Le nozze in campagna, Venezia, Fenzo, 1768

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Campagna o sia cortile rustico di Carlone.
 
 LALLO, CECCA, MENGHINA e SANDRO
 
 tutti
 
    Viva di Bacco il nome,
 del vino protettore,
 che il nobile licore
 fa l’alma giubbilar.
 
 Sandro
 
5   E viva il grato odore
 e quella che mi piace
 che Bacco, amor, la pace
 al cor sa conservar.
 
 Menghina
 
    Ma Bacco rende amore
10languido, sensa fiato
 ed io Sandrin garbato
 così non so che far.
 
 Lallo
 
    Il vino è buono, il dico,
 ma meglio medicina
15mi pare una sposina
 e me la vo’ pigliar.
 
 Cecca
 
    Pigliala presto presto,
 te lo consiglio anch’io
 e vanne dallo zio
20che te la può donar.
 
 Lallo
 Cecchina al zio Carlone
 volentier l’intenzione...
 l’intenzion scoprirei di farmi sposo,
 di prenderti... Ma quando
25mi trovo a lui dinnante,
 di scoprir l’intenzion non son bastante.
 Cecca
 Ma convien, se mi brami...
 Sandro
 Sì, lo sa, domandarti. (A Cecca)
 Menghina
 Non tocca a te impacciarti.
30Parli Lallo, la Cecca e tu fra tanto,
 se di parlar ti preme,
 volgiti a me, che parleremo insieme.
 Lallo
 Dice ben; la sorella
 parli con Sandro anch’ella;
35e Lallo e la Cecchina
 un quartetto formando in questo loco
 tra di loro d’amor parlino un poco.
 Sandro
 Ma se giunge Carlone?
 Menghina
 Non ci pensar buffone.
 Cecca
40Eccolo qua! L’amore
 non vuol nemmen che faccia?
 Che lo faccia anche lui, che soffra e taccia!
 
 SCENA II
 
 CARLONE con carta in mano e detti
 
 Carlone
 
    Che conti, che summe?
 A pronti contanti?
45Villani, ignoranti
 comprar non si può...
 
    Che dite? Parlate... (A tutti)
 Lì duri che fate?
 No, perder non vo’.
 
50Pochissimo guadagno
 ma son questi poltroni
 che mandano in rovina i lor padroni.
 Briconacci...
 Cecca
                          A me pur?
 Carlone
                                                A te pur anco
 e a tutti lo ridico.
 Menghina
55In quanto a me, non me n’importa un fico.
 Carlone
 Temeraria!
 Menghina
                        Cospetto!
 Carlone
 Va’ via di qua.
 Menghina
                              Son pronta,
 ubbidisco il comando
 ma se voi mi mandate, anch’io vi mando. (Parte)
 Carlone
60Sfacciata, impertinente.
 Cecca
 Ma io non dico niente.
 Lallo
 Non parla poverina.
 Sandro
                                       Ei la difende,
 perché in sposa la brama e la pretende. (A Carlone)
 Carlone
 È vero?
 Lallo
                  Eh se volete...
65per me son qua, vedete...
 Carlone
 Ti vedo sì purtroppo; e in questo punto
 appien per soddisfarti,
 risolvo di mia casa licenziarti.
 Lallo
 Licenziarmi!
 Sandro
                           (Ci ho gusto).
 Cecca
                                                      Oh poverino!...
70Licenziarlo! Meschino!
 Carlone
 Poverino... Meschino... Guidoncella!
 Questa sarebbe bella!
 Sposarti con colui! Non lo consento,
 son tuo zio, son Carlone
75e pria t’accopperei con un bastone.
 Sandro
 Vado nel foco acceso
 della legna a gettar; Cecca mi piace
 e, Lallo discacciato,
 posso ancora sperar d’esser amato. (Parte)
 
 SCENA III
 
 LALLO E CECCA
 
 Lallo
80Cecca.
 Cecca
               Lallo!
 Lallo
                            Son morto.
 Cecca
                                                   Ed io sepolta.
 Lallo
 Non vuole che ti sposi.
 Cecca
 Non vuole che ti prenda.
 Lallo
 E né men da merenda
 prima di licenziarmi egli m’ha dato!
85Oh son pur sfortunato!
 Cecca
 Ma non pianger, carino,
 nel viale qui vicino
 ad attendermi vanne.
 Lallo
                                          E la ragione?
 Cecca
 Ti porterò da far la colazione.
 Lallo
90Sì cara e penseremo,
 il mezzo studieremo
 per deluder Carlon.
 Cecca
                                       Dica che vuole,
 ti voglio ben, lo sai,
 e di Cecca l’amor sempre sarai. (Parte)
 Lallo
95Uh bocca benedetta!
 Vado, corro, t’aspetto. Ah quel Carlone
 certo sarà la mia disperazione! (Parte)
 
 SCENA IV
 
 Stanza del conte.
 
 Il CONTE e la CONTESSA
 
 il Conte
 Sorella, il nostro stato
 al basso troppo è andato,
100di pensar al rimedio ora m’astringe
 né trovo miglior cosa
 che maritarmi e prendere una sposa.
 la Contessa
 Ma villana.
 il Conte
                        Nessuna
 nata in nobile cuna
105e provista di dote, a me la mano
 donar vorrà.
 la Contessa
                          Nipote d’un villano?...
 Contessa... Mia cognata...
 il Conte
 La cosa è già pensata e se me riesce,
 se l’accorda Carlone,
110in pace lo soffrite,
 pongo tosto ad effetto l’intenzione. (Parte)
 la Contessa
 Povera nobiltà sì vilipesa,
 di una villana resa
 cognata, anzi soggetta; ah mi si scuote
115tutto il sangue in le vene
 ma soffrire e tacer pur mi conviene.
 
    Nobiltà senza ricchezza,
 ah lo vedo a mio rossore,
 assomiglia ad un bel fiore
120dalla pianta distaccato
 che l’odor perdendo va,
 
    son contessa ma che serve
 se sol conto povertà. (Parte)
 
 SCENA V
 
 Campagna con case.
 
 CARLONE, poi il CONTE
 
 Carlone
 Si può di peggio dar? Tutta mi è stata
125la tresca ora svelata
 fra la pazza nipote e quel birbone
 di Lallo; ma avvertito,
 farò che questo amor resti finito.
 Vo’ maritarla ben; di dote Cecca
130provvista in abbondanza,
 mi resta la speranza
 con qualche cittadin di maritarla
 e maritata, allora
 una sposa per me cercherò ancora.
 il Conte
135Ben trovato Carlone.
 Carlone
 Signor conte, padrone.
 il Conte
 State ben?
 Carlone
                       Sì signor.
 il Conte
                                           Che cosa avete?
 Turbato mi parete.
 Carlone
                                      Inviperito
 sono, non lo nascondo.
 il Conte
140La ragion!
 Carlone
                      La ragione, poter del mondo!
 Mia nipote, un birbante
 che fa seco l’amante.
 il Conte
 E chi è codesto; dite?
 Carlone
 Lallo lo conoscete?
 il Conte
                                    A quel villano
145dar la vostra nipote?
 Carlone
                                        Il suo malano,
 accopparla più tosto.
 il Conte
                                        E per me dico,
 maritarla, trovarle altro marito
 e così far l’affar bello e finito.
 Carlone
 L’accordo ma conviene
150questo sposo cercar.
 il Conte
                                       È facil cosa;
 la prenderei per sposa
 io stesso, ve lo giuro.
 Carlone
 Ed io ve la darei, ve l’assicuro.
 il Conte
 Sì! Vi prendo in parola.
 Carlone
                                              Ma con pato
155di far doppio contratto
 e il giorno che la Cecca voi sposate,
 che la sorella in sposa a me pur date.
 il Conte
 La contessina?
 Carlone
                              Appunto.
 il Conte
 Ecco la man. V’attendo
160fra due ore in mia casa; ivi il notaro
 sarà da voi guidato,
 distenderà il contratto
 e, Cosima e Cecchina ambe presenti,
 senz’altra dilazione
165seguirà tra di noi la conclusione.
 
    Di un conte cognato
 sarete tra poco.
 Con doppio contrato
 la vostra nipote
170contessa sarà.
 
    Dieci anni non passa
 con l’oro che avete,
 che conte pur siete,
 la vostra fortuna
175invidia farà. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 CARLONE solo
 
 Carlone
 Dice ben; la mia stirpe
 così nobilitata
 diverrà rinomata
 e nei tempi futuri
180forse che su le storie
 di un qualche eroe si leggeran le glorie.
 Vo la Cecca a trovar; sarà contenta
 di un nobile marito; eh persuaso
 son che la nuova grande e inaspettata
185la renderà giuliva e consolata. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 La CECCA, poi LALLO
 
 Cecca
 
    Fin nel gregge l’agnellina
 brama appresso l’agnellino
 e la povera Cecchina
 il suo ben che sia vicino
190non si vuol, non si concede
 ma soletta morirà.
 
 Lallo
 Chi morirà?
 Cecca
                          La Cecca.
 Lallo
 La Cecca! Perché mai?
 Cecca
 Il perché Lallo mio
195forse non sai?
 Lallo
                             Cospetto!
 A Carlone nel petto
 con una archibugiata,
 se non muta parere,
 chi son gli fo vedere.
 Cecca
200No, non far.
 Lallo
                         Disperato
 non curo andar piccato.
 Cecca
 Ma no, mi fai timore.
 
 SCENA VIII
 
 SANDRO e detti
 
 Sandro
 Carlon non vuol e qui si fa all’amore.
 Cecca
 Tu taci ed è aggiustata.
 Sandro
205Il padrone vietata
 ha la tresca, il sapete;
 onde anch’io del padrone
 devo portar la parte e la ragione.
 Lallo
 Ma cosa far pretendi?
 Sandro
210O andatene o m’intendi,
 palesarlo a Carlon.
 Lallo
                                     Di mia sorella
 l’amante? Oh questa è bella!
 Far lo spione al cognato?
 Sandro
 Qui non c’entra Menghina.
 Cecca
215Ma c’entra la Cecchina.
 Sandro
 E per questo a cercar Carlone vado,
 perché lontan non vede
 quel che tra voi si fa, quel che succede.
 
    Di nascosto far l’amore,
220ve lo dico, non va bene,
 farlo in pubblico conviene,
 che una man se mai si prende,
 se si stringe, se si bacia,
 nessun guarda e si pretende
225che sia mera civiltà.
 
    Ma un villan non è obbligato
 a saper come si fa.
 
 SCENA IX
 
 LALLO e CECCA
 
 Lallo
 Eh la cosa per me veggo spedita
 ma la fo io finita.
230Sandro, tutti nemici... O ch’io m’accoppo
 o che da furibondo
 mando fuor deci almen da questo mondo.
 Cecca
 Chetati Lallo mio,
 la tua Cecca son io; Sandro da scherzo,
235per farci un po’ timore,
 di scoprir avrà detto il nostro amore
 ma non mi far tremar.
 Lallo
                                            Son buono buono
 ma Cecca chi mi tocca
 ho sangue anch’io ed ho la lingua in bocca.
 Cecca
240Oh nessun m’ha toccata e del mio Lallo
 tutta sono.
 Lallo
                       Lo credo
 e che mi ami il vedo
 ma Carlon m’assassina
 e Carlon maledetto...
 
 SCENA X
 
 Il CONTE e detti
 
 il Conte
245Chi è quello che a Carlon perde il rispetto!
 Lallo
 Sono io, mi vedete?
 il Conte
                                       Parli male.
 Lallo
 Anzi parmi parlar al naturale.
 Cecca
 Cosa c’entrate voi?
 il Conte
 Nel vostro zio difendo l’onor mio.
 Lallo
250Tenetelo serrato,
 che così da nessun verrà rubato.
 il Conte
 Asinaccio.
 Lallo
                      Parlate
 con un po’ di rispetto o due sassate...
 Cecca
 Ma voi cosa c’entrate?
 il Conte
                                           C’entro... Eh dico,
255il pazzo non mi fa...
 Lallo
                                      Se bestia sono,
 far da bestia saprò...
 Cecca
                                        Ferma, sta’ buono,
 andate via di qua.
 Conte
                                    Che! Non sapete
 che sposa mia voi siete?
 Cecca
 Sposa vostra?
 Lallo
                            Che dite?
 il Conte
260Che Cecca è la mia sposa.
 Lallo
 Oh questa è più graziosa.
 Cecca!... Vostra!...
 il Conte
                                   Carlone
 la parola m’ha data
 e Cosima da lui sarà sposata.
 Lallo
265Che Cosima, che Cecca e che Carlone!
 Che mi andate dicendo!
 il Conte
 Ma a te conto non rendo.
 Cecca
 Non gli abbadar; andate
 a dir tali bugie di qua lontano.
 il Conte
270Ti dico il ver per questa bella mano.
 Lallo
 Un sasso in carità.
 
 SCENA XI
 
 MENGHINA e detti
 
 Menghina
                                    Che cosa cerchi?
 Lallo
 Un sasso chi mi presta?
 Menghina
                                              E per che far?
 Lallo
 Per rompergli la testa.
 il Conte
                                           Oh pria che questo,
 villanaccio, succeda,
275quel che un conte sa far vuo’ che tu veda.
 Lallo
 Gente, aiuto, son morto... (Fugge via)
 Cecca
 Lallo... Lallo... È ferito?
 Menghina
 Per timore è fuggito;
 ma con questo contino impolverato
280per cosa hanno gridato?
 il Conte
 Eh rispetto...
 Cecca
                           È venuto
 o il diavolo l’ha portato
 a dir che il zio per lui m’ha destinato.
 il Conte
 E dissi il ver.
 Menghina
                           Il capo
285gli frulla, nol sapete?
 
 SCENA XII
 
 SANDRO, CARLONE e detti
 
 Sandro
 Eccoli là vedete!
 Carlone
 Dov’è Lallo? Favella.
 Cecca
 (Povera me!) Nol so...
 Carlone
                                          Sì, briconcella,
 sì che lo sai...
 il Conte
                           Scacciato
290da questa spada è stato.
 Menghina
                                              Oh! Gran bravura
 far fuggir un poltron! Se il ver sapevo
 la parucca aggiustar io vi volevo.
 Carlone
 Vieni qui...
 Cecca
                        Non so niente...
 È Sandro un maldicente.
 Menghina
295Sandro! Che cosa c’entri?
 Sandro
 Eh non sa quel che dica.
 Carlone
 Meno ciarle; del conte,
 benché nol merti, ingrata,
 ti ho sposa destinata.
 Cecca
300Del conte?
 Menghina
                       Non lo vuole.
 Carlone
 Lo prenderà. Contino
 a casa ve ne andate
 e colà m’aspettate; e Sandro intanto
 nella città un notaro a chiamar vada.
 Sandro
305Il notar sì signor... Lunga è la strada.
 Ma il troverò... Confuso
 dalla nuova e stordito
 che risolver non so... Eh Sandro io sono,
 ci vuol testa e nel caso
310far nascer un notar son persuaso. (Parte)
 Carlone
 Mi siegui e non far smorfie. Alfin contessa
 ti fo. Che cosa bella!
 E doman non sarai più villanella.
 
    Con un conte maritata
315non sarai più contadina:
 «L’illustrissima Cecchina»
 per la villa si dirà.
 
    Dallo sposo accompagnata,
 con un palmo di conciero
320e la coda praticata
 ciaschedun t’ammirerà.
 
    Saluti profondi,
 inchini rotondi,
 baciate di mano,
325serventi languenti,
 sospiri veementi
 son cose alla moda
 e Cecca contessa
 la moda godrà. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 Il CONTE, CECCHINA e MENGHINA
 
 il Conte
330Piangete contessina?
 Cecca
 Siete la mia rovina,
 la mia disperazione.
 il Conte
 Io che v’amo cotanto!
 Menghina
 Sì, per la dote sviene.
 il Conte
335Per la dote! Mentite.
 Son conte ed ho l’entrate...
 Menghina
 Nel mondo della luna sequestrate.
 il Conte
 Non vi abbado... Alla sposa
 devo recar conforto.
 
 SCENA XIV
 
 LALLO armato e detti
 
 Lallo
340Eh che non v’è più tempo e tu sei morto.
 il Conte
 Ci troverem...
 Cecca
                             Armato
 mi fai così spavento.
 Lallo
 Ora sono contento.
 Menghina
                                     Ora tra poco
 il conte, alla tua Cecca maritato,
345ti renderà del tutto sodisfatto.
 Lallo
 Della Cecca, che dici?
 Cecca
                                          Ah sì, purtroppo
 Lallo mio t’ho perduto.
 Menghina
 Senti che bel saluto!
 Lallo
 E con questa franchezza
350che mi perdi confessi! Ah traditora,
 ingrata, senza fede,
 cagna, ladra, spergiura...
 Così Lallo, crudel, da te si cura?
 Cecca
 Ammazzami.
 Lallo
                            Perché?
 Cecca
                                             Perché ammazzata
355sarà tutta la cosa terminata.
 Menghina
 Che bel pensier! (Ironica)
 Lallo
                                  E morta,
 come potrò sposarti?
 Cecca
 Così di tormentarti,
 Cecca di tormentar avrai finito
360e ciascun che m’affanna e m’adolora
 finito avrà di tormentarmi ancora.
 Menghina
 Che dolcezza di cor!
 Lallo
                                       Ma non potresti...
 Cecca
 Lo so quel che vorresti;
 ma il zio mi fa paura; e poi ragione
365non ascolta, non sente,
 comanda francamente,
 vuol condurmi dal conte ad ogni patto
 né vale a dir di no; tu con la testa
 pensa, trova un ripiego,
370di togliermi procura
 ma non dirmi mai più che son spergiura.
 
    Son fanciulla di buon core
 ma un pochino timorosa,
 son fedele ed amorosa,
375ve lo posso assicurar.
 
    Tu vorresti... Già t’intendo...
 Ma abbastanza nol comprendo...
 Semplicetta, innocentina,
 dir di sì non mi conviene,
380dir di no so non va bene;
 ah capisci, trova un modo
 che mi possa ben spiegar. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 MENGHINA e LALLO
 
 Lallo
 Pensa, trova... Parole
 tenere tutte quante
385ma va dal conte e lascia qua l’amante.
 Menghina
 E tu intanto da bravo
 piangi, ti lagna e grida
 e lascia che ciascuno e goda e rida.
 Lallo
 Cosa ho da far? La casa
390dar a foco del conte?
 Menghina
                                        Uh scimunito!
 Trovar qualche partito,
 non foco, non schioppetta e non spadone
 conviene a chi ha cervello.
 Lallo
 Aiuta tu per carità il fratello.
 Menghina
395Aiutarti saprei ma ci vuol core.
 Lallo
 Per cor non ci pensar.
 Menghina
                                          Franco mostaccio!
 Risoluzion.
 Lallo
                        Va bene.
 Menghina
 E fingerti un notar poscia conviene.
 Lallo
 Il notaro!...
 Menghina
                        Mandato
400poc’anzi Sandro è stato
 il notaro a cercar.
 Lallo
                                   Bene, e per questo!
 Menghina
 Per questo bernardone
 un vestito cercar e un perrucone.
 Lallo
 Per che fare?
 Menghina
                           Stordito!
405Per far svanir l’invito.
 Lallo
 Di chi?
 Menghina
                 Del tuo malanno.
 Del conte e di Carlone.
 Lallo
 Ma pazienza, che intenda l’intenzione.
 Menghina
 Vestirti da notar?
 Lallo
                                   Sin qui va bene.
 Menghina
410Metterti un perruccone.
 Lallo
                                              E dopo andar?
 Menghina
 A ritrovar Carlone.
 Lallo
                                     Da notaro!
 Menghina
 Da notaro in malora.
 Lallo
 E pensi tu non mi conosca allora?
 Menghina
 Può darsi anche di no.
 Lallo
415Può darsi anche di sì.
 Menghina
                                          Si tenta.
 Lallo
                                                            Basta...
 Tutto andrà ben; ma giunto
 dal conte travestito e mascherato,
 cosa poi far?
 Menghina
                          A modo tuo il contratto.
 Lallo
 A modo mio?
 Menghina
                            La Cecca
420scriver sposa di Lallo e non del conte
 e con tal carta in mano
 soscritta da Carlone
 di pretenderla in sposa aver ragione.
 Lallo
 Poco scriver io so.
 Menghina
                                   Non serve.
 Lallo
                                                         Pare
425che m’entri un po’ la cosa. Ma conviene
 il bisogno trovar.
 Menghina
                                  Facile cosa.
 Lallo
 Dunque...
 Menghina
                      Dunque m’aspetta
 a casa e là tra poco...
 Lallo
 Ah fa’ presto, che parmi esser nel foco. (Parte)
 
 SCENA XVI
 
 MENGHINA sola
 
 Menghina
430È tondo di cervello
 un poco mio fratello
 ma per sua sorte a lato
 una sorella tien di tale ingegno
 e di pensar sì pronta
435che sa quando che il sol nasce e tramonta.
 
    Maliziosa e un po’ furbetta
 so che sono, lo confesso,
 ma son cose al nostro sesso
 necessarie in verità.
 
440   Chi ci dice: «Mio tesoro»,
 chi «Mio bene, peno e moro»;
 chi languisce, chi sospira
 e chi smania e chi delira;
 e conviene un po’ di testa
445in tal caso e abilità.
 
 SCENA XVII
 
 Stanza in casa del conte.
 
 Il CONTE e la CONTESSA
 
 la Contessa
 Sacrificata alfine
 mi volete germano.
 il Conte
 Ora parlate invano;
 Carlon con la nipote in breve attendo
450e col notar presente
 si conclude l’affar immantinente.
 la Contessa
 Io civil, delicata,
 da un contadin sposata,
 di carni grossolane,
455che puzza se si appressa!
 Bel sposo preparato a una contessa.
 il Conte
 Si laverà e farete
 figura da qual siete.
 È ricco e basta questo
460sorella per pensar come conviene.
 la Contessa
 Ma soffrir...
 il Conte
                         Più non dite, ecco che viene.
 
 SCENA XVIII
 
 CARLONE, CECCA e dette
 
 Carlone
 Schiavo a tutti. Contino,
 eccomi da vicino.
 È questa la nipote ed è contenta...
465arcicontenta, e pronta...
 come pur io dichiaro...
 tutto a compir quando verrà il notaro.
 il Conte
 Par che pianga.
 Carlone
                               Rossore
 è quello che vedete;
470ma il rimedio sapete.
 (Finiscila). (A Cecca)
 Cecca
                         Non posso.
 (Ho il terremoto addosso).
 il Conte
 State allegra sposina.
 Carlone
 Son da voi contessina,
475dal contino Giacinto
 resa instrutta e informata,
 spero che preparata
 a sposarmi sarete. Un buon marito
 ve lo giuro trovate
480ed uno... Ma né men voi mi guardate.
 la Contessa
 Vi saluto.
 Carlone
                     Buongiorno.
 Meno non si può dir; ma ciò non preme
 di voi tra poco al paro,
 forse conte e più ancor... Ecco il notaro.
 
 SCENA XIX
 
 SANDRO da notaro e detti
 
 Sandro
485Da Sandro qui mandato
 cerco il conte Belfior... Forse ho sbagliato?
 il Conte
 Sono io per l’appunto.
 Carlone
 S’accomodi e distenda
 ma schietto e che s’intenda
490due contratti di nozze fra Carlone
 e il conte di Belfiore.
 Sandro
                                         Eccomi pronto.
 Cecca
 Ah che mi schioppa il core.
 il Conte
 Siedan tutti, Cecchina
 al suo sposo vicina;
495e Cosima lo stesso
 facci pur anco e sieda a voi dappresso.
 la Contessa
 Di un sì gentil consorte! (Ironico)
 
 SCENA XX
 
 MENGHINA, LALLO da notaro e detto
 
 Menghina
                                               Eh no, vi dico;
 venite, non fallate
 e se Carlon cercate
500eccolo là.
 Carlone
                    Chi è quello?
 Menghina
 Un notar, non vedete?
 Carlone
 Da chi mandato siete?
 Lallo
 Da Sandro... (Mi conosce).
 Sandro
                                                   (E chi è colui?)
 Menghina
 (Ma non tremar).
 Carlone
                                   Da Sandro? E questo ancora... (Accenando Sandro)
 Menghina
505(Povera me! Che vedo!)
 Lallo
 (Sorella mia adesso mi vien freddo).
 Menghina
 (Coraggio). (A Lallo)
 il Conte
                         Uno si manda
 e l’altro si trattiene.
 Menghina
 Ma Sandro ov’è? (A Carlone)
 Carlone
                                   Il diavolo conviene
510che se l’abbia portato.
 Menghina
 (Fa’ cor). (A Lallo) Sandro, padron, l’ha qui mandato.
 Sandro
 (Io! Questa è buona).
 il Conte
                                          Uno resti, uno vada.
 Menghina
 Pagatelo; la strada
 indarno non vorrà...
 Carlone
                                       Quando pagarlo
515si debba ad ogni patto
 sieda anche lui e stipuli il contratto.
 Cecca
 (Povero Lallo mio!)
 Menghina
                                      Sieda signore.
 Lallo
 (Colui mi fa timore).
 Menghina
 (Spirito, non mi parto). (A Lallo)
 Lallo
520Ah se a Cecca potessi...
 Sandro
                                            (Ora ci sono.
 E nasca quanto sa, non mi confondo).
 Carlone
 Dettate a lui, ch’io detterò al secondo.
 
 Finale
 
 il Conte
 
    L’illustrissimo signore,
 conte detto di Belfiore,
525l’illustrissima sorella
 cede, aliena, vende e dà.
 
 Carlone
 
    Il clarissimo Carlone
 della villa del Montone
 la clarissima nipote
530manda e pone in libertà.
 
 Cecca
 
    Libertà se m’è concesso
 perché a me non è permesso
 di pigliar quel che mi piace
 e goderlo in sanità.
 
 Lallo
 
535   Sì ragazza benedetta,
 quel che piace, quel che alletta
 se si prende non è male,
 se si lascia mal sarà.
 
 Menghina
 
    Che notaro di cor schieto
540che non tien niente secretto,
 imparate, non si sforza
 le fanciulle in verità.
 
 Sandro
 
    Scriva, scriva mio signore
 e non faccia qui il dottore;
545se non vuol, via se ne vada,
 che uno solo basterà.
 
 la Contessa
 
    Tra notari se gridate,
 passa il tempo e nulla fate
 e il mio sposo sì galante,
550sì gentil, s’inquieterà.
 
 Lallo, Sandro a due
 
    Dite pure son qua pronto
 il voler si scriverà.
 
 Lallo
 
    (Nol conosco).
 
 Sandro
 
                                (Nol ravviso).
 
 Lallo
 
 (Mi par Sandro).
 
 Sandro
 
                                  (Mi par Lallo).
 
 a due
 
555(Non convien por piede in fallo,
 tutto alfin si scoprirà).
 
 il Conte
 
    Scrivete: «Concede
 il conte antidetto
 la suora a Carlone».
 
 Carlone
 
560   A voi: «Il sopradetto
 al conte pur cede
 la propria nipote».
 
 Lallo, Menghina, Sandro a tre
 
    A Lallo
                    in mercede
    A Sandro
 d’un tenero amore
565che il core gl’accende.
 
 Cecca, la Contessa a due
 
    Ma questo è dolore,
 ma questo è rossore
 per una fanciulla,
 per una contessa
570che pari non ha.
 
 tutti
 
    Ah il fin che s’appressa...
 
 Menghina
 
 Che lieto...
 
 Carlone
 
 Che nobil...
 
 il Conte
 
 Che ricco...
 
 la Contessa
 
 Che vile...
 
 Cecca
 
 Che infida...
 
 Lallo, Sandro
 
 Che sposo...
 
                           mi rende...
 
 Cecca, la Contessa
 
 Tormento...
 
 tutti
 
 Contento...
 
 Menghina
 
 Contenta...
 
                           mi fa.
 
 Carlone
 
    Diecimila alla contessa
575di ducati in contradote...
 
 il Conte
 
 E alla Cecca a me concessa?
 
 Carlone
 
 Trentamila in dote avrà.
 
 Lallo, Sandro, Menghina a tre
 
    Trentamila, che boccone
        mi
 non          scappa dalle mani,
        gli
580oh che gran consolazione,
 bene almen si mangerà.
 
 Lallo
 
    Or Carlon si sottoscriva.
 
 Sandro
 
 Il contin faccia lo stesso.
 
 Cecca, la Contessa a due
 
 Ah la sposa non arriva
585a domani e creperà.
 Ma la sposa resta priva
 della bella nobiltà.
 
 Sandro
 
    Per osservar se incontra
 datemi la scrittura. (A Lallo)
 
 Menghina
 
590(Levargliela procura...) (A Lallo)
 
 Lallo
 
 La vostra e si vedrà.
 
 Sandro
 
    La favorisca presto.
 
 Lallo
 
 Non posso da qual sono.
 
 Sandro
 
 Per cortesia, per dono.
 
 Lallo
 
595Non posso, lo protesto.
 
 Carlone, il Conte a due
 
 Ma che contrasto è questo?
 D’accordo ciascun legga.
 
 Sandro
 
 La voglio...
 
 Lallo
 
                       Non l’avrà...
 
 Sandro
 
    Cospetto!...
 
 Lallo
 
                           Non fa niente...
 
 Sandro
 
600Davvero?...
 
 Lallo
 
                        Me lo creda...
 
 Sandro
 
 Non facci il prepotente...
 
 Lallo
 
 Non facci che succeda...
 
 a due
 
 Ma chi può più si veda
 e se non val le buone
605la forza vincerà.
 
 Carlone, il Conte, Cecca a tre
 
    Fermatevi notari,
 fermatevi, non fate.
 
 tutti
 
 Le barbe ed i collari.
 
 Menghina
 
 E le parrucche andate!
 
 la Contessa
 
610Teneteli, fermate.
 
 Lallo, Sandro a due
 
 Sandro. Che cosa vedo! (Lallo)
 Or come finirà!
 
 Cecca
 
    Il mio Lallo sì vestito?
 
 Menghina
 
 Così Sandro travestito!
 
 Carlone, il Conte a due
 
615Ah birbanti, le scritture
 su rendete presto qua.
 
 Sandro, Lallo a due
 
    La scritta è soscritta,
 A Sandro
                        la Cecca
 A Lallo
 con tutta la dote
620Carlone mi darà.
 
 Cecca
 
    Di Lallo Cecchina
 la sposa sarà.
 
 Menghina
 
    Di Sandro Menghina
 vendetta farà.
 
 Carlone, il Conte a due
 
625   Con questo bastone...
 Con questa mia spada...
 Il torto, l’azione
 ciascun pagherà.
 
 le donne
 
    Che serve gridare,
630la cosa è già fatta;
 ferite, accoppate,
 che peggio verrà.
 
 Lallo
 
    Cecchina...
 
 Cecca
 
                          Mio Lallo...
 
 Sandro
 
 Cecchina...
 
 Menghina
 
                       Lontano.
 
 tutti
 
635Un colpo sì strano
 mai più nascerà.
 
    Che tempesta si prepara!
 Oh che turbine che vedo!
 Teme il cor ma presto credo
640che il sereno tornerà.
 
 Fine dell’atto primo
 
 NEL BALLO PRIMO
 
    Si rappresenta un villagio nella Germania con veduta di diversi artisti; giunge a questo villagio un ufiziale austriaco con suo basso ufiziale e fa dimandare dove sia la casa del potestà del villagio; li viene da un di quelli artisti insegnata la casa del potestà, il potestà viene, l’ufiziale li mostra una lettera che viene per ordine del suo sovrano a far in detto villagio le riclute per portarle alla guerra; il potestà fa battere il tamburro e si vede venire tutti li paesani dal lavoro; sentendo li paesani tali novità, chi si contrista, chi ha piacere onde si tirano alla sorte le reclute e dagli prudenti nel farne esercitare detti soldati vengono le contadine e vedendo chi li loro mariti chi li fratelli, nascono diversi accidenti con l’ufiziale che in mancanza di due paesane [...] e così sospende la partenza e si danno a un intreccio di ballo.