Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Vasta campagna nelle vicinanze di Sinope donde viene Tigrane trionfante col suo esercito, vedendosi una piazza con archi, statue e trofei.
 
 TIGRANE, sotto nome di Argene, MITRIDATE, APAMIA e CLEARTE
 
 Tigrane
 Eccelso re, cui doma
 china l’Asia la fronte e incontro a cui
 l’augel del Lazio armò gli artigli invano,
 per me vincesti e le nimiche spoglie
5calchi fastoso col regal tuo piede,
 che di Bitinia il trono
 Nicomede sconfitto omai ti cede.
 Mitridate
 Da quel chiaro valor, che in te riluce,
 ben lo sperai; so che il trionfo è certo,
10laddove tu se’ duce.
 Apamia
 Per giusto guiderdon de’ pregi tuoi
 Apamia ai regi applausi aggiunge i suoi.
 Clearte
 Ed io con mio piacer ti vedo, amico,
 in così lieto giorno,
15coronato di lauri a far ritorno.
 Tigrane
 Fra gli encomi festivi
 del mio invitto signore,
 i vostri anco ricevo
 qual più conviensi.
 Mitridate
                                      Argene, il tuo valore
20non impegnasti, il sai, per alma ingrata.
 Alla reggia io mi rendo;
 e a cotanta virtude
 per dar giusta mercé, colà ti attendo.
 
    Coronato il crin d’alloro,
25vieni al trono che accrescesti,
 se ’l mio regno difendesti,
 chiedi e tutto avrai da me.
 
    Tra le pompe e gl’ostri e l’oro
 non andrai di me doglioso,
30m’avrai grande e generoso,
 sarai caro al cor d’un re.
 
 SCENA II
 
 TIGRANE, APAMIA, CLEARTE
 
 Tigrane
 Vanne, Clearte, in ripartir le schiere
 mie voci adempi; e ti sovvenga poi
 ch’io qui ti attendo.
 Clearte
                                       Io volo ai cenni tuoi. (Parte)
 Apamia
35Argene, a me pur lice
 qualche parte goder delle tue glorie,
 se ti fero i miei voti anco felice.
 Tigrane
 A te dunque degg’io
 l’onor delle mie palme?
 Apamia
40Ah, che nel fier cimento
 pugnò teco il mio core.
 E forse ancor là fra le straggi e l’armi,
 figli de’ miei desiri,
 tremoli e caldi udisti i miei sospiri.
 Tigrane
45Fra i rimbombi guerrieri
 attenta io tenea l’alma e la mano
 all’oggetto vicin, non al lontano.
 Apamia
 Ed or che trionfante
 hai d’allori e d’ulivi il crin festoso,
50di’, piagheratti il cor dardo amoroso?
 Tigrane
 Un sen cinto d’usbergo
 lo stral d’amor non pugne.
 Apamia
 E per la dea di Cipro
 Marte ancor non languì?
 Tigrane
                                               Io trionfante
55sieguo Marte guerrier, non Marte amante.
 Apamia
 Eh, che agli assalti di beltà che priega
 male un cor si sostiene.
 Apamia il dice a te; pensaci Argene.
 
    Troppo ad un’alma è caro
60sentirsi a dir: «Mio bene,
 per te fra dolci pene
 arde l’amante cor».
 
    E più, se più vezzoso
 è il bel labbro amoroso
65che così parla allor.
 
 SCENA III
 
 CLEARTE, TIGRANE
 
 Clearte
 Or che libero campo
 ci s’apre, al sen ti stringo, o prence amico.
 Tigrane
 Quanto mi è caro il rivederti! Or dimmi,
 da che lungi ne andai,
70quivi il nostro destin cangiossi mai?
 Clearte
 No, di Ponto il regnante
 è ancor d’Apamia amante;
 ella mostra d’amarlo e me disprezza;
 e col favor della germana, Oronte
75pasce sua brama altera.
 Arde per Cleopatra e ardendo spera.
 Tigrane
 Oronte è mio rival?
 Clearte
                                       Purtroppo è vero.
 Tigrane
 Ah, qual tristo pensiero!
 Clearte
                                               E ne paventi?
 Mille schiere incontrasti ed ora a fronte
80temi del solo Oronte?
 Tigrane
 È d’Apamia germano.
 Clearte
                                           E Cleopatra
 sa distinguere il merto.
 Tigrane
                                             Ascosa fiamma
 che può sperar? Ardo ad un tempo e gelo.
 Amo, tacio e dispero; oh giusto cielo!
 Clearte
85Scopri a lei le tue pene.
 Tigrane
 Sotto nome d’Argene,
 sai che Tigrane io son; sai che più volte
 fra gli Armeni e i Bitini
 vide l’Asia di sangue
90correr l’onda vermiglia.
 M’abborre il padre e Cleopatra è figlia.
 Clearte
 Già che tu un nuovo regno a lui recasti,
 ardisci, amico; e al tuo destin t’affida.
 Hai beltade, hai valor; parla e confida.
 
95   Se brami che splenda
 al mesto tuo core
 d’amore la stella,
 ardisci, favella,
 dimanda mercé.
 
100   Beltà, benché fiera,
 allor non vedrai
 che mai si difenda
 da fiamma sincera,
 da candida fé.
 
 SCENA IV
 
 TIGRANE
 
 Tigrane
105Infelice Tigrane,
 se in un cuore nemico
 il fregio ancor d’una vittoria illustre
 non basta a cancellar quest’odio antico,
 dai trionfi d’Argene omai che speri?
110Ma no, non si disperi;
 a lei paleserommi; e s’allor poi
 mi vuol morto, si muoia;
 vitima io cadrò de’ sdegni suoi.
 Contento, avventurato
115se il bell’idolo mio piagne il mio fato.
 
    Di questo cor fedele,
 bella, saprai le pene.
 Poi, se morir conviene,
 tacendo morirò;
 
120   non ti dirò crudele.
 Non ti dirò spietata;
 potrò vederti ingrata;
 e pur t’adorerò.
 
 SCENA V
 
 Stanze di Cleopatra nella reggia.
 
 ORONTE, APAMIA
 
 Oronte
 Tu il sai; qui giunto è Argene ed io pavento.
 Apamia
125Perché?
 Oronte
                  Di Cleopatra,
 a cui Oronte aspira e che sol brama,
 arde Argene al bel volto. Essa il riama.
 Apamia
 Che mai dicesti?
 Oronte
                                  I loro accesi sguardi
 d’un reciproco affetto
130ben parlarono a me; tu sola puoi
 dar pace a me coi saggi vezzi tuoi.
 Di tua beltade acceso,
 Mitridate sospira e manifesto
 t’è l’amor suo; di qui comprendi il resto.
 Apamia
135T’intendo, sì; se il tuo destin dipende
 dagli occhi miei, di’ pur che tu sei giunto
 alla meta che brami.
 Oronte
                                        Eccolo a punto.
 
 SCENA VI
 
 MITRIDATE, APAMIA, ORONTE
 
 Mitridate
 In questo lieto dì sperar poss’io
 d’esser per te felice, idolo mio.
 Apamia
140Tu il puoi, quando a te piaccia
 così com’io vorrei.
 Mitridate
 E ancor ne temi? Oh dei!
 Apamia
                                                 Mio sire, incerta
 io non sarei di sì beata sorte,
 se fermo in te scorgessi anco il desio
145come del tuo piacer del piacer mio.
 Mitridate
 Ha l’offerta d’un trono
 di che appagar le più superbe idee.
 Apamia
 Sì; ma, alzandomi a quello,
 te riguardi e non me; sai pur che io sono
150ad Oronte germana;
 or qual prova fia questa
 per me dell’amor tuo,
 se divengo regina e servo ei resta?
 Mitridate
 Che vuole Oronte?
 Apamia
                                     Sire,
155all’amor mio l’ardir di lui condona.
 Mitridate
 Tutto gli si perdona.
 Apamia
 Oronte adunque adora
 di Cleopatra la beltade; e quando
 ti sia in grado... Ma veggio (Mitridate si turba)
160che ai detti miei t’affanni; ah no ritorna
 la pace a’ tuoi pensieri.
 Fia servo Oronte e intanto
 disperi Apamia e si distrugga in pianto.
 Mitridate
 Rasciuga il pianto, o cara,
165che a me servon di legge i tuoi desiri.
 Si chiami Cleopatra. (Ad un paggio che parte)
 Oronte
 Signor, contro tua voglia io non vorrei
 dar tregua a’ miei sospiri.
 Mitridate
 Sei germano di lei;
170e sì eccelso favor non chiedi a torto.
 Apamia
 Sei pago alfin?
 Oronte
                              Son le mie brame in porto.
 
 SCENA VII
 
 CLEOPATRA, MITRIDATE, APAMIA, ORONTE
 
 Cleopatra
 Signore, ecco tua figlia.
 Mitridate
 Principessa, ad Oronte
 ti destinai. Egli è di sangue illustre,
175è d’Apamia germano,
 di quella Apamia che, per lieta sorte,
 oggi fia tua regina e mia consorte.
 Cleopatra
 Che sento? Oimè.
 Oronte
                                    Cor mio, che mai più brami?
 Mitridate
 Sei contenta, mio bene?
 Apamia
                                               Or so che m’ami.
 Cleopatra
180D’Oronte?
 Mitridate
                       Il dissi.
 Cleopatra
                                       Ah, genitor risveglia
 nel magnanimo cor l’eccelse idee.
 Né te le sveni in petto
 lusinghiera malia di vago aspetto.
 Io sposarmi ad Oronte? Io che per sangue
185diritto ho di regnar, che non son rea
 d’obbrobrioso fallo,
 porger dovrò la mano ad un vassallo?
 Mitridate
 Il mio favore eguale a te lo rende.
 Cleopatra
 E ad onta di tua figlia,
190d’un servo all’ardimento oggi s’attende?
 Mitridate
 Troppo dicesti.
 Cleopatra
                               Ah padre...
 Mitridate
 Invano usi preghiere.
 Cleopatra
 Ascolta...
 Mitridate
                    Ho già risolto.
 Cleopatra
 Se il cuor non hai di scoglio,
195senti almeno...
 Mitridate
                              Ubbidisci; io così voglio.
 
    Pensa che padre io sono;
 pensa che figlia sei
 e che temer tu dei
 l’ira del genitor,
200del tuo regnante.
 
    Mentre che a te ragiono,
 guardami in volto e poi
 scegli qual più tu vuoi,
 il padre o il punitor,
205nel mio sembiante.
 
 SCENA VIII
 
 ORONTE, APAMIA, CLEOPATRA
 
 Oronte
 Tanto rigor?
 Apamia
                          Così ritrosa?
 Cleopatra
                                                    Invano
 di placarmi tentate.
 Oronte
 Odimi.
 Cleopatra
                 E tu chi sei?
 Oronte
                                          Un che t’adora.
 Cleopatra
 Meglio puoi dir un che m’oltraggia ancora.
 Apamia
210Amica io son.
 Cleopatra
                            L’affetto tuo ricuso.
 Oronte
 I miei prieghi...
 Cleopatra
                                Non gl’odo.
 Oronte
 L’amor mio...
 Cleopatra
                            Non lo curo.
 Apamia
 Mitridate...
 Cleopatra
                        È un ingiusto.
 Apamia
                                                    Oronte...
 Cleopatra
                                                                       È un servo.
 Apamia, Oronte
 Alfin...
 Cleopatra
                Dico che siete
215un’anima orgogliosa, un cor superbo.
 
    Non mi parlar d’amore. (Ad Oronte)
 Non aspirare al soglio. (Ad Apamia)
 Frena l’audace orgoglio,
 trema del mio rigor.
 
220   Misero amante insano, (Ad Oronte)
 donna superba ardita, (Ad Apamia)
 il tuo pregar m’irita.
 M’arde di sdegno il cor.
 
 SCENA IX
 
 APAMIA, ORONTE
 
 Oronte
 Si dispera il mio core.
 Apamia
225Della sua figlia altera
 frenerà il genitor l’ira e l’orgoglio.
 Oronte
 Ah, mia cara germana,
 usa ogn’arte, ogni vezzo;
 fingi, prega, lusinga.
230Su il cuor di Mitridate
 io conosco il poter degli occhi tuoi.
 Sì; felice sarò, se tu pur vuoi.
 Apamia
 Oronte, in me tu non isperi invano;
 ad amata beltà nulla si niega,
235se forza ha mai beltà che piange e priega.
 
    Vezzi, lusinghe e sguardi
 saranno i soli dardi
 che mi darà l’amor.
 
    Per te nel regio petto
240guerra faran quest’armi;
 ma più per vendicarmi
 di quel ingrato cor.
 
 SCENA X
 
 ORONTE
 
 Oronte
 Non mi ami Cleopatra e mi disprezzi;
 basta ch’io stringa la sua destra un giorno.
245Mentre fingo sospiri e amante io sono,
 piucché la sua beltade, amo il suo trono.
 
    Se spunta amica stella,
 al timido nocchiero
 sembra ridente e bella,
250perché nel suo sentiero
 la calma può sperar.
 
    Così quest’alma mia,
 che al regio trono aspira,
 quella beltà sospira,
255col cui favor desia
 sua brama contentar.
 
 SCENA XI
 
 CLEOPATRA
 
 Cleopatra
 Cleopatra ove sei? Che fai? Che pensi?
 Tu d’Apamia ed Oronte
 soffri gl’insulti e il genitor di padre
260ahi si cangia in tiranno. Ah caro Argene,
 per cui di fiamma ascosa arde il mio seno,
 oh che augurio funesto,
 se al tuo ritorno il primo incontro è questo.
 Ma, oh cieli! Ei qui sen viene.
265Da l’amoroso incarco
 debbole cor ti scuoto;
 tu nascesti a regnare; egli è un ignoto. (Va a sedere)
 
 SCENA XII
 
 TIGRANE e CLEOPATRA
 
 Tigrane
 Alta, regal donzella,
 la cui leggiadra, maestosa fronte
270e de’ cuori e de’ regni agita il fato,
 Argene a te s’inchina.
 Cleopatra
 Al tuo brando o gran duce
 e alla tua fede noi dobbiamo un regno.
 Siedi.
 Tigrane
               Al suo nume avanti
275prostrar si deve un servo.
 Cleopatra
 Servo non è chi cinge
 spada fatale al fianco.
 Tigrane
 Io ti ubbidisco. (Siede)
 Cleopatra
                                Or dimmi.
 Da che da noi partisti,
280quando incontrasti le nemiche schiere?
 Tigrane
 Dopo due giorni appena.
 Cleopatra
                                                Ove pugnasti?
 Tigrane
 Appo l’Eusino.
 Cleopatra
                              E in quella
 sanguinosa battaglia
 chi si distinse più?
 Tigrane
                                      (Amore aita).
285Sconosciuto gueriero
 noto a me solo e d’alto sangue uscito.
 Cleopatra
 Dove naque?
 Tigrane
                           In Armenia, ove egli impera.
 Cleopatra
 Forse Tigrane, il nostro fier nemico?
 Tigrane
 Appunto.
 Cleopatra
                     E qual ardore
290mosse tanta virtù?
 Tigrane
                                     Ah fu il tuo amore.
 Cleopatra
 L’amor mio? Qual certezza
 hai tu di ciò?
 Tigrane
                           Più volte
 aprì meco i suoi sensi.
 Cleopatra
                                            Ove mi vide?
 Tigrane
 Sconosciuto qui venne.
 Cleopatra
295Ei non mi si scoperse.
 Tigrane
                                           E quando ancora
 parlato avesse, che sperar dovea?
 Cleopatra
 Ciò che un fiero nemico
 da me temer potea.
 Tigrane
 Ei vanta un regno.
 Cleopatra
                                     Il trono
300è della sorte amica un mero dono.
 Tigrane
 Pugnò per te.
 Cleopatra
                            Nol chiesi.
 Tigrane
 Incontrò mille strali.
 Cleopatra
 È dover d’ogni prode.
 Tigrane
 E premio non ne avrà?
 Cleopatra
                                             Basta la lode.
 Tigrane
305Almen dell’infelice,
 che per te giacque estinto,
 spargi sul cener freddo un sol sospiro.
 Cleopatra
 Morì?
 Tigrane
               Nella gran pugna,
 coperto di ferite,
310dir volea: «Per te muoio, idolo mio»;
 ma in quel mentre dal sen l’anima uscio.
 Cleopatra
 M’esce dagl’occhi il pianto.
 Tigrane
 N’hai pietà?
 Cleopatra
                          Qual si deve
 da un generoso core
315al fato d’un eroe.
 Tigrane
                                  (Coraggio amore).
 Tergi i begli occhi, alta donzella, a’ piedi (S’inginochia)
 eccoti quel Tigrane,
 per cui pietà ti muove,
 vivo, se tu lo apprezzi,
320morto, se lo disprezzi.
 Cleopatra
 Come? Argene non sei? Tu sei Tigrane? (Levandosi in piedi)
 Donde apprendesti così indegna frode?
 Tigrane
 Insegnommela amor.
 Cleopatra
                                          Sul labbro affrena
 le menzognere voci.
 Tigrane
325I natali... (Levasi in piedi)
 Cleopatra
                     Gli sprezzo.
 Tigrane
 I servigi...
 Cleopatra
                      Oltragiosi.
 Tigrane
 Il sangue...
 Cleopatra
                       Indarno sparso.
 Tigrane
 Nulla ti muove?
 Cleopatra
                                Sì.
 Tutto mi muove all’ire.
 Tigrane
330Dunque...
 Cleopatra
                      Parti.
 Tigrane
                                   Deh...
 Cleopatra
                                                 Va’.
 Tigrane
                                                           Dove?
 Cleopatra
                                                                          A morire.
 Tigrane
 
    Per te costante e forte
 vado a morir mio bene;
 mi piace anco la morte,
 se desta in te pietà.
 
335   Ignudo spirto errante
 verrà quest’alma amante;
 e ognor ti adorerà.
 
 SCENA XIII
 
 CLEOPATRA
 
 Cleopatra
 Ei parte oh dio! Che fo? Torna ben mio.
 Deh torna a me; più non ti scaccio e, spenta
340l’inimicizia antica,
 sarò amante di te, non più nemica.
 Ma che parlo? Ove corro?
 Quel cieco amore i passi miei consiglia?
 Posso Tigrane amar, quando son figlia?
345Sì, ch’ei parta, ch’ei muoia!
 Vinca il dovere e vinca l’odio ancora.
 Ed ei morà! Morrà quel dolce e caro
 oggetto del cor mio?
 E Cleopatra il soffre? E fia che infida
350d’un amante fedel sia l’omicida?
 Ah, che il mio cor, trafitto
 da doppia pena e fiera,
 smania, piange, s’adira e si dispera.
 
    Fra l’odio e l’amore
355incerto il mio core,
 nemico ed amante,
 risolver non sa.
 
    Dal vago sembiante
 or parte, or ritorna,
360or vince lo sdegno,
 or vince pietà.
 
 Fine dell’atto primo