La generosità politica, Venezia, Rossetti, 1736

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 PISISTRATO, poi NICIA da una parte. ORONTE dall’altra, poi PERICLE
 
 Pisistrato
 Fra queste vaghe amenità fiorite
 quella quiete aver spero che invano
695mi promettea dal soglio.
 Nicia
                                               (Ecco l’indegno).
 Oronte
 (Ecco il tiranno).
 Nicia
                                  (Alfine
 cadrà per le mie man).
 Oronte
                                             (Per le mie mani
 l’empio cadrà ferito). (Tutti due vogliono vibrare il colpo)
 Pericle
 Difenditi, signor, che sei tradito. (Sopragiugne e lo difende)
 Pisistrato
700Traditori così... (Pericle si pone contra Nicia)
 Nicia
                                (Numi crudeli!) (Pisistrato contro Oronte)
 Pisistrato
 Nicia ancor non sei paga? Oronte indegno
 tu pur col ferro in man? Tu vuoi svenarmi?
 Tu che mi difendesti
 dall’insidie poc’anzi?
 Oronte
                                         Io ti difesi
705per serbare al mio braccio
 l’onor di trucidarti;
 per ucciderti poi venni a salvarti.
 Pisistrato
 Ma che ti feci ingrato?
 Oronte
                                            Adoro anch’io
 in Nicia l’amor mio.
710Essa chiede il tuo sangue; io per piacergli
 di versarlo tentai.
 Nicia
                                   Sì traditore,
 trema dell’ira mia, finché tu vivi
 tua nemica sarò.
 Pisistrato
                                 Ma tu mi credi
 insensato a tal segno? È tempo ormai
715ch’io di pietà mi spogli.
 Vedrai barbara donna
 s’io punirti saprò; vedrai fellone (Ad Oronte)
 s’io saprò vendicarmi. A te Pericle
 deggio la vita mia.
 Pericle
                                     Sire, in quest’atto
720io feci il mio dover.
 Nicia
                                      Su via Pericle
 la grand’opra compisci.
 Per l’amor del tuo re passami il seno.
 Pericle
 Nicia mal mi conosci...