La vendemmia, Roma, Mainardi, 1760

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 PARTE SECONDA
 
 SCENA PRIMA
 
 Esterno del giardino.
 
 CECCHINA, poi ROSINA
 
 Cecchina
 
    Sento al cor che a poco a poco
 va crescendo un fiero ardor.
 
    Della smania, del mio foco
 è cagione il dio d’amor.
 
305Se Berto non è mio
 pace mai non avrò; ma qui Rosina.
 Rosina?
 Rosina
                  Che volete?
 Cecchina
 Siete in collera meco?
 Rosina
                                           Oh v’ingannate,
 io vi voglio più ben che non pensate.
 Cecchina
310Vogliamo essere amiche?
 Rosina
                                                 Sì senz’altro.
 Cecchina
 Se amiche noi saremo
 e se d’accordo andremo
 la dote a poco a poco si farà.
 Ed il padron non se n’accorgerà.
 Rosina
315Io voglio il mio Geppino.
 Cecchina
                                                Ed io il mio Berto.
 Rosina
 Andiamoli a trovar.
 Cecchina
                                       Lasciate prima
 che il padrone e Fabrizio
 finiscan di pranzar.
 Rosina
                                       Vien lo scroccone.
 
 SCENA II
 
 FABRIZIO e dette
 
 CECCHINA
 E ben signor Fabrizio
320siete voi sazio ancor?
 Fabrizio
                                         Non mi ricordo
 d’esser mai stato sazio a’ giorni miei,
 nuovamente a mangiar io tornerei.
 Rosina
 Signore in fede mia
 questa è una malattia.
 Fabrizio
                                           Cos’ho mangiato?
325Tre tondini di zuppa,
 un piatto di frittura,
 due libre di vitella,
 un cappone bollito,
 un lombetto arrostito,
330un quarto di capretto,
 sei fette di presciutto,
 dodici beccafichi
 e mezza provatura,
 questa per il mio corpo è una freddura.
 Cecchina
335Salute.
 Rosina
                Guarda il lupo.
 Fabrizio
                                              Ora mi pare
 mi venga un po’ di sonno,
 vuo’ riposar, portatemi una sedia.
 Cecchina
 Sì sì, farete bene. (Rosina accosta una sedia)
 (Qualche burla a costui pensar conviene).
 Fabrizio
 
340   Vieni vieni o sonno amato...
 Ho mangiato ed ho bevuto. (Sbavigliando)
 Par che il sonno sia venuto
 e mi voglio riposar... (A poco a poco si va addormentando)
 
 SCENA III
 
 IPPOLITO e detti
 
 Ippolito
 Dorme Fabrizio?
 Cecchina
                                  Dorme.
345E perciò di legarlo abbiam pensato.
 Ippolito
 Sì legatelo pur luppo arrabbiato. (A Fabrizio)
 Cecchina
 Ma poi signor venite
 col vostro servitore travestito
 e colle spade in mano
350mostrando contrastare
 lo farete tremando risvegliare.
 Ippolito
 Brave brave davvero,
 mi piace l’invenzione,
 divertiamoci un po’ con quel ghiottone.
 
 SCENA IV
 
 CECCHINA, ROSINA e FABRIZIO che dorme
 
 Cecchina
355Dorme come una talpa.
 Rosina
                                             Poverino,
 l’ha addormentato il vino. (Lo legano)
 Cecchina
 Stringi pure e fa’ nodi.
 Rosina
 Io l’ho bene annodate,
 non lo risvegliarian le cannonate.
 Cecchina
360A questo dormiglione
 finché il padron non viene
 facciam qualche burletta.
 Rosina
                                                 Oh bene, oh bene.
 Cecchina
 
    A questo scroconaccio (Gli tocca il viso con una fronda. Dormendo fa atti)
 coi pampani il mostaccio
365pian piano toccherò.
 
 Rosina
 
    Per far compito il caso
 anch’io d’intorno al naso
 lo stesso gli farò. (Come sopra)
 
 Cecchina
 
    Con questa mia spilletta (Come sopra)
370quella sottil calsetta
 pian pian puncicherò. (Gli punge una gamba)
 
 Rosina
 
    Zitta; con questa spina
 una puncicatina
 anch’io donar gli vuo’.
 
 Cecchina, Rosina a due
 
375   Oh che piacere io sento,
 io crepo dalle risa,
 no che miglior contento
 provare non si può.
 
 SCENA V
 
 CECCHINA, ROSINA, FABRIZIO che dorme, IPPOLITO travestito colla spada in mano ed un servitore similmente travestito ed armato
 
 Ippolito
 Eccoci; dorme ancora?
 Cecchina
                                            Ancora dorme.
 Ippolito
380Ora si sveglierà,
 tira de’ colpi, ah. (Tirando col servitore vanno intorno a Fabrizio, Cecchina e Rosina in disparte)
 Perfido traditore
 voglio cavarti il core,
 parati. Ah? Sei morto.
 Fabrizio
                                           Aiuto aiuto. (Si sveglia, vuole alzarsi e non puole)
 Ippolito
385Ah ah!
 Fabrizio
                Cos’è accaduto?
 Ippolito
 Ah!
 Fabrizio
           Sono assassinato.
 Ippolito
 Ah ah! (Come sopra)
 Fabrizio
                 M’hanno legato.
 Cecchina
 (Oh bella in verità).
 Fabrizio
 Ah fermate signor per carità.
 
390   (Se discioglier mi potessi (Tenta di sciogliersi)
 fuggirei lontan di qua).
 Ah signor per carità. (Lo spaventano)
 
    Lei si fermi... (A Ippolito) Lei aspetti... (Al servo)
 Oh, che nodi maladetti!
395Ma la vita per pietà.
 
    (Son disciolto). Con licenza (Vuol partire, lo minacciano)
 cos’è questa impertinenza?
 Voglio andarmene di qua.
 
    Cosa vedo?
 
 Ippolito, Cecchina, Rosina a tre
 
                           Ah ah ah. (Ippolito si scopre, Cecchina e Rosina si fanno avanti)
 
 Fabrizio
 
400Cos’è stato?
 
 a tre
 
                         Ah ah ah.
 
 Fabrizio
 
    Così si tratta con un par mio?
 Mi meraviglio; cosa son io?
 Se son venuto con voi, signore,
 mi sono inteso di farvi onore,
405non sono un sciocco, non sono un scrocco,
 quest’insolenze non soffrirò.
 Cospettonaccio, me n’anderò. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 IPPOLITO, CECCHINA e ROSINA
 
 Cecchina
 Davvero è andata bene.
 Ippolito
                                              Mi spiacerebbe
 ch’ei se n’avesse a mal.
 Rosina
                                             Ohibò pensate,
410lo vado ora a quietar, non dubitate. (Parte)
 Cecchina
 Non vi prendete pena,
 tutto si scorderà stassera a cena.
 Ippolito
 Orsù parliamo d’altro.
 Mi ricordo stamane
415che voi detto mi avete
 delle belle parole e certi segni
 veduti ho in quel visetto
 che mi parvero allor segni d’affetto.
 Cecchina
 I segni del mio volto
420provengono dal cor.
 Ippolito
                                       Se fosse vero...
 Cecchina
 Ancor ne dubitate?
 Questo, signore, è un torto che mi fate.
 Ippolito
 Cecchina io non ho moglie.
 Cecchina
 Ed io non ho marito.
 Ippolito
425Bisogno ho di governo.
 Cecchina
 Ed io di compagnia.
 Ippolito
 Dunque ragazza mia, cosa pensate?
 Cecchina
 Tocca parlare a voi.
 Ippolito
                                      Dunque ascoltate.
 
 A due
 
 Ippolito
 
    Siete bella e graziosetta,
430m’ispirate in seno amor.
 
    Ma vi credo un po’ furbetta,
 ho di voi qualche timor.
 
 Cecchina
 
    Siete caro ed amoroso,
 voi avete un nobil cor.
 
435   Ma se siete un po’ geloso
 gelosia tormenta ognor.
 
 a due
 
    Io vorrei e non vorrei
 fra l’amore ed il timore
 il mio cor dubbioso ancor.
 
 Ippolito
 
440   La contadina
 dovrò sposar?
 
 Cecchina
 
    Il mio ragazzo
 dovrò lasciar?
 
 Ippolito
 
    Che fare non so.
 
 Cecchina
 
445Lasciarlo non vuo’.
 
 Ippolito
 
    Pensiamo, vediamo,
 risolver saprò.
 
 Cecchina
 
    Piano piano il baggiano
 gabbare saprò.
 
 Ippolito
 
450   Orsù Cecchina mia
 godiamo in allegria,
 qualcosa un dì sarà.
 
 Cecchina
 
    Sì sì, signor padrone
 facciam conversazione,
455che un dì si goderà.
 
 Ippolito
 
    Quel viso bricconcello
 m’ha fatto innamorar.
 
 Cecchina
 
    Quel occhio tristarello
 vuol farmi delirar.
 
 a due
 
460   Che bel piacer ch’io sento,
 che gioia, che contento,
 mi sento giubilar.
 
 SCENA VII
 
 Pergolato delizioso in detta vigna.
 
 FABRIZIO solo
 
 Fabrizio
 
    Non son chi sono
 s’io non mi vendico,
465se quel che medito
 non seguirà.
 
    Vuo’ vendicarmi,
 vuo’ sodisfarmi,
 chi me l’ha fatta
470la pagherà.
 
 So ch’è stata una burla
 quella che m’hanno fatto; e nell’impegno
 son di burlarli anch’io.
 Ma vuo’ farla sonora e da par mio...
475Sì l’ho pensata... Oh bella, oh bella affé.
 Oh cospetto! L’avranno a far con me. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 IPPOLITO solo
 
 Ippolito
 
    Augeletti soavi e canori
 che nudrite i più teneri amori
 consigliate pietoso il mio cor.
 
480   L’usignolo fra tremule fronde
 col suo canto gentil mi risponde:
 «È pur bella la pace del cor».
 
 Ma io quando ci penso
 conosco che son pazzo; e perché avere
485del mondo soggezzione,
 se di fare a mio modo io son padrone?
 La Cecchina mi piace,
 io non dispiaccio a lei...
 Orsù signori miei,
490dite quel che volete, io non m’imbroglio,
 la vuo’ sposare e consolar mi voglio. (Resta pensoso passeggiando)
 
 SCENA ULTIMA
 
 CECCHINA, ROSINA e detto, poi FABRIZIO con due villani vestiti da signori, indi BERTO e GEPPINO
 
 Cecchina
 Che fa signor padrone?
 Rosina
 Che fa così soletto?
 Ippolito
 Stavo pensando a voi. (A Cecchina)
 Cecchina
                                           Maliziosetto.
 Ippolito
495Rosina andate un poco
 a far qualche faccenda.
 Rosina
                                            Poverina!
 Così mi discacciate!
 Ippolito
 Ho da parlar con la Cecchina; andate.
 Cecchina
 Da ridere mi viene.
 Rosina
500Io vi vuo’ tanto bene
 e voi siete sì crudo?
 Ippolito
                                       Andate via.
 Cecchina non abbiate gelosia.
 Cecchina
 No no, non vi è pericolo.
 Rosina
                                               Pazienza!
 Non merito; lo so
505povera disgraziata! Morirò. (Mostra di piangere)
 Ippolito
 Mi muove a compassione.
 Cecchina
 Bravo signor padrone,
 vi conosco, lo vedo,
 mi volete tradir; più non vi credo.
 Ippolito
510No no... Sono imbrogliato.
 Cecchina
 Ah padron traditor!
 Rosina
                                       Padrone ingrato.
 Ippolito
 Care non so che far; veder non soffro
 a sospirar nessuna,
 posso darvi il mio cor metà per una.
 
 A quattro
 
 Cecchina
 
515   Il cor del mio padrone
 lo vuo’ tutto per me.
 
 Rosina
 
    Il caro mio padrone
 lo serberà per me.
 
 Cecchina, Rosina a due
 
    Per sposo mio vi voglio.
 
 Ippolito
 
520Oh quest’è un brutt’imbroglio,
 dividermi non so.
 
 Cecchina
 
    Da me cosa vorreste?
 
 Rosina
 
 Che cosa pensareste?
 
 Ippolito
 
 Di stare in allegria
525per sino che si può.
 
 Cecchina
 
    Oh questo poi no... (Tira a sé Ippolito)
 
 Rosina
 
 Lo voglio per me... (Come sopra)
 
 Cecchina
 
 Passate di qua...
 
 Rosina
 
 Voltatevi a me...
 
 Cecchina
 
530Venite...
 
 Rosina
 
                   Sentite...
 
 Ippolito
 
 Fermatevi ohimè.
 
    Con questo grand’amore
 voi mi stroppiate affé.
 
 Cecchina, Rosina, Ippolito a tre
 
    Ohimè! Che nel mio core
535speranza più non v’è.
 
 Fabrizio
 
    Signor marchese,
 signor barone (Esce con due villani vestiti con caricatura che non parlano ma secondono i gesti)
 venga, s’accomodi,
 venga, è padrone,
540dalle ragazze
 vengano pur.
 
 Ippolito
 
    Chi son questi signori?
 
 Fabrizio
 
 Questi è il marchese Asdrubale,
 questi è il baron del Pifaro.
 
 Ippolito
 
545Che vogliono da me?
 
 Fabrizio
 
    Veduto han la Cecchina,
 veduto han la Rosina
 e la vorrian per sé.
 
 Ippolito
 
    Con lor buona licenza
550coteste son per me.
 
 Fabrizio
 
    Cecchina cosa dice?
 Rosina che vuol far?
 
 Cecchina
 
    Signor marchese
 serva umilissima. (S’inchina)
 
 Rosina
 
555Signor barone
 obligatissima. (S’inchina)
 
 Cecchina, Rosina a due
 
 Son di buon cuore,
 sì bell’onore
 non so prezzar.
 
 Fabrizio
 
560   Coi vostri amanti andate,
 andatevi a sposar.
 
 Ippolito
 
    Ingrate! Mi lasciate?
 
 Cecchina, Rosina a due
 
 Ci andiamo a maritar. (Partono coi finti cavalieri)
 
 Ippolito
 
    Io sono assassinato.
 
 Fabrizio
 
565L’amico è ben burlato.
 
 Ippolito
 
 Scroccone impertinente.
 
 Fabrizio
 
 Voi foste l’insolente.
 
 Ippolito, Fabrizio a due
 
 Ma avrete a far con me.
 
 Cecchina, Rosina a due
 
    Signor bene obligate,
570noi siamo maritate,
 lo sposo eccolo qua. (Cecchina conduce per mano Berto e Rosina Geppino accompagnate da villani e villanelle)
 
 Ippolito, Fabrizio a due
 
    Che novità è mai questa!
 La cosa come va?
 
 Cecchina
 
    Questi è il marchese Asdrubale. (Accennando Berto)
 
 Rosina
 
575Questi è il baron del Pifaro. (Accennando Geppino)
 
 Cecchina, Rosina a due
 
 E chi volea burlarci
 burlato resterà.
 
 Ippolito, Fabrizio a due
 
 Ci ho gusto in verità.
 
 Ippolito
 
    Voi foste corbellato.
 
 Fabrizio
 
580Voi siete canzonato.
 
 a quattro
 
 Da ridere mi fa.
 
 Ippolito
 
    S’è fatta fatta sia.
 Non vuo’ malinconia.
 
 Fabrizio
 
 Io non mi prendo pena,
585andiamo presto a cena,
 contento ognun sarà.
 
 tutti
 
    Di già nelle vignate
 le burle sono usate
 e in allegria si sta.
 
590   Le nozze in allegria
 faremo in compagnia
 con pace e sanità.
 
 Fine