Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Accampamento de’ Messageti.
 
 TIGRANE, CLEARTE che conduce ORONTE prigione
 
 Clearte
 Signor, col tuo gran nome, ecco abbiam vinto.
 Quello che qui rimiri
 è il tuo rival da stretti nodi avvinto.
 Oronte
 La fortuna dell’armi
710sul valor non decide;
 e s’io son prigioniero,
 fra questi ceppi miei
 cedo al destin, non al valor gueriero.
 Tigrane
 Se non cedi al valor, cedi al mio core.
715Ch’ei si sciolga, o soldati. (Lo sciolgono da’ suoi ceppi)
 Oronte
 Io sciolto dalle mie crude ritorte!
 E qual merto discopri in un rivale?
 Tigrane
 Tigrane deve oprar da grande e forte;
 va’; libero ritorna a Mitridate;
720digli che il brando mio, che a lui più regni
 seppe acquistar, non sa rapirgli il trono;
 di’ ch’egli è padre e di’ che amante io sono.
 Oronte
 Generosa virtude! Il cor t’onora;
 ma son amante; e sei rivale ancora.
 
725   Sai da quegli occhi arcieri
 quai dardi vibri amore,
 se può schermirsi un core,
 se un’alma può fuggir.
 
    Torbidi o lusinghieri
730forza minor non hanno,
 i miei sospiri il sanno;
 lo dica il tuo martir.
 
 SCENA II
 
 S’apre il padiglione e si vede Cleopatra che rinviene.
 
 TIGRANE, CLEARTE, CLEOPATRA
 
 Tigrane
 Fin là sotto le mura
 scortalo caro amico.
 Clearte
735Vado, che tua virtù ben l’assicura. (Parte)
 Cleopatra
 Io ancor respiro! (Va rivenendo)
 Tigrane
                                   Sì caro mio bene.
 Cleopatra
 E chi mi tenne in vita?
 Tigrane
 L’alma mia, che in te vive, e la pietade
 ch’ebber del mio dolore in cielo i numi.
 Cleopatra
740Pietosi idoli! Ma dove è il padre mio? (Levasi da sedere)
 Tigrane
 Salvo e vivo colà nella sua regia.
 Cleopatra
 Queste non son già le mie stanze!
 Tigrane
                                                               Sono
 le mie tende e tu sei qui mia regina.
 Cleopatra
 Son le tue tende? E qui son tua regina?
745E come ciò! (Prende vigore)
 Tigrane
                          Qui tramortita in braccio
 ti recaro i miei fidi e in libertade
 ora vivendo, il primo
 serbi sovra di me libero impero.
 Cleopatra
 Ah mio caro Tigrane,
750osserva i detti miei, s’è ciò pur vero;
 pronto raccogli le tue tende e lascia
 libero al padre il trono.
 Tigrane
                                             Io non gliel tolsi.
 Cleopatra
 Bene; giacché tu oprasti
 da magnanimo e prode,
755opra pur anco da discreto amante;
 rendimi tosto a lui, che non consente
 tua virtude, il mio onor ch’io qui rimanga.
 Tigrane
 Dunque tu vuoi lasciarmi in abbandono
 e vuoi che sempre io pianga?
760Ma Oronte, Apamia, il padre...
 Cleopatra
 Che potran contro questa alma innocente?
 Tigrane
 Ma il tuo amor? La mia fede?
 Cleopatra
 D’altri mai non sarò, se tua non sono;
 lascia adunque che io parta e tu qui resta;
765della tua fé la prova
 ch’or da te chieggo è questa.
 Tigrane
 Ahi partenza! Ahi dolor!
 Cleopatra
                                               Io vado; addio,
 colà fra quelle mura,
 adorato Tigrane,
770prova daroti di mia fede anch’io.
 
 SCENA III
 
 TIGRANE e poi CLEARTE
 
 Tigrane
 Seguitela; ed Araspe
 fin dentro la città le scorti il passo. (Araspe parte con suoi soldati)
 Ahi di me sventurato! E vivo ancora?
 Io vivo, or che partita
775da me, con Cleopatra, è la mia vita?
 Che penso? E che risolvo?
 Volea il dover d’entrambi
 che libera ne andasse al genitore;
 v’andò; ma ch’ella poi sola rimanga
780colà, fra’ suoi nemici,
 nol consente mia fé, mel vieta amore.
 Vado; la seguo. (Partendo incontra Clearte)
 Clearte
                                Ove così turbato?
 Tigrane
 A seguir Cleopatra.
 Clearte
 Adunque ella partì?
 Tigrane
                                       Piansi, pregai;
785ma tutto, oimè, fu indarno.
 Clearte
                                                    Or che farai?
 Tigrane
 Dentro al muro nemico,
 per occulto sentier, fia che io mi porti,
 qui lascio a te le bellicose schiere;
 tu dal monarca otterrai pace, armato;
790ed io col petto, ancorché inerme e ignudo,
 sarò del caro ben difesa e scudo.
 
    Potria fra tante pene
 lasciar l’amato bene
 chi un cor di tigre avesse
795né basterebbe ancor,
 
    che quel pietoso affetto
 che a me si desta in petto
 senton le tigri istesse
 quando le accende amor.
 
 SCENA IV
 
 CLEARTE
 
 Clearte
800Ferma; egli vola; e qual furor gli svelle
 dal crin gli allori? E il tragge
 a incontrar della parca il colpo estremo?
 Eh, che ad amor mal si resiste, a prova
 lo so, che questo cor fido e sincero
805di tiranna beltà soffre l’impero.
 
    Per forza d’amore
 l’acceso mio core
 adora un’ingrata,
 la serve spietata,
810la segue infedel.
 
    E quanto è più amante
 più altera lo sprezza;
 l’uccide crudel.
 
 SCENA V
 
 Stanze reali di Mitridate.
 
 APAMIA, MITRIDATE
 
 Apamia
 Rasserena la fronte, o mio signore;
815alfin l’oste nemica
 più non c’insulta; e quel Tigrane audace,
 che guerra minaccione, or chiede pace.
 Mitridate
 Pace mi chiede, or che de’ scorni miei
 fastoso egli trionfa; indegna figlia,
820se l’onor tuo, se l’onor mio calpesti,
 non creder già che invendicato io resti.
 Apamia
 E pur questa tua figlia
 che sì fiero condanni
 un giorno calcherà di Ponto il soglio.
 Mitridate
825Darò principi al regno e a lei nemici
 in quelli che verranno
 da te miei figli; oggi t’invito al trono.
 Credimi, invendicato
 non rimarrò, se Mitridate io sono.
 
 SCENA VI
 
 ORONTE e detti
 
 Oronte
830Signor, libero alfin da mie ritorte
 io vengo a te.
 Apamia
                           Che veggio!
 Chi da’ lacci ti sciolse? (Sovraggiunge Cleopatra che sente in disparte)
 Oronte
                                             Il tuo nemico.
 Mitridate
 Tigrane adunque in libertà ti pose?
 Oronte
 Vincitor generoso
835slegommi il piè; ma incatenommi il core.
 Mitridate
 Indegno possessore
 della mia figlia più il rival non teme.
 
 SCENA VII
 
 CLEOPATRA e detti
 
 Cleopatra
 Chi possede tua figlia?
 Apamia
                                            Oh dei?
 Oronte
                                                             Che miro!
 Cleopatra
 Padre, della mia vita
840signor tu sei; a me la desti; e puoi,
 o giusto o pur crudele,
 ritortela, se vuoi; ma quell’onore,
 ch’io guardo in petto e che guardò fedele
 perfino il tuo nemico,
845offender tu non dei.
 Mitridate
 E chi sei tu che meco
 parli cotanto altera?
 Cleopatra
 Quella figlia son io che a tua difesa
 contro del vincitore,
850vergine, inerme e sola,
 mossi pronta il mio piede; ed il fumante
 acciar di lui veggendo,
 temei della tua vita; onde, all’orrore
 del sol pensiero, semiviva io caddi
855colà fra quelle schiere; egli cortese
 mi pone aita; mi guardò discreto;
 e generoso poi
 libera a te mandomi. Or di’ chi reo
 sia di noi; e se ha tanto
860amor per te, anco innocente io sono.
 Mitridate
 La man porgi ad Oronte; e ti perdono.
 Cleopatra
 Dopo i tanti servigi e dopo il grande,
 ch’ei mi diè di virtude, ultimo segno,
 non adirarti, o padre,
865di mia costanza sol Tigrane è degno.
 Apamia
 Che ardir!
 Oronte
                       Che stabil fede!
 Mitridate
                                                      Al giusto impero
 del tuo re l’alma acchetta. (Sopraviene Tigrane)
 Cleopatra
 Crudo signore! Genitor severo.
 
 SCENA VIII
 
 TIGRANE e detti
 
 Tigrane
 No Cleopatra, no; non ti dia pena
870né del padre il rigor né la tua fede.
 Apamia, Oronte
 Quivi Tigrane.
 Cleopatra
                              Ah vista
 dolce a un tempo e penosa!
 Mitridate
 E cotant’osi ancora?
 Tigrane
                                       Eterna fede
 Cleopatra giurommi e tu non puoi,
875finché in vita rimango, a me ritorla;
 da’ giuramenti suoi
 vengo a sciorla, morendo;
 questa è l’unica strada
 di porla in libertade, a te l’aditto
880e facile la rendo
 togliendosi il timor della mia spada.
 Mitridate
 Giusto è ben che tu incontri
 quel destin che più vuoi.
 Tigrane
                                                Con tal costanza
 lo soffrirò che forse avrai rossore
885dell’ingiusta ira tua, del tuo rigore.
 Apamia
 Che fiero cor!
 Oronte
                            M’intenerisce.
 Cleopatra
                                                         Ahi pena!
 Mitridate
 Men vado, Oronte vieni; io là nel tempio
 preparerò le sorti.
 Paghi tutti saremo,
890ma con diverso fatto,
 sposo Oronte, tu estinto, io vendicato.
 
    Mira il nembo che torbido e fiero
 sul tuo capo ruotando severo
 ti minaccia; più scampo non v’è.
 
895   Porta accesa nel sen la saetta
 che ministra dell’atra vendetta,
 fulminando, t’uccide al mio piè. (Parte, Oronte lo segue)
 
 SCENA IX
 
 APAMIA, TIGRANE, CLEOPATRA
 
 Apamia
 Vedesti, anima altera,
 dove giunsero alfine i tuoi disprezzi!
900Non curasti i miei vezzi;
 or soffrine il rigor.
 Tigrane
                                     Lo soffro invitto.
 Apamia
 Ma frattanto morai.
 Cleopatra
                                       E Apamia, a fronte
 di Cleopatra, osa insultar Tigrane?
 Apamia
 Sono Apamia e regina;
905ei non curommi; e al par di te l’amai.
 Or la vendetta mia veggo vicina.
 
    Dal tuo destino impara
 cor dispietato e rio
 qual fosse l’amor mio,
910qual fosse il tuo rigor.
 
    Alma ancor io spietata,
 offesa e vendicata,
 godrò della tua pena,
 godrò del tuo dolor.
 
 SCENA X
 
 TIGRANE, CLEOPATRA
 
 Tigrane
915Ecco alfin, principessa,
 l’infausto punto ove si arresta e muore
 il nostro dolce ed infelice amore.
 Cleopatra
 Ahi, Tigrane, ahi di troppo
 caro oggetto a’ miei lumi! E qual furore,
920per cui tutta al dolor io mi abbandono,
 qui ti spinse a morir? Oh ria sventura!
 Tigrane
 Sorte per me più dura
 fora il vederti in braccio ad altro amante;
 il lasciarti ancor mia è quel pensiere
925che il tuo penar, che il morir mio conforta.
 Cleopatra
 D’altri non vuoi vedermi e mi vuoi morta?
 Morrò dolce mia vitta;
 sol di pochi momenti
 fia che tu mi precorra.
 Tigrane
930No, mio amor, te ne priego;
 non funestar mia morte
 con sì tristo pensier; vivi e conserva
 le tue speranze al soglio, assai di pregio
 tu concedi al mio fato,
935se dirai qualche volta,
 rammemorando il mio destin crudele:
 «Morì per troppo amarmi il mio fedele». (Parte)
 
 SCENA XI
 
 CLEOPATRA
 
 Cleopatra
 Sen va Tigrane; e dove?
 A far colla sua morte,
940in faccia a un mondo intero,
 d’un barbaro regnante
 alle nozze ferali orrida pompa;
 e l’aspra di lui morte e un tanto lutto
 soffrirà Cleopatra a ciglio asciuto?
945Lo soffre? E non lo segue?
 Egli va a morte? Ed io pur vivo? Ahi lassa!
 Che all’immagine fiera
 sento che l’alma mia
 tutta frema d’orrore e si spaventa.
950Oh dei! Già veggo sovra il capo illustre
 cader la scure; e veggio il labbro amato
 palpitante esalar l’ultimo fiato;
 veggio lo spirito invitto
 già presso a vallicar l’onda di Stige;
955odo che a sé mi chiama e dice: «Osserva,
 osserva Cleopatra,
 qual sostenni per te sorte proterva».
 
    Caro, se più non vivi
 morrò; ma il duolo rio
960farà che il spirito mio
 precceda messaggier.
 
    Infin ch’io teco arivi
 fa’ che sospenda il remo
 colà nel guado estremo
965il pallido nocchier.
 
 SCENA XII
 
 Parte interiore del tempio di Giove.
 
 MITRIDATE, APAMIA con guardie
 
 Mitridate
 Fidi vassalli, questa,
 che qui meco vedete,
 principessa vezzosa e di voi degna,
 del vostro re, di Mitridate è sposa.
970Della regal mia figlia
 l’imeneo fortunato
 accrescerà le vostre gioie; e tutto
 coronerà l’onor di questo tempio
 dell’armeno nemico il giusto scempio.
 Apamia
975Del mio signor l’affetto oggi m’innalza
 dove appena il disio d’ergersi ardiva.
 Io ne ricevo il dono,
 qual è dover; ma nella grande e bella
 mia sorte gloriosa,
980serva io gli sarò del par che sposa.
 
 SCENA XIII
 
 ORONTE e detti
 
 Oronte
 A che badi, o signor? Lascia le pompe;
 noi perduti già siamo, odi il tumulto,
 che vicin ne minaccia un grave rischio! (Sentesi strepito d’armi)
 Mitridate
 E donde nasce il grande
985nuovo periglio? Di’... Parla.
 Oronte
                                                    Clearte
 la cittade ha sorpresa,
 discacciati i custodi;
 e col favor che la vittoria ottiene
 nimico e vincitore a noi sen viene.
 Mitridate
990Tanto ardisce Clearte?
 Apamia
                                            In sì gran male,
 sire che farem noi?
 Mitridate
                                      Se a tutti manca
 la fede, valor, saprò da forte
 fra quell’arme sfidar, solo, la morte.
 
 SCENA ULTIMA
 
 CLEOPATRA in fretta, poi CLEARTE, con soldati che hanno le spade ignude, indi TIGRANE, detti
 
 Cleopatra
 Fuggi, signor, dell’imminente rischio
995involati per poco.
 Mitridate
                                   Ah figlia indegna,
 sola cagion di mie sventure, il primo
 preludio di mia morte
 sarà la tua; con questa man... (Snuda il ferro, Clearte sopraviene)
 Clearte
                                                        Raffrena
 Mitridate il furor, cedi; se’ morto. (Tigrane si presenta contro Clearte con la spada alla mano)
 Mitridate
1000Nel periglioso incontro,
 intrepido e costante io qui t’attendo.
 Tigrane
 Ritirati, Clearte, io lo difendo.
 Mitridate
 Che veggio? E un mio nemico
 tronca i suoi lauri e mi diffende?
 Tigrane
                                                              In questo
1005di virtù generosa ultimo segno
 meglio di pria, signore,
 riconosci Tigrane e il suo gran core.
 Clearte
 Che virtù!
 Oronte
                      Che coraggio!
 Tigrane
 Or che la tua salvezza
1010è sicura per me, pago son io;
 al tuo voler più non resisto; in preda
 m’abbandono al tuo sdegno e non lo temo,
 m’offro alla morte e stendo,
 disarmato, il mio capo al colpo estremo. (Getta la spada)
 Mitridate
1015Par che ignota pietà mi nasca in seno.
 Oronte
 Sire per mia cagione
 incrudelir non dei col proprio sangue
 né con quel d’un eroe.
 Apamia
                                           Di questo giorno
 che, tua mercé, sì lieto a me risplende,
1020ombra funesta il bel seren non tolga;
 ma vittima d’amore,
 ogn’odio cada estinto.
 Mitridate
 Bella, non più; son vinto.
 Figlia, principe, amici
1025che parte aveste in tranquillar quest’alma,
 sulla tomba del pianto
 rinasca il riso e splenda
 di reale imeneo doppia la face.
 Cleopatra
 Padre, lascia ch’io imprima
1030sulla regia tua mano
 ossequiosi i baci.
 Tigrane
 Magnanimo regnante,
 lascia ch’umile e chino
 baci sulla tua destra il mio destino.
 tutti
 
1035   A sì lieto e fausto giorno
 vibri il sole intorno, intorno,
 più vivace la sua face,
 più ridenti i suoi bei rai.
 
    E su in cielo
1040notte poi col fosco velo
 sì bel dì non copra mai.
 
 Fine del drama