
 
 Livietta
 
1020   Volpino adesso è mio.
 
 Eleonora
 
 Egli è mio prigionier.
 
 Roccaforte
 
    Son qua, son qua, signore,
 son vostro difensore.
 
 Eleonora
 
 Andate, non vi voglio.
 
 Livietta
 
1025Di voi non so che far.
 
 Volpino
 
    Che bravo difensore
 che tutti fa tremar!
 
 Eleonora
 
    Volpino venga qua.
 
 Livietta
 
 Volpino non verrà.
 
 Roccaforte
 
1030Signora, son qua io.
 
 Eleonora
 
 Andate, non vi voglio.
 
 Roccaforte
 
 Livietta, son da voi.
 
 Livietta
 
 Andate pur da lei.
 
 Eleonora
 
 Volpino voglio qua.
 
 Livietta
 
1035Volpino non verrà.
 
 Eleonora
 
 Volpino non verrà. (Si burlano)
 
 Livietta
 
 Volpino venga qua.
 
 Eleonora
 
    Pettegola.
 
 Livietta
 
                        Insolente.
 
 a due
 
 Se tu mi fosti arente!
 
 Roccaforte, Volpino a due
 
1040Fermatevi, tacete.
 Signora... (Ad Eleonora)
 
 Eleonora
 
                      Andate via.
 
 Roccaforte
 
 Signora... (A Livietta)
 
 Livietta
 
                      Via di qua.
 
 Eleonora
 
 Volpino venga qui.
 
 a quattro
 
    Chi vuole, chi non vuole;
1045è un vivere arrabbiato
 il vivere così.
 Sia maledetto voi,
 andate via di qua.
 
 Fine dell’atto secondo