Il signor dottore, Venezia, Fenzo, 1758

Vignetta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Piazzetta del borgo con spezieria.
 
 FABRIZIO solo
 
 Fabrizio
 
    Signor Ipocrate, signor Galeno
 io vi vogl’essere buon servitor
 ma poco desino, ma poco ceno,
 col miserabile vostro favor.
 
5   O che si amalino
 più spesso gli uomini
 o i miei baratoli
 mi mangio ancor.
 
 Oh la passiam pur male!
10Nel borgo uno speziale
 poco può guadagnar; se vi è qualcuno
 ricco di facoltà
 manda alle spezierie della città.
 E i villani? I villani
15prima si amalan poco
 e poi se per disgrazia han qualche male
 l’orto, il pozzo e la dieta è il suo speziale.
 Ed io non ho guadagno
 e ho una sorella che domanda stato.
20E quel che è peggio sono innamorato.
 
 SCENA II
 
 BELTRAME e detto
 
 Beltrame
 Bondì signor Fabrizio.
 Fabrizio
 Bondì, messer Beltrame.
 Beltrame
 Oh fatemi il piacere
 per l’avvenir non voglio del messere.
 Fabrizio
25No? Perché?
 Beltrame
                          Per più capi.
 Prima perché un fattore
 merita del signore; e poi mio figlio,
 che ha pigliato la laurea dottorale,
 se lo sentisse, se n’avria per male.
 Fabrizio
30Vostro figlio è dottore?
 Beltrame
                                            Il mio figliuolo
 ora è il signor dottor.
 Fabrizio
                                         Me ne consolo.
 Di legge o medicina?
 Beltrame
                                         Eh non signore,
 non è medicinale,
 egli è un strepitosissimo legale.
 Fabrizio
35(Di lui poco mi preme
 ma la sorella sua mi sta nel cuore).
 Beltrame
 Lo conoscete mio figliuol dottore?
 Fabrizio
 Non l’ho ancora veduto.
 Beltrame
                                              Se verrete
 un atto a esercitar di civiltà
40ei vi riceverà.
 Fabrizio
                            Bene obbligato.
 Per or sono impegnato;
 deggio badare alla bottega mia;
 spero che lo vedremo in spezieria.
 Beltrame
 Oh oh non è possibile;
45star ritirato in casa
 convien che si contenti,
 a ricever del borgo i complimenti.
 Fabrizio
 Dunque verrò fra poco
 s’egli mi dà l’onore...
 Beltrame
50Mio figliolo dottore
 testé mi ha domandato
 che pigliare vorebbe il cioccolato.
 Nessuno in casa mia
 sa né men cosa sia.
55Voi che siete spezial lo conoscete?
 Fabrizio
 Io io lo servirò quando volete,
 credo averne una libra,
 poco più, poco meno,
 fatto cred’io saran dieci anni almeno.
 Beltrame
60Presto dunque, signore,
 servite presto mio figliuol dottore.
 Fabrizio
 Subito, immantinente.
 Ehi, venite, Rosina. (Verso la scena)
 Alla sorella mia
65la bottega consegno e vengo via.
 
 SCENA III
 
 ROSINA e detti
 
 Rosina
 Chi mi chiama?
 Fabrizio
                                 Sorella,
 state qui finch’io torno.
 Vado a pigliar la cioccolata e poi
 dal signore dottor verrò con voi.
 
 SCENA IV
 
 ROSINA e BELTRAME
 
 Rosina
70Dite messer Beltrame.
 Beltrame
 (Oh con questo messere.
 La vogliam veder bella).
 Rosina
 È ver ch’è ritornato
 Bernardin vostro figlio?
 Beltrame
                                              È ritornato
75il signor Bernardino addottorato.
 Rosina
 Bernardino è nel borgo
 e ancor da me non viene?
 So pur che un giorno ei mi voleva bene.
 Beltrame
 Il signor Bernardino
80d’ogni amor si è scordato,
 dopo che colla laurea si è sposato.
 Rosina
 Laura? Chi è questa Laura?
 Beltrame
                                                     Poverina!
 Voi m’intendete male;
 ha sposato la laurea dottorale.
 Rosina
85Ma voi messer Beltrame
 sapete pur...
 Beltrame
                          Vi avviso
 che il titol di messere
 io non lo voglio più.
 Rosina
                                       Sapete pure
 che prima di partire
90Bernardin mi ha promesso...
 Beltrame
 Il signor Bernardin non è lo stesso.
 Rosina
 Oh cospetto di Bacco!
 Voi mi fareste dir. Così si tratta?
 Ei mi diede parola e alfine poi
95un speziale qualcosa è più di voi.
 Che sia vostro figliuolo
 dottore, arcidottore
 è figlio di un fattore
 onde messer Beltrame ha da sapere...
 Beltrame
100Che messer? Che messer. Seco ho il messere.
 Quattrocento ducati
 ho speso a dottorarlo
 e con una sua par vuo’ maritarlo.
 
    Sì signora così è,
105siamo entrati in nobiltà.
 Principiate un po’ con me
 a parlar con civiltà.
 
    Sono il padre di un dottore,
 se mi basta del signore
110è un effetto di umiltà.
 
    Sentirete che prestissimo
 mi daran dell’illustrissimo,
 il messere non si dà
 ad un uom di qualità.
 
 SCENA V
 
 ROSINA, poi FABRIZIO
 
 Rosina
115Che ti venga la rabbia.
 Costui che coi quattrini
 del patron si è arrichito,
 per un poco di ben si è insuperbito.
 Bernardino mi piace,
120ho consacrato a lui gli affetti miei,
 di lui peraltro non mi degnerei.
 Ma l’amor mi trasporta
 e poi son nell’impegno;
 benché donna son io, non mi confondo,
125Bernardin sarà mio se casca il mondo.
 Fabrizio
 Dov’è andato il fattore?
 Rosina
                                             Io non lo so.
 Fabrizio
 Credo che a casa sua lo troverò.
 Rosina
 Voglio venire anch’io.
 Fabrizio
                                          Per qual ragione?
 Rosina
 Perché, se nol sapete,
130prima che voi veniste in questo loco
 a aprir la spezieria,
 mentre la madre mia viveva ancora,
 Bernardin mi ha promesso
 e il padre suo vuol ch’ei mi manchi adesso.
135Non si degna di me quell’animale,
 gli par che uno speziale
 meno sia di un fattore;
 perché ha un figliuol dottore
 nobili in casa sua tutti son fatti,
140padre, madre, sorella e i cani e i gatti.
 Fabrizio
 Voi Bernardino amate,
 io la di lui germana.
 Ma non faremo niente,
 se quest’uomo bestial non vi acconsente.
 Rosina
145Voi ridere mi fate.
 Basta che Bernardino
 mi seguiti ad amar; sì a questo vecchio
 io la farò vedere.
 Sarò sua nuora e gli vo’ dir messere.
 
150   Ho una testa sotile e bizzara
 che è capace di dire e di far.
 Se mi metto la voglio spuntar.
 Oh sentite se parlan con me
 qual dev’esser il dialogo in tre.
 
155   «Non si ricorda signor dottore
 che mi ha promesso donarmi il cuore?»
 «Sì vi ho promesso, ve lo confesso,
 ma senza il padre non mi è permesso».
 «Signor fattore quest’è l’impegno».
160«Di una speziale più non mi degno».
 «Messer Beltrame quest’è un imbroglio».
 «Questo messere più non lo voglio».
 «Via Bernardino...» «Sono un dottore...»
 «Messer Beltrame...» «Sono un signore».
165«Siete due sciocchi. Siete due pazzi.
 Non più rumori, non più schiamazzi,
 signor dottore mi sposerà.
 Messer Beltrame si pentirà». (Parte)
 
 SCENA VI
 
 FABRIZIO solo
 
 Fabrizio
 È un diavolo costei, se in questa guisa
170parla e grida Rosina
 perde il signor dottor la sua dottrina
 e il vecchio insuperbito,
 s’ella parla così, resta avvilito.
 
    Donne belle avete il vanto
175di piacere e innamorar
 e se vano è il dolce incanto
 viene in campo il minacciar.
 
    Collo sdegno e coll’amore
 d’ogni spirto e d’ogni cuore
180voi sapete trionfar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Camera in casa della contessa.
 
 La contessa CLARICE e don ALBERTO
 
 don Alberto
 Lo vedo e lo confesso,
 so che indegno son io del vostro amore;
 ardir mi ho fatto e vi ho svelato il cuore.
 la Contessa
 No non vi credo indegno
185d’amor, di stima. Il grado vostro, è vero,
 pari del mio non è; ma vil non siete
 e il pregio in sen di una bell’alma avete.
 don Alberto
 Ah con tai sensi almeno
 d’inutile pietate
190le mie speranze lusingar cessate.
 Nobile siete nata. Il chiaro sangue
 dell’estinto consorte
 fregio maggiore al sangue vostro aggiunse,
 voi d’illustre contessa
195quivi ostentate il grado,
 io son nel borgo a vivere costretto,
 curial ministro al superior soggetto.
 la Contessa
 Tutto è ver don Alberto;
 ma libera son io;
200posso voler, posso dispor del mio.
 don Alberto
 Dunque se tal speranza...
 la Contessa
                                                Ai miei congiunti
 bramo non dispiacer. Fia noto ad essi
 il novello amor mio; d’un uom bennato,
 benché in povero stato,
205non disaprovi la famiglia il nodo
 e troverem di convenirci il modo.
 don Alberto
 Deh mi conduca amore
 lo scoglio a superar. Pien di speranza
 parto da voi signora
210ma il mio timor non mi abbandona ancora.
 
    Veggo in distanza il porto,
 spero posar sul lido.
 Ma son dal mare infido
 costretto a paventar.
 
215   Se dall’amor fui scorto
 dietro alle amiche stelle,
 i scogli e le procelle
 m’insegni a superar.
 
 SCENA VIII
 
 La CONTESSA, poi BELTRAME
 
 la Contessa
 Povero don Alberto, io compatisco
220l’amor che nutre in petto
 ma scherzar cogli amanti è il mio diletto.
 Non mi convien tal nodo,
 lo conosco, lo so, l’intendo appieno.
 Ma vo’ il piacer di lusingarlo almeno.
 Beltrame
225Con licenza signora.
 la Contessa
                                       In questa guisa
 senza imbasciata nelle stanze entrate?
 Beltrame
 Signora mia scusate,
 vengo a darvi una nuova
 che vi darà piacer.
 la Contessa
                                     Qual nuova è questa?
 Beltrame
230Nuova è tal che, son certo,
 che agradirà della contessa il cuore,
 tornato è al borgo il mio figliuol dottore.
 la Contessa
 Mi rallegro davver.
 Beltrame
                                      Non ve l’ho detto?
 la Contessa
 (Il mio piacer da questo pazzo aspetto).
 Beltrame
235Il signor Bernardino
 dopo ch’ebbe la laurea dottorale
 non va più da nessun ma da una dama
 signorsì ch’ei verrà.
 la Contessa
 Sarà un effetto della sua bontà.
 Beltrame
240Egli è per via che viene,
 son venuto a avvisarvi, son venuto
 la visita a appuntar, perché sappiamo
 il trattar colle dame.
 la Contessa
 Bravo, bravo davver messer Beltrame.
 Beltrame
245(Anche questa messere!)
 la Contessa
                                                Or che è dottore
 mancagli un’altra cosa.
 Beltrame
 Cosa gli può mancar.
 la Contessa
                                         Trovar la sposa.
 Beltrame
 In materia di questo
 io lascio fare a lui; verrà a vedervi,
250gli parlerete e poi...
 Basta, vi agiusterete fra di voi.
 la Contessa
 Viva messer Beltrame.
 Beltrame
                                            Compatite,
 contessa mia, se parlo franco e sciolto,
 questo messere non mi piace molto.
 la Contessa
255Cosa vi devo dir?
 Beltrame
                                   Sapete bene
 al padre di un dottor quel che conviene.
 la Contessa
 Il signor?
 Beltrame
                     Per lo meno.
 la Contessa
 Qualche cosa di più?
 Beltrame
                                         Sapete voi
 che il signor Bernardino
260fra i studi e il dottorato
 mille ducati mi averà costato?
 la Contessa
 E per questo?
 Beltrame
                             E per questo...
 Eccolo ch’egli viene.
 So quel che mi conviene.
265Signora con licenza,
 ve lo lascio qua solo in confidenza.
 la Contessa
 Messer Beltrame addio.
 Beltrame
 Quest’addio... Quel messere...
 Vi avvezzerete a darmi del signore
270quando vedrete il mio figliuol dottore. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 La CONTESSA, poi BERNARDINO
 
 la Contessa
 È ridicolo invero e mi consolo
 che sarà come il padre anche il figliuolo.
 Bernardino
 Salve, domina mea.
 la Contessa
                                              Serva, signore.
 Mi consolo con voi signor dottore.
 Bernardino
275Gratulor etiam tibi.
 la Contessa
 Questo è latin sermone.
 Bernardino
 Frase di Marco Tulio Cicerone.
 la Contessa
 Veramente si vede
 quanto avete studiato.
 Bernardino
280Sono, domina mea, son laureato,
 nemine dissentiente,
 penitus, penitusque discrepante.
 Si presenta un dottore al bel sembiante.
 la Contessa
 Ma io certi latini
285molto non li capisco.
 Bernardino
 Comitissa gentil vi compatisco.
 Mihi, si honorem dabis
 docere te...
 la Contessa
                               Parlatemi italiano.
 Bernardino
 Da che son dottorato
290il parlare volgar me l’ho scordato.
 la Contessa
 Come farete adunque
 parlar col padre e colle genti in casa?
 Bernardino
 Iam facultatem habui
 repetere, docere,
295glossare, disputtare
 e degl’altri dottori etiam creare.
 Farò dottor mio signor padre e poi
 vi farò dottoressa ancora voi.
 la Contessa
 Questo per me sarebbe
300un onor sovragrande.
 Bernardino
 Ah per voi comitissa
 pulchra, nobilis, sapiens,
 omni virtute plena,
 starei senza pranzare e senza cena.
 la Contessa
305(Possibil che costui
 che così sciocco io vedo
 abbia avuta la laurea? Io non lo credo).
 Bernardino
 Deh permettete, o cara,
 quod in signum amoris. (Vuol abbraciarla)
 la Contessa
310Signor con sua licenza, (Respingendolo)
 codesta è un’insolenza.
 E in fralle facoltà del dottorato
 codesta autorità non vi hanno dato.
 Bernardino
 Domina mea perdono,
315famulus vester sono,
 mecum non vi adirate
 nec pulchritudo tua careat pietate.
 
    Voi siete bella come una stella,
 siete brilante come un diamante,
320rosa nel volto, giglio nel sen.
 
    Ma come stiamo dentro nel core?
 Son galantuomo, sono un dottore,
 so colle donne quel che convien.
 
    Venere bella, diva dell’etera,
325Ecate, Diana, Luna etecaetera.
 Siete l’eclitica del ciel d’amor,
 siete il barometro di questo cor.
 
 SCENA X
 
 La CONTESSA sola
 
 la Contessa
 Certo assolutamente
 costui, che francamente
330si spaccia per dottore,
 essere doverebbe un impostore.
 S’egli avilisce un nome
 venerabile e degno
 scoprire un dì la verità m’impegno.
335Parla meco d’amor con tal franchezza
 come se non vi fosse
 differenza fra noi. Alberto almeno
 conosce il suo dover; merta il suo cuore
 pietade almen, se non ottiene amore.
 
340   Al passaggier talora,
 cinto da notte oscura,
 basta una stella ancora
 per animare il cor.
 
    Basta al discreto amante
345della speranza un raggio
 per mantener costante
 lo sfortunato amor.
 
 SCENA Xl
 
 Camera in casa di Beltrame.
 
 PASQUINA e FABRIZIO
 
 Pasquina
 Certo, il signor dottore,
 il signor Bernardino mio fratello
350uscito è fuor di casa.
 Fabrizio
                                        Il cioccolato
 io gli avea preparato.
 Che torni aspetterò. Con voi frattanto,
 cara Pasquina mia,
 goderò questo tempo in compagnia.
 Pasquina
355No no Fabrizio, andatevene pure.
 Se viene il signor padre
 ed il signor dottore,
 se mi trovan con voi faran rumore.
 Fabrizio
 Perché? Non sono io solito
360venir con confidenza?
 Pasquina
 Sì ma v’è differenza.
 Fabrizio
 Quel Fabrizio non son che sempre fui?
 Pasquina
 Ora il signor dottor comanda lui.
 Fabrizio
 E per questo?
 Pasquina
                             E per questo,
365se avrò da maritarmi,
 qualche cosa di buon vorrà trovarmi.
 Fabrizio
 Qualche cosa di buono?
 Io dunque cosa sono?
 Qualche cosa di tristo e scelerato?
 Pasqualina
370Voi non siete per anche adottorato.
 Fabrizio
 Che importa?
 Pasquina
                             Importa molto.
 Usano le famiglie
 l’uguaglianza cercar nei matrimoni.
 Mettere non si può
375la casa di un speziale
 colla nostra famiglia dottorale.
 
    Fabrizio caro, Fabrizio bello,
 ve lo confesso, voi siete quello
 che mi ha ferito nel seno il cor
380ma ho da dipendere se vi ho da prendere
 dall’illustrissimo signor dottor.
 
    Non si propone, non si dispone,
 non si fa niente senza il dottor.
 Tutto va bene, tutto è perfetto
385quando l’ha detto prima il dottor.
 
    Fabrizio bello, Fabrizio caro
 son la sorella di un gran dottor. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 FABRIZIO e poi BELTRAME
 
 Fabrizio
 Oh questa sì ch’è bella.
 È giunta ad impazzir fin la sorella.
390Questa gente di villa
 di diventar quando ha un dottore in casa
 qualche cosa di grande è persuasa.
 Beltrame
 Oh siete qui?
 Fabrizio
                            Ci sono,
 Bernardino dov’è.
 Beltrame
                                    Che inciviltà!
395Il signor Bernardino ora verrà.
 Verrà il signor dottore,
 riverirlo potrete e fargli onore.
 Fabrizio
 Il cioccolato è al foco.
 Beltrame
 Vi è bisogno del cuoco?
 Fabrizio
400No no lo farò io.
 Beltrame
 Ecco il signor dottor; che onore è il mio!
 
 SCENA XIII
 
 BERNARDINO e detti
 
 Bernardino
 Salve pater, salvete.
 Beltrame
 Ah che dite? Intendete? (A Fabrizio)
 Fabrizio
 Sì signor lo capisco.
 Bernardino
405Farmacopola mio vi riverisco.
 Fabrizio
 Mi rallegro con voi.
 Beltrame
                                      Con lei si dice.
 Fabrizio
 Sì, è vero; a lei m’inchino.
 Bernardino
 Sans façon, sans façon.
 Beltrame
                                                   Sempre latino.
 Siete stanco dottore?
 Bernardino
410Più tosto, sì signore.
 Beltrame
 Ehi, fatemi un piacere,
 dategli da sedere. (A Fabrizio)
 Fabrizio
 Subito immantinente. (Va a prendere una sedia)
 Beltrame
 Agradite il buon cuor di questa gente. (A Bernardino)
415Una per me. (A Fabrizio)
 Fabrizio
                           Per voi messer Beltrame?
 Beltrame
 Messere! È un’insolenza,
 del dottore mio figlio alla presenza.
 Bernardino
 Padre non vi adirate,
 il titol di messere
420non sconviene al signor.
 Beltrame
                                              Se voi lo dite,
 sarà così ma almeno è di dovere
 che mi dicano poi signor messere.
 Bernardino
 Optime.
 Beltrame
                          Cosa dite?
 Bernardino
 Optime.
 Beltrame
                          Lo capite! (A Fabrizio)
 Fabrizio
425Benissimo vuol dir.
 Beltrame
                                       Sì sì l’ho inteso.
 Oh benedetti quei danar che ho speso!
 Fabrizio
 Comanda il ciocolato? (A Bernardino)
 Bernardino
                                            E perché no?
 Fabrizio
 Subito mio signor la servirò. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 BELTRAME e BERNARDINO
 
 Beltrame
 Ditemi, figlio mio, colla contessa
430la cosa come è andata.
 Bernardino
 Cospetto! È innamorata.
 Beltrame
 Davver!
 Bernardino
                  Sicuramente.
 Beltrame
 Le hai parlato latin.
 Bernardino
                                       Perpetuamente.
 Beltrame
 Bravo. Che cosa ha detto?
 Bernardino
435Vidi che dal stupore
 il pelo delle ciglia avea inarcato.
 Beltrame
 Benedetto il danar sacrificato.
 Bernardino
 (Se la sapesse tutta
 non direbbe così).
 Beltrame
                                    Chi vien?
 Bernardino
                                                        Mi pare
440sia Rosina colei.
 Beltrame
                                Non le badare.
 
 SCENA XV
 
 ROSINA e detti, poi PASQUINA, poi FABRIZIO
 
 Rosina
 
    Serva umilissima signor dottore,
 me ne congratulo con lei di cuore,
 faccio il mio debito qual si convien.
 
 Bernardino
 
    Garbata giovine bene obbligato,
445di voi ricordomi, vi sarò grato
 col nuovo titolo ch’io porto in sen.
 
 Beltrame
 
    Avete fatto quel che si aspetta!
 Egli l’ufficio cortese accetta;
 abbiam che fare, potete andar. (A Rosina)
 
 Rosina
 
450   Mi discacciate? (A Beltrame)
 
 Bernardino
 
                                   No no restate. (A Rosina)
 
 Beltrame
 
 S’ei lo permette, si può restar. (A Rosina)
 
 Rosina
 
 (Non è ancor tempo di principiar).
 
 Pasquina
 
    Signor dottore, s’ella comanda
 è preparata quella bevanda
455che cioccolata si suol chiamar.
 
 Bernardino
 
    In questa camera la vuo’ pigliar.
 E a quanti siamo s’ha da portar.
 
 Beltrame
 
    Presto si faccia,
 che il mio dottore
460vuol farsi onore,
 si vuol trattar.
 
 a quattro
 
    Viva il buon gusto,
 viva il buon cuore,
 cosa migliore
465non si può dar. (Fabrizio con alcuni servitori che portano cinque tazze di cioccolata)
 
 Fabrizio
 
    Ecco signori
 la cioccolata.
 
 Beltrame
 
 È molto nera!
 
 Pasquina
 
 Che cosa ingrata!
 
 Bernardino
 
470Miglior bevanda
 non so trovar.
 
 Beltrame
 
    Alla salute
 del mio dottore.
 
 Rosina, Fabrizio
 
 Viva il messere,
475viva il fattore.
 
 Bernardino
 
 Non si fa brindesi
 col cioccolato. (A Beltrame)
 
 Beltrame
 
 Oh maledetto
 mi son scottato.
 
 Rosina, Fabrizio
 
480Non è già vino
 da traccanar.
 
 Beltrame
 
    Più non ne voglio,
 quel nero imbroglio
 tutti gettate,
485presto portate (Ai servitori)
 fiaschi e bicchieri,
 vini sinceri
 fan giubilar.
 
 Bernardino, Pasquina a due
 
    Il signor padre
490vuole scherzar.
 
 Fabrizio, Rosina a due
 
    Il suo costume
 vuol seguitar. (Portano i bicchieri col vino a tutti)
 
 tutti
 
    Questa è del borgo
 la cioccolata,
495bevanda grata,
 dolce licor.
 
    Dunque beviamo,
 dunque cantiamo,
 viva di cor
500l’eloquentissimo
 il sapientissimo,
 il dottorissimo
 signor dottor.
 
 Fine dell’atto primo