Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera reale.
 
 RE, ERMINIO
 
 Erminio
585Sire, qual imponesti,
 vestì spoglia civil Menghina bella.
 Se la vedi, signor, non par più quella.
 Re
 Facilmente s’avvezza
 a sostener il ben chi soffrì il male;
590e quando in alto sale
 donna che bassa è nata,
 non si ricorda più qual prima è stata.
 Erminio
 Purtroppo è ver. Menghina in un momento
 prese già il portamento
595e il brio di cittadina;
 ma nata contadina,
 il rustico accopiando al maestoso,
 un personaggio fa molto grazioso.
 Re
 Mi piace in ogni guisa,
600beltade acquista fregio
 talora dal difetto.
 Erminio
 Eh tenete celato il vostro affetto.
 Se lo sa la regina
 gran ruine preveggo.
 Re
                                         Ella mi crede;
605e tutto fo per mantenerla in fede.
 Ma ecco, ecco Menghina,
 villanella non più ma cittadina.
 
 SCENA II
 
 MENGHINA vestita da cittadina e detti
 
 Menghina
 
    Largo, largo alla signora,
 chi m’inchina? Chi mi onora?
610Gente bassa via di qua
 ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah. (Ride)
 
 Re
 Or sì che la bellezza
 tutta risplende in voi.
 Menghina
 Lo sapiamo anche noi.
 Erminio
615Di voi più bel sembiante
 si cercherebbe invano.
 Menghina
 Baciatemi la mano.
 Erminio
                                      Volentieri.
 Re
 E di fare lo stesso io non ricuso.
 Menghina
 Lo so, lo so; tal complimento è in uso.
 Re
620Ma voi state assai bene.
 Menghina
 E pur non son contenta;
 quest’abito non è fatto alla moda;
 ha poca, ha poca coda,
 tutto mi sembra stretto.
625Che busto maledetto!
 Non so come si possa
 per bella comparir rompersi l’ossa.
 Erminio
 E pur dice il proverbio:
 chi bella vuol parere
630la pelle ha da dolere.
 Menghina
                                        Ed io vi dico:
 chi è brutta di natura
 farsi bella con arte invan procura.
 Re
 Ma voi, che bella siete,
 così più risplendete.
 Menghina
                                        Obligatissima.
635Burlar lei si compiace. (Ironica)
 Lei m’adula, signor, e pur mi piace.
 Erminio
 Più rispetto col re.
 Menghina
                                    Fra genti grande
 non passa differenza
 e si tratta fra noi con confidenza.
 Re
640Brava, così mi piace.
 Erminio
 Siete molto vivace.
 Re
 Ho per voi dell’amore.
 Erminio
                                            Io del rispetto.
 Menghina
 Lasciate ch’ambidue vi stringa al petto.
 
 SCENA III
 
 BERTOLDINO e detti
 
 Bertoldino
 (Oh bella! Oh disinvolta!
645Oh cara! A due alla volta!)
 Menghina
 Potete assicurarvi
 ch’io sarò per amarvi,
 anzi per inchinarvi.
 Bertoldino
 Sì, signori, con l’irvi e con l’ararvi.
 Erminio
650Oh caro Bertoldino,
 così ben in arnese
 tu mi rassembri un cavaglier francese.
 Bertoldino
 Oh in quanto a questo poi,
 francese, padron mio, sarete voi.
 Re
655Eh via, non gli abbadate.
 Menghina
 Lo fo per convenienza.
 Bertoldino
 Signor re, mio padron, con sua licenza. (Entra in mezzo fra il re e Menghina)
 Re
 Olà, che ardire è il tuo?
 Bertoldino
 Ognuno puote ricercar il suo.
 Erminio
660Certo colui è un pazzo. (A Menghina)
 Menghina
 Purtroppo tal egli è per mia disgrazia.
 Re
 Sei geloso?
 Bertoldino
                        Gnorsì... con buona grazia. (Va tra Erminio e Menghina)
 Erminio
 Ma da me che pretendi?
 Bertoldino
 Vorrei saper da voi... (A Menghina)
 Re
                                          Menghina cara,
665pria che a lasciarvi io giunga...
 Bertoldino
 Galantuom, la va lunga. (Al re)
 Re
 Di che ti lagni mai? (A Bertoldino)
 Erminio
                                        Lasciatel dire. (A Menghina)
 Bertoldino
 Oh razza porca, la vogliam finire?
 Erminio
 Non far l’impertinente
670o ti faccio provare il mio bastone.
 Villano mascalzone,
 asinaccio vestito in ricche spoglie,
 non sei degno d’aver sì bella moglie. (Passa dalla parte di Menghina)
 Bertoldino
 Quest’è un’impertinenza.
 Menghina
675Marito, abbi pazienza.
 Son fida, onesta son più che non credi;
 ma, se in mezzo mi vedi
 a questi due, non è gran stravaganza.
 Della donna civil questa è l’usanza.
 Bertoldino
680Questa ragion non vale,
 tu civile non sei né criminale.
 Corpo di satanasso,
 devi venir con me.
 Erminio
                                     Non far fracasso. (Alza il bastone)
 Bertoldino
 Bel bello, io vi domando (Va dalla parte del re)
685alfin la robba mia.
 Re
 L’ossa ti romperò, se non vai via. (Alza il bastone)
 Bertoldino
 Menghina...
 Menghina
                         Eh via, sta’ zitto.
 Bertoldino
 Dunque dovrò vedere,
 osservare e tacere?...
 Re
690E andartene tu dei da questa stanza.
 Bertoldino
 Io? Perché?
 Re, Erminio
                         Perché sì.
 Menghina
                                             Perch’è l’usanza.
 Bertoldino
 
    Maledetti quanti siete,
 non mi fate disperar.
 Via Menghina, poverina,
695vienmi, o cara, a consolar. (Lo minacciano)
 
    Fermi, fermi, no, non fate.
 Non vogl’io le bastonate
 o piuttosto tacerò;
 oh che rabbia ch’ho nel petto;
700dal dispetto io creperò. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 RE, ERMINIO, MENGHINA, poi REGINA e AURELIA
 
 Re
 Quanto è pazzo costui!
 Erminio
                                            Quant’è ignorante!
 Menghina
 E pur con tutti li diffetti suoi
 mi piace più di voi.
 Re
 Perché, bell’idol mio?
 Menghina
705Intendami chi può, che m’intend’io.
 Re
 Sarò per voi fedele.
 Erminio
 Per voi sarò amoroso.
 Regina
 Mi rallegro con voi, signore sposo.
 Aurelia
 Bravo, signor consorte.
 Re
710Sentite...
 Erminio
                    Non credete...
 Regina
 Non parlate, infedele.
 Aurelia
                                          Empio, tacete.
 Menghina
 Cos’han queste signore
 che sembran sì stizzose?
 Erminio
 Sono le nostre spose e voi vedendo
715con noi parlare unita,
 l’una l’altra di voi s’è ingelosita.
 Menghina
 Oh oh, rider mi fate.
 No no, non dubitate,
 vi lascio i vostri sposi
720sì belli e sì graziosi. Io di marito
 non patisco appettito;
 uno ne ho che fa le parti sue
 e non lo cangierei con tutti due.
 
    Se di me gelose siete,
725la sbagliate in verità;
 che m’incanti non credete
 la ricchezza o la beltà.
 Vi vuol altro la ran lela,
 vi vuol altro la ran la.
 
730   Un marito mi ho cercato
 tutto pieno di bontà,
 l’ho trovato e son contenta
 della sua semplicità.
 
 SCENA V
 
 RE, REGINA, ERMINIO ed AURELIA
 
 Re
 Deh placate lo sdegno.
 Regina
735Itene lungi, indegno,
 ho veduto abbastanza,
 bella fé, bell’amor, bella costanza!
 Re
 Se scherzai con Menghina,
 perdon vi chiedo. Io non offesi, o cara,
740l’amor mio, la mia fé. V’amo, v’adoro.
 Voi siete il mio tesoro,
 deh mio bel nume irato,
 deh placate il rigor.
 Regina
                                      Siete un ingrato.
 Re
 S’io l’amo, se tradisco
745l’affetto coniugale, Erminio il dica.
 Ei, che de’ miei pensieri
 sempre a parte chiamai,
 vi dirà che son fido e ch’io scherzai.
 Regina
 Conosco l’arte e invan vi lusingate
750ch’io presti fede al labro lusinghiero.
 Quel ch’io vidi ed intesi è troppo vero.
 Re
 (E cedere non vuol? Partir conviene).
 Adorato mio bene,
 s’io v’offesi con voglia empia e impudica
755o se vi son fedele Erminio il dica.
 
    (Ah che nel dirle addio
 mi sento il cor dividere,
 parte del sangue mio,
 viscere del mio sen).
 
760   Spero che il vostro core
 non sarà meco ingrato,
 che per cangiar di stato
 saprà gradirmi almen.
 
 SCENA VI
 
 REGINA, AURELIA, ERMINIO
 
 Regina
 Ma voi, voi che dovreste (Ad Erminio)
765con migliori consigli
 svegliar nel di lui core
 la sopita ragione,
 voi delle sue follie siete cagione.
 Erminio
 Io, regina? Più tosto...
 Aurelia
770Ma voi nel giorno istesso
 che a me date la mano
 d’altra fiamma accendete il core insano?
 Erminio
 Credetemi, mia cara...
 Regina
 Ma sfogherò, m’impegno,
775contro di voi lo sdegno.
 Erminio
 Placate l’ira vostra...
 Aurelia
 Non soffrirò con pace
 il tradimento audace.
 Erminio
 Oh dei! Ma non è vero...
 Aurelia
780Parto per non udirvi, o menzognero. (Parte)
 Erminio
 Fermatevi, sentite...
 Regina
 Dite, perfido, dite
 se offesa, se oltraggiata...
 Erminio
 Seguo la bella mia che fugge irata. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 La REGINA sola
 
 Regina
785Erminio mi schernisce.
 Lo sposo mi tradisce;
 m’abbandona ciascun e mi deride
 e il dolor mi tormenta e non m’uccide?
 Barbaro ingrato sposo,
790traditor, inumano
 se per affetto insano
 sprezzi il mio fido amore,
 vieni, spietato, a lacerarmi il core.
 Ecco il petto innocente;
795impugna, impugna il ferro,
 qua ferisci ed impiaga, alma crudele,
 svena colle tue man la tua fedele.
 Ma no, ferma e rammenta
 pria di passarmi il petto
800quel primo dolce affetto
 onde un tempo mi amasti
 che tuo ben mi chiamasti,
 che tu sei... che son io... Ma che ragiono?
 Spargo al vento i sospiri e folle io sono.
 
805   Confusi i miei pensieri
 m’empiono di spavento
 e dal dolor mi sento
 l’anima lacerar.
 
    Ma più cresce il mio affanno,
810perché pietà non vedo
 nel traditor né credo
 maggior ne’ giorni miei
 poterlo, oh dio! provar.
 
 SCENA VIII
 
 CACASSENO, poi LISAURA
 
 Cacasenno
 Oh poveraccio me, cosa sarà?
815Ho perduta la mama ed il papà.
 M’è stato detto che eran qui venuti
 ma non li trovo ancora
 e sento che la fame mi divora.
 Io non so dove sia.
820Fra tante belle cose mi confondo;
 parmi d’esser passato all’altro mondo.
 Ma chi è questa ragazza
 che così ben vestita
 ver qua rivolge il passo?
825Figlia sarà di qualche villan grasso.
 Lisaura
 Olà, che fai tu qui, brutto villano?
 Va’ via; va’ via di qua.
 Cacasenno
                                           Cerco la mamma.
 Lisaura
 Oh faccia di minchione,
 ti conosco che sei quel bernardone.
 Cacasenno
830Eh non mi strapazzate,
 perché, perché, se no,
 qualche cosa nel grugno vi darò.
 Lisaura
 A me questo? Briccone,
 son la principessina,
835figlia della regina,
 se non saprai parlare,
 ti farò bastonare.
 Cacasenno
                                  Oh, perdonate,
 no no, non farò più. Facciamo pace.
 Divertiamoci un poco,
840facciamo a qualche gioco.
 Sette, cinque.
 Lisaura
                            Insolente!
 Cacasenno
 Bellina!
 Lisaura
                  Impertinente.
 Cacasenno
 Vi voglio tanto bene.
 Lisaura
 Che sì, che sì, se viene
845il re mio padre e non mi lasci stare,
 ch’io ti faccio ben bene bastonare.
 
    Son ancora picinina,
 non mi posso vendicar,
 quando poi sarò regina
850saprò farmi rispettar
 ed ognuno mi dirà:
 «Che vezzosa maestà».
 
    Avrò paggi, avrò lacchè,
 colla coda avrò il mantò
855e se alcun mi burlerà
 cospetton se n’avvedrà.
 
 SCENA IX
 
 CACASENNO, poi ERMINIO
 
 Cacasenno
 Guardate che pisciona!
 È picciola e vuol far la braghessona.
 Erminio
 Olà, dimmi, chi sei?
 Cacasenno
860Io son solo, signor, non siamo sei.
 Erminio
 Domando, come hai nome?
 Cacasenno
 Voi mi parete un pazzo;
 vedete, uom non son, son un ragazzo.
 Erminio
 Capisci, o testa sciocca,
865dico come ti chiami.
 Cacasenno
                                        Colla bocca...
 Erminio
 Di chi sei figlio?
 Cacasenno
                                 Di mio padre.
 Erminio
                                                             E il padre
 chi è? Come s’appella?
 Cacasenno
 Non si pela mio padre; oh questa è bella!
 Erminio
 (Sarebbe mai costui
870figlio di Bertoldin?)
 Cacasenno
                                       (Mi fa paura,
 vorrei fuggir, se si voltasse in là).
 Guardate. (Lo fa voltar dall’altra parte)
 Erminio
                       Dove vai? (S’accorge che vuol fuggir e lo ferma)
 Cacasenno
                                            Son qua, son qua. (Tremante)
 Erminio
 Oh che bel turlulù.
 Dimmi saresti tu
875figlio di Bertoldino?
 Cacasenno
                                        Per l’appunto.
 Erminio
 Quando arrivato sei?
 Cacasenno
                                         Quando son giunto.
 Erminio
 Tu parli molto male.
 Cacasenno
 Voi siete un animale,
 perché non m’intendete,
880e si vede che avete il capo tondo.
 Erminio
 Di che paese sei?
 Cacasenno
                                   Di questo mondo.
 Erminio
 Vuoi venir meco?
 Cacasenno
                                   Messer no.
 Erminio
                                                         Perché?
 Solo restar vuoi qua?
 Cacasenno
 Vuo’ cercar la mia mamma e il mio papà.
 Erminio
885(Vuo’ condurre s’io posso
 questa dinanzi al re vaga figura).
 Vieni, vieni.
 Cacasenno
                          Ho paura.
 Erminio
 Vieni a far collazione.
 Cacasenno
 Col pane o col bastone?
 Erminio
890Vieni e sarai contento.
 Cacasenno
 Ho paura di qualche tradimento.
 Erminio
 Orsù, perché tu veda
 ch’io ti parlo sincero,
 prendi questi dinari e questi dolci;
895mangia, godi, trastulla e non temere.
 Cacasenno
 Cose buone? Denari! Oh che piacere,
 me li donate a me? Son tutti miei?
 Mamma, venite pur tutta giuliva.
 Cose dolci e dinari? Evviva, evviva.
 
900   Oh quanto contento
 ch’io provo, ch’io sento!
 Le belle monete
 consolano il core
 e il dolce sapore
905diletto mi dà.
 
    La la ra la lela
 la la ra la la. (Ballando e saltando)
 
 SCENA X
 
 ERMINIO solo
 
 Erminio
 Oh gran semplicità! Piacer non poco
 prender dovrem da questo
910scimunito ragazzo.
 Egli riesce grazioso, ancorché pazzo.
 Son tre degni soggetti
 padre, figlio e nipote.
 Il vecchio è un gran volpone;
915il figlio è fra l’astuto ed il minchione.
 Ma quest’ultimo pien di balordagine
 la quinta essenza egli è della goffagine.
 Anch’io ne goderei se Aurelia mia
 per troppa gelosia
920non mi tenesse in pene.
 Le donne non ci lascian aver bene.
 
    Non ho in petto un core ingrato,
 la pietà risento anch’io
 e il timor dell’idol mio
925mi costringe a sospirar.
 
    Se talor mi mostro irato
 lo fo sol per mio decoro
 ma risento egual martoro
 con chi veggo lacrimar.
 
 SCENA XI
 
 Notte. Sala con tavolino e lumi.
 
 BERTOLDO, poi MENGHINA
 
 Bertoldo
930Sta vita non mi piace;
 così durar non puole;
 non si può andar a letto quand’un vuole.
 Il re lo vuol sapere,
 il re ci vuol vedere,
935tutto si deve far con sua licenza,
 anche quando vogliam... con riverenza.
 Menghina
 (Ecco il suocero mio.
 Con questo buon vecchietto
 vuo’ divertirmi un poco). (Smorza il lume)
 Bertoldo
940Diavol, come s’è spento
 cotesto lume? Sarà stato il vento.
 Menghina
 Eh ehm.
 Bertoldo
                   Chi è là?
 Menghina
                                      Son io.
 Bertoldo
 (Una donna?)
 Menghina
                             (La voce altererò).
 Bertoldo
 Che volete voi qui?
 Menghina
                                      Ve lo dirò;
945son di voi innamorata.
 Bertoldo
 Di me? (Col pel canuto?)
 Menghina
 Appena v’ho veduto
 mi ho sentito nel cor dare un martello;
 voi siete agli occhi miei vezzoso e bello.
 Bertoldo
950(Certamente costei mi prende in fallo).
 È scuro e non vi vedo.
 Fate almen che vi senta.
 Menghina
 Eccomi qua da voi tutta contenta.
 Bertoldo
 Ma perché senza lume?
 Menghina
955È questo il mio costume,
 caro mio, vi assicuro,
 tutte le cose mie le faccio al scuro.
 Bertoldo
 Ma chi siete?
 Menghina
                            Son una che v’adora.
 Bertoldo
 E venite a quest’ora?
960(Mi sento venir caldo;
 non posso star più saldo).
 Menghina
 (Questa volta l’astuto
 certamente è caduto).
 Bertoldo
 E mi volete bene?
 Menghina
                                    Ardo per voi.
 Bertoldo
965(Fosse mai qualche vecchia? Eh non lo curo.
 Bella o brutta che sia, siamo all’oscuro).
 Menghina
 Datemi almen la mano.
 Bertoldo
 Eccola, dite piano,
 che nessun non ci senta.
 
 SCENA XII
 
 BERTOLDINO e detti
 
 Bertoldino
970(Che fa mio padre colla lume spenta?)
 Menghina
 Idolo mio diletto,
 io tanto ben vi voglio.
 Bertoldino
 (Che cosa è questo imbroglio?)
 Bertoldo
 (Certo non mi conosce).
975Anch’io mi sento in petto
 brucciarmi dal diletto.
 Bertoldino
                                            (Oh vecchio storno!
 Vado a prender un lume e adesso torno). (Parte)
 Bertoldo
 Ma, s’è ver che m’amate,
 qual segno a me ne date?
 Menghina
980Venite, anima mia, fra queste braccia. (Bertoldino torna col lume)
 Bertoldino
 Messer padre gentil, bon pro vi faccia.
 Bertoldo
 Come? Che vedo?
 Menghina
                                    Oh bella!
 Bertoldo
 Menghina?
 Menghina
                        Sì, son quella.
 Era sol di scherzar il mio pensiero
985ma il vecchietto però faria da vero.
 Toccatemi la mano.
 Or la biscia ha beccato il ciarlatano. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 BERTOLDO e BERTOLDINO
 
 Bertoldino
 E non vi vergognate?
 Bertoldo
                                         Via di qua.
 Bertoldino
 Voi mi dicesti il vero,
990che amor fa l’uomo pazzo
 e che il vecchio alla fin torna ragazzo.
 Bertoldo
 Via di qua, mascalzone,
 o ti rompo sul capo il mio bastone.
 Bertoldino
 Bravo, gnorsì, mi piace.
995Con tutta la sua pace
 si divertiva il buon vecchietto al scuro.
 Perché lo son venuto a disturbare,
 mi vuol romper la testa ed ammazzare.
 
    Zitto e bel bello,
1000come un agnello,
 messer Bertoldo
 s’innamorò.
 
    Or ch’è scoperto
 si è fatto un istrice.
1005Mi pare un buffalo.
 Tira dei calci,
 mi vuole mordere,
 mi vuol mangiar.
 
    Il buon vecchietto
1010fa il giovinetto,
 si sente movere,
 vorrebbe amar.
 
    Se il pelo è bianco,
 robusto ha l’animo,
1015non si può movere
 ma pur ingegnasi
 e fa il possibile
 d’innamorar.
 
 SCENA XIV
 
 BERTOLDO solo
 
 Bertoldo
 Oh donne maliziose!
1020Si può sentir di peggio?
 Io maestro di beffe ognor son stato
 e da una donna ho da restar beffato?
 Ma Bertoldo non son, se non mi vendico.
 Pensar fa di mestieri
1025e la notte è la madre de’ pensieri.
 Si potrebbe... Ma no...
 Più tosto... Non mi piace.
 Sarà meglio... Sì sì.
 Dunque farò così.
1030Questa volta ti giuro, ragazzaccia,
 che rendere ti vuo’ pan per focaccia.
 
    Mi par di vederla
 da rabbia creppar.
 
    Sfacciatella, birboncella,
1035tu venirmi a minchionar?
 
    «V’amo, v’adoro,
 languisco e moro»;
 povero vecchio,
 venirmi a tentar?
 
1040   Sì sì, maledetta,
 vedrai la vendetta
 che teco vuo’ far.
 
    Mi par di vederla
 da rabbia crepar.
 
 SCENA XV
 
 REGINA e AURELIA
 
 Aurelia
1045Così è, ve l’accerto.
 Credetelo, o cognata,
 non è infido il german, siete ingannata.
 Regina
 Ma vedeste voi stessa
 quello che vidi anch’io.
 Aurelia
1050S’ingannò il vostro sguardo ed anco il mio.
 Menghina non è amata
 né dal re né da Erminio. Ell’affettando
 vezzi, grazie e beltà, serve di gioco
 a chiunque la mira;
1055ride ognuno di lei ma non sospira.
 Regina
 E ciò vero sarà?
 Aurelia
                                Ve l’assicuro.
 Regina
 Temo che v’inganniate.
 Aurelia
                                             Io ve lo giuro.
 Regina
 Dunque che far degg’io? Sarà irritato
 dal mio furor geloso
1060l’adorato mio sposo.
 Aurelia
                                       Eh non temete.
 I sdegni de’ mariti
 poco soglion durar. Due parolette,
 due sospiri amorosi
 fanno tosto placar i più sdegnosi.
 
1065   Superbo l’uomo irato
 sen va di sdegno armato.
 Ma della donna il pianto
 tutto cangiar lo fa.
 
    Dirà talor che sdegna
1070la sua nemica indegna
 ma poi quando la mira
 sospira e n’ha pietà.
 
 SCENA XVI
 
 REGINA, poi RE
 
 Regina
 Volesse il ciel che l’idol mio placato
 potessi riveder ma, oh dei! sen viene
1075e sdegnato mi sembra; io sento il core
 fra la speme agitato e fra il timore.
 Re
 Sposa, bell’idol mio.
 Regina
                                        Voce soave
 che mi torna nel sen l’alma smarita.
 Dunque caro mi amate?
1080Dunque voi vi scordate
 de’ miei trasporti e de’ furori miei?
 Re
 Non facendo così non v’amerei.
 Basta che voi mi amiate,
 che fido mi crediate e son contento
1085ed io tutto in piacer cangio il tormento.
 Regina
 Siete dell’amor mio certo e sicuro;
 io pur trovarvi spero
 sempre fido e sincero;
 e se talor pavento
1090nasce dal troppo amore il mio spavento.
 Re
 Orsù via non si parli
 che di gioia e di pace.
 Regina
 E sì sì, così mi piace,
 goder giorni tranquilli a voi unita,
1095voi siete l’idol mio.
 Re
                                      Voi la mia vita.
 
    Cara sei tu il mio bene,
 l’idolo del mio cor.
 
 Regina
 
    Caro, fra dolci pene
 ardo per te d’amor.
 
 Re
 
1100   Sposa, te sola adoro.
 
 Regina
 
 Per te languisco e moro.
 
 Re
 
 Oh dio! Che bel contento!
 
 Regina
 
 Che bel piacer che sento!
 
 a due
 
 Che fortunato amor!
 
 Re
 
1105   Sempre sarò fedele,
 mai non t’ingannerò.
 
 Regina
 
    Di gelosia crudele
 il duol non proverò.
 
 a due
 
    Sperarlo se mi lice,
1110sarò felice ognor.
 
 SCENA XVII
 
 Camera.
 
 BERTOLDO travestito con carricatura da corte con naso finto, poi MENGHINA
 
 Bertoldo
 Affé che l’ho trovata;
 la burla è ben pensata.
 Con questo finto naso
 non mi conoscerà Menghina al certo.
1115E vestito così mi crederà
 qualche gran cavalier della città.
 Procurerò star ritto più ch’io posso.
 S’ella di notte a scuro mi ha burlato,
 io mi sarò di giorno vendicato;
1120ma eccola che viene;
 se voglio vendicarmi,
 a far da giovinotto ho da forzarmi.
 Menghina
 Ah ah mi vien da ridere
 quando ci penso ancora... (Bertoldo la saluta)
1125A me questo, signor? Troppo mi onora.
 Oh oh non tanti inchini.
 Anzi lei, anzi lei, mi meraviglio.
 (Parmi questo signor di me invaghito).
 Bertoldo
 (La buona donna accetteria il partito).
 Menghina
1130Ma chi è lei mio signore?
 Bertoldo
 Un vostro servidore. (Alterando la voce)
 Menghina
 Anzi mio gran padrone.
 Bertoldo
 Sono un adorator del vostro bello.
 Menghina
 Eh lei mi burla.
 Bertoldo
                                No, vi dico il vero.
 Menghina
1135Giuratelo, signor.
 Bertoldo
                                   Da cavaliero.
 Menghina
 Io non v’ho più veduto.
 Bertoldo
 Per voi son qui venuto.
 Menghina
 Ma da me che volete?
 Bertoldo
 Cara, quel che vogl’io voi lo saprete.
 Menghina
1140(Costui mi va tentando).
 Bertoldo
 (La scaltra va cascando).
 Menghina
 Ma io son maritata.
 Bertoldo
 Senza malizia amar credo si possa.
 Non mi fate languire.
 Menghina
                                          Io vengo rossa.
 
 SCENA XVIII
 
 BERTOLDINO e detti, poi Bertoldino parte e torna con CACASSENO vestito da donna
 
 Bertoldino
1145(Eccola con un altro cavaliere.
 Oh questo è un bel mestiere!)
 Bertoldo
 Datemi almen la man per carità.
 Menghina
 Io la man vi darò per civiltà.
 Bertoldino
 (Che ti venga la rabbia.
1150Eppur degg’io tacere.
 Ma voglio un po’ vedere
 se questa moglie mia sì spiritosa
 è del marito suo punto gelosa). (Parte)
 Menghina
 Almen mi faccia grazia
1155dirmi come si chiama.
 Bertoldo
                                            Or ve lo dico.
 Io mi chiamo il marchese Papafico.
 Menghina
 (Oh che nome curioso!)
 Bertoldo
 (Oh che piacer gustoso).
 Vuol ch’io la serva?
 Menghina
                                      Lei puol comandare. (Torna Bertoldino con Cacasenno)
 Bertoldino
1160(Vieni meco; sta’ zitto e non parlare).
 Cacasenno
 (Ma se donna non sono...)
 Bertoldino
 (Chetati, animalaccio, o ti bastono).
 Menghina
 Bertoldin, chi è colei?
 Bertoldino
 Badate ai fatti vostri, io bado ai miei.
 Bertoldo
1165Dice bene, lasciate che ognun goda,
 facciamola alla moda.
 Bertoldino
 Mia cara mascheretta. (A Cacasenno)
 Menghina
 Oh razza maledetta!
 Bertoldino
 Ti voglio tanto bene.
 Menghina
1170Bertoldin, chi è colei?
 Bertoldino
 Badate ai fatti vostri, io bado ai miei.
 Bertoldo
 Venite, state salda. (A Menghina)
 Menghina
 La testa mi si scalda.
 Bertoldino
 Sì, caro idolo mio. (A Cacasenno)
 Menghina
1175Indegno... (A Bertoldino)
 Bertoldino
                       Taci tu, che taccio anch’io. (A Menghina)
 Menghina
 Chi è colei?
 Bertoldino
                         Chi è colui?
 Menghina
                                                 Io non lo so.
 Bertoldino
 Io lo voglio sapere.
 Menghina
                                     Io lo saprò.
 
    Vuo’ conoscere quella marfisa.
 
 Bertoldino
 
 Vuo’ saper quel zerbino chi è.
 
 Cacasenno
 
1180(Io mi sento creppar dalle risa).
 
 Bertoldo
 
 (Vuo’ che impari a burlarti di me).
 
 Bertoldino
 
 Aspetta, ti giuro, t’avrai da pentir.
 
 Menghina
 
 Questa maschera voglio scoprir. (Menghina smaschera Cacasenno e Bertoldino smaschera Bertoldo)
 
 Bertoldo
 
    Riverisco signora garbata.
 
 Cacasenno
 
1185Gli son serva divota obbligata.
 
 Bertoldino, Menghina
 
 Oh chi vedo! Chi diavolo è qui?
 
 Bertoldino
 
 Veramente tu sei di buon gusto.
 
 Bertoldo, Cacasenno
 
 Che bellezza, che grazia, che fusto!
 
 Menghina
 
 Vecchio pazzo, briccon di ragazzo,
1190m’hai schernito, mi vuo’ vendicar.
 
 Bertoldo
 
    Vi son servo. (A Menghina)
 
 Cacasenno
 
                               Vi fo riverenza. (A Menghina)
 
 Bertoldino
 
 Chi s’inchina convien ringraziar. (A Menghina)
 
 Menghina
 
 Temerari vi voglio ammazzar.
 
 Cacasenno
 
 Aiuto.
 
 Bertoldino
 
               Fermate.
 
 Bertoldo
 
                                  Lasciatelo star.
 
 Bertoldo, Bertoldino
 
1195   Oh che spasso, che rider, che gioia!
 
 Menghina, Cacasenno
 
 Oh che rabbia, che stizza, che noia!
 
 a quattro
 
                    da rider
 Io mi sento                  creppar.
                  di rabbia
 
 Fine dell’atto secondo