Filosofia ed amore, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa di Xanto.
 
 XANTO ed ESOPO
 
 Xanto
655Esopo mio, son disperato affé.
 Più rimedio non c’è.
 Menalippe m’inquieta e il rio demonio
 mi vorria trappolar col matrimonio.
 Viver procuro in pace,
660a lei la guerra piace;
 il suo costume insano
 frenar procuro e m’affatico invano.
 Esopo
 Un carbonaio, un giorno,
 invitò in propria casa un nettapanni;
665ma questi disse a quello:
 «Io verrò sporco e tu non verrai bello».
 Vuo’ dir che facilmente
 dal cattivo guastare il buon s’ha visto,
 anzi che il buon faccia migliore un tristo.
 Xanto
670Dunque, che far degg’io?
 Esopo
 Lasciate padron mio,
 lasciate far a me che vi prometto
 far che resti umiliata a suo dispetto.
 Xanto
 Grande è l’impegno, amico.
 Esopo
675E pur quel che vi dico
 da me si manterrà;
 ma voglio in premio la mia libertà.
 Xanto
 Veggasi pria l’effetto,
 poi dartela prometto.
680Se tu cambi una donna affé sei bravo;
 ma per questa ragion resterai schiavo. (Parte)
 
 SCENA II
 
 ESOPO, poi LEONZIO
 
 Esopo
 Egli teme a ragion, perché non sa
 qual sia del mio cervel l’abilità.
 Leonzio
 Esopo, amico mio.
 Esopo
                                     Leonzio qui?
 Leonzio
685Sono scolaro anch’io.
 Per seguir una bella,
 da’ genitori suoi venduta a Xanto,
 lasciai la patria e mi condussi alfine
 quella ch’io cerco ed amo
690schiava infelice a rintracciare in Samo.
 Esopo
 È qui dunque?
 Leonzio
                               Sì, amico.
 Il mio ben, la mia dea,
 quella per cui sospiro è Cloridea.
 Esopo
 Il padrone lo sa?
 Leonzio
                                 Credo lo sappia;
695ma all’amor mio s’oppone
 strano desio di Menalippe ardita.
 Ella di me invaghita
 non sa quel che si faccia,
 or mi tenta, or m’insulta ed or minaccia.
 Esopo
700Ho piacer di saperlo,
 lasciate ogni spavento,
 ch’io m’impegno di farvi un dì contento.
 Leonzio
 Come?
 Esopo
                 Non vuo’ dir come;
 quando tempo sarà, ve lo dirò.
705Farete a modo mio?
 Leonzio
                                        Sì, lo farò.
 So che saggio voi siete,
 so che meco comun la patria avete.
 Di voi, amico mio, di voi mi fido
 e col vostro favor la sorte io sfido.
 
710   Frema pure il mar sdegnato,
 minacciando straggi e morte;
 anderò da voi scortato
 le tempeste ad incontrar.
 
    Colla speme e col consiglio
715voi mi fate ardito e forte
 né saravvi alcun periglio
 che mi faccia paventar. (Parte)
 
 SCENA III
 
 ESOPO, poi MENALIPPE
 
 Esopo
 Questa è cosa opportuna al caso nostro.
 Farò che quest’amore
720serva di mezzo... Basta... Si può dare...
 Eccola appunto. Vuo’ dissimulare.
 Menalippe
 (Vuo’ provar colle buone
 se mi riesce ingannar questo volpone).
 Esopo
 Buon giorno il ciel vi dia,
725bella padrona mia gentil, garbata.
 Menalippe
 Sì, caro, al tuo buon cor sono obbligata.
 Esopo
 (Ti conosco malerba).
 Menalippe
                                          (Eh furfantone!)
 Esopo
 Posso in nulla servirvi? Comandate.
 Menalippe
 Che maniera gentil!
 Esopo
                                        Voi mi obbligate.
730Nella mia schiavitù
 certo son fortunato,
 tale padrona avendo ritrovato.
 Menalippe
 Anzi è fortuna mia
 d’uno schiavo sì bel la leggiadria.
 Esopo
735Non ho veduta più tanta bellezza.
 Menalippe
 Tu sei proprio la stessa gentilezza.
 Esopo
 Oh che grazia!
 Menalippe
                              Oh che brio!
 Esopo
 (S’ella mi burla la corbello anch’io).
 Menalippe
 Alla bellezza esterna
740che piace ed innamora
 il bello interno corrisponde ancora.
 Esopo
 Non si può dir di lei che ha un sì bel core
 come la volpe al lupo del scultore:
 
    «Bella testa certo è questa,
745bella testa in verità.
 
    Bella bocca ed occhio bello;
 ma cervello in sé non ha».
 
 Menalippe
 Bravo, vorresti dir dunque perciò
 ch’io son bellina ma cervel non ho?
 Esopo
750Non signora, non son tanto incivile.
 Menalippe
 Vosignoria è gentile
 ma non vorrei che gli venisse fatto,
 come fece col sorcio astuto gatto.
 
    Stava bonino
755certo gattino
 che non mostrava
 di minacciar.
 
    Quando il topino
 gli andò vicino
760presto coll’ugne
 l’ebbe a strozzar.
 
 Esopo
 Le mani mie signora
 a far male a nessun non sono avvezze
 e se posso ho piacer di far carezze.
 Menalippe
765Sposa son io; peraltro,
 se fossi in libertà, discreto amante
 ritroverebbe in me
 vera corrispondenza e vera fé.
 Esopo
 La fede in una donna è cosa rara,
770come da questa favola s’impara.
 
    Con pelle d’agnella
 la lupa coperta
 fu poscia scoperta
 da scaltro pastor.
 
775   Chi finger procura
 fingendo non dura,
 si scopre coll’opre,
 si sente all’odor.
 
 Menalippe
 Dunque per tal ragione
780essere in te potrebbe
 ad onta ancor della malizia usata
 questa favola mia verificata.
 
    Un certo somarone
 con pelle di leone
785un giorno si vestì.
 
    Ma un’asina mirando
 e per amor raghiando
 alfine si scoprì.
 
 Esopo
 Bravissima, mi piace
790che ancora voi le favolette amando
 vi andate cogli apologhi spiegando.
 E sentirmi da voi perciò m’è caro,
 con pelle di leon, chiamar somaro.
 Menalippe
 Ed io pure ho goduto
795sentirmi dir da quella bocca esperta
 lupa da pelle d’agnellin coperta.
 Esopo
 Dunque per quel ch’io sento,
 signora cara, dalle voci sue,
 noi siamo tutti due
800bravi ed accorti al paro;
 si va da galeotto a marinaro.
 Menalippe
 Onde sia per virtù, sia per malizia
 ci potressimo unire in amicizia.
 Esopo
 In quel ch’Esopo vale
805fatene capitale. Se vi preme
 qualche cosa ottener segretamente
 il padrone da me non saprà niente.
 Menalippe
 Oh quanto ti son grata;
 vedo che mi vuoi ben; ma per costume
810fare o pensar non oso
 cosa che dispiacer possa al mio sposo.
 Esopo
 (È astuta).
 Menalippe
                       (Non ci casco).
 Esopo
                                                    Perdonate;
 non dico che voi siate
 una sposa infedel; ma... che so io?
815Se mai per avventura
 vi nascesse nel cor qualche amoretto,
 segretezza ed aiuto io vi prometto.
 Menalippe
 (Eh forca ti ho capito). In vita mia
 fuor di quello di Xanto
820altro amor non m’intesi ardere il petto.
 Esopo
 E pur mi è stato detto
 che di un certo scolaro
 il faretrato arciero
 vi abbia il core ferito.
 Menalippe
                                          Oh non è vero.
 Esopo
825Quand’è così ho piacere.
 Il povero Leonzio
 senza difficoltà
 la schiava Cloridea sposar potrà.
 Menalippe
 No, sposare una schiava
830lo scolaro non dee. (Con ira)
 Esopo
                                     Vi riscaldate?
 Fra lo sdegno e l’amor non v’imbrogliate.
 Menalippe
 Non mi sdegno per me.
 Esopo
 Via ditemi il perché.
 Menalippe
                                         Perché una schiava
 degna non è di queste nozze.
 Esopo
                                                       Oh brava.
835La ragione ho capito.
 Vi lodo e vi protesto,
 della vostra virtù stupito io resto.
 
    Che vivano le femmine
 sincere come voi,
840che degli affetti suoi
 non si hanno da pentir.
 La vostra già si sa
 ch’è tutta carità.
 
    Leonzio non vi preme;
845ma colla schiava insieme
 unir non si dovrà.
 Brava davver sul sodo,
 brava, conosco e lodo
 la sua sincerità. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 MENALIPPE, poi MERLINA
 
 Menalippe
850Quant’è astuto costui!
 Ma sono al par di lui pronta ed accorta
 e so fare ancor io la gatta morta.
 Merlina
 Oh poverina me! (Vedendo Menalippe si ferma)
 Menalippe
 Merlina, che cos’è?
855Di che avete timor?
 Merlina
                                       Niente, signora...
 Che mi gridaste mi ricordo ancora.
 Menalippe
 Venite qui.
 Merlina
                        Obbedisco.
 Menalippe
                                               Le bugie
 non le voglio soffrir. Quando vi parlo
 di una cosa ch’io so
860non si dice di no.
 Non vuo’ sentirmi a contradir così.
 Merlina
 (Oh in avvenir sempre dirò di sì).
 Menalippe
 Ditemi, siete amante?
 Merlina
                                            Sì signora.
 Menalippe
 Di chi?
 Merlina
                 Signora sì.
 Menalippe
865Sciocca! Amate Leonzio?
 Merlina
                                                Io non lo so.
 Menalippe
 L’amate sì o no?
 Merlina
                                 Dirò così...
 Menalippe
 Dite la verità. (Con sdegno)
 Merlina
                             Signora sì. (Tremando)
 Menalippe
 Egli vi corrisponde?
 Merlina
                                        Sì signora.
 Menalippe
 Lo vorreste sposar?
 Merlina
                                      Signora sì.
 Menalippe
870Quando?
 Merlina
                    Signora sì.
 Menalippe
 Sciocca!
 Merlina
                  Signora sì.
 Menalippe
                                        Eh vi conosco;
 voi fingete la stolta
 per schernir chi v’ascolta; e che? Pensate
 parlandomi così
875che sia pazza ancor io?
 Merlina
                                            Signora sì.
 Menalippe
 Temeraria, insolente,
 dirmi in faccia di sì?
 Merlina
                                         Per carità...
 Menalippe
 (Compatisco la sua semplicità).
 
 SCENA V
 
 RAPA e dette
 
 Rapa
 Oh signora il padrone
880vi cerca e vi domanda. (A Menalippe)
 Menalippe
                                             (Vo’ provare
 se costei veramente
 qual si finge è innocente, o se Leonzio
 le sta nel cor).
 Rapa
                             Signora,
 il padrone vi aspetta.
 Menalippe
                                         Aspetti pure;
885anch’egli mi vedrà
 quando a me parerà. (Tu dimmi intanto,
 prenderesti una sposa?) (A Rapa)
 Rapa
                                                (E perché no?) (A Menalippe)
 Menalippe
 (Se Merlina ti piace, io te la do).
 Rapa
 (Convien prima saper s’io piaccio a lei).
 Menalippe
890(Ella deve obbedire ai cenni miei.
 Pochi momenti aspetta). (A Rapa)
 Rapa
 (Di Corina così farei vendetta). (Da sé)
 Menalippe
 Dimmi tu, s’io ti dessi uno sposino
 accettarlo vorresti? (A Merlina)
 Merlina
                                       (Ora non so
895se risponder degg’io di sì o di no). (Da sé)
 Menalippe
 Dimmi, lo prenderesti?
 Merlina
                                              Non saprei.
 Gnora no, gnora sì, come vuol lei.
 Menalippe
 Rapa ti piace?
 Merlina
                             Ed or cosa ho da dire?
 Menalippe
 Hai da dir che ti piace,
900che Rapa non è brutto e quando ancora
 orrido fosse, obbediente al cenno
 dar gli devi la mano in questo dì.
 Rispondi, lo farai?
 Merlina
                                     Dirò di sì.
 Menalippe
 Senti? Puoi star sicuro;
905l’ha detto in faccia mia. (A Rapa)
 Rapa
                                              Son contentissimo.
 Menalippe
 E queste nozze si han da far prestissimo.
 Merlina
 Ma io...
 Menalippe
                 Sei fortunata.
 Almeno accompagnata
 da un giovine sarai;
910ma io col vecchio ho da passar dei guai. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 MERLINA e RAPA
 
 Rapa
 Dunque con mio contento,
 voi sarete mia sposa a quel ch’io sento. (Merlina guarda per la scena)
 Che guardate?
 Merlina
                              S’io vedo la padrona.
 Rapa
 No, non c’è; se n’è andata.
915Via sposina garbata
 ritornatemi a dir se voi mi amate. (Merlina come sopra)
 Ma che diavolo fate?
 Merlina
 Ho paura che torni.
 Rapa
 Pericolo non c’è.
 Merlina
                                 Quand’è così,
920quel che dissi stamane a voi ridico,
 del vostro amor non me n’importa un fico.
 
    Ho veduto tanti e tanti
 colle donne far gli amanti
 e poi dopo le meschine
925le ho vedute a bastonar.
 
    Qualche volta in allegria:
 «Coccolina, vita mia,
 sempre più ti voglio amar».
 E poi dopo s’alza il grugno
930e alla sposa con un pugno
 le carezze soglion far. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 RAPA, poi CORINA
 
 Rapa
 Ecco qui, siam da capo. Io facilmente
 mi volgo ad ogni vento
 e mi trovo alla fin poco contento.
935Vedo venir Corina; converrà
 soffrir qualche rimprovero da lei,
 viver senza un’amante io non potrei.
 Corina
 Serva sua, signor Rapa.
 Rapa
                                             Riverisco.
 Corina
 Mi consolo con lei.
 Rapa
                                    Non la capisco.
 Corina
940Crede che non si sappiano
 le sue consolazioni? Menalippe
 le sue nozze vicine ha publicato.
 Sposo gentil, garbato,
 il ciel cortese e pio
945vi dia tutto quel ben che m’intend’io.
 Rapa
 Grazie dei buoni auguri.
 Comprendo la bontà del vostro cuore
 ma per le nozze mie siete in errore.
 Corina
 Che? Non è forse vero
950che sposate Merlina?
 Rapa
                                         Oibò; pensate!
 Menalippe volea... Ma non vi è caso,
 sol l’amor di Corina è il mio conforto
 e a quel caro visin non faccio un torto.
 Corina
 Caro mi consolate, in verità.
955Mi sentiva morir. Se voi mi amate
 fida v’adorerò, lieta e contenta.
 (Finché meglio non trovi o non mi penta).
 Rapa
 Ah se sarete mia
 sarò lieto e felice, io vel protesto.
960(Ma mi posso pentir se non fa presto).
 
    Venga presto il dì bramato
 che mi possa consolar.
 
 Corina
 
    Venga il giorno sospirato
 che mi faccia giubilar.
 
 Rapa
 
965   Oh bellina!
 
 Corina
 
                           Oh carino!
 
 a due
 
 Tu m’hai fatto innamorar.
 
 Rapa
 
    (Sì davver, non vedo l’ora
 di potermi maritar). (Da sé)
 
 Corina
 
    (Non ho fretta, è presto ancora.
970Non mi vuo’ precipitar). (Da sé)
 
 Rapa
 
    Mi vuoi bene?
 
 Corina
 
                                 In quantità.
 
 Rapa
 
 Vuoi sposarmi?
 
 Corina
 
                                Si vedrà.
 
 Rapa
 
 Ah furbetta!
 
 Corina
 
                          Malizioso.
 
 Rapa
 
 Sei pur cara.
 
 Corina
 
                           Sei grazioso.
 
 a due
 
975Presto, presto il dì verrà
 della mia felicità. (Partono)
 
 SCENA VIII
 
 Cortile.
 
 XANTO ed ESOPO
 
 Esopo
 Tant’è signor padrone,
 fate quel che vi dico.
 Fingetevi ammalato. In su la sedia
980ponetevi a sedere in aria mesta
 e lasciate operare alla mia testa.
 Xanto
 Ah Esopo mio, pavento
 trovar quel che mi spiace. Finch’io dubito
 del cuor di Menalippe,
985fra speranza e timor mi serbo in vita;
 se la scopro infedel, per me è finita.
 Esopo
 E ben, finita sia.
 Buona filosofia,
 lo sapete voi pure, insegna e dice:
990meglio è morir che vivere infelice.
 Xanto
 È vero, ai miei scolari
 sprezzar la vita vo insegnando anch’io
 ma vorrei prolungare il viver mio.
 Esopo
 Sì, capisco, voi fate
995come il medico saggio
 che il vino buono proibisce altrui
 ed il vino miglior cerca per lui.
 Xanto
 L’universal natura
 sussistere procura; e il scioglimento
1000deve all’umanità recar tormento.
 Esopo
 È ver, l’accordo anch’io;
 né col consiglio mio
 procurarvi la morte ora pretendo
 ma che viviate più felice intendo.
 Xanto
1005Ma se perdo colei...
 Esopo
                                      Oh via tacete,
 se filosofo siete,
 la donna amate fino a un certo segno
 ma l’amore non sia di Xanto indegno.
 Xanto
 Tu mi sgridi a ragion. Son qui, farò
1010tutto quello che vuoi; non mi opporò.
 Esopo
 Ponetevi a sedere.
 Xanto
                                    Ecco mi siedo.
 Esopo
 Fingete d’aver male.
 Xanto
                                        Ed un filosofo
 finger dovrà?
 Esopo
                            Davvero
 ridere voi mi fate.
1015Sincerità vantate
 e un filosofo scaltro si procura
 la sua fama maggior coll’impostura.
 Xanto
 Sei più furbo di me...
 Esopo
                                          Zitto, vien gente;
 fate quel che vi ho detto
1020e vedrete fra poco il buon effetto.
 Presto, presto accorrete,
 il povero padrone (Verso la scena)
 è vicino a morir.
 
 SCENA IX
 
 LEONZIO, CLORIDEA, MENALIPPE e detti
 
 Leonzio
                                 Cos’è accaduto?
 Cloridea
 Oimè, che cosa è stato?
 Menalippe
1025Povero Xanto mio. (Fosse crepato).
 Esopo
 Lo prese un accidente.
 Menalippe
 Via, via, non sarà niente.
 Xanto
 Ahi, che morir mi sento.
 Menalippe
 (Consigliatel ch’ei faccia testamento). (Ad Esopo)
 Esopo
1030(Sì dite ben signora). (A Menalippe)
 La vostra cara sposa
 per voi tanto amorosa,
 pria che Caronte veggavi passare
 il testamento vi consiglia fare.
 Xanto
1035Grazie alla sua bontà.
 Menalippe
                                          Per me non parlo.
 Son tanto appassionata,
 son tanto addolorata
 che mi par di sentirmi a venir male.
 (Spero d’esser l’erede universale).
 Esopo
1040Signor, pria di morire,
 perché sia consolata,
 fatte che Menalippe sia sposata.
 Menalippe
 Con chi?
 Esopo
                    Sposar potrebbe
 Leonzio lo scolaro.
 Menalippe
1045Oh non lo farò mai. (L’avrei pur caro).
 Xanto
 Se Menalippe il brama
 forse l’accorderò.
 Menalippe
                                  Come potrei
 cambiar quel grand’affetto
 che per voi nutro in petto? Ahi m’addolora
1050un sì tristo pensier. (Non vedo l’ora).
 Cloridea
 Leonzio, perdonate,
 esser dee sposo mio.
 Menalippe
                                        Voi non c’entrate. (A Cloridea)
 Leonzio
 A Cloridea, il sapete,
 ho promessa la fede.
 Menalippe
                                        E voi tacete.
 Xanto
1055Dunque, per quel ch’io sento,
 Menalippe contenta
 di Leonzio mi sembra.
 Menalippe
                                            Uh cosa dite?
 Pericolo non c’è.
 (Se lo posso sposar, felice me!)
 Esopo
1060Caro signor padrone,
 sposar non lo potrebbe
 senza un poco di dote. Via testate
 e una dote discreta a lei lasciate.
 Xanto
 Ma io...
 Esopo
                 (Finger dovete). (Piano a Xanto)
 Xanto
1065Via, sì sì lo farò.
 Sposi pure chi vol, la doterò.
 Menalippe
 Oh povero il mio sposo,
 mi fa pianger davver per tenerezza.
 (Rido dentro al cor mio per l’allegrezza).
 Leonzio
1070Lo dico e lo protesto,
 altre nozze detesto...
 Menalippe
                                        Eh via insolente,
 d’un povero ammalato
 abbiate carità.
 Non parlate con tanta inciviltà.
 Leonzio
1075Amo il maestro anch’io
 ma voglio a modo mio dispor del core
 e la schiava sposar, quand’egli more. (Parte)
 Cloridea
 (Mi consola quel labbro).
 Menalippe
                                                Io mi lusingo
 che Xanto viverà, mandate presto
1080un medico a cercar che lo guarrisca.
 (Spero far che Leonzio si pentisca).
 
    Presto, trovate un medico
 che il venga a medicar.
 Ah vi vorrebbe un recipe
1085(che lo facesse andar). (Da sé)
 Il polso, poverino,
 batte così e così. (Tastando il polso)
 Oh povero sposino!
 Tutto il suo mal sta qui. (Gli tocca la fronte)
 
1090   Il dottore che sia lesto
 a ordinare presto presto
 il salasso e le coppette,
 vesciccanti e le sanguette,
 il mercurio e l’antimonio
1095e un purgante da demonio
 che lo possa liberar.
 Lo sposino poverino
 lo vogliamo risanar. (Parte)
 
 SCENA X
 
 XANTO, ESOPO e CLORIDEA
 
 Esopo
 E ben, cosa vi pare? (A Xanto)
 Xanto
                                        Non capisco. (S’alza)
1100Talor che Menalippe
 brami la morte mia dubbio mi viene
 e talor parmi che mi voglia bene.
 Esopo
 Eh signor, la comedia
 non è ancora finita. Andiamo innanzi
1105e vedrete quel cor se è simulato.
 Cloridea
 Signor padrone, siete risanato?
 Xanto
 Sì, sto meglio per ora.
 Esopo
 Sta meglio, è ver; ma v’è del dubbio ancora.
 (Non fate che discopra
1110la menzogna costei. Venite meco,
 andiam subitamente,
 che un’altra cosa mi è venuta in mente).
 Cloridea
 Signor, per carità,
 movetevi a pietà d’un’infelice,
1115se grazia dal padron sperar mi lice.
 Xanto
 Sì sì, non dubitate.
 So che Leonzio amate.
 E so che Menalippe...
 Esopo
                                          Eh via tacete,
 se morir non volete. (A Xanto)
1120E voi, poter del mondo,
 non scaldate la testa a un moribondo. (A Cloridea)
 Xanto
 
    Ah purtroppo al cor mi sento
 una smania ed un tormento
 che davver morir mi fa.
1125Sì l’ingrata dispietata
 nutre in sen l’infedeltà.
 
    No, mi sento a dir dal core,
 d’altra fiamma e d’altro amore
 l’idol mio non arderà.
 
1130   Fra i pensieri titubando,
 vaneggiando e delirando
 non so dir cosa sarà.
 Cieli, stelle, oh dei pietà! (Parte con Esopo)
 
 SCENA XI
 
 CLORIDEA sola
 
 Cloridea
 Del filosofo il male
1135parmi dubbioso ancor. Ma il duol ch’io sento
 per gelosia di Menalippe audace
 purtroppo è nel mio sen certo e verace.
 Viva Xanto o perisca,
 mi spaventa colei; ma pur chi sa?
1140Non è sol di viltà centro il cor mio;
 son schiava, è ver, ma ho del coraggio anch’io.
 
    Ha la natura impressa
 in ogni sen ragione
 e la natura istessa
1145suol animare il cor.
 
    E quel timor che rende
 vile l’altrui coraggio
 d’ira talor s’accende
 se lo consiglia amor. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 ESOPO, RAPA
 
 Esopo
1150Vanne, il padron ti chiama;
 egli è nella sua stanza,
 quel che vuole da te tu sentirai.
 E il suo disegno secondar dovrai.
 Rapa
 Andrò per obbedire
1155a quel che mi dà il pane e far prometto
 quanto mai potrò fare,
 se una donna si tratta di burlare. (Via)
 
 SCENA XIII
 
 ESOPO, poi MENALIPPE e CORINA, poi XANTO e RAPA
 
 Esopo
 Spero che Menalippe
 sia burlata e scoperta in questo dì
1160per salute di Xanto. Eccola qui.
 Menalippe
 Xanto dov’è?
 Esopo
                           Tacete.
 Corina
 Che cos’è del padron?
 Esopo
                                           Donne piangete.
 
    Donne, donne piangete piangete,
 che disgrazia, che barbara sorte,
1165è venuta, è venuta la morte
 e mi sento le gambe tremar.
 
 Menalippe, Corina a due
 
    Che cosa è avvenuto?
 Che mai è accaduto?
 
 Esopo, Corina, Menalippe a tre
 
 Il core d’orrore
1170mi sento mancar.
 
 Esopo
 
    Xanto è morto.
 
 Menalippe, Corina a due
 
                                  Non lo credo.
 
 Esopo
 
 Morto è Xanto.
 
 Corina, Menalippe a due
 
                               Già lo vedo,
 ci volete corbellar.
 
 Esopo
 
    Colà entrate, lo vedrete.
1175Vi potrete sodisfar.
 
 Menalippe, Corina a due
 
    Vuo’ sapere... Vuo’ vedere...
 Me ne voglio assicurar.
 
 Esopo
 
    Poverino! Che destino!
 
 Corina, Menalippe a due
 
 Ah s’è vero, mi dispero.
 
 Esopo
 
1180Vi potrete sodisfar.
 
 Menalippe, Corina a due
 
 Me ne voglio assicurar. (Entrano nella stanza)
 
 Esopo
 
    Adesso si vedrà
 di lei la carità.
 L’amore che ha nel core
1185la sposa mostrerà.
 
 Menalippe
 
    Zitto, zitto. (Escono dalla stanza) Egli è fritto.
 
 Menalippe, Corina a due
 
 Più non vive, siamo prive
 tutte due d’un seccator.
 
 Esopo
 
 (Oh che donna di buon cor).
 
1190   Non piangete?
 
 Menalippe
 
                                 Piangerò.
 
 Esopo
 
 Non è tempo?
 
 Menalippe
 
                             Adesso no.
 
 Esopo
 
    Che pensate ora di fare?
 
 Menalippe
 
 Un marito ritrovare
 che mi possa consolar.
 
 Corina
 
1195Questo è quel che dovrà far.
 
 Esopo
 
    Brava, brava, dite bene
 e poi dopo lacrimar.
 
 Menalippe
 
    Io Leonzio sposerò
 e contenta viverò.
 
 Esopo
 
1200Vi potete consolar.
 
 a tre
 
    E chi è morto morto sia,
 si ha da stare in allegria,
 non mi voglio disperar.
 
 Esopo
 
    Facciam presto il matrimonio,
1205ritroviamo il testimonio
 e finiamola così.
 
 Corina, Menalippe a due
 
 Bravo, bravo.
 
 Esopo
 
                            Eccolo qui.
 
 Xanto, Rapa a due
 
    Facciam pure il matrimonio,
 noi saremo testimonio
1210della sua felicità.
 
 Menalippe, Corina a due
 
    Cosa vedo! Cosa sento!
 
 Xanto
 
 Son sicuro, son contento
 della sua sincerità.
 
 Menalippe
 
    Caro sposo. (A Xanto)
 
 Xanto
 
                            Via di qua.
 
 Menalippe
 
1215Caro Esopo.
 
 Esopo
 
                         Via di qua.
 
 Esopo, Xanto, Rapa a tre
 
 Oh che bella fedeltà.
 
 Menalippe
 
 Ah bugiardo! (Ad Esopo)
 
 Esopo
 
                             Dice a me?
 
 Corina
 
 È un maliardo. (Ad Esopo)
 
 Esopo
 
                                Ma perché?
 
 Corina, Menalippe a due
 
 Che rossore, che rancore
1220quel bricon ci fa provar?
 
 Esopo, Xanto, Rapa a tre
 
    Che diletto provo in petto
 nel vederla a delirar.
 
 tutti
 
    Mondo, mondo! Mi confondo.
 Tutti cercan di burlar.
 
 Fine dell’atto secondo