L’amore artigiano, Venezia, Fenzo, 1761

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Stanza della casa di Bernardo con tavolino per uso di Rosina con vari lavori del suo mestiere e varie sedie di paglia.
 
 ROSINA con tre scolare
 
 Rosina
 Presto, presto, a sedere e a lavorare.
 L’abito che ha ordinato
 la signora contessa del Caviale
650esser dee terminato o bene o male.
 Non misurate i ponti;
 tirate giù alla peggio. La contessa
 vuol pagar poco ed aspettar conviene,
 come merita anch’io la servo bene.
655Orla tu questo telo. (Ad una scolara)
 Tu unisci questa manica. (Ad un’altra scolara)
 Tu menda questo taglio
 ch’i’ ho fatto, non volendo, per isbaglio. (Alla terza scolara)
 Se la bile mi prende,
660non so quel che mi faccia e allora quando
 mi vien la mosca al naso,
 precipito i lavori e taglio a caso.
 Ora per gelosia,
 per rabbia e per dispetto
665son tutta tutta foco.
 Per farmela passar canterò un poco. (Siede, lavora e canta)
 
    Pute care, pute bele
 no sté tanto a sospirar.
 Bona carne e bona pele
670chi sospira no pol far.
 
 Via lavora, fraschetta.
 Facciamola finita
 o ti do la bacchetta in su le dita. (Ad una scolara)
 
    Co le smanie e coi tormenti
675no perdé la zoventù....
 
 Or or non posso più.
 Che impertinenza è questa?
 Ti darò il bracciolare in su la testa. (Ad un’altra scolara)
 
    Co le smanie e coi tormenti
680no perdé la zoventù.
 Disé i vostri sentimenti
 e sfogheve ancora vu.
 
 SCENA II
 
 BERNARDO e le suddette
 
 Bernardo
 Brava, così va bene.
 Cantare e lavorare
685e non stare sul balcone a civettare. (A Rosina)
 Rosina
 Prendi quest’altra manica, (La getta ad una scolara e prende un altro lavoro)
 fa’ che ambedue sien leste.
 Bernardo
 Quest’è il dover delle fanciulle oneste.
 Rosina
 Terminato quel telo,
690farai l’orlo a quest’altro. (Getta il telo in terra e la scolara lo strascina a sé e prende un altro lavoro)
 Bernardo
 Un po’ di carità
 per la robba degli altri.
 Rosina
                                             Oh voi verrete
 a insegnarmi il mestier! Che importa a noi
 che un abito s’impolveri e s’imbratti?
695Se li godan così, quando son fatti.
 Bernardo
 Signore delicate
 che gli abiti serbate
 con tanta gelosia, con tanto amore,
 veniteli a veder dalle sartore.
 Rosina
700Davver mi fate ridere.
 Tutti non fan così? Le vostre scarpe
 di stoffa o pur guernite
 le rendete davver belle e polite?
 Bernardo
 A proposito, io deggio
705fare un paio di scarpe
 di drappo. Hai qualche cosa
 di grazioso da darmi?
 Rosina
                                           Sì, prendete
 due ritagli di raso
 e un pezzo di brocato
710che per voi con industria ho risparmiato.
 Bernardo
 Cara la mia figliuola,
 tu sei proprio un oracolo.
 E vuoi precipitarti
 e vuoi mal maritarti?
715Giannin non è per te.
 Rosina
                                          Quello o nessuno.
 Bernardo
 Starai da maritar.
 Rosina
                                    Sì sì ma in casa
 non ci voglio più star.
 Bernardo
                                          Dove vuo’ ire?
 Rosina
 Se non ho quel ch’io voglio andrò a servire.
 Bernardo
 Sciocca, senza giudizio.
720Non vedi che Giannino
 non ti può mantener?
 Rosina
                                           Che importa a me?
 Purch’ei fosse mio sposo
 starei sotto una scala,
 viver sarei contenta
725col mio caro Giannin d’acqua e polenta.
 Bernardo
 Eh, fraschetta, tant’altre
 hanno detto così; ma poi col tempo
 cariche di miserie e di bambini
 avrian dato l’amor per sei quattrini.
 
730   Per un mese col marito
 la sposina allegra sta.
 Ma poi mangia il pan pentito
 e rimedio più non v’ha.
 
    Le carezze, le finezze
735son cambiate in bastonate.
 E l’amore se ne va
 fra dispetti e povertà.
 
    Ma non è niente,
 vengono i figli
740o che dolori!
 Quanti perigli!
 «Mamma del pane».
 «Pane non c’è».
 «Ho tanta fame».
745«Povera me».
 
    Se ti mariti
 così sarà.
 Povera pazza
 sta’ in libertà. (Parte)
 
 SCENA III
 
 ROSINA e le tre scolare come sopra
 
 Rosina
750(Fin che il ciel mi conserva
 gli occhi e le dita, di penar non temo.
 Sì, lo voglio lo voglio e lo vedremo).
 Vespina, vammi un poco
 a porre un ferro immantinente al foco. (Parte una scolara)
755Dica pure mio padre
 tutto quel che sa dire.
 Nasca quel che sa nascere,
 io voglio il mio Giannino e se dovessi
 vivere in povertà, sotto un bastone
760dirò quello che dice la canzone.
 
    Hastu volesto?
 Magna de questo,
 xestu contenta?
 Basta cusì.
 
765   Tante l’ha fatta
 sta bella festa
 e l’ho volesta
 far anca mi. (Ritorna la scolara ch’era partita a parlare all’orecchio di Rosina)
 
 Davvero? Il mio Giannino
770vuol venirmi a parlar? Dov’è mio padre?
 È partito? Ci ho gusto. (La scolara risponde piano)
 Digli che venga pur. Tu scalda il ferro,
 guarda che caldo sia quand’io lo bramo.
 Ma di qua non tornar, se non ti chiamo. (Parte la scolara)
775Lisetta, dal merciaio
 vammi a comprar del refe e della seta,
 digli, per non mandare ogni momento,
 che ti dia di colori un sortimento. (La scolara parte)
 Tu va’ dalla contessa,
780dille se domattina
 vuol ch’io vada a provarle il suo vestito
 poiché poco vi manca a esser finito. (La scolara parte)
 A parlar con Giannino io mi consolo
 ma parlare gli vo’ da sola a solo.
 
 SCENA IV
 
 GIANNINO e ROSSINA
 
 Giannino
785Rosina.
 Rosina
                 Vita mia.
 Hai veduto mio padre?
 Giannino
                                             L’ho veduto
 andar con delle scarpe.
 Rosina
 E il fabbro?
 Giannino
                         E il fabbro anch’esso
 altrove è a lavorare.
 Rosina
                                       E l’Angiolina
790a venir ti ha veduto?
 Giannino
 Quando son qui venuto
 era chiuso il balcon.
 Rosina
                                       Caro Giannino,
 noi siam perseguitati
 ma al dispetto di tutti
795il ben che ci vogliam ce lo vorremo.
 Giannino
 E se il cielo vorrà, ci sposeremo.
 Rosina
 Senti, ho anch’io la mia dote
 ed ho il mio bisognetto.
 Giannino
 Anch’io non istò mal da poveretto.
 Rosina
800Ho sedici camiscie
 e sei di tela fina.
 Giannino
 Io ne ho fatte di nuove una dozzina.
 Rosina
 Ho un abito di seta;
 ne ho due di cambellotto,
805due vestine, due busti e sei sottane.
 Ed ho più d’un grembial di tele indiane.
 Giannino
 Ancor io per le feste
 un abito ho comprato
 e un ferraiolo ed un cappel bordato.
 Rosina
810E poi dalle avventore
 qualche aiuto averò per farmi un letto,
 quattro sedie, un armadio ed un specchietto.
 Giannino
 Ed io dai miei mercanti
 comprerò delle tavole in credenza
815e farò dei lavori a questo e a quello
 per comprarti una vesta e un bell’anello.
 Rosina
 Oh caro il mio Giannino,
 voglio che facciam presto.
 Giannino
 Per me son bell’e lesto.
 Rosina
                                            Sento gente.
 Giannino
820Gente sale la scala,
 oimè! Chi mai sarà?
 Rosina
 Fosse mio padre! Vattene di là
 presto; celati.
 Giannino
                            E poi?
 Rosina
 Non mi fare arrabbiar.
 Giannino
                                             Fo quel che vuoi. (Passa in un’altra stanza)
 
 SCENA V
 
 ROSINA, poi FABRIZIO
 
 Rosina
825Oh! Chi è qui! Il cameriere
 di madama Costanza! Gli ho pur detto
 che non venga da me. Mi spiace assai
 che Giannino è di là che vede e sente
 ma è buon figliuolo, non dirà niente.
 Fabrizio
830Buondì bella ragazza.
 Rosina
                                          Vi saluto.
 Fabrizio
 Sono da voi venuto
 per dirvi che madama
 s’è di voi ingelosita
 e scacciommi di casa inviperita.
 Rosina
835Me ne dispiace assai.
 Fabrizio
                                          Di tal mio danno
 se la cagion voi siete
 risarcirmi dovete.
 Rosina
                                    E in qual maniera?
 Fabrizio
 Molto non vi domando
 pel mio risarcimento.
840Un pochino d’amore e son contento.
 Rosina
 (Povera me! Giannino
 non vorrei lo sentisse). In cortesia
 per ora andate via.
 Fabrizio
                                     Mi discacciate?
 Rosina
 Mio padre può venir; di grazia andate.
 Fabrizio
845Mandate la fanciulla
 come detto mi avete ad avvisarmi...
 Rosina
 Zitto per carità. (Vuol rovinarmi).
 Fabrizio
 Via, via, non v’inquietate,
 per or me n’anderò.
850Poscia ritornerò, quando non siavi
 timor di qualche imbroglio.
 Deh vogliatemi ben, ch’io ve ne voglio.
 
    Bella vi lascio in pace
 ma con voi resta il cor.
855Deh non mi dite audace
 s’io vi domando amor,
 costanza e fede. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 ROSINA, poi GIANNINO
 
 Rosina
 Spero che il mio Giannino
 non avrà né veduto né sentito;
860e poi se mio marito esser desia
 io sospetti non vo’ né gelosia.
 Giannino
 Servo suo. (Sdegnato in atto di partire)
 Rosina
                       Cosa è stato?
 Giannino
 Nulla. La riverisco. (Come sopra)
 Rosina
 Cosa son queste scene?
865Sai che ti voglio bene...
 Giannino
                                             Sì, obbligato;
 se ti guardo mai più sia bastonato.
 Rosina
 A me, cane, assassino?
 A me così favelli? In tal maniera
 tratti chi ti vuol bene?
 Giannino
                                           Ah son spedito.
870Per me il mondo è finito
 e, quando men tel credi,
 vedrai uno spettacolo ai tuoi piedi.
 Rosina
 Ma via, cosa t’ho fatto?
 Giannino
                                            Hai tanta faccia
 ancor di domandarlo?
875Cospetto! Lo vedrai; voglio ammazzarlo.
 Rosina
 Chetati, malagrazia.
 Lo conosci quell’uom?
 Giannino
                                           Non lo conosco. (Bruscamente)
 Rosina
 Non sai che è il cameriere
 di madama Costanza?
 Giannino
                                           Fosse ancora
880il camerier d’un re,
 cospettonaccio! avrà che far con me.
 Rosina
 Venuto è a domandarmi
 per via della padrona.
 Giannino
 Eh un uomo come me non si minchiona.
 Rosina
885Orsù, signor astuto
 faccia quel che gli pare,
 che co’ pazzi ancor io non vo’ impazzare.
 Giannino
 Maladetta!
 Rosina
                       Insolente
 parla bene, che or ora
890meno giù a precipizio. (Alza una sedia e lo minaccia)
 Giannino
 Anch’io, cospetto! perderò il giudizio. (Alza anch’egli una sedia)
 Rosina
 (Affé dice davvero. Colle buone
 vo’ pigliarlo per ora).
 Giannino
 (Ho la rabbia nel sen che mi divora).
 Rosina
895Via, Giannino, hai ragione.
 Sappi che quegli è un pazzo
 che con tutte vuol far l’innamorato
 e da tutte è deriso e corbellato.
 Giannino
 Bella riputazione!
 Rosina
900Dici bene, hai ragione.
 Giannino
 Se l’altre sono pazze
 vuoi esserlo ancor tu?
 Rosina
 Hai ragione, Giannin, non farò più.
 Giannino
 Frasca.
 Rosina
                 Non strappazzarmi.
 Giannino
905Perché fare arrabbiarmi?
 Rosina
                                                 Via Giannino,
 via il mio bel piccinino,
 vien dalla Rosa tua che ti vuol bene.
 Giannino
 (Ah resister non so; ceder conviene).
 Rosina
 Guardami.
 Giannino
                        Gioia mia
910non mi dar gelosia.
 Rosina
                                      Non dubitare.
 Giannino
 Non mi far disperare.
 Rosina
                                           Ti amo tanto
 che or or per cagion tua divengo matta,
 caro.
 Giannino
             Viscere mie.
 Rosina
                                      La pace è fatta. (Con allegrezza)
 Giannino
 Spiacemi che convien che or me ne vada.
915Non vorrei per la strada
 con tuo padre incontrarmi.
 Rosina
                                                    Aspetta, aspetta.
 Anderò alla finestra e se vedrò
 che mio padre ci sia ti avviserò.
 Giannino
 Quando verrà quel giorno
920che senza soggezion potrò parlarti?
 Rosina
 Presto se il ciel vorrà.
 Amami e non temer, che il dì verrà.
 
    Ti ho voluto sempre bene,
 te ne voglio piucché mai,
925ah briccone tu lo sai
 e vuoi farmi taroccar.
 
    Oh benedetto quel bel visino,
 sì ritondetto, sì galantino.
 Che bei balletti, che bei scherzetti,
930che bei risetti vogliamo far.
 Non vedo l’ora, non posso star. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 GIANNINO solo
 
 Giannino
 Ora sì posso dire
 d’essere fin agli occhi innamorato.
 Lasciarla avea giurato,
935giurato avea di non amar mai più.
 E tornai presto presto a cascar giù.
 Ah Giannino che fai? Pensaci bene.
 È ver, Rosina è bella
 ma mi par vanarella.
940Se con questo e con quel scherzar le piace
 sarò geloso e non avrò mai pace.
 Dunque che s’ha da far? Lasciarla? Ah no.
 Lasciarla io non potrò. Morir mi sento
 solamente in pensarlo. Ah vita mia
945sono nelle tue mani. Abbi pietà.
 Non mi dar gelosia per carità.
 
    Donne belle cogli amanti
 deh non siate sì tiranne,
 non usate i vostri incanti
950per schernir la fedeltà.
 
    Vezzosette graziosette,
 fate torto alla beltà,
 coi meschini poverini
 non usando carità. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Camera di madama Costanza.
 
 Madama COSTANZA, poi un servidore
 
 Costanza
955Ah no, non posso vivere
 senza il caro Fabrizio. Ehi! Chi è di là? (Esce un servitore)
 Per tutta la città
 cerca del camerier fin che lo trovi.
 Digli che da me venga,
960guidalo qui con te.
 Se non lo trovi, avrai che far con me. (Il servo parte)
 È ver che all’amor mio mi parve ingrato
 ma non gli ho ancor svelato
 la fiamma che per lui m’arde nel cuore
965né sa ch’io l’ami e ch’io pretenda amore.
 Se torna, com’io spero,
 farò ch’egli lo sappia e mi lusingo
 ch’ei non avrà difficoltade alcuna
 di comprar con amor la sua fortuna.
970Parmi di sentir gente. Oh me felice
 se fosse l’idol mio! Vieni, o mio caro...
 Ah ingannata mi sono. È il calzolaro.
 
 SCENA IX
 
 BERNARDO e la sudetta
 
 Bernardo
 Son qui se mi permette...
 Costanza
 Da me cosa volete?
 Bernardo
                                      Se comanda,
975proveremo le scarpe.
 Costanza
                                         Andate al diavolo.
 Voi m’avete annoiata.
 Bernardo
 (Per verità è garbata). Favorisca.
 Le scarpe le ha vedute?
 Costanza
                                             Ancora no.
 Bernardo
 Quando le vuol provar?
 Costanza
                                             Quando vorrò.
 Bernardo
980Ma io son poveruomo
 e non posso aspettar...
 Costanza
                                           Zitto. (Mi pare...
 Fosse questi Fabrizio! Oh che diletto
 se venisse il mio bene!)
 
 SCENA X
 
 TITA e i sudetti. Tita entra inchinandosi
 
 Costanza
                                              Oh maladetto!
 Tita
 Son qui per il burrò.
 Costanza
985Vatene, seccator; ti chiamerò.
 Tita
 Son venuto tre volte.
 Costanza
                                        E quattro e sei,
 quante volte mi par tornar tu dei.
 Tita
 Ma il mio tempo, signora...
 Costanza
                                                    Impertinente!
 (Affé ch’io sento gente,
990questa volta senz’altro
 la persona sarà ch’è a me sì cara.
 Maladetto destino! È la cuffiara).
 
 SCENA XI
 
 ANGIOLINA e detti
 
 Angiolina
 Eccomi qui di nuovo.
 La scuffia ho accomodato,
995come mi ha comandato.
 Costanza
                                              Così presto?
 Lascia veder, m’aspetto
 che l’abbi strappazzata per dispetto.
 Angiolina
 Oh no, signora mia.
 Se la provi e vedrà che anderà bene.
 Costanza
1000(E Fabrizio non viene).
 Angiolina
                                             Vuol che andiamo
 a provarla allo specchio?
 Costanza
                                               Va’ in buonora.
 (E Fabrizio crudel non viene ancora?)
 Angiolina
 E mi tratta così?...
 Costanza
                                    (Vo’ andar io stessa
 a cercar quell’ingrato). (In atto di partire)
 Bernardo
1005Le scarpe che ho portato... (A Costanza)
 Costanza
 Torna e ti pagherò. (A Bernardo)
 Tita
 La chiave del burrò... (A Costanza)
 Costanza
                                          Torna o mi aspetta. (A Tita)
 Angiolina
 E provare non vuol?... (A Costanza)
 Costanza
                                            No, maladetta. (Ad Angiolina)
 
    Ah che son fuor di me.
1010Smania, delira il cor.
 Barbaro crudo amor.
 Speme per me non v’è.
 
    Ah da me lungi andate,
 no non mi tormentate,
1015ardo di sdegno e fremo
 ma non vo’ dir perché. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 ANGIOLINA, BERNARDO e TITA
 
 Bernardo
 Che diavolo ha costei!
 Angiolina
                                           Pare impazzata.
 Tita
 So tutto. È innamorata.
 Angiolina
 Di chi?
 Tita
                 Del cameriere
1020e l’ha cacciato via
 per certa gelosia che stamattina
 ebbe, ma con ragion, della Rosina.
 Bernardo
 Di mia figlia?
 Tita
                             Di lei.
 Bernardo
                                           La mia ragazza
 io so che non è pazza,
1025che bada al suo mestiere
 e sospetto di lei non potrà avere.
 Angiolina
 Sì certo la Rosina
 veramente è bonina
 ma se il padre sen va poco distante,
1030introduce in sua casa il caro amante.
 Bernardo
 Chi?
 Angiolina
             Giannino.
 Bernardo
                                  Da lei?
 Angiolina
 L’ho veduto testé cogli occhi miei.
 Bernardo
 Cospetto! Cospettone!
 Voglio precipitar.
 Tita
                                   Mi promettete
1035se Giannin l’abbandona
 che Rosa sarà mia? (A Bernardo)
 Bernardo
                                       Sì, per dispetto,
 per odio di colui, ve lo prometto.
 Angiolina
 Briccon, m’avea promesso
 e per lei mi ha mancato.
 Tita
1040E che sì che il vedete a voi tornato? (All’Angiolina)
 Angiolina
 Volesse il ciel.
 Tita
                             Lasciate
 operare a chi sa. Giannin conosco.
 È gonzo per natura
 ed è pien di paura.
1045Stamane si è gridato
 e so ch’è spaventato e col pretesto
 di far pace con noi lo condurremo
 insieme all’osteria
 e faremo ch’ei beva in allegria.
1050Quando avrà ben bevuto
 lasciate a me il pensiere
 di far ch’egli rinonzi la Rosina
 e mantenga la fede all’Angiolina.
 Bernardo
 Bravo; ma saria bene
1055che ci foste anche voi. (All’Angiolina)
 Angiolina
                                           Oh le cuffiare
 non vanno all’osteria.
 Tita
                                          Che novità!
 Perdereste la vostra nobiltà?
 Bernardo
 Basta che vi trovate
 di là poco lontana. (All’Angiolina)
 Tita
1060Andremo all’osteria della Fontana, (All’Angiolina)
 fidatevi di me; so quel che dico.
 Pria gli farò l’amico
 e poi a poco a poco
 mi anderò riscaldando e darò foco.
 
1065   Se sapeste che bestia ch’io sono,
 quando voglio nessun me la fa.
 La natura mi diè questo dono
 e vedrete la mia abilità.
 
    So sdegnarmi col labbro ridente,
1070quando voglio divengo furente,
 qualche donna che finger non sa
 venga a scuola, da me imparerà. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 ANGIOLINA e BERNARDO
 
 Angiolina
 Io fingere non so ma non v’è dubbio
 che cerchi d’imparar sì gran virtù.
1075La mia sincerità stimo assai più.
 Bernardo
 Siete dunque sincera.
 Angiolina
                                           E me ne vanto.
 Bernardo
 Affé siete un incanto,
 se oltre l’esser bellina avete il dono
 della sincerità
1080siete una rarità. Corpo di Bacco
 se vent’anni di meno
 avessi sulle spalle... Ma sentite,
 è ver ch’i’ son vecchietto
 ma il cuore tuttavia mi brilla in petto.
 
1085   Quando veggo un bel visino
 non ricordomi l’età.
 E mi sento poverino
 che diletto amor mi dà.
 
    Gioia cara gioia bella
1090sono come quel soldato
 veterano sgangherato
 che sentendo la trombetta,
 il tamburo o la cornetta
 si risveglia il suo valor,
1095tuppe tappe gli fa il cor. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 ANGIOLINA sola
 
 Angiolina
 Povero galantuom, lo compatisco
 ma però non vorrei
 consumare con esso i giorni miei.
 Mi preme il mio Giannin; per acquistarlo
1100farò quanto potrò ma quando mai
 non l’avessi d’aver, se ho da cambiare
 non mi vo’ con un vecchio accompagnare.
 
    Lo voglio giovanetto,
 lo voglio galantino
1105e vo’ che sia bellino
 e che mi porti amor.
 
    S’è povero non preme,
 non curo di ricchezza,
 mi basta la bellezza
1110che mi consoli il cor. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 Cortile che introduce ad un’osteria con tavola e panca ad uso de’ bevitori.
 
 ROSINA sola
 
 Rosina
 Possibil che Giannino
 sia andato all’osteria? Me l’hanno detto,
 me ne vo’ assicurar. Povero lui
 se ciò è la verità. Vo’ andar cercando
1115per tutti questi alberghi qui d’intorno,
 se ti trovo, briccon, te lo prometto,
 neanche a mio padre porterò rispetto.
 
 SCENA XVI
 
 TITA allegro dal vino. BERNARDO rosso in viso e GIANNINO mesto e stordito
 
 Tita
 Vieni, vieni, Giannin, non sarà nulla.
 Qui all’aria si respira.
 Giannino
1120Ahi la testa mi gira.
 Tita
                                       Siamo stati
 in camera serrati
 perciò ti ha fatto male.
 Ehi camerier, portateci un boccale.
 Bernardo
 Beviamo allegramente.
 Giannino
1125Io non ne posso più.
 Bernardo
 Povera gioventù! Bevuto ho pure
 più di Tita e Giannino
 e sono lesto come un palladino. (Traballando)
 Tita
 Voglio che in avvenire
1130siamo buoni vicini e buoni amici
 e che giorni felici
 passiamo qualche volta all’osteria.
 Bernardo
 E che stiamo d’accordo in allegria.
 Giannino
 (Non ci vengo mai più. Se il sa Rosina
1135che venuto qua sia, povero me!)
 Tita
 Giannino così è,
 come ch’io ti diceva,
 Rosina è cosa mia.
 Cedila colle buone.
1140Quando no, cospettone...
 Cedila per tuo bene.
 Giannino
 Sì, te la cederò. (Finger conviene).
 Bernardo
 Bravo.
 Tita
                Viva Giannino.
 Bernardo
                                              È un galantuomo.
 Tita
 È un amico di cor.
 Bernardo
                                    Ti vorrò bene.
 Tita
1145Sarai compagno mio.
 Bernardo
 La mano.
 Tita
                     Un bacio a me. (Lo assaltano con finezze caricate)
 Bernardo
                                                   Vo’ un bacio anch’io.
 Giannino
 (Son stordito; non so dove mi sia).
 Bernardo
 Ah la nostra allegria
 ancor non è perfetta.
 Tita
1150E che cosa vi manca?
 Bernardo
                                         Una donnetta.
 Tita
 Bravo; almen tu non senti
 della vecchiezza i danni.
 Bernardo
 Parmi d’esser tornato di vent’anni. (Traballando)
 Giannino
 (Fa rabbia un vecchio pazzo
1155che vuol far da ragazzo).
 Tita
                                               Zitto, zitto,
 ecco la mia fanciulla,
 facciamola venir.
 Bernardo
                                  Sì l’Angiolina.
 Giannino
 Vado via.
 Tita
                     Resta qui. (A Giannino)
 Bernardo
                                          Vieni, carina. (Verso la scena)
 
 SCENA XVII
 
 ANGIOLINA e i suddetti, poi ROSINA
 
 Angiolina
 Eccomi. Chi mi chiama?
 Tita
1160Giannino è che ti brama.
 Giannino
                                                Non è vero.
 Bernardo
 Vieni, vieni, cor mio.
 Se nessuno ti vuol, ti prendo io.
 Tita
 Che! Non vi ricordate
 l’impegno di Giannin colla fanciulla?
 Bernardo
1165Non mi ricordo nulla,
 mi sento in allegria,
 vo’ divertirmi e l’Angiolina è mia.
 Angiolina
 Voi non mi comodate.
 Tita
 Il pazzo non mi fate
1170che cospetto di Bacco... (A Bernardo)
 Bernardo
 Di Bacco e di tabacco
 di voi non ho paura,
 voglio far ancor io la mia figura. (Vuol prender per la mano Angiolina e va al solito traballando)
 
    L’Angiolina è cosa mia
1175e voialtri andate via,
 che la vo’ tutta per me.
 
 Angiolina
 
    Io non so di voi che fare. (A Bernardo)
 
 Tita
 
 E tu dei lasciarla stare. (A Bernardo)
 
 Angiolina
 
 Io Giannino vo’ per me.
 
 Giannino
 
1180Figlia mia non son per te.
 
 Rosina
 
    Ah briccone, all’osteria
 colle donne in compagnia?
 Tu l’avrai da far con me. (A Giannino)
 
 Giannino
 
    Con tuo padre son venuto. (A Rosina)
 
 Rosina
 
1185Bell’esempio che gli date. (A Bernardo)
 
 Tita
 
 Ma Giannino ti ha ceduto,
 ma tu devi sposar me.
 
 Rosina
 
    Non lo credo.
 
 Giannino
 
                              Non è vero.
 
 Bernardo
 
 T’ha ceduto, così è. (A Rosina)
 
 Rosina
 
1190   Traditore disgraziato,
 mentitore scellerato,
 senza legge e senza fé.
 
 Giannino
 
    Ah Rosina.
 
 Rosina
 
                          Disgraziato.
 
 Giannino
 
 Gioia bella.
 
 Rosina
 
                        Scellerato.
 
 Giannino
 
1195Vieni o cara, vien da me.
 
 Rosina
 
 Senza legge e senza fé. (In atto di partire)
 
 Giannino
 
    Mi vien male. (Si getta sulla banca)
 
 Rosina
 
                                 Cos’è stato? (S’accosta a lui)
 
 Giannino
 
 Deh soccorri il tuo Giannino.
 
 Bernardo, Tita, Angiolina a tre
 
 Ha bevuto il poverino,
1200altro male no non c’è.
 
 Rosina
 
    Voglio aiutarti
 ma non lo meriti,
 dovrei lasciarti (Gli dà dell’acqua odorosa e gli asciuga il volto)
 precipitar.
 
 Bernardo, Tita, Angiolina a tre
 
1205   Caritatevole
 gli porgi aita
 ma poi le dita
 ti puoi lecar.
 
 Giannino
 
    Idol mio son rinvenuto,
1210ti ringrazio dell’aiuto,
 benedetta, vita mia,
 sempre sia la tua pietà.
 
 Rosina
 
    Ah briccone all’osteria,
 colle donne in compagnia?
1215No, di te non ho pietà.
 
 Bernardo, Tita, Angiolina a tre
 
 Brava, brava in verità.
 
 Tita
 
    L’Angiolina ha da sposare.
 
 Angiolina
 
 Mi ha la fé da mantenere.
 
 Bernardo
 
 L’Angiolina vo’ per me.
 
 Giannino
 
1220Senti, senti. (A Rosina)
 
 Rosina
 
                          Che cos’è?
 
 Tita
 
    Vecchio pazzo rimbambito.
 
 Bernardo
 
 Temerario, disgraziato. (A Tita)
 
 Tita
 
 Oh cospetto! Ad un par mio?
 Ammazzare lo vogl’io. (Pone mano ad un’arma)
 
 Bernardo
 
1225Vieni avanti. (Mette mano anch’esso)
 
 Giannino, Angiolina, Rosina a tre
 
                            Aiuto, gente.
 
 Tita
 Insolente. (Si vogliono offendere e sono tenuti)
 
 Bernardo
 
                       Prepotente.
 
 Giannino
 
 Gente aiuto, in carità. (Vengono camerieri dell’osteria con bastoni a dividerli)
 
 Tita
 
    Hai ragione, ci vedremo.
 
 Bernardo
 
 Hai ragion, ci troveremo.
 
 Giannino, Rosina, Angiolina a tre
 
1230Pace, pace, per pietà.
 
 Tita
 
    Farò pace se Rosina
 comandarmelo vorrà.
 
 Bernardo
 
    Farò pace se Angiolina
 di buon cor mi pregherà.
 
 Giannino
 
1235   Via parlate, via pregate, (A Rosina ed Agnolina)
 tutto alfin si aggiusterà.
 
 Rosina, Angiolina a due
 
    Pace, pace domandiamo,
 di buon cor vi supplichiamo.
 Ritornate in amistà.
 
 Bernardo, Tita a due
 
1240   T’avrei punto le budelle
 ma per via di queste belle (Accennando i bastoni)
 pace, pace si farà.
 
 Giannino, Rosina, Angiolina a tre
 
 Tutto poi si aggiusterà.
 
 Bernardo, Tita a due
 
    Che si beva poffardiana!
1245E la pace all’artigiana (Danno a tutti da bere)
 che si faccia come va.
 
 tutti
 
    Pace, pace e non più guerra
 e felice in su la terra
 chi nemico alcun non ha.
 
1250   Viva viva l’allegria
 e la buona compagnia,
 pace, pace e sanità.
 
 Fine dell’atto secondo