I bagni d’Abano, Venezia, Fenzo, 1753

Vignetta Frontespizio
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 VIOLANTE e RICCARDO
 
 Violante
 Deh per pietà...
 Riccardo
                                Mendace.
 Violante
 Uditemi.
 Riccardo
                    Non deggio.
 Violante
 Son pentita.
 Riccardo
                          Nol credo.
 Violante
                                               Oh me infelice!
 Eccomi a’ vostri piedi. (S’inginocchia)
 Riccardo
                                             Ingannatrice.
 Violante
1015Pietà.
 Riccardo
              Pietà mi chiede
 chi non sa che sia fede?
 Violante
                                              Eppur voi solo
 amo con cuor sincero.
 Ardo solo per voi.
 Riccardo
                                   No, non è vero.
 
 SCENA II
 
 Monsieur LA FLOUR e detti
 
 La Flour
 Amici, ancor fra voi dura lo sdegno?
 Violante
1020Ah bell’idolo amato! (A La Flour)
 Riccardo
                                         Ah core indegno. (A Violante)
 La Flour
 (Non vuo’ più tormentarli). Via tornate
 ad amarvi di cor.
 Violante
                                  Dell’amor mio
 una forza fatale in voi discerno. (A La Flour)
 Riccardo
 Amerò prima un demone d’inferno.
 La Flour
1025Volete ch’io vi mostri
 un oggetto che merta il vostro amore?
 Riccardo
 Amar più non vogl’io.
 La Flour
                                          Mirate.
 Riccardo
                                                          È questi
 uno specchio.
 La Flour
                            Mirate.
 Riccardo
                                            Oh dei ravviso
 di Violante, il mio ben, l’amabil viso.
 La Flour
1030Mirate ancora voi. (A Violante)
 Violante
                                     Che vedo oh dio!
 L’effigie di Riccardo idolo mio.
 Riccardo
 Cara.
 Violante
              Mio ben.
 Riccardo
                                 Qual forza
 mi violenta ad amarvi?
 Violante
 Son qui, torno a pregarvi...
 Riccardo
                                                   È vano, è vano.
1035Ecco vostra la mano e vostro il core.
 Violante
 Per voi sol, ve lo giuro, ardo d’amore.
 
    Forza ignota ai sensi miei
 il mio cor rese incostante.
 Ma serbare al primo amante
1040sol desio la fedeltà.
 
    Tal sovente si condanna
 della donna il core ingrato
 e sarà colpa del fato,
 cui resister non saprà. (Parte)
 
 SCENA III
 
 RICARDO e monsieur LA FLOUR
 
 Riccardo
1045Quai prodigi son questi? Io non gl’intendo.
 La Flour
 Perché mi siete amico
 vuo’ spiegarvi l’arcano. In questi bagni
 il libro ho ritrovato
 del mago rinomato
1050Pietro d’Abano detto e vi protesto
 che fa cose stupende.
 Riccardo
                                         Intendo il resto.
 Dunque è fida Violante?
 La Flour
                                               Ella è per voi
 qual la vedeste nello specchio. Un vetro
 quest’è puro e sincero
1055che delle donne fa scoprire il vero.
 
    Povere femine,
 se ve ne fossero
 di questi specchi
 gran quantità!
 
1060   Si scoprirebbono
 le loro macchine,
 si vederebbono
 le infedeltà. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 RICCARDO
 
 Riccardo
 Questi specchi sariano
1065scellerati per l’uom. Miseri noi,
 se tutti della donna
 anche i pensier s’avesse
 da esplorar, da veder! Basta, qualora
 la sua bella dall’uom fedel si crede,
1070è un tesoro per noi la buona fede.
 
    È un dolce tesoro
 la pace, la calma;
 felice quell’alma
 che ignora il timor.
 
1075   Non mancan pretesti
 per esser scontenti.
 Gelosi tormenti
 non prova il mio cor. (Parte)
 
 SCENA V
 
 PIROTTO, poi LISETTA
 
 Lisetta
 Pirotto, addio.
 Pirotto
                             Dove Lisetta mia?
 Lisetta
1080La padrona domani anderà via.
 Pirotto
 E tu?
 Lisetta
              Sciocco che sei!
 Me lo domandi? Partirò con lei.
 Pirotto
 Ma perché dirmi sciocco?
 Lisetta
                                                 Perché già
 non ne dici mai una come va.
 Pirotto
1085Bella grazia che hai da farti amare.
 Lisetta
 Verrò da te a imparare.
 Pirotto
 Forse t’insegnerei quel che non sai.
 Lisetta
 Da un asinaccio non s’impara mai. (Alterata)
 Pirotto
 Presto, vatti a bagnar.
 Lisetta
                                           Taci, che or ora
1090ti rompo il grugno e finirò la tresca.
 Pirotto
 Presto vatti a bagnar nell’acqua fresca.
 Lisetta
 Temerario!
 Pirotto
                        Fraschetta!
 Lisetta
                                               Indegno!
 Pirotto
                                                                  Pazza!
 Lisetta
 Pazza a me?
 Pirotto
                          Temerario ad un par mio?
 
 SCENA VI
 
 Monsieur LA FLOUR e detti
 
 La Flour
 (Si grida).
 Lisetta
                       Questa volta
1095sarà finita.
 Pirotto
                       Sì, finita sia.
 Lisetta
 Maledetto.
 Pirotto
                       Mai più ti guarderò.
 Lisetta
 Non sei degno di me.
 La Flour
                                          (L’agiusterò). (Li tocca con una verga e parte)
 Pirotto
 Possibile, Lisetta,
 che mi vogli lasciar?
 Lisetta
                                        Pirotto mio,
1100dunque non mi ami più?
 Pirotto
                                                 Cara, quel viso,
 quell’occhietto mi piace.
 Lisetta
 Io per te ho nel mio core una fornace.
 
    Maledetto questo vizio!
 Non mi voglio più arrabbiar.
1105Vuo’ godere, voglio amar.
 
    Non temer, sarò bonina,
 dalla sera alla mattina
 ti prometto di tacer.
 Ma di giorno... qualche volta...
1110Tacerò, se potrò,
 sarò buona, non temer. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 PIROTTO solo
 
 Pirotto
 Tacerò, se potrò? Ho gran paura
 che resister non possa alla natura.
 Eppur le voglio bene.
1115Anzi mai più l’amai come ora l’amo.
 Anzi adesso la bramo
 e la voglio per me.
 Sento che mi cangiai né so perché.
 
    Donne belle voi avete
1120la magia nel vostro cor.
 Siete quelle che potete
 far di noi quel che vi par.
 
    Sdegnosette ci piagate.
 Vezzosette imbalsamate.
1125Inconstanti nell’amor
 ma graziose nell’amar. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Gabinetto con tavolino che devesi trasformare.
 
 LUCIANO, poi MARUBBIO
 
 Luciano
 Ah che mi sento al fin de’ giorni miei.
 Un notaro vorrei.
 L’ho detto anche a Pirotto
1130ma non lo vedo più. Deh caro amico
 trovatemelo voi per carità.
 Marubbio
 Or or lo trovo e ve lo mando qua. (Parte)
 Luciano
 Tanti spaventi, tante stravaganze
 unite a tanti mali?
1135Vado presto a far terra da boccali.
 
 SCENA IX
 
 ROSINA e detto
 
 Rosina
 Signor Luciano mio,
 son tutta spaventata.
 Luciano
                                         E tremo anch’io.
 Rosina
 Che pensate di far?
 Luciano
                                       Pria di morire
 voglio far testamento.
 Rosina
                                          Oh quest’è bella!
1140Testamento? Perché?
 Luciano
                                          Perché davvero
 mi sento male e di guarir dispero.
 Rosina
 Avete robba da disporre assai?
 Luciano
 Molta ne consumai.
 Ma! Me ne resta ancora
1145per esser grato cogl’amici miei.
 Rosina
 (Allettarlo vorrei!
 Ma se ricco non è
 coll’ippocondria sua non fa per me).
 
 SCENA X
 
 MARUBBIO vestito da notaro e detti
 
 Marubbio
 (Io vuo’ con questo pazzo
1150buscar qualche denaro e aver solazzo).
 Rosina
 Chi è costui?
 Luciano
                           Padron caro,
 vusignoria chi è?
 Marubbio
                                  Sono il notaro.
 Luciano
 Favorisca, vorrei far testamento.
 Marubbio
 Quando?
 Luciano
                    In questo momento.
 Marubbio
1155Ed io la servirò.
 Luciano
 Scrivete, ecco la carta; io deterò. (Marubbio siede al tavolino e Luciano siede poco lontano)
 Rosina
 Son curiosa sentir; se fosse ricco,
 vorrei fargli cambiare in un momento
 in contratto di nozze il testamento.
 Luciano
 
1160   Lascio al mio fratel carnale
 una possession che vale
 mille doppie e ancora più.
 
 Rosina
 
    (Principia assai bene,
 la somma va su).
 
 Luciano
 
1165   Lascio a Nardo, mio parente,
 de’ miei mobili il valsente
 che a duemille arriverà.
 
 Rosina
 
    (Duemille, tremille.
 Crescendo si va).
 
 Luciano
 
1170   Lascio il resto de’ miei beni
 che son scudi ventimille
 dispensati per le ville
 della mia comunità.
 
 Rosina
 
    (Va bene. Vogl’io
1175la sua eredità).
 
 Luciano
 
    Scrivete. (Al notaro)
 
 Rosina
 
                        Fermate. (Al notaro)
 
 Luciano
 
 Lasciatelo far.
 
 Rosina
 
    Sentite, badate,
 vi voglio parlar.
 
 Luciano
 
1180   Via dite, parlate,
 vi voglio ascoltar.
 
 Rosina
 
    Sarebbe meglio assai
 che moglie voi prendeste,
 felice voi sareste
1185in pace e sanità.
 
 Luciano
 
    La moglie... sì... vorrei...
 ma con i mali miei...
 
    Notaro, scrivete.
 
 Rosina
 
 Notaro, fermate.
1190Vi voglio parlar. (A Luciano)
 
 Luciano
 
 Vi voglio ascoltar.
 
 Rosina
 
    Una sposina bella
 alfin vi guarrirà.
 
 Luciano
 
    Ah, se voi foste quella...
1195Se mi voleste... ma...
 Scrivete. (Al notaro)
 
 Rosina
 
                     Fermate. (Al notaro)
 
    Per me vi prenderò
 e vi risanerò
 da tutto il vostro mal.
 
 Luciano
 
1200   Contento sarò io.
 
 Rosina
 
 Sarete l’idol mio.
 
 a due
 
 Notaro non scrivete,
 ve ne potete andar.
 Andate, che vi mando
1205a farvi sottisfar.
 
 Luciano
 
    Voi sarete mia cara sposina.
 
 Rosina
 
 Voi sarete il mio caro marito.
 
 Luciano
 
 Voi sarete la mia medicina.
 
 Rosina
 
 Presto presto sarete guarito.
 
 a due
 
1210Che diletto mi sento nel petto,
 bel piacere che amore mi dà.
 
 Rosina
 
    Ma il contratto delle nozze
 fra di noi quando si fa?
 
 Luciano
 
    Il notaro se n’è andato.
1215Si è mandato via di qua.
 
 a due
 
    Ehi notaro, dove siete?
 Dove andato mai sarà? (Si trasforma il tavolino e comparisce il notaro)
 
    Eccolo qui... (Tremando sempre)
 Come così...
1220presto tornò?
 
 Rosina
 
    Presto la mano... (A Luciano)
 
 Luciano
 
 Ecco la mano...
 
 a due
 
    Scrivete signore... (Al notaro)
 Mi palpita il core.
1225Non posso parlar.
 
 Luciano
 
    Quest’è la sposa mia.
 
 Rosina
 
 Quest’è lo sposo mio.
 
 a due
 
 Facciamo il matrimonio,
 quel brutto testimonio
1230chi diavolo sarà?
 
    Amor mi dà contento.
 Colui mi fa spavento.
 Noi siamo maritati
 ma mezzi spiritati,
1235fra gioia e fra timore
 il core se ne sta. (Partono. Torna il tavolino a chiudersi come era prima)
 
 SCENA ULTIMA
 
 VIOLANTE, RICCARDO, LISETTA, PIROTTO, MARUBBIO e poi LUCIANO e ROSINA e monsieur LA FLOUR
 
 Violante
 Presto, Riccardo mio,
 andiamo via di qua.
 Riccardo
                                        Fra questi bagni
 dei prestigi vi sono.
 Lisetta
                                       Io più non voglio
1240con il diavolo aver qualch’altro imbroglio.
 Marubbio
 Resto meravigliato ancora io.
 Pirotto
 Il diavolo si è fatto amico mio.
 Luciano
 Schiavo patroni miei.
 Riccardo
                                          Andate via?
 Luciano
 Io me ne vado colla sposa mia.
 Pirotto
1245Come signor padron?
 Rosina
                                          Sì, mi ha sposata.
 Son stata maritata da un notaro
 che un demonio lo credo al parer mio. (Torna a trasformarsi il tavolino ed esce)
 La Flour
 L’incognito notar sono stat’io.
 Violante
 Che vedo!
 Luciano
                      Oh meraviglia.
 La Flour
                                                    Ecco il gran libro
1250che oprò tanti prodigi.
 Detesto i rei prestigi.
 Il libro abbrucierò. Ma voglio prima
 l’ultima volta usar della magia.
 Vuo’ che tutti per mare andiamo via. (Batte colla verga in terra e sparisce la sala e comparisce una scena di mare con navi alla vela)
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
1255   Che bel piacere è questo
 balzare presto, presto
 dalla montagna al mar!
 
 Violante, Lisetta, Riccardo a tre
 
    Mi piace, mi diletta
 la forza e la bravura.
1260Ma un poco di paura
 ancor mi fa tremar.
 
 tutti
 
    Andiamo andiamo via,
 partiamo in compagnia,
 pria che sparisca il mar.
 
 Il fine