Il talismano, Venezia, Zatta, 1794

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Sala in casa di Pancrazio.
 
 PANCRAZIO solo
 
 Pancrazio
 
    Foco, fumo! E que’ sternuti!
1215Temo, tremo... Il ciel m’aiuti.
 Qualcun sento dirmi al cor:
 «Del tuo mal tu sei l’autor».
 
 Perché forzar Lindoro
 a sposar la Sandrina? E perché questa,
1220che d’altri è innamorata,
 a sposare Lindor perch’è forzata?
 Oh danaro! Oh danaro! Oh terre! Oh case!
 Oh eredità finor tenuta in mano,
 ti avrò sperata e migliorata invano?
1225Ah se questa figliuola
 che promessa mi vien!... Ma quando arrivi,
 Lindoro è d’altra acceso;
 inutile sarà la sua venuta.
 Povera eredità, tu sei perduta!
 
 SCENA II
 
 GIANNINA e detto
 
 Giannina
1230Un uomo vi domanda.
 Pancrazio
                                            Chi è costui?
 Giannina
 Credo, se non m’inganno,
 sia de’ zingari il capo.
 Pancrazio
                                          Disgraziato!
 Osa venir da me? Per suo consiglio
 Carolina, son certo,
1235avrà d’amor furbesco
 impaniato Lindor. Venga. Sta fresco.
 Giannina
 E Perillo, signor?
 Pancrazio
                                  Lasciam’in pace.
 Giannina
 (Penso il giorno e la notte a quell’audace). (Da sé e parte)
 
 SCENA III
 
 PANCRAZIO, poi CARDANO
 
 Pancrazio
 Chi siete? Che volete?
 Cardano
1240Cardano è il nome mio;
 il conduttor son io
 dell’errante brigata...
 Pancrazio
 Trista gente malnata!
 Capo di vagabondi e d’impostori!
 Cardano
1245Ma di grazia m’onori...
 Invece d’ingiuriarmi
 spero che avrà ragion di ringraziarmi.
 Pancrazio
 Di che?
 Cardano
                  Perduta in mare
 non avete una figlia?
 Pancrazio
                                         E che per questo?
 Cardano
1250Credo con fondamento
 d’averla ritrovata.
 Pancrazio
                                    Come! Come!
 Cardano
 Trovai vent’anni sono
 sulla spiaggia del mare una fanciulla
 tenera, abbandonata...
 Pancrazio
1255Oh ciel! Com’è chiamata?
 Cardano
                                                  Non sapendo
 qual fosse il nome ver della bambina,
 l’appellai Carolina.
 Pancrazio
                                     (Carolina!
 Ah se ciò fosse ver... Se Carolina
 fosse la mia Lisaura,
1260Lindoro fortunato!
 Fortunato Pancrazio!) Olà, Giannina.
 
 SCENA IV
 
 GIANNINA e detti
 
 Giannina
 Signor.
 Pancrazio
                 La balia.
 Giannina
                                   Dal primier momento
 ch’ella è da voi venuta
 sparì la vecchia e non l’ho più veduta.
 Pancrazio
1265Che si ricerchi e si trovi... (In ogni modo,
 sia o non sia mia figliuola
 con prova o senza prova,
 tal crederla mi giova). (Da sé)
 Cardano
                                            Se temete,
 se inganni in me credete...
 Pancrazio
                                                   No, non temo.
1270Venga qui Carolina.
 Cardano
                                       Vostra figlia?...
 Pancrazio
 Sì sì. la figlia mia.
 (Venga qualunque sia).
 Cardano
 Verrà ma a condizione
 che il povero Perillo,
1275da voi sì maltrattato
 e da me rifuggiato,
 verrà con Carolina unitamente
 ricevuto qual è puro e innocente.
 Giannina
 Oh questo, oh questo poi...
 Pancrazio
                                                   Taci, a me tocca
1280rispondere e rispondo;
 venga seco Perillo e tutto il mondo.
 
 SCENA V
 
 GIANNINA e CARDANO
 
 Giannina
 Alma più scellerata
 di Perillo non v’è. Son noti al mondo
 tutti i delitti sui
1285e voi venite a perorar per lui?
 Cardano
 Siate buona, Giannina.
 Perdonate a Perillo
 di giovinezza un tratto.
 Fece a voi quel che ad altri avrete fatto. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 GIANNINA sola
 
 Giannina
1290Quest’è ver ma son donna,
 son donna e il nostro sesso,
 se d’amor canbia spesso,
 per malizia non è né per fierezza
 ma per difetto sol di debolezza.
 
1295   Se non siamo più costanti,
 se non siamo più fedeli
 è la colpa degli amanti
 che ci vengono a tentar.
 
    Se resistere vogliamo,
1300siamo ingrate, siam crudeli
 e se vincer ci lasciamo,
 sono i primi a mormorar.
 
    Povere donne, che abbiam da far?
 Gli uomini al diavolo tutti... Meschini!
1305No poverini, lasciamo andar,
 che senz’amanti non si può star. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 CARDANO, CAROLINA e PERILLO
 
 Cardano
 Venite, non temete.
 Carolina
 Signor, non m’esponete
 a cosa a cui resista
1310l’innocenza e l’onor. Tutto finora,
 tutto ho fatto a buon fin ma se si vuole...
 Perillo
 Si vuol quel che conviene.
 Secondate il destin, tutto andrà bene.
 
 SCENA VIII
 
 PANCRAZIO, LINDORO, SANDRINA e detti
 
 Pancrazio
 Figlia, figlia, nipote,
1315venite. Oh lieto giorno!
 Fortunato momento!
 Questa ch’io vi presento,
 la vezzosa, l’amabil Carolina,
 è mia figlia, è tua suora, è tua cugina.
 Lindoro
1320Qual gioia!...
 Sandrina
                           Qual piacer!...
 Pancrazio
                                                       Vieni al mio seno. (A Carolina)
 Carolina
 Signor, prima ch’io gusti
 il favor di fortuna, oso pregarvi
 di un tale avvenimento
 la ragione svelarmi e il fondamento.
 Pancrazio
1325Cardano l’assicura.
 Carolina
                                      Il buon Cardano
 si potrebbe ingannar.
 Pancrazio
                                          Dov’è la balia?
 La balia ove sarà?
 Carolina
                                    Non la cercate.
 Siete facile troppo e troppo buono.
 La balia non verrà finch’io qui sono.
 Pancrazio
1330Come! Contro te stessa
 tu parli in tal maniera?
 Carolina
 Signore, invan si spera
 farmi cambiar costume.
 L’innocenza è il mio nume. Amo Lindoro,
1335usai per sua difesa
 l’arte per forza appresa ma chi tenta
 condurmi ad uno stato
 con inganno usurpato,
 non sa di qual fortezza ho il cuor capace;
1340a dispetto d’amor divengo audace.
 Pancrazio
 (Son di sasso).
 Lindoro
                              (Mi perdo).
 Sandrina
                                                      (Mi confondo).
 Perillo
 (Donna per mio malanno unica al mondo!)
 Cardano
 Signor venite meco. (A Pancrazio)
 Pancrazio
 Dove?
 Cardano
                Venite meco.
1345Io sono inviperito.
 Un altro tentativo ed ho finito. (Parte con Pancrazio)
 
 SCENA IX
 
 CAROLINA, LINDORO, SANDRINA e PERILLO
 
 Lindoro
 Quest’è l’amor?... (A Carolina)
 Sandrina
                                    Quest’è la tenerezza?... (A Carolina)
 Perillo
 Voi fra zingari avvezza, (A Carolina)
 per farmi disperar, per mio tormento
1350divenite eroina in un momento?
 Carolina
 Fo il mio dover. Lindoro,
 vi amai, vi amo, vi adoro.
 Ma il dover... Ma l’onor... Se mi scordassi
 quella virtù che la ragion m’insegna,
1355sarei del vostro cor, sarei men degna.
 Lindoro
 Che pensate di far?
 Carolina
                                       Abbandonare
 un’arte perigliosa
 che comincio a odiar. Raminga e sola
 cercar sott’altro ciel...
 Lindoro
                                         Lasciar?...
 Sandrina, Perillo a due
                                                              Partire?...
 Carolina
1360Sì partire, lasciarvi e poi morire.
 Lindoro
 
    Ah mancar mi sento il core;
 non resisto al mio dolore;
 deh movetevi a pietà.
 
 Sandrina, Perillo a due
 
    Di due cuori sventurati,
1365di due cuori appassionati
 senta il vostro almen pietà.
 
 Carolina
 
    Ah s’accresce il mio tormento!
 Più d’ogni altro provo e sento
 che bisogno ho di pietà.
 
 a quattro
 
1370   Crudo fato dispietato!
 No per noi non v’è pietà.
 
 Carolina
 
    Parto, addio.
 
 Lindoro
 
                              Ben mio, restate.
 
 Sandrina
 
 Non partite.
 
 Perillo
 
                          Non andate.
 
 Carolina
 
 Ah decisa è la mia sorte,
1375veggo l’ombra della morte.
 
 a quattro
 
 Ah qual pena! Qual orror!
 Qual affanno! Qual dolor!
 
    Se sì male, amore ingrato,
 ricompensi un cor fedele,
1380con quell’arco dispietato
 più vittorie non sperar.
 
    Sventurati innamorati,
 rinegate amor crudele.
 Ah non fate, pazientate,
1385ch’egli sol può consolar. (Partono)
 
 SCENA X
 
 Notte. Campo di zingani illuminato.
 
 CARDANO, PANCRAZIO, zingani e zingane di lontano
 
 Cardano
 Signor, in quel chr faccio
 non ho alcun interesse. Anzi al contrario,
 se perdo Carolina,
 di senno, di saper, di spirto ornata,
1390perduto ho il meglio della mia brigata.
 Ma a pro di questa giovane,
 che di stato miglior mi sembra degna,
 prendo interesse e l’amor mio s’impegna.
 Pancrazio
 Queste azioni onorate
1395mertan d’esser felici e secondate.
 Cardano
 Ecco qui una cassetta
 trovata in riva al mar, poco distante
 dalla bambina languida, spirante.
 Vi son dentro scritture
1400e ritratti e figure. Eravi ancora
 qualche denaro ed altre coserelle...
 Ma queste...
 Pancrazio
                          C’intendiam. Son bagatelle.
 Apritela, veggiam.
 
 SCENA XI
 
 CAROLINA e detti
 
 Carolina
                                     Padre.
 Pancrazio
                                                    Figliuola.
 Carolina
 Perdonate, signore, (A Pancrazio)
1405non merto quest’onore. Padre chiamo
 per dover, per rispetto...
 Pancrazio
                                               Sì, ho capito.
 Apriamo la cassetta.
 Cardano
                                        Ecco le chiavi
 che ho fatte fare io stesso.
 
 SCENA ULTIMA
 
 LINDORO, SANDRINA, PERILLO, GIANNINA e detti
 
 Pancrazio
                                                 Bravi, bravi!
 Siete a tempo arrivati.
1410Veniste nel momento
 che si cerca e si spera un scoprimento. (Apre la cassetta ed esamina, eccetera)
 Lindoro
 Ah mio ben...
 Perillo
                            Carolina.
 Sandrina
                                               Ah no, non fate.
 Carolina
 Son da voi. Perdonate. (Ai tre suddetti)
 Signor, deh permettete (A Cardano)
1415che d’ogni arte mi spogli
 e vi rimetta in mano
 senza taccia di sorta il talismano.
 Cardano
 Voi avete ragion... (Lo prende)
 Pancrazio
                                     Figlia, (A Sandrina) nipote. (A Lindoro)
 Figlia mia primogenita, (Abbracciando Carolina)
1420Lisaura mia diletta.
 Ecco qui la cassetta. Qui, mirate
 tutti, tutti osservate
 fogli di mio fratello, fogli miei...
 ritratti cinque o sei,
1425ritratti di mia famiglia.
 Sì che tu sei mia figlia. Questa volta
 è il cielo, è la natura
 che mi parlano al cor; non è impostura.
 
    Se al labbro non credi,
1430quel pianto tu vedi
 che spreme dal petto
 l’affetto, il piacer.
 
 tutti fuor che Carolina
 
    Quel pianto si vede
 ch’è degno di fede;
1435giustizia rendete, (A Carolina)
 cedete al dover.
 
 Carolina
 
    Tacete, lasciate
 che parli il mio cor. (Breve pausa)
 
    Che dice? L’intendo.
1440M’arrendo, m’arrendo.
 
 tutti
 
 Son due consiglieri
 possenti e sinceri
 natura ed amor.
 
 Perillo
 
    A proposito d’amore
1445che sperar potrà il mio core
 dal signor governator?
 
 Pancrazio
 
    In un dì sì fortunato
 che il rigor sia debellato
 e trionfi il dio d’amor!
 
 tutti
 
1450   Che lo sdegno, che il rigor
 ceda il loco al dio d’amor.
 
 Giannina
 
    Ed io sola poverina!...
 Ma che importa? Domattina
 troverò qualche mostaccio...
1455qualche straccio... d’amator.
 
 tutti
 
    Che lo sdegno, che il rigor
 ceda il loco al dio d’amor.
 
 Carolina, Lindoro a due
 
    Brillar mi sento
 il cor contento.
1460Alla mia fede
 grata mercede
 promette amor.
 
 tutti
 
    Un cuor piagato,
 d’avverso fato
1465temer non sa,
 quand’è guidato
 dall’onestà.
 
 Fine del dramma