Il mondo della luna, Venezia e Treviso, Grazioli, 1753 (Treviso)

 SCENA VIII
 
 ECCLITICO e LISETTA condotta da due con gl’occhi bendati
 
 LISETTA
885Dove mi conducete;
 siete sbirri, sicari o ladri siete?
 ECCLITICO
 Levategli la benda,
 or che la fortunata
 a questo nostro mondo è già arrivata. (Gli levano la benda)
 LISETTA
890Ohimè, rispiro un poco.
 ECCLITICO
 Bella ragazza, io gioco
 che dove adesso siate
 voi non v’immaginate.
 LISETTA
                                            E che volete,
 caro signor Ecclitico, ch’io sappia?
895Dormivo ancor nel letto
 allorché son venuti
 quei marioli cornuti,
 m’hanno bendato gli occhi,
 m’hanno condotta via
900e adesso non so dir dove mi sia.
 ECCLITICO
 Lisetta, avete avuta la fortuna
 d’esser passata al mondo della luna.
 LISETTA
 Ah ah mi fate ridere;
 non sono una bambina
905da credere a sì fatte scioccherie.
 ECCLITICO
 Delle parole mie
 voi la prova vedrete
 quando sposa sarete
 del nostro imperatore
910che pel vostro bel viso arde d’amore.
 LISETTA
 La favola va lunga.
 Il padrone dov’è?
 ECCLITICO
                                   Morto si finse
 ma nel mondo lunar egli è passato
 e anch’io doppo di lui son arrivato.
 LISETTA
915Caro signor lunatico,
 non mi fate adirar. Per qual cagione,
 ditemi, uscir di casa mi faceste?
 ECCLITICO
 Di casa uscir credeste
 ma dal balcon passata
920foste qui da una nuvola portata.
 LISETTA
 Orsù tali pazzie soffrir non voglio.
 Vuo’ saper dove tende quest’imbroglio.
 ECCLITICO
 Ecco il vostro padrone,
 domandatelo a lui che lo saprà.
925Io vado a ritrovar sua maestà.
 
    La fortuna che v’attende
 là nel mondo della luna
 voi da saggia secondate
 ed un giorno mi direte
930se ’l piacer che proverete
 più contento il cor farà.
 
    Quando poi su d’alto soglio
 siederete, con un «voglio»
 tutti a voi s’inchineranno
935riverenti e vi diranno:
 «Ubbidiam vostra maestà». (Parte)