L’Arcadia in Brenta, Presburgo, Landerer, 1759

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 FABRIZIO sopra una sedia dormendo, FORESTO che lo sveglia
 
 FORESTO
 Oh questa sì ch’è bella,
 il padrone di casa
 a tutti i forestieri dà ricetto
 e li conviene dormir fori del letto.
5Con questa bell’Arcadia
 ei si va rovinando ed io, che sono
 da questo sciocco ecconomo creato,
 or che manca il denar sono imbrogliato.
 Signor Fabrizio, signor Fabrizio,
10ehi signor Fabrizio.
 FABRICCIO
                                       Che...
 FORESTO
                                                    Svegliatevi
 ch’è tardi.
 FABRICCIO
                      Sì.
 FORESTO
                              Su via, che s’alza il sole.
 V’ho da dir due parole.
 FABRICCIO
 Parlate.
 FORESTO
                  Se voi non m’ascoltate,
 non vo’ parlar da stolto.
 FABRICCIO
15Tengo gl’occhi serrati ma v’ascolto.
 FORESTO
 Sappiate che non v’è più denaro.
 FABRICCIO
                                                              Ben.
 FORESTO
 Quei cavalli, che mangian tanto fieno,
 si potriano esitar.
 FABRICCIO
                                   Sì.
 FORESTO
 Eh che non son sì pazzo
20di volervi servir da mattarazzo.
 FABRICCIO
 Se... gui... ta... te...
 FORESTO
                                    La carrozza...
 FABRICCIO
 La ca... rro... zza...
 FORESTO
                                   Oh la carrozza o il carro,
 vi dico in due parole
 che se non v’è denaro
25l’Arcadia è terminata
 e tutta la brigata,
 provista d’appetito,
 grazie vi renderà del dolce invito.
 
    Se vi mancano i contanti
30fate quel che fanno tanti,
 impegnate e poi vendete
 e se robba non avete
 già si sa l’usanza vaga
 che si compra e non si paga
35ed asspetta il creditor.
 
 FABBRICIO solo
 
 FABRICCIO
 Or sì sono imbrogliato,
 che mi manca il denaro.
 La carrozza è venduta
 e li cavalli ancora.
40Voglio un po’ far il conto
 quanto ho speso finor
 e quanto doverò spender ancora.
 
    Quattrocento bei ducati
 poverini sono andati.
45Sesantotto bei zechini
 sono andati poverini.
 Trenta doppie, o che animale.
 Cento scudi, o bestiale.
 Quanto fanno? Io non lo so.
 
50   Basta, il conto è bello e fatto
 perché un soldo più non ho.
 
 SCENA II
 
 Viene un servo che parla a FABRIZIO. Fabrizio, poi il conte BELLEZZA
 
 FABRICCIO
 Come? Il conte Bellezza
 mi viene a visitar, non so che dire.
 Farlo indietro tornar non è creanza.
55Resti pure servito,
 poh che gran signorone,
 costui porre mi vole in soggezzione.
 CONTE
 Permetta, anzi conceda
 che prostrato mi veda
60al prototipo ver de’ generosi
 l’infimo de’ suoi servi rispettosi.
 FABRICCIO
 Anzi de’ miei padroni.
 CONTE
 Ah mio signor perdoni
 se tracotante, ardito,
65prevenendo l’invito,
 per far la mente mia sazia e contenta
 son venuto a goder l’Arcadia in Brenta.
 FABRICCIO
 Padrone, mi fa grazia.
 CONTE
 Obbligato, signor Fabrizzio caro,
70a goder delle ninfe io mi preparo.
 
    Fidi amanti fortunati,
 voi che avete lieto il core
 dir potete se in amore
 v’è maggior felicità.
 
75   Egli rende alfin beati
 doppo tanti suoi martiri
 e de’ pianti e de’ sospiri
 sente amor alfin pietà.
 
 SCENA III
 
 Giardino.
 
 ROSANA, il CONTE, FORESTO, LAURETTA, tutti sedutti e poi FABRIZZIO
 
 CORO
 
    Che amabile contento
80fra questi ameni fiori
 goder il bel contento
 degl’augielin canori.
 
 A DUE
 
 Che bel udir quest’aure,
 quell’onde a mormorar.
 
 FABRICCIO
 
85   Che bella compagnia,
 fa proprio innamorar.
 
 Bravi, così mi piace,
 voi tutti in bona pace
 state qui allegramente
90e il povero Fabrizzio niente, niente.
 ROSANA
 Via, sedete o signor.
 FABRICCIO
                                        Io sederei
 qui volentieri un pocco
 s’uno di lor signor mi dasse locco.
 FORESTO
 Intesi a dire fra l’altre cose vere
95che non manca mai sedie a chi ha il sedere.
 FABRICCIO
 Capperi, il caso è brutto.
 Io niente e loro tutto? Aspetta aspetta.
 Amico, una parola.
 FORESTO
                                     Oh, che volete?
 FABRICCIO
 Parlar di quel negozio.
 FORESTO
100Di che negozio?
 FABRICCIO
                                Non mi intendete?
 Oh capo storno, de l’arsan?
 FORESTO
                                                           Lauretta,
 addesso torno. Eccomi, ov’è il denaro?
 FABRICCIO
 Asspettate un momento,
 passeggiate un tantin ed io mi sento.
105Ah ah tell’ho ficcata.
 Oh questa sì ch’è bella,
 io non voglio star senza pastorella.
 LAURETA
 Vo’ divertirmi.
 Bella creanza al certo,
110dove apprendeste mai
 cotanta inciviltà?
 FABRICCIO
                                  Finalmente...
 LAURETA
 Finalmente, vi dico,
 non si tratta così.
 FABRICCIO
                                  Son io...
 LAURETA
                                                   Voi siete
 un bel ignorantaccio.
115Dirò meglio, voi siete un asinaccio.
 FABRICCIO
 Al padrone di casa?
 LAURETA
                                       Che padrone!
 Questa casa ch’è qui non è più vostra,
 quest’è l’Arcadia nostra,
 noi siamo pastorelle e voi il pastore
120e non serve che fatte il bel umore.
 FORESTO
 La capite.
 LAURETA
                     Non occorre che dite:
 «Voglio o non voglio».
 FABRICCIO
                                           Oibò.
 LAURETA
                                                        Vogliamo fare
 tutto quel che ci pare.
 FABRICCIO
 Sì.
 LAURETA
         E non è pocca
125la nostra cortesia
 che non v’abbiam finor cacciato via.
 FABRICCIO
 Bene.
 LAURETA
              Acciò ben la capisca
 la vostra mente stolta
 ve lo tornerò a dir un’altra volta.
 
130   Vogliamo fare
 quel che ci pare,
 vogliam cantare,
 vogliam ballare
 e voi tacete tacete,
135poi che voi siete
 senza giudizio,
 signor Fabbrizzio
 siete arabiato?
 Via, ch’ho burlato,
140non dirò più.
 
    L’Arcadia nostra
 tutto permette,
 due parolette
 non fanno male,
145che un animale
 di voi più docile
 già mai non fu.
 
 SCENA IV
 
 FABRIZIO e ROSANA
 
 FABRICCIO
 Che dite voi, Rosana,
 del parlar di Lauretta.
 ROSANA
150Dico, se fossi in lei
 così non parlerei.
 FABRICCIO
 Dunque voi pur mi amate.
 E state così zitta.
 ROSANA
 V’amo ma non vogl’io tradir l’amica.
 FABRICCIO
155Oh caro il mio tesoro,
 già spasimo, già moro.
 ROSANA
 Ollà signor Fabrizzio,
 più rispetto vi dico e più giudizio.
 
    Zerbinotti d’oggidì
160siete matti in verità
 se credete ch’un bel viso
 con un vezo ed un soriso
 possa farci innamorar.
 
 FABRIZIO solo
 
 FABRICCIO
 Rosana mi vol ben e mi discaccia,
165Laura mi porta affetto e mi strapazza,
 io non so di che razza
 siano cotesti amori.
 Se le ninfe e i pastori
 s’inamoran così son tutti matti,
170questo sembra un amor fra cani e gatti. (Parte)
 
 SCENA V
 
 LAURETTA, poi FABRIZZIO, FORESTO e ROSANA
 
 LAURETA
 Ollà, v’è da sedere, v’è nesuno?
 FORESTO
 Madama, vi son io.
 LAURETA
 Perdoni, non l’avevo
 veduto.
 FABRICCIO
                 Che avete?
 LAURETA
175Ho tanto caminato
 che mi sento mancar il fiato.
 FABRICCIO
 S’accomodi.
 LAURETA
                         Obbligata vi sono,
 ohimè respiro un pocco,
 son tutta rafredata.
 ROSANA
180Comanda del tabacco?
 LAURETA
 Tabacco, sì, tabacco.
 ROSANA
 È vaniglia perfetta del Perù.
 LAURETA
 Non mi piace, signor, va troppo in su.
 FORESTO
 Questo le piacerà.
 LAURETA
                                    È troppo granito,
185se lo prendo potria maccarmi un dito.
 ROSANA
 Oh che smorfia è costei,
 vuo’ divertirmi un pocco.
 Prenda, prenda di questo,
 è foglia schietta schietta e leggerissima.
 LAURETA
190Questo, questo mi piace, obligatissima.
 ROSANA
 Comanda?
 FORESTO
                       Obligato.
 ROSANA
 E voi?
 FABRICCIO
               Mi fate onore.
 ROSANA
 Or sì che questa stranutiglia vera
 li farà stranutar fino alla sera.
 FABRICCIO
 
195   Vada, vada.
 
 FORESTO
 
                            Vada lei.
 
 LAURETA
 
 Anzi lei. Vada, eccì.
 
 A DUE
 
 Viva, viva.
 
 LAURETA
 
                       Grazie, eccì.
 
 FORESTO
 
 Poverina, presto, eccì.
 
 FABRICCIO
 
 Son qua io, eccì.
 
 LAURETA
 
200Aiutatemmi, eccì.
 
 FORESTO
 
    Via, madama, non è niente.
 
 FABRICCIO
 
 Che tabacco impertinente.
 
 LAURETA
 
 Aqua fresca per pietà.
 
 FORESTO
 
    Vado a prenderla, eccì.
 
 FABRICCIO
 
205Io ve la porto, eccì eccì.
 
 LAURETA
 
 Il mio naso, la mia testa,
 il mio petto, eccì, eccì.
 
 FORESTO
 
 V’è passato?
 
 LAURETA
                          Par di sì.
 
 FABRICCIO
 
 State meglio.
 
 LAURETA
 
                           Signorsì.
 
 TUTTI TRE
 
210   Dunque andiamo in compagnia
 a goder con allegria
 dell’Arcadia il primo dì.
 
 A DUE
 
    Vada vada, eccì.
 Maledetto tabaccacio,
215oh che impaccio, eccì.
 Che tormento che mi sento,
 più non posso, eccì eccì.
 Favorisca.
 
 LAURETA
 
                      Signorsì.
 
 A DUE
 
 Facia grazia.
 
 A TRE
 
                          Eccì eccì eccì.