Il mondo della luna, Firenze, Giovannelli, 1751

 SCENA X
 
 BUONAFEDE, poi ECCLITICO
 
 BUONAFEDE
 È poi la mia Lisetta
 una bona ragazza.
385Non è di quelle serve impertinenti
 che quando hanno la grazia del padrone
 vogliono in casa far le satrapone.
 ECCLITTICO
 Ehi, signor Buonafede, (Di dentro)
 si puol entrar?
 BUONAFEDE
                              Oh capperi, chi è qui?
390Venite, signorsì,
 cos’è tal novità?
 Qualche cosa di grande vi sarà.
 ECCLITTICO
 Compatite s’io vengo
 in quest’ora importuna a disturbarvi.
395Un segno d’amicizia io vengo a darvi.
 BUONAFEDE
 O che buona ventura a me vi guida?
 ECCLITTICO
 V’è nessun che ci ascolti?
 BONAFEDE
                                                No, siam soli.
 Parlate pur con libertà.
 ECCLITTICO
                                             Voi siete
 l’unico galantuom ch’io stimo ed amo,
400onde vi vengo a usar per puro affetto
 un atto d’amicizia e di rispetto.
 BUONAFEDE
 Obbligato vi son. Ma che intendete
 voler dire con ciò?
 ECCLITTICO
                                    Vengo da voi
 per sempre a licenziarmi.
 BONAFEDE
                                                  Oh dei! Per sempre?
405Ditemi, cosa fu?
 ECCLITTICO
 Amico, addio. Non ci vedrem mai più.
 BONAFEDE
 Voi mi fate morir. Ma perché mai?
 ECCLITTICO
 Tutto confido a voi. Sappiate, amico,
 che il principe e signore
410del bel mondo lunar con lui mi vuole.
 Io fra pochi momenti
 sarò insensibilmente
 trasportato lassù per mio destino
 e sarò della luna cittadino.
 BONAFEDE
415Come! È vero? Oh gran caso! Oh me infelice,
 se resto senza voi! Ma in qual maniera
 la voce di lassù poté arrivare?
 ECCLITTICO
 Là nel mondo lunare
 un astrologo v’è come son io
420che ha fatto un canocchial simile al mio.
 Congiunti nella cima i canocchiali
 e levato il cristallo, o sia la lente,
 facilissimamente
 sento quel che si dice là in quel mondo
425e col metodo stesso anch’io rispondo.
 BONAFEDE
 Oh prodigio! Oh prodigio! Ed in che modo
 sperate andar tant’alto?
 Dalla terra alla luna vi è un gran salto.
 ECCLITTICO
 Tutto vuo’ confidarvi.
430Pel canocchiale istesso
 il principe lunare
 certo liquor m’ha fatto tramandare
 che quando il beverò
 leggiermente alla luna io volerò.
 BONAFEDE
435Amico, ah se voleste
 aiutar mi potreste.
 ECCLITTICO
                                     E come mai?
 BONAFEDE
 Col darmi un pochettin di quel liquore
 che v’ha mandato il vostro gran signore.
 ECCLITTICO
 (Eccolo nella rete).
 BONAFEDE
                                     E poi anch’io
440verrò lassù con voi.
 ECCLITTICO
                                      Ma non vorrei
 che se n’avesse a mal sua maestà.
 BUONAFEDE
 È un signor di buon cor, non parlerà.
 ECCLITTICO
 Orsù mi siete amico.
 Vi voglio soddisfar. Quest’è il liquore,
445giacché non v’è nessuno,
 vuo’ che ce lo beviam metà per uno.
 BUONAFEDE
 E poi come faremo?
 ECCLITTICO
 E poi ci sentiremo
 sottilizzar le membra in forma tale
450che andremo in su, come se avessim l’ale.
 BUONAFEDE
 Beverei ma non so.
 Sono fra il sì e il no.
 ECCLITTICO
 Compiacervi credevo;
 se pentito già siete, io solo bevo.
 BUONAFEDE
455Non lo bevete tutto
 per carità.
 ECCLITTICO
                      Tenetemi, che ormai
 mi sembra di volare. Oh me felice!
 Che singolar fortuna!
 Or or sarò nel mondo della luna.
 BUONAFEDE
460Cos’avete negli occhi?
 Parete spiritato.
 ECCLITTICO
 Dallo spirto lunar sono invasato.
 Addio. Vado.
 BUONAFEDE
                           Fermate.
 Voglio venir anch’io.
 ECCLITTICO
                                        Ecco, tenete
465il resto del liquor dunque e bevete.
 BUONAFEDE
 Ma le figliuole mie? Ma la mia serva?
 ECCLITTICO
 Quando sarete là
 grazia per esse ancor s’impetrerà.
 Vado, vado.
 BUONAFEDE
                         Son qui. Bevo, aspettate. (Beve)
 ECCLITTICO
470(Bevi, buon pro ti faccia.
 Io bevuto non ho. Fra pochi istanti
 dal sonnifero oppresso e addormentato
 crederà nella luna esser portato).
 BUONAFEDE
 Ecco bevuto ho anch’io.
475Mondo, mondaccio rio,
 per sempre t’abbandono.
 Uomo sopralunar fatto già sono.
 Oimè sento un gran foco.
 ECCLITTICO
 Soffrite. A poco a poco
480tramutar sentirete
 tutte le vostre membra e goderete.
 BUONAFEDE
 Par che mi venga sonno.
 ECCLITTICO
                                               Ecco l’effetto
 che fa il liquor perfetto.
 BUONAFEDE
 Non posso star in piedi.
 ECCLITTICO
                                              Accomodatevi.
485State pronto a salire e consolatevi.
 BUONAFEDE
 Mi sembra di volar.
 ECCLITTICO
                                       Lo credo anch’io.
 BUONAFEDE
 Caro Ecclittico mio,
 ditemi dove sono. In terra o in aria?
 ECCLITTICO
 Vi andate a poco a poco sollevando.
 BUONAFEDE
490Mi vo sottilizzando;
 ma come uscir potrem... da questa stanza?
 ECCLITTICO
 Abbiamo in vicinanza
 un ampio finestrone.
 BUONAFEDE
 Vado, vado, senz’altro.
 ECCLITTICO
                                           (Oh che minchione!)
 BUONAFEDE
 
495   Vado, vado, volo, volo.
 
 ECCLITTICO
 
 Bravo, bravo, mi consolo.
 
 BUONAFEDE
 
 Dove siete?
 
 ECCLITTICO
 
                         Volo anch’io.
 
 BUONAFEDE, ECCLITTICO A DUE
 
 Addio mondo, mondo addio. (Escono Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
 Caro padre, cosa c’è?
 
 LISETTA
 
500Padron mio, che cos’è?
 
 BUONAFEDE
 
    Vado, vado, volo, volo.
 
 LISETTA, CLARICE A DUE
 
 Dove, dove?
 
 ECCLITTICO
 
                          Oh che fortuna!
 
 BUONAFEDE
 
 Vo nel mondo della luna.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more, oimè che more!
 
 BUONAFEDE
 
505Oh che gusto, oh che diletto!
 
 ECCLITTICO
 
 Viva viva, oh che fortuna!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more.
 
 BUONAFEDE
 
                          Cara luna,
 vengo, vengo, vengo a te. (S’addormenta)
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
    More, more, presto, presto.
510Qualche spirto troverò.
 Presto, presto tornerò. (Partono)
 
 ECCLITTICO
 
    Il bon sonnifero
 gli offusca il cerebro.
 Portar dagli uomini
515via lo farò.
 
    Fabrizio, Prospero (Vengono due servi)
 su via prendetelo
 e là portatelo
 nel mio giardin. (Portano via Buonafede)
 
520   Le donne tornano
 e si disperano,
 perché già credono
 morto il meschin. (Tornano Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
    Povero padre, ahi che morì.
 
 LISETTA
 
525Ahi, che di viver tosto finì.
 
 ECCLITTICO
 
 No, non piangete, non è così.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che di vivere tosto finì.
 Ahi, che tormento, ahi che morì.
 
 ECCLITTICO
 
 Fe’ testamento, eccolo qui.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
530Ahi che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITTICO
 
    «Lascio a Clarice seimila scudi,
 se di sposarsi risolverà».
 
 CLARICE
 
 Era mortale, questo si sa.
 
 ECCLITTICO
 
    «Lascio a Lisetta cento ducati,
535quando il marito ritroverà».
 
 LISETTA
 
 Era assai vecchio; questo si sa.
 
 ECCLITTICO
 
    Povero vecchio, più nol vedrete!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi che tormento che voi mi date.
 
 ECCLITTICO
 
 Pronta è la dote, se la volete.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
540Mi fate ridere; mi consolate.
 Viva chi vive.
 
 A TRE
 
                            Chi è morto è morto.
 Dolce conforto la dote sarà.
 
 Fine dell’atto primo