Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, [Roma], s.d.
IL MONDO ALLA ROVERSA O SIA LE DONNE CHE COMANDANO | |
Dramma bernesco per musica di Polisseno Fegeio, pastor arcade, dedicato a sua eccellenza il signor principe don Carlo Albani. | |
Con licenza de’ superiori. | |
Eccellenza, | |
ornino di lunghe dedicatorie le loro offerte coloro che offeriscono qualche cosa di grande. Nell’offerirle questa piccola operetta null’altro io desidero, eccellentissimo signore, che attirare il suo valevole padrocinio sopra della medesima e sopra di me che sono, con l’ossequio più grande, di vostra eccellenza umilissimo, devotissimo, obligatissimo servo. | |
Giuseppe Jobet impresario | |
ATTORI | |
RINALDINO | |
(il signor Giusepe Broccoletti di Camerino) | |
TULLIA | |
(il signor Francesco Amboni d’Osimo) | |
GIACINTO | |
(il signor Girolamo Ligi d’Urbino) | |
AURORA | |
(il signor Pietro Santi d’Ancona) | |
GRAZIOSINO | |
(il signor Tommaso Rosati da Fossombrone) | |
CINTIA | |
(il signor Giuseppe Vichi di Fano) | |
Musica del signor Baldassar Galuppi detto il Buranello. | |
PROLOGO | |
L’autor di questa comediola in musica | |
l’odiosità temendo delle femmine, | |
contro le quali di aver scritto dubita | |
in modo non affatto plausibile, | |
giacché da qui è lontano e occupatissimo | |
in comporre altre somiglianti inezie, | |
manda qual suo orator straordinario | |
per far sue scuse me che sono il prologo. | |
Due mediocri raggioni ei mi communica | |
per cui scusarsi e tolerare ei debbasi. | |
Se vi piace tai quali io ve le recito. | |
Primieramente egli avvocato veneto | |
di poca occupazion, di meno credito | |
scrive per appetito e non per gloria. | |
Che aspettate veder parti chiarissimi | |
come la Zoccoletta o la Fantasima? | |
Queste son figlie di una mente nobile | |
che ha dormito con Plauto e con Terenzio. | |
Di più si è posto in capo il nostro comico | |
di far veder che può un autor bisbetico | |
tirar dal nulla un argomento tisico, | |
fuori dal natural, fuor del probabile, | |
facendone sortire un dramma insipido, | |
in cui non sia pensier, non sia carattere, | |
ma di sale condisca li spropositi, | |
sale grazioso come un dolor colico. | |
Con questa intenzione ei scrisse l’opera, | |
ch’or sentirete, e vi riuscì benissimo. | |
Se vi par dunque che le scuse appaghino | |
l’animo vostro, bene; l’impresario | |
potrà dinanzi a voi lasciarla correre | |
senza scrupolo alcun, signore nobili, | |
cui gentilezza e cortesia non mancano. | |
Se credete che sian poi scuse frivole | |
non so che dire; ambasciadore semplice | |
io dell’errore altrui pena non merito. | |
Ch’anzi mi accorderò con voi, fanatico | |
l’autor chiamando, che non tema offendere | |
tutte le donne col bestiale titolo: | |
Il mondo alla roversa o sia Le femmine | |
che affettano regnare e che comandano. | |
Dovrebbe rammentar, codesta bestia, | |
che abbiam veduto nel corrente secolo | |
donne, per saggia mente venerabili, | |
giuste regnare e dar la legge ai popoli | |
e fare al soglio onor più ch’ei non facciane | |
a quella istessa profession ch’esercita. | |
Ma perché de’ trovarsi un mezzo termine | |
per farvi qui restar di buona grazia, | |
fatelo almen a causa della musica, | |
la quale trovarete un capo d’opera; | |
e non guardate alle parole; abondano | |
in qualunque arte gli uomini ridicoli; | |
ma fra’ poeti, fra’ poeti fioccano. | |