Il mondo della luna, Milano, Malatesta, 1751

 SCENA III
 
 LISETTA servita di braccio da BUONAFEDE ed ECLITICO e paggi
 
 LISETTA
 Olà paggi, staffieri,
1290camerieri, braccieri,
 datemi da sedere. Aricordatevi
 ch’io son la monarchessa,
 voglio essere obbedita e rispettata
 e se farete ben, vi sarò grata.
1295Sopra tutto avvertite
 di nulla a riportarmi
 di quel che fa il mio sposo.
 E null’a lui mai riportar di me,
 mentre ognuno di noi pensa per sé.
1300Avete a dormir poco,
 avete a mangiar freddo;
 e nell’ora dell’ozio
 vuo’ che l’astrologia tutti studiate,
 acciò saper possiate
1305quello che far vi tocca,
 senza che a comandarvi apra la bocca.
 Se qualchedun sospira
 per le bellezze mie, ditelo in modo
 di non farmi arrossir. Se la fortuna
1310aiutar vi vorrà con delle mancie,
 un occhio serrerò
 né la fortuna vostra impedirò.
 BUONAFEDE
 Tutto farò per renderla servita.
 ECLITICO
 Sarà mia cura far che sia obbedita.
1315(Io me la godo).
 BUONAFEDE
 Mi favorisca, lei
 è proveduta ancor di cicisbei?
 LISETTA
 Oh che diamene dite,
 oggi ho preso marito.
 BUONAFEDE
                                          In questo mondo,
1320per quello che m’han detto,
 insegna della luna il gallateo
 essere posto in uso il cicisbeo.
 ECLITICO
 Quest’è comune usanza;
 e saria il non averlo una increanza.
 LISETTA
1325Ma il marito?
 ECLITICO
                            Il marito,
 fra’ lunatici umori il più corrente,
 tacerà, soffrirà, non dirà niente.
 BUONAFEDE
 Il lunar cicisbeo,
 pria che siate levata,
1330verrà a bever da voi la cioccolata.
 LISETTA
 E il marito?
 BUONAFEDE
                         E il marito
 col medesimo gioco
 andrà a beverla anch’egli in altro loco.
 LISETTA
 Vi son tenuta inver
1335di tali avvertimenti;
 son monarchessa e da tale oprerò,
 del mio contegno stupir tutti farò.
 Guarderò in maestà,
 non parlerò a nissun, se non in aria.
1340A certa gente bassa
 non darò confidenza
 per non temer da lor qualche insolenza
 ed in specie a certe donniciole,
 che sempre han queste tali
1345l’invidia dentro al cor che le martella,
 or di questa, or di quella
 mormorando da lor a più non posso,
 e tagliano ad ognun i panni addosso.
 
    Quando si trovano
1350le basse femmine,
 dicono, parlano
 sempre così.
 
    «Eh! Non sapete?
 Nina l’ha fatta».
1355«Eh cosa dite?»
 «Lilla fuggì».
 
    Le triste femmine
 sono così.