Il mondo della luna, Milano, Malatesta, 1751

 SCENA XI
 
 FLAMINIA, poi ERNESTO
 
 FLAMINIA
1075Non si perda più tempo, ora secondi
 mi sono amore e sorte.
 ERNESTO
 Dove è Flaminia?
 FLAMINIA
 D’Eclitico al giardino
 Clarice già ancor essa s’è portata,
1080ma con quest’abiti?
 Dite, come degg’io chiamarvi?
 Mio bene o pur Lunatico.
 ERNESTO
 Flaminia, voi scherzate;
 ma alfine è così grande
1085il piacer ch’ho in vedervi
 che non so cominciare alcun discorso;
 fin che v’ho ragionato
 co’ soli sguardi miei,
 mi pareva che mille e mille cose
1090io vi dovessi dir, or che mi trovo
 per questo stratagemma
 di potervi parlare in libertade,
 la gioia opprime il core
 e divien muto sul mio labbro amore.
 FLAMINIA
1095Io posso, amato Ernesto,
 a voi lo stesso dir; sarei felice,
 se tutto ciò che io sento
 il vostro cor provasse e che io potessi
 dalla mia giudicar dell’alma vostra.
 ERNESTO
1100Mio bene andiamo, andiamo,
 già che la sorte arride
 e al nostro oprar felicità ci mostra.
 FLAMINIA
 
    Parto ma volgi ancora
 un guardo a chi t’adora
1105e mi consola il cor.
 
 ERNESTO
 
    Parto ma col tuo core
 l’alma fedel sen viene
 su l’ali dell’amor.
 
 A DUE
 
    Che amabile contento,
1110se penso a quel momento
 che goderò il tuo cor. (Partono)