Le nozze, Bologna, Sassi, 1755

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 
 MASOTTO e LIVIETTA
 
 Livietta
 Dica, signor fattor, con sua licenza;
 le vorrei dire una parola.
 Masotto
                                                Due
 ancor ne ascolterò.
 Livietta
 Scusi.
 Masotto
               Fa’ grazia.
 Livietta
                                    Non vorrei.
 Masotto
                                                           Che serve?
 Livietta
425Se la sturbo, la prego perdonare.
 Masotto
 Voi mi fate penare. (Son curioso
 di saper cosa vuole).
 Livietta
 Dorina si marita.
 Masotto
                                   E che per questo?
 Livietta
 Ed io fanciulla ed a servire io resto.
 Masotto
430Anche per voi verrà...
 Livietta
 Da marito ancor io sono in età.
 Dorina non ha niente più di me;
 se si marita lei, io no? Perché?
 Masotto
 Quando si vuol marito,
435un qualche buon partito
 che capiti s’aspetta.
 Livietta
 Se fossi una civetta,
 come Dorina, l’averei trovato.
 Signor fattor garbato,
440so tutto e so che lei
 s’è dichiarato amante di colei.
 Masotto
 Io? (Come l’ha saputo?)
 Livietta
 In disparte ho sentito ed ho veduto;
 ma sono una ragazza che ha prudenza,
445non lo dirò a nessun ma con un patto,
 che mi faciate aver, perché stia zitta,
 in sposo colui che ha nome Titta.
 Masotto
 Vi prometto di farlo.
 Livietta
                                        Ma non basta;
 vuo’ che mi fate poi la sigurtà
450che sarà tutto mio con fedeltà.
 Masotto
 La cosa è un po’ dificile; peraltro,
 è Titta un buon ragazzo.
 Credo sarà fedel ma in ogni caso,
 se fosse di cambiar volonteroso,
455non sarà poi con voi sì rigoroso.
 Livietta
 Almen che siano i patti
 reciprochi e discreti.
 A voi mi raccomando;
 m’impegno di tacer quello che so
460e se bisogna ancor v’aiuterò.
 Masotto
 Chi sa che non mi valga
 di voi, Livietta mia?
 Livietta
                                        Dice il proverbio:
 «Una man lava l’altra e tutte due
 lavano il signorsì».
465Onde ancora fra noi farem così.
 
    Son una ragazzina
 sì docile e bonina;
 di me più servizievole
 al mondo non si dà.
 
470   Ma vuol ragione poi
 che facciasi da voi
 quel che da me si fa.
 
 SCENA II
 
 MASOTTO e poi il CONTE
 
 Masotto
 Questo è un pochin d’imbroglio,
 regolarsi conviene con prudenza;
475non avrei mai creduto
 che Livietta sapesse i fatti miei.
 Nascosto si sarà fra queste porte;
 oh queste donne sono pure accorte.
 il Conte
 E ben, Masotto, e bene,
480che risposta mi date?
 Masotto
 Signor, non dubitate;
 vi prometto e vi giuro,
 Mingone non l’avrà, state sicuro.
 il Conte
 Sarà dunque di Titta.
 Masotto
                                          Il suo rivale
485non l’avrà certo; a voi
 lascio tirar la conseguenza poi.
 il Conte
 Che dirà la contessa?
 Masotto
                                         Questa volta
 non la supera al certo.
 Non fo per darmi merto
490ma forse Titta l’averia sposata,
 s’io Dorina non avessi sconsigliata.
 il Conte
 Masotto un dì vedrà
 quanto grato io sia.
 Masotto
                                      Vostra bontà.
 
 SCENA III
 
 La CONTESSA e detti
 
 la Contessa
 Masotto.
 Masotto
                   Mia signora.
 la Contessa
495Ben, si è deciso ancora?
 Masotto
 Dirò... Con sua licenza. (Al conte)
 (Per questa parte non stia più dubbiosa,
 che Titta certo non l’avrà in isposa). (Piano alla contessa)
 la Contessa
 (Dunque l’avrà Mingone). (A Masotto)
 Masotto
                                                   (Non saprei,
500lascio tirar la conseguenza a lei). (Alla contessa)
 la Contessa
 (Come andò la facenda?) (A Masotto)
 Masotto
                                                 (In due parole
 Dorina ho persuaso
 ed è per Titta disperato il caso). (Alla contessa)
 la Contessa
 (Bravo davver!) (A Masotto)
 Masotto
                                 (Al certo
505uomini come me ve ne son pochi). (Alla contessa)
 (Ma la testa davver convien che giochi).
 il Conte
 (Che dice?) (A Masotto)
 Masotto
                          (È disperata).
 il Conte
 (Ho piacer ch’ella sia mortificata).
 Masotto
 (Ora non parla più). (Al conte)
 la Contessa
                                         (Come l’intende?) (A Masotto)
 Masotto
510(Fra sé stesso delira). (Alla contessa)
 la Contessa
 (Gli si vede negli occhi il foco e l’ira). (A Masotto)
 il Conte
 Fattor.
 Masotto
                La mi comandi.
 il Conte
                                               Come dissi,
 d’ogni effetto dotale
 che portò la contessa in questa casa,
515preparatemi i conti.
 Masotto
 Quando comanderà, saranno pronti.
 la Contessa
 Badate; nel contratto
 vi ha da essere un patto,
 per cui nel caso di restituzione,
520s’han da considerare i frutti ancora.
 Masotto
 Baderò, sì signora.
 il Conte
 Poi penseremo a sciorre il matrimonio.
 la Contessa
 Liberata sarò da un tal demonio.
 Masotto
 Perdonino, di grazia,
525perché tanta rovina?
 la Contessa
 Non mi può più veder.
 il Conte
                                            M’odia alla morte.
 la Contessa
 Che marito gentil!
 il Conte
                                     Bella consorte!
 Masotto
 E pur parmi vedere
 che lontani non son dal far la pace.
 il Conte
530Con me sempre è sdegnosa.
 la Contessa
 Compatibile io son, se son gelosa.
 Masotto
 Via, s’accostino un poco.
 la Contessa
                                               Oh questo no;
 la prima non sarò.
 Masotto
 Da bravo, padron mio.
 il Conte
535Non voglio essere il primo né men io.
 Masotto
 Un pochin alla volta.
 Un pochino per uno.
 Vi è un po’ di ritrosia;
 con licenza, signor, anderò via.
 
540   Servo umilissimo,
 ossequiosissimo,
 quando mi chiamino
 sarò prontissimo,
 verrò a servir.
 
545   Faccia un passino in là; (All’uno)
 volti quel viso in qua. (All’altro)
 Ah che contento amabile,
 quando due sposi s’amano,
 il cuor che d’ira è torbido
550in pace ritornar.
 
 SCENA IV
 
 Il CONTE e la CONTESSA
 
 la Contessa
 Se stasse a me, per certo,
 la quiete ci saria.
 il Conte
                                  Non sono il primo
 a promover le liti.
 la Contessa
                                    Queste liti
 han da esser eterne?
 il Conte
                                         Dal mio canto,
555sono finite adesso.
 la Contessa
 E per me sono pronta a far lo stesso.
 il Conte
 Dunque pace, consorte, e non più guerra.
 la Contessa
 Pace, marito mio.
 il Conte
 Contento io sono.
 la Contessa
                                   E son contenta anch’io.
 
 SCENA V
 
 DORINA e detti
 
 Dorina
560Signori, se comandano,
 il desinare è lesto.
 la Contessa
 Dite al cuoco che aspetti.
 il Conte
                                                È ancora presto.
 la Contessa
 Ma se comanda il conte...
 il Conte
 Ah no, contessa mia.
 la Contessa
565Quel che volete voi...
 il Conte
                                        Quel che a voi piace.
 Dorina
 (Oh che prodigio! Son tornati in pace).
 la Contessa
 Sentite, da qui innanzi
 non istate a turbar la nostra quiete. (A Dorina)
 il Conte
 La cagione voi siete
570che si grida fra noi; ma in avvenire
 non si griderà più, certo, sicuro.
 Dorina
 Io le risse, signore, io non procuro.
 la Contessa
 Preparatevi dunque,
 senza adurre altra scusa, altra ragione,
575la man di sposa a porgere a Mingone.
 il Conte
 Oh no, cara consorte;
 la cosa non va bene;
 che sposi il giardiniero non conviene.
 Dorina
 (Affé tornan da capo).
 la Contessa
                                           Il vostro Titta
580certo non sposerà.
 il Conte
 Neanche il vostro Mingone in verità.
 la Contessa
 Chi può star saldo, stia;
 sì, la ragione mia dee prevalere.
 il Conte
 Con questa bestia chi si può tenere?
 Dorina
585Signore. (Al conte)
 il Conte
                    M’hai capito.
 Dorina
 La prego. (Alla contessa)
 la Contessa
                      M’ho spiegato.
 il Conte
 Titta dovrai sposare. Non vuo’ schiamazzi.
 la Contessa
 Hai da sposar Mingon.
 Dorina
                                            (O che bei pazzi).
 il Conte
 Ecco, signora sposa,
590dove il piacer, dove l’amore è ito?
 la Contessa
 Dove il mandò l’indocile marito.
 
    Non v’è amor, non v’è più pace,
 dove regna il fiero orgoglio,
 tollerar, no, più non voglio
595tanti affanni nel mio cuor.
 
    A voler non sono audace
 quel ch’è giusto, quel che giova
 e il negarmelo è una prova
 di viltà, di poco amor.
 
 SCENA VI
 
 DORINA ed il CONTE
 
 il Conte
600Ecco, per cagion vostra...
 Dorina
 Se si grida, signor, per cagion mia,
 datemi la licenza, anderò via.
 il Conte
 Per me v’ho licenziata;
 andatevene pur, però sposata.
 Dorina
605Ma perché mi volete
 obbligare a sposarmi? Se volessi
 vivere sempre sola?
 il Conte
 Ho data la parola;
 voi avete promesso d’accordarla;
610è disposta la cosa e convien farla.
 Dorina
 Ma io... signor mio caro...
 vi dico... ad ogni patto...
 un di no tanto fatto.
 il Conte
                                       Impertinente!
 Così meco si parla?
615Ora son nell’impegno e vuo’ spuntarla.
 Titta, ehi Titta. (Chiama)
 
 SCENA VII
 
 TITTA e detti
 
 Titta
                                Signor.
 il Conte
                                                Sei tu disposto
 ora qui a maritarti?
 Titta
                                       Sì, signore.
 Dorina
 Ma io non vuo’ sposarti.
 Titta
 Pronte ha sempre il mio cor le voglie sue
620ma questa cosa s’ha da fare in due.
 il Conte
 Dorina, in mia presenza
 porgi a Titta la man.
 Dorina
                                        Con sua licenza. (Vuol partire)
 il Conte
 Di qui non partirai, se non lo sposi.
 Dorina
 Senti, se ti pigliassi
625a forza per marito,
 vorrei dopo tre dì farti pentito. (A Titta)
 Titta
 Davver?
 il Conte
                   Non la badare.
 Titta
 Non vorrei che m’avesse a spennacchiare.
 
 SCENA VIII
 
 La CONTESSA, MINGONE e detti
 
 la Contessa
 Su, presto; in mia presenza
630da’ la mano a colei. (A Mingone)
 Dorina
 Orsù, padroni miei,
 sapete cosa c’è?
 La festa non si fa senza di me.
 Vi dico apertamente
635che per or non ne voglio saper niente.
 il Conte
 Come c’entrate voi? (Alla contessa)
 la Contessa
                                        Voi, chi v’insegna
 a violentar le figlie in tal maniera?
 il Conte
 Quel briccon di Mingone invan la spera.
 Mingone
 Io non parlo, signore.
 Titta
                                          Anch’io sto zitto.
 Dorina
640Così foste uno lesso e l’altro fritto.
 L’ho detto, lo ridico e lo dirò
 fino che fiato avrò;
 con alcun di costor non vuo’ legarmi;
 e se di maritarmi avrò desio,
645voglio farlo, signori, a modo mio.
 
    Oh questa è bella,
 se son zitella,
 m’hanno per questo
 da comandar;
 
650   io di nessuno
 ci penso un cavolo,
 né meno il diavolo
 mi fa tremar.
 
    Io non li voglio,
655quest’è finita,
 ciascun le dita
 si può lecar.
 
 SCENA IX
 
 Il CONTE, la CONTESSA, TITTA e MINGONE
 
 la Contessa
 S’io non giungeva in tempo,
 la povera Dorina
660era sagrificata.
 il Conte
 Voi l’avreste per poco assassinata.
 la Contessa
 Vedo quel che sperare,
 quel che temer conviene,
 questa facenda non finirà bene. (Parte)
 
 SCENA X
 
 Il CONTE, TITTA e MINGONE
 
 Titta
665Signor, per quel ch’io vedo,
 non ne faremo niente.
 il Conte
                                           Sta’ pur sodo
 e di sposarla troverassi il modo.
 Mingone
 (Senti, se tu la sposi,
 io ti voglio scannar). (Piano a Titta)
 Titta
                                         Mi vuo’ scannare
670costui, quand’io la sposi. (Al conte)
 il Conte
 Temerario! Tant’osi, me presente?
 Se ardirai di parlar...
 Mingone
                                         Non dico niente.
 il Conte
 Ascoltami, può darsi
 che l’interesse vaglia
675a vincere Dorina.
 Le darò cento doppie. (A Titta)
 Titta
                                           Buono, buono.
 il Conte
 E dopo saran tue.
 Titta
                                   Contento io sono.
 Mingone
 (Se vedessi la forca,
 ti vuo’ ammazzar). (Piano a Titta)
 Titta
680Mi vuo’ ammazzar, mi dice. (Al conte)
 il Conte
                                                      Temerario,
 sotto un baston, se parli,
 morirai prima tu.
 Mingone
 Non temete, signor, non parlo più.
 Titta
 Chi sa? Le cento doppie
685potrebbero allettarla.
 Io son pronto a sposarla,
 ognor che il comandate.
 Mingone
 (Giuro a Bacco, saranno schioppettate).
 Titta
 Schioppettate? (Verso Mingone)
 il Conte
                                Che dici? (A Mingone)
 Mingone
                                                    Io non parlai.
 Titta
690Maledetto costui, non tace mai.
 
    La sposerò, signore;
 la prenderò di core,
 se voi la date a me. (Al conte)
 (Eh ben, che cosa c’è?) (A Mingone)
 
695   Le cento doppie care...
 Ei dice mi vuol dare. (Al conte, accenando Mingone)
 Saranno robba mia;
 e in pace e in allegria...
 Sta’ zitto, maledetto. (A Mingone)
700Me le potrò goder...
 Costui non vuol tacer. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 Il CONTE e MINGONE
 
 il Conte
 Briccon, vatene tosto
 da casa mia. Ma no.
 Licenziar non ti vuo’.
705Restane a me soggetto
 e fremi ed obbedisci a tuo dispetto.
 Sposa sarà di Titta
 Dorina cameriera
 e tu, se di fiattar solo ardirai,
710tutto lo sdegno mio tu proverai.
 
    Anche il leon sdegnato
 confonde i suoi nemici,
 vibra le zanne ultrici
 all’agna ed al pastor.
 
715   All’ira provocato
 io pur da vari oggetti,
 uno per tutti aspetti
 provare il mio furor.
 
 SCENA XII
 
 MENGONE solo
 
 Mingone
 Ed io dovrò esser quello
720che proverà il leon, benché un agnello?
 E per chi? Per colui ch’è mio rivale?
 Sarebbe manco male
 dunque levar di vita quel birbone
 e finita sarebbe la tenzone.
725Cospetto, cospettaccio,
 lo voglio sbudellare,
 se fosse in mezzo alle più forti squadre,
 se fosse ancora in braccio di sua madre.
 
    Mi par di ridere
730con quel ragazzo,
 lo voglio uccidere
 colle mie man.
 
    Poi per il mondo
 da pellegrino
735miglior destino
 cercando andrò.
 Monsieur, doné
 la charité.
 
    E se ritrovo
740la pellegrina
 che sia bellina
 non può mancarmi
 la carità.
 Monsieur, doné.
745Monsieur, gardé
 ce famme la. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 Notte.
 
 MASOTTO e DORINA, poi LIVIETTA
 
 Masotto
 Dorina mia, s’imbrogliano le cose
 e per voi e per me. Sarebbe meglio,
 per terminare ogni dificoltà,
750che tutti due fugissimo di qua.
 Dorina
 Fugir? Non mi par cosa
 onesta e prudenziale.
 Masotto
 L’affare, se stiam qui, finirà male.
 Livietta
 (Sento gente. Al mio solito
755voglio un poco ascoltar). (Da sé in disparte)
 Dorina
                                               Dove pensate
 di volermi condurre?
 Masotto
                                          A casa mia.
 Trovarete una zia,
 sorella di mio padre,
 che bisognando vi farà da madre.
 Dorina
760Quand’è così... Son quasi
 rissolta di venire.
 Masotto
                                   Andiamo subito,
 prima che se n’accorgano.
 Livietta
                                                  (Bravissimi!
 Senza dir nulla a me voglion fugire?
 Questo torto mi fan? S’han da pentire). (Da sé e parte)
 
 SCENA XIV
 
 MASOTTO e DORINA, poi MINGONE
 
 Masotto
765Ho già messo da parte
 tutto quel che bisogna.
 Dorina
                                            E la mia roba?
 Masotto
 Pazienza; l’averem, se si potrà;
 andiamo.
 Dorina
                     Andiamo pure.
 Mengone
                                                   Chi va là? (Bravando colla spada)
 Dorina
 Oimè!
 Masotto
                Niente paura. (A Dorina)
770Lasciate andar la gente
 per la sua strada. (Cambiando voce)
 Mengone
                                   Vuo’ sapere chi siete.
 Masotto
 (Questo è Mingone; non lo conoscete?) (Piano a Dorina)
 Dorina
 (Me ne anderò). (A Masotto)
 Masotto
                                  (Fermatevi). (A Dorina)
 Chi siete voi? (A Mingone)
 Mingone
                             Un uomo disperato,
775ho Dorina cercato e non la trovo
 e vuo’ saper che cosa v’è di nuovo.
 Dorina
 (Ah lasciatemi andar). (A Masotto)
 Masotto
                                             (Zitto, vi dico). (A Dorina)
 Dorina
 (Noi siamo in un intrico). (A Masotto)
 Mingone
 Una donna mi par che là vi sia.
780Voglio sapere s’è la donna mia. (A Masotto)
 Masotto
 Di voi mi maraviglio
 e partir vi consiglio. (Come sopra a Mingone)
 Mingone
 Non parto insino a dì.
 
 SCENA XV
 
 LIVIETTA, TITTA e detti
 
 Titta
 Dove saranno andati? (A Mingone)
 Livietta
                                            (Eccoli qui). (A Titta)
 Dorina
785(Sento dell’altra gente). (A Masotto)
 Masotto
                                               (State zitta). (A Dorina)
 Titta
 (V’ho trovata sul fatto). (A Dorina prendendola per un braccio)
 Masotto
                                              (Questi è Titta.
 Affé, mi vien in mente
 di far un colpo bello da prudente). (Parte)
 
 SCENA XVI
 
 DORINA, TITTA, MINGONE e LIVIETTA
 
 Dorina
 (Masotto m’abbandona). (Da sé tentando fugire)
 Titta
790(Non mi fugite, affé). (Trattenendola)
 Mingone
 Non mi spaventa quanta gente c’è.
 Livietta
 (Li ho bene imbarazzati.
 Così del loro ardir li ho castigati).
 
 SCENA XVII
 
 MASOTTO con lume; il CONTE e la CONTESSA e detti
 
 Masotto
 Vengano i miei padroni
795e vedan due bricconi
 che a gara, in questa sera,
 volevano rapir la cameriera.
 il Conte
 Tu, scellerato, me la pagherai. (A Mingone)
 la Contessa
 Tu esente dal castigo non andrai. (A Titta)
 il Conte
800Ne parlarem domani; e voi frattanto
 fate che siano ben chiuse le porte. (A Masotto)
 Mingone
 Io, signor, non so niente. (Al conte)
 Titta
 Per me sono innocente. (Alla contessa)
 la Contessa
 Che facevi tu qui? (A Titta)
 il Conte
                                     Tu, che facevi? (A Mingone)
 Mingone
805Per diffender Dorina io son venuto.
 Titta
 Ed io venni per te solo in aiuto.
 Masotto
 Son bricconi ambidue; lor non credete.
 il Conte
 Lo vedrete doman. (Parte)
 la Contessa
                                      Doman vedrete. (Parte)
 Mingone
 
    Son restato un insensato
810che difendersi non sa.
 
 Titta
 
    Per far bene ho fatto male,
 non so dir cosa sarà.
 
 Livietta
 
    Mi dà spasso, mi diletta
 questa bella novità.
 
 Dorina, Masotto a due
 
815   Il timore dal mio seno
 a bel bello se ne va.
 
 Mingone
 
    Cospetton, cospettonaccio.
 
 Masotto, Titta a due
 
 Ehi non fate qui il bravaccio,
 che risposto vi sarà.
 
 Dorina, Livietta a due
 
820   Deh non fate, non bravate,
 che il bravar tremar mi fa.
 
 Mingone
 
    Chi era quel che con Dorina?...
 
 Titta
 
 Chi l’avea per la manina?...
 
 Masotto
 
 Un di voi.
 
 Mingone, Titta a due
 
                      Non è vero.
 
 Livietta
 
825Io lo so ma nol vuo’ dire.
 
 Dorina
 
 Non lo dite, in carità.
 
 Mingone
 
    Se non si dice, ah cospettone!
 
 Titta
 
 Se non si parla, ah sanguinone!
 
 Dorina, Livietta a due
 
    Ah mi vien male. (Tutte due mostrano di svenire. Mingone e Titta vogliono soccorrere le donne e Masotto li scaccia)
 
 Masotto
 
                                       Animalacci,
830brutti mostacci, fatevi in là.
 
 Mingone
 
    Tutto per voi? (A Masotto)
 
 Titta
 
 Niente per noi? (A Masotto)
 
 Masotto
 
 Così si fa. (Le donne rivengono)
 
 Dorina, Livietta a due
 
    Il cielo vi rimeriti
835la vostra carità. (A Masotto)
 
 Masotto
 
    Con donne sono pratico
 e so come si fa.
 
 Mingone, Titta a due
 
    Cospetto!
 
 Dorina, Livietta a due
 
                        Ahi!
 
 Masotto
 
                                   Villanacci,
 andate via di qua.
 
 Masotto, Dorina, Livietta a tre
 
840   Un certo non so che
 mi par sentir in me
 che giubilar mi fa.
 
 Mingone, Titta a due
 
    Che rabbia, che dispetto
 che sentomi nel petto,
845che delirar mi fa.
 
 Fine dell’atto secondo