Il mondo della luna, Milano, Malatesta, 1751

 SCENA VIII
 
 CLARICE, poi FLAMINIA
 
 CLARICE
 Costei l’intende bene...
320Ma ecco che sen viene
 la sorellina mia.
 Arde d’amore anch’essa
 ma non s’arrischia e fa la dottoressa.
 Eh, venite germana,
325andiam su quella loggia
 a goder della notte il bel sereno.
 FLAMINIA
 Se il genitore austero
 ci ritrova colà, misere noi.
 CLARICE
 Che badi a’ fatti suoi.
330Ci vuol tener rinchiuse
 e dall’aria difese,
 come fossimo noi tele di ragno?
 FLAMINIA
 Finché noi siam soggette
 al nostro genitor convien soffrire.
 CLARICE
335Ma io per vero dire,
 stanca di questa soggezion noiosa,
 non veggo l’ora d’essere la sposa.
 FLAMINIA
 E quando sarem spose,
 avrem di soggezion finiti i guai?
340Anzi sarem soggette più che mai.
 CLARICE
 Eh, sorella, i mariti
 non son più tanto austeri;
 aman la libertade al par di noi
 ed abbada ciascuno ai fatti suoi.
 FLAMINIA
345Felici noi, se ci toccasse in sorte
 un marito alla moda. Ah sventurate,
 se un geloso ci tocca!
 CLARICE
                                        In pochi giorni
 o ch’io lo guarirei
 o che al mondo di là lo manderei.
 FLAMINIA
350Vorreste forse avvelenarlo?
 CLARICE
                                                    Oibò.
 Ma il segreto io so
 con cui questi gelosi
 dalle donne si fan morir rabbiosi.
 FLAMINIA
 Se l’accordasse il padre,
355spererei con Ernesto esser felice.
 CLARICE
 Lo spererei anch’io
 con Eclitico mio.
 FLAMINIA
 Quell’Eclitico vostro
 è un uom ch’altro non pensa
360che a contemplar or l’una, or l’altra stella.
 CLARICE
 Questo è quello, sorella,
 che in lui mi piace più.
 Finché ei pensa alla luna, ovvero al sole,
 la sua moglie farà quello che vuole.
 FLAMINIA
365Ma il genitor, io temo,
 non vorrà soddisfarci.
 CLARICE
                                           Evvi in tal caso
 un ottimo espediente,
 maritarci da noi senza dir niente.
 FLAMINIA
 Ciò so che non conviene a onesta figlia
370ma se amor mi consiglia
 e il padre a me si oppone
 io temo che all’amor ceda ragione.
 
    Se d’amore la facella
 col dovere si consiglia, (A Clarice)
375cangerai voce e favella,
 non avrai sì ardito il cor.
 
    Sentirai che non si more
 d’un dolor che pure ha pace,
 proverai che all’alma piace
380di soffrir questo dolor.