Il mondo della luna, Milano, Malatesta, 1751

 SCENA VII
 
 Camera.
 
 LISETTA, poi CLARICE
 
 LISETTA
 Oh che gran seccatura!
 Questo vecchio padron mi fa l’amore,
285mi vuol bene di core,
 egli ha una cassa di zecchini piena
 ma finger con un vecchio è una gran pena.
 Vorrebbe le carrezze,
 vorrebbe le amorose paroline,
290starmi vorrebbe eternamente al fianco,
 io per poco lo soffro e poi mi stanco.
 CLARICE
 Lisetta, il tuo padrone e padre mio
 ti ricerca e ti vuole...
 LISETTA
                                        Eh, non gl’abado.
 CLARICE
 Quel povero vecchietto
295credo ch’arda per te di dolce affetto.
 LISETTA
 Può darsi; ma s’inganna;
 non temete di me. Per una serva
 so che sarebbe un tal amore ingiusto
 e poi, credete a me, son di buon gusto.
 CLARICE
300Che vuoi dire perciò?
 LISETTA
                                          Che s’ho da fare
 la solenne pazzia di maritarmi,
 con un giovane almen vuo’ soddisfarmi.
 È ver che un giovinetto
 può aver dei vizi e maltrattar la moglie
305ma quando si vuol bene
 si soffre con piacer tutte le pene.
 CLARICE
 Tu sei, per quel ch’io sento,
 esperta nell’amar.
 LISETTA
                                    Purtroppo io fui
 accesa, innamorata
310e tradita e piantata
 ma non per questo disperar mi voglio.
 Ecco come far soglio;
 se un amante mi lascia, io piango poco,
 fo succedere l’uno all’altro foco.
 
315   Dolente e misero
 provai l’amore
 ma dal dolore
 non vuo’ creppar. (Parte)