Il mercato di Malmantile, Venezia, Fenzo, 1758

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino in casa di Lampridio.
 
 Il CONTE e la MARCHESA
 
 la Marchesa
 Questa è la fede, ingrato,
610che mi giurasti un dì?
 il Conte
                                           Voi vi lagnate
 a torto del mio amor.
 la Marchesa
                                         Veggo il bel frutto
 di un volubile cor. Crudel, so tutto.
 il Conte
 Voi mi rimproverate
 perché con questa semplice
615finger provai per divertirmi alquanto
 ma al sincero amor mio fedel mi vanto.
 la Marchesa
 Voi siete un menzognero.
 Le prometteste amor.
 il Conte
                                          No, non è vero.
 la Marchesa
 Ella non ardirebbe
620dir che le prometteste il cuor, la mano,
 se generoso, umano
 seco stato non foste e lusinghiero.
 il Conte
 Io prometterle il cor? No, non è vero.
 Finsi d’amore il foco.
625Per trattenermi un poco
 per diletto talora io scherzo e rido.
 Ma voi siete il mio bene e a voi son fido.
 
    Non temete mio dolce tesoro
 ch’io mi scordi la fede, l’amor,
630vi promisi la mano ed il cor
 e a voi serbo la mia fedeltà.
 
    Per pietà non mi fate languir,
 mi vedrete a’ vostr’occhi morir
 se conforto quel cor non mi dà.
635A voi serbo la mia fedeltà. (Parte)
 
 SCENA II
 
 La MARCHESA sola
 
 la Marchesa
 Della sua fedeltà non mi contento
 s’egli di gelosia mi dà il tormento.
 Di questa presontuosa
 che mi fa sospirar vuo’ vendicarmi,
640sì sì voglio provarmi,
 per punire la figlia e il genitore,
 far sì che a Malmantile
 sia mandato un miglior governatore.
 
    Saprò l’altero orgoglio
645punir di quell’audace.
 Se turba la mia pace,
 mi voglio vendicar.
 
    All’onor mio s’aspetta
 ricuperar quel core
650e son per troppo amore
 costretta a dubitar. (Parte)
 
 SCENA III
 
 La LENA sola
 
 Lena
 
    Ho venduto la gallina,
 vorrei vendere il mio cor.
 Ma son tanto poverina,
655non ritrovo il comprator.
 
 Mi diceva mia madre
 che venendo al mercato
 qualcun che mi volesse avrei trovato.
 Si vengo di buonora,
660ci sto fin mezzogiorno
 e a casa sola, poveretta, io torno.
 Ma tanto cercherò
 che un qualche giorno lo ritroverò.
 
 SCENA IV
 
 BERTO e la suddetta
 
 Berto
 
    Ho vendute tutte l’ova,
665vorrei vendere anche me.
 Ma nessuna non si trova
 che mi dica: «Voglio te».
 
 Lena
 (Ecco Berto. Costui
 quando viene al mercato
670procura sempre di venirmi allato). (Da sé)
 Berto
 (Ecco qui la Lenina,
 per dir la verità mi par bellina). (Da sé)
 Lena
 (S’egli si dichiarasse,
 chi sa?... Ma io la prima
675non vogl’essere certo a dichiararmi). (Da sé)
 Berto
 Siamo da maritar, voglio provarmi. (Da sé)
 Buongiorno ragazzotta.
 Lena
                                             Buondì Berto.
 Berto
 Dove andate?
 Lena
                            Ritorno a casa mia.
 Berto
 Io vi posso servir di compagnia.
 Lena
680No no, me ne ricordo,
 sono con voi sdegnata,
 che mi avete testé mortificata.
 Berto
 Se ho detto qualche cosa
 per il governatore
685l’ho detto anch’io perché vi porto amore.
 Lena
 Oh certo!
 Berto
                     In verità
 vi voglio bene.
 Lena
                              Andate via di qua.
 Berto
 Sola volete andar?
 Lena
                                    Voglio andar sola,
 già ne sono avvezzata.
690Meglio sola che male accompagnata.
 Berto
 Ah furbetta furbetta.
 Vi rassembra ch’io sia da disprezzare?
 Ma disprezza talor chi vuol comprare.
 Lena
 Io non vengo a comprar, vengo per vendere.
 Berto
695Qualche cosa ho ancor io da poter spendere.
 Lena
 Se volete comprare andate in piazza.
 Berto
 Voglio comprare il cor di una ragazza.
 Lena
 Andatelo a cercar, lo troverete.
 Berto
 Il vostro comprerò se mel vendete.
 Lena
700Questa è una mercanzia
 che si deve comprare a casa mia.
 Berto
 Andiam; verrò con voi.
 Lena
                                             No no, mia madre
 m’ha detto ch’io non vada accompagnata,
 se non sono promessa o maritata.
 Berto
705Dunque per non lasciarvi andar più sola,
 di volervi sposar vi do parola.
 Lena
 Davver?
 Berto
                   Davver, carina.
 Datemi la manina.
 Lena
                                     Signor no.
 Aspettate un pochino.
 Berto
                                           Aspetterò.
 Lena
710(Voglio pria consigliarmi).
 Berto
 Avvertite, ragazza, a non burlarmi.
 Ritorno in sul mercato.
 Nella solita strada
 si troverem, careta,
715e chi primo ci va primo si aspetta.
 
    La mia sposina Lenina sarà.
 E sul mercato con me si vedrà.
 Quando ti parlano voltati in là.
 A chi ti cerca rispondi così:
 
720   «Questo è il mio caro
 che mi ha sposata,
 son maritata,
 signori sì».
 
    Oh che contento
725che al cor mi sento,
 venga quell’ora,
 venga quel dì. (Parte)
 
 SCENA V
 
 La LENA, poi LAMPRIDIO
 
 Lena
 Berto per un marito
 non è tristo partito.
730Ma se meglio trovassi a’ giorni mei
 con un altro miglior lo cambierei.
 Lampridio
 (Eccola nel giardino.
 Affé, che quel visino m’innamora.
 Le voglio ben ma non l’ho detto ancora).
 Lena
735(Basta; ci penserò!)
 Lampridio
                                       Lena.
 Lena
                                                    Signore.
 Lampridio
 Spiacemi del rumore
 seguito in casa mia ma non temete,
 vi potete tornar quando volete.
 Lena
 Oh illustrissimo no.
740Dalla figliuola sua non tornerò!
 Lampridio
 Mia figlia si marita
 col conte della Rocca
 e allor che più non c’è
 voglio che voi venite a star con me.
 Lena
745Vossignoria perdoni,
 son giovane d’onore,
 non vado in casa del governatore.
 Lampridio
 Di che avete timor?
 Lena
                                       Presso la gente
 non vuo’ discreditarmi.
750Vuo’ cercar l’occasion di maritarmi.
 Lampridio
 Credete che non sia
 facile il maritarvi in casa mia?
 Lena
 I nostri contadini
 vogliono che le loro innamorate
755stiano in casa modeste e ritirate.
 Lampridio
 Lena mia in conclusione
 voi non siete un boccone
 da strappazzar così. La vostra mano
 degna è d’un gran signor, non di un villano.
 Lena
760Oh cosa dice mai? Lei mi mortifica.
 Contadina son nata e il mio destino
 mi obbliga ad isposare un contadino.
 Lampridio
 E se un uomo di garbo,
 un uomo letterato,
765un signor graduato
 vi volesse sposar?
 Lena
                                   Non so che dire,
 se fossi destinata...
 Ma non sono, signor, sì fortunata.
 Lampridio
 E pur vi è una persona
770che ha titoli, che ha gradi e facoltà,
 che per voi non avria difficoltà.
 Lena
 Un signor titolato,
 un signor graduato
 inclina all’amor mio?
 Lampridio
775Sì, un gran signore e il gran signor son io.
 Lena
 (Capperi. Una fortuna
 saria questa per me).
 Lampridio
                                          Su via parlate.
 Lena
 Lo conosco, signor, voi mi burlate.
 Lampridio
 Ve lo dico di core,
780ardo per voi d’amore.
 Se mia figlia si sposa, io resto solo
 e mi vuo’ maritare anch’io di volo.
 Lena
 Ma vorrà una signora...
 Lampridio
                                             No, non voglio
 con madame o signore aver imbroglio,
785con voi sarò felice;
 se volete vi fo governatrice.
 Lena
 Governatrice? Capperi.
 Allor la sfoggiarei.
 (Se dicesse davver lo piglierei).
 Lampridio
790Tant’è, se mi volete,
 cara, vi sposerò.
 Non lo dite a nessuno.
 Lena
                                           Io tacerò.
 Ma poi non mi burlate.
 Lampridio
 Lena non dubitate.
795Presto sarete mia, ve lo prometto.
 Lena
 Il cor per l’allegria balzami in petto.
 
    Coll’abito da sposa
 se anch’io mi vestirò,
 più bella e più vezzosa,
800sposina anch’io sarò.
 
    La testa a tutta moda,
 col cerchio e colla coda
 a passeggiare andrò
 e con un’occhiatina
805la gente ammazzerò. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 LAMPRIDIO solo
 
 Lampridio
 Tosto ch’io son venuto a Malmantile
 quel volto signorile,
 quegli occhi, quella bocca e quel nasino
 mi han fatto per amor tornar bambino.
810Della mia vedovanza
 sono annoiato e stracco
 e la voglio sposar, corpo di Bacco.
 Ma... Lampridio Lampridio... una parola.
 Che dirà la figliuola?
815Brigida, che ha pensieri da sovrana,
 che dirà, s’io mi sposo a una villana?
 Eh v’ho da pensar io.
 Soddisfo il genio mio... Ma piano un poco,
 sono un uomo civile;
820sono il governator di Malmantile.
 
    Pensieri a capitolo,
 che abbiamo da far?
 La carica, il titolo
 mi fanno pensar.
 
825   Mi dice l’amore:
 «Contenta il tuo core»,
 l’onore mi dice:
 «Non fare, non lice».
 Che abbiamo da far?
 
830   Nel cor poverello
 campana martello
 sentire mi par.
 
    Che dichino, che parlino,
 che gridino, che ciarlino.
835Oh questa sì ch’è buona,
 oh questa sì ch’è bella.
 La cara villanella
 contento vuo’ sposar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 BRIGIDA e RUBICONE
 
 Brigida
 
    Vada innanzi, favorisca.
 
 Rubicone
 
840Tocca a lei, mi compatisca.
 
 Brigida
 
 Le son serva.
 
 Rubicone
 
                           A lei m’inchino.
 
 Brigida
 
 Pare proprio un amorino.
 
 Rubicone
 
 Tutta grazia e civiltà.
 
 a due
 
 Viva sempre la beltà.
 
 Brigida
845Signor, nel vostro volto
 amor con dolce cura
 collocata ha dei cor la cinosura.
 Rubicone
 Espressione bellissima,
 degna appunto di voi.
 Brigida
                                           Serva umilissima.
 Rubicone
850Chi sarà il fortunato
 che la grazia averà
 di possedere una sì gran beltà?
 Brigida
 Finor mi ha vagheggiato
 un conte titolato e se non trovo
855presto un qualche partito più magnifico
 con il conte mi sposo e mi mortifico.
 Rubicone
 Non fo per dir, signora,
 ma certo in casa mia
 di titoli non evvi carestia.
 Brigida
860E quai son questi titoli?
 Dite; si può sapere?
 Rubicone
 Eccoli qui, ve li farò vedere. (Le mostra il libro de’ privilegi)
 (Con tal caricatura
 prevalere mi vuo’ dell’impostura).
865Ecco qui un marchesato
 che il padre mi ha lasciato.
 Ecco signora mia,
 ecco una baronia,
 ecco qui una contea ma questo è niente.
870Son di trenta città giurisdicente.
 Brigida
 Ella è giurisdicente?
 Ella è conte e barone ed è marchese?
 Ella è molto onorevole.
 La sua gran nobiltade è strabocchevole.
 Rubicone
875Nell’oro e nell’argento
 in casa mia si sguazza.
 Si tripudia, si gode e si solazza.
 Brigida
 Mi ha detto il padre mio, cioè l’illustrissimo
 signor governatore,
880ch’ella di medicina era un dottore.
 Rubicone
 Son medico, egli è vero,
 ma nol fo per mestiero.
 Bramo di far spiccar l’abilità
 e medico ciascun per carità.
 
 SCENA VIII
 
 CECCA e detti
 
 Cecca
885Oh signor ciarlatano,
 cerco appunto di voi.
 Brigida
                                         Con chi parlate?
 Cecca
 Con costui che le genti ha corbellate.
 Rubicone
 Voi non mi conoscete.
 Cecca
 Eh so ben io chi siete.
890So che avete venduto
 le porcherie che lasciano gli armenti
 per un segreto da pulire i denti.
 Rubicone
 È una pazza costei. (A Brigida)
 Brigida
                                      Me lo figuro
 ai detti, alle parole.
895Ma dalla nebia non si offusca il sole.
 
 SCENA IX
 
 BERTO e detti
 
 Berto
 Oh signor Rubicone,
 al mercato finora
 vi ho cercato invano.
 Brigida
 Con chi parlate voi? (A Berto)
 Berto
                                        Col ciarlatano.
 Brigida
900Oh rustica progenie,
 così parli d’un conte e d’un barone?
 Berto
 È un barone costui? Non lo sapeva,
 so che in piazza ei vendeva
 le pillole, i cerotti e l’orvietano
905e l’ho sempre creduto un ciarlatano.
 Rubicone
 Gente senza rispetto e civiltà.
 Brigida
 Egli medica ognun per carità.
 Berto
 Quand’è così, scusate.
 Datemi un cerottin, se lo donate.
 Cecca
910Quand’è così, signore!
 la roba per i denti io vi ho pagato.
 Datemi il mezzo paolo che vi ho dato.
 Rubicone
 Mezzo paolo fraschetta?
 Non pagasti né meno la boccietta.
915Vatene via di qua.
 Cecca
 Che bella carità!
 Vendere per i denti una sporcizia?
 Basta così, mi farò far giustizia.
 
 SCENA X
 
 RUBICONE, BRIGIDA, BERTO
 
 Rubicone
 Questa è troppa insolenza.
920Ma con tale genia vi vuol pazienza.
 Brigida
 Vi giuro, nell’udir tal vituperio
 mi si aveva scaldato il mesenterio.
 Rubicone
 Mesenterio? Bravissima.
 Siete erudita assai.
 Brigida
                                      Serva umilissima.
 Berto
925Fate che in grazia vostra
 mi doni un cerottino.
 Fatelo e quattro mela anch’io vi dono. (A Brigida)
 Brigida
 Talpa, selce, villan, non sai chi sono?
 Berto
 Uh uh quanta superbia! Vostro padre
930ch’ora è governator di Malmantile
 nato è anch’egli villan nel mio cortile.
 Brigida
 Oimè! Quel temerario,
 quel mentitor, quell’uom senza rispetto
 mi fa venir le convulsioni al petto.
 Rubicone
935Presto, presto uno spirito
 che vi conforterà.
 Brigida
 Povera nobiltà!
 Povera stirpe mia!
 Povera e nuda vai filosofia.
 
940   Insolente (A Berto) mi vien male.
 Presto, presto, date qua. (Chiede lo spirito a Rubicone)
 Con tal grazia me lo dà
 che mi sento innamorar.
 Villanaccio. Fatti in là. (A Berto)
 
945   Non lo posso sopportar.
 Che bel garbo, che bel vezzo! (A Rubicone)
 Non ha pari, non ha prezzo
 la sua bella civiltà.
 
    Marchesino, baroncino,
950bel contino, ah che beltà!
 Villanaccio via di qua. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 RUBICONE e BERTO
 
 Berto
 Affé mi fa da ridere.
 La povera ragazza
 si vede ben ch’è scimunita e pazza.
 Rubicone
955Parla con riverenza,
 suo protettore io sono.
 Se le perdi il rispetto, io ti bastono.
 Berto
 A me? Se mi toccate
 vi rompo il cranio a forza di sassate.
 Rubicone
960Villano impertinente.
 Berto
 Ciarlatano insolente.
 Rubicone
 Son medico, briccon, non ciarlatano.
 Berto
 Ed io son contadino e non villano.
 Rubicone
 Vil feccia.
 Berto
                     Gabamondo.
 Rubicone
965Così parli di me?
 Berto
                                   Così rispondo.
 
 SCENA XII
 
 La LENA, CECCA con vari contadini e detti
 
 Lena
 Signor operatore,
 questi che qui vedete
 da voi se nol sapete
 furon tutti ingannati
970e vogliono i danar che vi hanno dati.
 Rubicone
 Non si parla così con un dottore.
 Berto
 Andiamo tutti dal governatore.
 Io, che son della villa
 sindaco, deputato, io condurrò
975questa gente dinnanzi e parlerò.
 Rubicone
 (Ah son precipitato.
 Di qua me ne anderei
 ma Brigida lasciare io non vorei).
 Lena
 Voi avete operato
980con arte e con malizia.
 Berto
 Andiamo pur, vi farò far giustizia. (Ai contadini)
 Rubicone
 Amico, un forestiere
 non trattate così, bella ragazza,
 non mi precipitate.
985Tutto per voi farò quel che bramate.
 
    Se siete bella siate buonina,
 per voi carina tutto vuo’ far.
 Berto gentile, Berto grazioso
 no, non mi fate precipitar.
 
990   Che non mi sentano, che non mi vedano,
 queste monete vi vuo’ donar.
 Anime ingrate, li ricusate?
 Perfidi andate, non vuo’ tremar.
 
    (Brigida cara, Brigida bella,
995posso da quella tutto sperar).
 Gente villana, gente inumana,
 sono il dottore, l’operatore,
 di voi non voglio più paventar. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 BERTO, la LENA, CECCA ed i contadini
 
 Berto
 Costui mi ha strappazzato.
1000Sì lo voglio veder precipitato.
 Lena
 A voi si raccomandano
 tutti questi che fur da lui gabbati.
 Berto
 Insieme radunati
 troviamoci tra poco
1005ed al governatore
 accusiam l’impostore; e fatto questo,
 Lena, fra voi e me si farà il resto.
 Lena
 So che dir mi volete
 ma a tempo or più non siete.
1010Compatitemi Berto. In verità
 me ne dispiace assai
 d’avervi abbandonato
 ma un partito migliore ho ritrovato. (Parte)
 Berto
 A me codesti torti?
1015Il diavolo mi porti,
 pettegola fraschetta,
 se anche con te non saprò far vendetta.
 Andiamo al tribunale,
 lasciatemi parlare,
1020due liti in una volta io voglio fare. (Parte coi contadini)
 
 SCENA XIV
 
 CECCA sola
 
 Cecca
 Berto è un uom che sa dire,
 ci farà far giustizia;
 e dal governatore
 castigato sarà l’operatore.
1025Costui è un ignorante
 e la gente lo crede
 un uomo di virtù.
 Alle parole sue non credo più.
 
    Ciarlatani van girando
1030per le ville e le città
 che la gente van gabando
 con parole in quantità.
 
    Chi li sente son dottori,
 ricchi son d’argenti ed ori,
1035chi lor crede se n’avvede
 che se ha poca sanità
 da costor si stroppierà. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 Camera in casa di Lampridio con tavolino e sedie.
 
 LAMPRIDIO con un servitore, poi BERTO, poi RUBICONE
 
 Lampridio
 Ora che è terminato
 nella piazza il mercato,
1040al solito mi aspetto
 che vengano le usate seccature.
 Ma che vengano pure,
 sono il governator, vi vuol pazienza.
 Venga innanzi da me chi vuole udienza. (Siede)
 Berto
1045Signor, da un ciarlatano
 hanno varie persone
 del balsamo comprato
 ed ogniuno da lui restò gabato.
 Io, che il sindaco son di Malmantile,
1050per lor chiedo ragione.
 Condannatelo a far restituzione.
 Rubicone
 Signor governatore. (Lampridio a poco a poco si addormenta)
 Quel che a costoro ho dato
 si può dir l’ho donato.
1055Lo diedi a un prezzo vil per carità.
 A ciascuno donai la sanità.
 Berto
 Non è vero, signore.
 Costui è un impostore.
 I suoi medicinali
1060sono buoni per ungere i stivali.
 Rubicone
 Codesta è un’insolenza,
 vi è più d’una sperienza
 che approva i miei rimedi singolari.
 Berto
 Chi ha speso i suoi denari
1065si ritrovò gabbato.
 Rubicone
 Chi provò i miei segreti è rissanato.
 Berto
 Non è ver. Più di cento
 diran che quel ch’ei vende è una sporcizia.
 Signor governator fate giustizia. (Batte colla mano sul tavolino e Lampridio si sveglia)
 Lampridio
1070Ho capito, ho capito,
 so io quel che farò,
 alla galera lo condanerò.
 Rubicone
 Condannarmi? Perché?
 Lampridio
                                              Non dico a voi.
 Berto
 Dunque chi condannate?
 Lampridio
1075Io non ho inteso ben quel che diciate.
 Berto
 Dico che questo qui
 ha gabbato la gente ed è così.
 Rubicone
 Ed io dico e sostengo
 che tutti in questo loco
1080obbligati mi son...
 Lampridio
                                    Tacete un poco.
 La causa è di rimarco. Io non mi fido
 della mia testa sola.
 Ehi! Andate a chiamar la mia figliuola. (Ad un servitore e si alza)
 Berto
 Scrivete la querela;
1085formategli processo,
 vo per i testimoni e torno adesso. (Parte)
 
 SCENA XVI
 
 LAMPRIDIO, RUBICONE, poi BRIGIDA, poi BERTO coi contadini, poi la LENA
 
 Rubicone
 Signor, non gli badate.
 Son genti scelerate; io son chi sono.
 Alla vostra giustizia io mi abbandono.
 Lampridio
1090Tutto va bene, amico,
 ma io nel tribunale
 il mio dover vuo’ fare,
 la sentenza qualcun mi ha da pagare.
 Rubicone
 Son qui, pagherò io.
1095Fate che in mio favor nasca il decreto.
 E vi do per i calli il mio segreto.
 Lampridio
 Per i calli il segreto? Con licenza,
 voglio far come va la mia sentenza.
 Brigida
 Eccomi qui signore.
1100Che comanda da me?
 Lampridio
                                          Nel tribunale
 voi dovete seder collaterale.
 Brigida
 Terrò nella mia destra
 contro la gente rea
 le bilancie d’Astrea.
 Lampridio
1105Chi è la signora Astrea?
 Brigida
                                              La dea propizia
 che insegna al mondo a propagar giustizia.
 Lampridio
 Figlia mia benedetta,
 tu sai di quelle cose
 che fan trasecolar.
 Rubicone
                                    La dea giustissima
1110siede nel vostro cor. (A Brigida)
 Brigida
                                        Serva umilissima.
 Rubicone
 Io son perseguitato,
 sono a torto accusato
 e dal vostro bel cuor giustizia attendo.
 Brigida
 Sì signore ha ragione, io lo diffendo. (A Lampridio)
 Lampridio
1115Ha ragion?
 Brigida
                        Signorsì.
 Lampridio
 Quando lo dici tu, sarà così.
 Brigida
 
    Quel signor che qui vedete,
 padre mio, non conoscete.
 Egli è conte ed è marchese,
1120è barone e cavalier.
 
 Lampridio
 
    È marchese? (A Rubicone)
 
 Rubicone
 
                               Sì signore.
 
 Lampridio
 
 È un barone? (A Brigida)
 
 Brigida
 
                             Signorsì.
 
 Lampridio
 
 Ha ragion quand’è così.
 
 Berto
 
    Io son qui coi testimoni (Vengono i contadini)
1125e diranno e giureranno
 che gabati sono stati
 e lo voglion processar.
 
 Lampridio
 
    Testimoni? (A Berto)
 
 Berto
 
                            Sì signore.
 
 Lampridio
 
 Son gabati? (A Berto)
 
 Berto
 
                          Signorsì.
 
 Lampridio
 
1130Han ragion quand’è così. (A Brigida)
 
 Brigida
 
    Testimoni menzogneri,
 i lor detti non son veri
 e scacciateli di qua.
 
 Lampridio
 
 Testimoni, via di qua. (A Berto)
 
 Berto
 
1135   Riccorreremo.
 Ce n’anderemo
 dove si va.
 
 Lampridio
 
    Se ne anderanno,
 riccorreranno. (A Brigida)
 
 Brigida
 
1140È un uom d’onore.
 
 Rubicone
 
 Non impostore.
 
 Brigida
 
 È un cavaliere.
 
 Rubicone
 
 So il mio dovere.
 
 Brigida, Rubicone a due
 
 Un’ingiustizia
1145no, non si fa.
 
 Lampridio
 
    Un’ingiustizia
 no, non si fa. (A Berto)
 
 Berto
 
    Riccorreremo
 dove si va.
 
 Lena
 
1150   Con licenza, mio signore,
 vuo’ accusare un impostore,
 l’accusato eccolo qua. (Additando Rubicone a Lampridio)
 
 Lampridio
 
    Quest’è un’altra novità.
 Vuo’ sedere al tribunale
1155e la mia collaterale
 con Astrea giudicherà. (Siede e Brigida fa lo stesso vicino a lui)
 
 Berto
 
    Colla Lena ho un’altra lite,
 mi ha promesso e mi ha mancato
 e voglio esser sentenziato,
1160se la man mi negherà.
 
 Lampridio
 
 Quest’è un’altra novità.
 
 Brigida
 
    Scriva, scriva, signor padre.
 
 Lampridio
 
 Fate voi, ch’io poi farò.
 
 Brigida
 
 Se comanda, io scriverò.
 
 Rubicone
 
1165   Quei mentitori
 sono impostori,
 lo proverò.
 
 Brigida
 
    Quei spergiurati
 sian condanati.
 
 Lampridio
 
1170Quel disgraziato
 condannerò.
 Figlia scrivete.
 
 Brigida
 
 Io scriverò.
 
 Lena
 
    Codesto insano
1175vuol la mia mano
 né so il perché.
 
 Brigida
 
    Scrivo, signore.
 
 Lampridio
 
 No, in questo caso
 vuo’ far da me.
 
1180   Quel villanaccio,
 quel bricconaccio
 alla galera
 lo manderò.
 
 Berto
 
    Alla galera
1185sia condannato,
 sia castigato
 quell’impostor.
 
 Brigida
 
    Scriva signore. (A Lampridio)
 
 Lampridio
 
 Scrivete voi.
 
 Brigida
 
1190Sia carcerato
 quel mentitor. (Scrivendo)
 
 Berto
 
    Sia carcerato,
 sia condannato
 chi mi ha rubato
1195di Lena il cor.
 
 Brigida
 
    Scrivo, signore.
 
 Lampridio
 
 Scriverò io,
 Berto impazzato
 sia incatenato,
1200sia sentenziato
 per impostor.
 
 Berto
 
    Io me ne appello
 dell’ingiustizia
 e vi è giustizia
1205per tutti ancor.
 
 Brigida, Rubicone, Lampridio a tre
 
    Viva Lampridio,
 l’uom signorile,
 di Malmantile
 governator.
 
 Berto
 
1210   Io me ne appello.
 
 Lampridio
 
 Sia carcerato.
 
 Berto
 
 Andiam bel bello.
 
 Brigida, Rubicone a due
 
 Sia condannato.
 
 Berto
 
 Lena mia cara.
 
 Lena
 
1215Più non ti voglio.
 
 Berto
 
 Son sassinato.
 
 Rubicone, Brigida, Lampridio a tre
 
 Frena l’orgoglio.
 
 Berto
 
 No maledetti,
 non ho timor.
 
 Lampridio
 
1220   Sia carcerato
 quell’impostor.
 
 Brigida, Rubicone, Lampridio a tre
 
    Viva Lampridio,
 l’uom signorile,
 di Malmantile
1225governator.
 
 Fine dell’atto secondo