La pupilla, Venezia, Valvasense, 1735

Vignetta Frontespizio
 PARTE TERZA
 
 Sala da giudice.
 
 GIACINTO da giudice, ROSALBA d’avvocato, poi TRITICONE con carte e libri
 
 Giacinto
 Che ne dite Rosalba,
 vi piace l’invenzion?
 Rosalba
                                        Bella bellissima.
 Giacinto
 Badate a non fallare.
675Per un finto ministro, a nome vostro
 io tutto a Triticon fei sequestrare,
 ad effetto d’aver la vostra dote.
 Egli cittò, come si suol nel foro,
 per la revocazion di quel sequestro,
680la causa fu accettata,
 si contestò, si deputò, stamane
 già si deve trattar. Voi vi fingete
 di Rosalba avvocato;
 io giudice mi fingo;
685Triticon deve primo
 parlar. Voi rispondete,
 come che v’insegnai né fallerete.
 Rosalba
 Farò come volete
 ma temo che alla voce
690Triticon mi conosca.
 Giacinto
 Vi son degl’avvocati
 giovini come voi ch’hanno la voce
 assai più feminina.
 Pensate se quel vecchio,
695ch’anco poco vi sente,
 conoscer vi saprà. Non v’è alcun dubbio.
 Rosalba
 Vada ben, vada male, in voi confido.
 Giacinto
 Ma intanto, o bella,
 che qui soli restiamo...
 Rosalba
700Cosa voreste far?
 Giacinto
                                  D’amor parliamo.
 
    Lasciate ch’io vi miri,
 luci vezzose e belle,
 voi siete vaghe stelle,
 che con soavi giri
705beate questo cor.
 
    In voi sta la mia vita,
 se per voi sole io vivo,
 voi sol prestate aita
 al mio cocente ardor.
 
 Rosalba
710Ma già vien Triticone.
 Giacinto
 Passeggiate la sala ed io mi siedo.
 Triticone
 Siete voi di Rosalba l’avvocato?
 Rosalba
 Sì signor, quel son io.
 Triticone
                                          Siete dannato.
 Rosalba
 Perché signor, perché?
 Triticone
715Avete torto marcio e non si ponno
 in coscienza diffender cause tali.
 Rosalba
 Eretti i tribunali
 sono per far giustizia, ora vedremo
 chi avrà di noi ragion.
 Triticone
                                           Senz’alcun dubbio
720la causa vincerò ma questo struscio
 si potea risparmiare.
 Rosalba
                                         Eh cominciate
 a parlar della causa; il tempo passa.
 Triticone
 Permette l’illustrissimo
 giudice sapientissimo
725ch’io cominci a parlar?
 Giacinto
                                            Incominciate.
 Triticone
 Un tal signor Sempronio
 di casa Frangiador quondam Fabrizio,
 nell’anno millesettecento e sedeci
 di gennaro morì nel giorno tredici.
730Restò la moglie allora
 e con essa una figlia,
 che Rosalba si chiama,
 unica prole e erede
 di tutto il patrimonio
735del sudetto signor quondam Sempronio.
 Rosalba
 Ben bene qui ti voglio.
 Triticone
                                            Appiano, appiano,
 che veniremo al punto.
 Giacinto
 Andate per le corte,
 io non voglio sentir cose superflue.
 Triticone
740Presto presto mi spichio. Eccomi al fatto.
 Il sudetto signor quondam Sempronio
 lasciò me Triticone
 di casa Ballonar quondam Anchise
 per tutor della figlia, unitamente
745alla moglie sudetta ch’avea nome...
 Più non me l’aricordo.
 Ma con questo che, morta
 la moglie, io sol restassi
 tutor e curator della fanciulla.
750Verificato è il caso.
 E già morta la madre, io solo resto,
 come diceva...
 Rosalba
                             Eh non è il punto questo
 che abbiamo da trattar, presto alla dote.
 Triticone
 Ma voi m’interrompete
755troppo fuori di tempo,
 si vede ben che principiante siete.
 Così, signor, per accostarmi al fine,
 s’introdusse in mia casa un bricconaccio,
 un furbo, un ladro.
 Giacinto
                                     Basta, basta, usate
760un poco di rispetto al tribunale.
 Triticone
 Astrologo si finse e poscia medico,
 colle sue falsitadi
 m’offuscò la ragione
 e mi ridusse entrar dentro una bote.
 Giacinto, Rosalba a due
765Ah ah questa è da ridere!
 Triticone
 Ridete pur ma io non rido al certo.
 Vedendomi ridotto
 ch’io non potea più movermi,
 quel bricon, quel guidon...
 Giacinto
770Pian vi dico, signor, parlate in causa.
 Triticone
 Rosalba prese per la mano e in questa
 guisa me la rapì.
 Or pretende la dote e per averla
 tutto mi sequestrò. Già voi sapete,
775giudice sapientissimo,
 che il trattato De nuptiis parla chiaro;
 se la moglie è rapita,
 il matrimonio è nullo.
 Non vale il matrimonio,
780dargli non si convien dunque la dote.
 Della vostra sentenza sia l’effetto
 di liberarmi quel sequestro. Ho detto.
 Giacinto
 Che rispondete voi? (A Rosalba)
 Rosalba
                                         Signor accordo
 i primi fatti. È vero
785che Rosalba restò l’unica erede
 di quel signor Sempronio
 ergo si deve a lei quel patrimonio.
 È vero, accordo ancora,
 che il signor Triticone
790restò solo tutor di quella figlia
 ma del cuore di lei non è padrone.
 Il buon vecchio credeva
 buscar quel bocconcin ma s’ingannò,
 nella fossa ch’ei fece egli cascò.
795È ver ch’un giovinotto
 di lei se n’invaghì,
 ch’ei se la prese è ver ma non rapì.
 Triticone
 Che differenza fate
 da prendere a rapir? Son ragazzate.
 Rosalba
800O o non mi scapate,
 questo è il punto, signor, quando vi provo
 ch’ella non fu rapita,
 vollete che la causa sia finita?
 Triticone
 Ben bene io mi contento.
 Rosalba
                                                A me, v’incontro.
805Il ratto è allor quando il voler resista
 della donna rapita.
 Che cos’è il matrimonio?
 Consensum, già si sa, facit virum,
 ella consente, per marito il vuole
810e rapita sarà? Ma vi è di peggio.
 Il trattato De nuptiis, che allegaste,
 raptave sit mulier dice, è vero;
 ma soggiunge dappoi, se lo sapete,
 nec parti mulier sit redita tutae,
815ei la conduce in casa sua, la sposa,
 coi suoi parenti è unita
 e direte così ch’ella è rapita?
 Triticone
 Più risponder non so.
 Rosalba
 No, rapita non fu. Ergo la dote
820negar non se gli può;
 giudice, che sedete
 per giudicar la verità, vi priego
 alla mia insufficienza
 supplisca il vostro ingegno,
825fia di giustizia impegno
 confirmar il sequestro, al solo effetto
 di conseguir la dote. Io pure ho detto.
 Triticone
 Dica pur quel che vuole, io già l’ho vinta.
 Giacinto
 La mia sentenza udite;
830ascoltate le parti,
 giudicando a tenor della dimanda
 dell’eccellente domino Propizio
 condanno Triticone
 a Rosalba pagar tutta la dote
835e per la ressistenza
 ch’egli mostrò di darla, ingiustamente,
 in doppio lo condanno e nelle spese
 confirmando il sequestro.
 Triticone
                                                 Appiano, appiano
 mi condannate in doppio e nelle spese?
 Giacinto
840Tal è la mia sentenza.
 Triticone
 Rovinar mi volete.
 Giacinto
 Prendete ed essequir voi la farete. (S’alza e dà la carta a Rosalba)
 Triticone
 Ah per pietà signori
 non siate sì crudeli,
845quest’è il mio precipizio.
 Rosalba
 Io non so cosa dir, quest’è il giudizio.
 Giacinto
 Mi fatte compassione, (A Triticone)
 signor Propizio vi saria maniera
 d’aggiustar sta facenda?
 Rosalba
                                               Io non la veggo.
 Triticone
850Amico siam tra noi,
 qui non v’è la cliente
 e m’impegno che lei non saprà niente.
 Dieci doppie vi dono,
 se aggiustar la volete in confidenza.
 Rosalba
855Io trovar il ripiego non saprei.
 Giacinto
 Rimettetevi in me signori miei.
 Rosalba, Triticone a due
 Io mi contento.
 Giacinto
                               Udite.
 Ma no, voglio pensarvi.
 Rosalba, Triticone a due
                                             È di ragione.
 Triticone
 Misero Triticone
860a qual passo ti guida
 un amoroso incanto?
 Ahi più non posso trattenere il pianto.
 
    Mi cadon le lacrime
 dal duolo terribile.
865Oibò, che vergogna!
 Mi vedono, m’osservano,
 tenersi bisogna.
 Oimè il singiozzo,
 la tosse, la tosse.
870Non posso fiatar.
 
    La lara, la lara,
 la lara, la la.
 
    Io finger vorrei
 ma il pianto negl’occhi
875non posso fermar.
 
 Rosalba
 Signor, che avete mai?
 Triticone
                                            Eh niente, niente,
 m’andò un po’ di tabacco dentro gl’occhi.
 Giacinto
 Io l’ho trovata alfine.
 Straccierem la sentenza;
880faremo una scrittura in cui si dica
 che il signor Triticone
 dà Rosalba per moglie
 a Giacinto Verbani e che gl’assegna
 per dote tutto quello
885che dal padre di lei gli fu lasciato.
 Non va bene così?
 Rosalba
                                    Io mi contento.
 Triticone
 Ma per me non va bene.
 Rosalba
 Valerà la sentenza
 col doppio e nelle spese.
 Triticone
                                              E questo è peggio.
 Giacinto
890Convien che rissolviate.
 Rosalba
 O la scrittura o la sentenza.
 Triticone
                                                    Or via
 mi rissolvo segnar questa scrittura;
 ma saran poi contenti
 gl’avversari di questo aggiustamento?
 Giacinto
895Per Giacinto m’impegno.
 Rosalba
                                                 Io per Rosalba.
 Triticone
 La scrittura si faccia.
 Giacinto
                                         Ora la stendo.
 Rosalba
 Signor, ben lo sapete,
 promissio boni viri est obligatio.
 Triticone
 Prendete pur le doppie.
 Rosalba
                                              Io vi ringrazio.
900Se poi dir lo voleste
 alla cliente mia, poco mi preme,
 mentre con lei le goderemo assieme.
 Triticone
 Siete un di que’ avvocati...
 Rosalba
                                                   Olà tacete
 e la mia profession non offendete.
 
905   L’avvocato è necessario
 per la robba, per la vita,
 per la fama, per chi regge,
 senza lui, che val la legge?
 Lui l’espone al tribunal.
 
910   Le menzogne pone in chiaro
 e discopre i tradimenti,
 gl’innocenti esso difende,
 perché intende
 qual è il bene e qual è il mal.
 
 Giacinto
915Eccovi la scrittura,
 via signor Triticon sottoscrivete.
 Triticone
 Triticon Ballonar, come di sopra.
 Giacinto
 Per Giacinto Verbani io la confermo.
 Rosalba
 Io per Rosalba Frangiador l’affermo.
 Triticone
920Ma non basta così.
 Giacinto
                                     Cosa vi vuole?
 Triticone
 Dev’esser sottoscritta
 di propria man dai due consorti ancora
 e valerà questa scrittura allora.
 Giacinto
 Desiate ancor questo?
 Triticone
925Certo, per mia cauzione.
 Rosalba
 Sarete sottisfatto.
 Giacinto
 Leggete questa firma, il tutto è fatto.
 Triticone
 Ma qui già non rimiro
 altra sottoscrizion che le due vostre.
 Giacinto, Rosalba a due
930Appunto Triticon sono le nostre. (Si scoprono)
 Triticone
 Oh ciel, che vedo mai?
 Rosalba
 Rosalba in me vedete.
 Giacinto
                                           In me Giacinto.
 Triticone
 Traditori così... Ma nulla vale
 la sentenza, il giudizio; e la scrittura
935perché carpita fu non ha valore.
 Rosalba
 Questa è la vostra man signor tutore.
 Giacinto
 Se voi di vostra mano
 la dote promettete,
 ritirarvi già più voi non potrete.
 Triticone
940Voi m’avete ingannato.
 Rosalba
 Ben io, s’a voi credevo,
 ingannata sarei. Con tante belle
 paroline melate
 acciecar mi volevi e avermi in moglie.
945La semplice così l’astuto coglie.
 Giacinto
 Io già colla scrittura
 dal giudice non finto ora mi porto;
 e pensateci voi.
 Triticone
                               No no fermate,
 senza moltiplicar tant’altre spese
950e litigar ancora,
 tutta la dote vi darò in malora.
 Giacinto, Rosalba a due
 
    Così dunque in allegria
 goderemo i giorni nostri.
 
 Triticone
 
 Ladronaccio, brutta arpia,
955di Cocito orrendi mostri.
 
 Giacinto
 
 Così irato, ma perché?
 
 Rosalba
 
 Siete in colera con me?
 
 Triticone
 
 Lasciatemi star, lasciatemi star.
 
 Rosalba
 
    Bel vecchietto,
960mio caro, caretto.
 
 Triticone
 
 Ancora burlar? Ancora burlar?
 
 Giacinto
 
    Carta canta e villan dorme,
 la scrittura parla chiaro,
 Triticon, che si puol far?
 
 Triticone
 
965   Queste qui non son le forme
 di venirmi a trapolar.
 
 Rosalba
 
    Signor mio, vi vuol pazienza,
 siete vecchio, siete buono
 solamente d’abbrucciar.
 
 Triticone
 
970   Quest’è troppa impertinenza,
 non si puol più sopportar.
 
 Giacinto, Rosalba a due
 
    Caro vecchietto, carino, caretto,
 tutta la barba vi voglio pelar.
 
 Triticone
 
 Lasciatimi star.
 
 Giacinto, Rosalba a due
 
                                Lasciamolo star.
 
 Fine della terza ed ultima parte