Gustavo primo re di Svezia, Venezia, Rossetti, 1740
GUSTAVO PRIMO RE DI SVEZIA | |
Dramma per musica da rappresentarsi nel teatro Grimani di San Samuele in tempo della ascensione nell’anno 1740, dedicato a sua eccellenza signor marchese Giovanni Giacomo Grimaldi, patrizio genovese. | |
In Venezia, presso Marino Rossetti, con licenza de’ superiori. | |
Eccellenza, | |
la congiuntura di questa dedica porge a me fortunata l’occasione di presentarmi a’ piedi di vostra eccellenza con un pubblico attestato di tributario rispetto. Il teatro Grimani di San Samuele, dove si deve rappresentare questo nuovo dramma, ed il tempo d’una così famosa celebrità dell’ascensione in cui egli deve apparire sono tutte cose che concorrono a farla meritevole del vostro gran nome. Io non m’estendo nella lode del nobilissimo sangue di vostra eccellenza, ch’esigge per ogni parte universale la stima, perché basta per tesserne elogi l’additar solo lo specioso carattere che in voi risplende di patrizio genovese, oltreché nel breve giro d’un picciolissimo foglio non può farsi racconto degli eroi antenati di vostra eccellenza, de’ quali per vederne e lo splendore e la gloria si volga lo sguardo nella vostra persona tanto magnanima nell’idea, splendida nel costume e obbligante nel tratto, che in questa si vedrà chiara l’intera immagine loro. A voi dunque, eccellentissimo signore, esemplare del perfetto gentiluomo, questo componimento consacro, sicuro che la vostra grandezza senza alterigia sarà per gradire il dono con la propria natural gentilezza, unitamente con l’ossequiosa devozione, riverenza e servitù mia, non punto inferiore a quella di qualsivoglia altro vostro servidore; e prostrandomi mi do l’onore di sottoscrivermi di vostra eccellenza devotissimo, obbligatissimo e umilissimo servitore. | |
Domenico Lalli | |
ARGOMENTO ISTORICO | |
Dopo le varie peripezie della Svezia, Cristierno secondo re di Danimarca la soggiogò talmente che sembrava non le rimanesse speranza di libertà. Solevano que’ popoli eleggersi un re della loro nazione che infatti non era che il primo magistrato della republica e prendeva da essi anzi che imponer loro le leggi. Ma il conquistatore Cristierno pensava a rendere il suo dominio assoluto, il che rendeasi insoffribile ai più zelanti della natia libertà. Temendo pertanto egli le rivoluzioni d’un paese di conquista, dopo aver sagrificata la maggior parte delle famiglie reali, trattenne come in ostaggio quattro de’ principali signori del regno, fra’ quali il giovinetto Gustavo figlio d’Enrico dell’illustre famiglia di Vasa, che aveva sovente avuta parte nel trono, mandandolo in Danimarca prigioniero cogl’altri. Il cielo, che l’aveva destinato liberatore della sua patria, lo tolse dalla sua carcere per opera de’ popoli di Lubecca, li quali poi, spargendo la falsa voce ch’erasi nella fuga in un torrente sommerso per occultarlo alle diligenze del suo nemico, lo posero in salvo nella provincia della Dalecarlia, soggetta bensì alla Svezia ma che non volea riconoscere il conquistatore per suo sovrano. Cresciuto in età Gustavo, noto a sé stesso, ignoto ad altri, ripieno di valore e fortezza, que’ popoli lo elessero per loro duce e, dopo vinti i nemici, lo elessero per loro re, indi riconosciuto per quello che era colle prove di quei di Lubecca, chiamossi Gustavo Ericson, primo re di tal nome, che fu l’eroe del Settentrione nel decimoquinto secolo ed il primo che coll’assenso de’ popoli ha reso quel governo monarchico (l’abbate Vertot, Puffendorf, Varillas, eccetera). | |
SI FINGE | |
Che Ernesto del Senato di Stocolmo e governatore della provincia di Dalecarlia fosse alla corte nel dì fatale in cui il conquistatore sagrificò molte vittime alla sua sicurezza e gli sortisse fuggire, guidando seco una bambina per nome Clotilde, figlia d’Enrico Vasa e sorella di Gustavo che poi nominò Dorisbe, alevandola ignota a sé stessa ed altrui, con affetto paterno. | |
Che Gustavo, facendosi chiamare Learco, s’invaghisse egualmente di questa sua sconosciuta sorella, per effetto di sangue, e di Ergilda figlia d’Ernesto per inclinazione d’amore. | |
Che il re conquistatore, non tolerando la resistenza della provincia orgogliosa, venisse egli stesso alla testa del suo esercito per soggiogarla, principiando da ciò l’azione del dramma. | |
L’azione si rappresenta in Edmora, città principale della Dalecarlia, provincia del regno di Svezia. | |
L’autore del dramma è il signor dottor Carlo Goldoni veneto, il quale si è addattato alla stagione nella brevità, nel numero de’ personaggi e nella qualità dell’intreccio. | |
PERSONAGGI | |
ERNESTO senatore della capitale di Svezia e governatore della provincia di Dalecarlia | |
(il signor Pompeo Basteris, virtuoso attuale di sua maestà il re di Sardegna) | |
ERGILDA sua figlia, amante di Learco | |
(la signora Maria Camati chiamata la Farinella) | |
LEARCO straniero sconosciuto poi scoperto per Gustavo, amante d’Ergilda e di Dorisbe | |
(il signor Lorenzo Girardi) | |
DORISBE sconosciuta, poi scoperta Clotilde, germana di Gustavo, amante dello stesso | |
(la signora Marianna Imer) | |
ARGENO figlio di Ernesto, amante di Dorisbe | |
(la signora Eleonora Ferandini) | |
Soldati, arcieri, popolo | |
La musica è del signor Baldassare Galluppi. Li balli sono d’invenzione e direzione del signor Giovanni Gallo. | |
MUTAZIONI DI SCENE | |
Atto primo: loggie nell’abitazione di Ernesto; piazza principale di Edmora. | |
Atto secondo: giardino delizioso nell’abitazione d’Ernesto. | |
Atto terzo: antisala nell’abitazione sudetta con tavolino e sedie; salone apparato per l’incoronazione. | |
Le scene sono d’invenzione e direzione del signor Antonio Jolli modonese, servidore attuale di sua altezza serenissima di Modona. Il vestiario è del signor Nadal Canciani. | |