Il mondo della luna, Parma, Monti, [1750]

 SCENA V
 
 Vedesi in fondo della scena comparire un carro trionfale tirato da uomini vagamente ornati. CECCO vestito da imperatore e a’ piedi del medesimo ERNESTO vestito all’eroica con stella in fronte, BONAFEDE osserva con meraviglia. A suono di zinfonia si avvanza il carro e giunto alla metà della scena lo fermano; Ernesto scende ed aiuta a scendere Cecco con affettata sommissione
 
 BONAFEDE
 Umilmente m’inchino
 a vostra maestà.
 CECCO
                                 Chi siete voi?
 BONAFEDE
640Son uomo sublunar ch’ha la fortuna,
 mercé il bon cuor di vostra maestà,
 d’esser or cittadino della luna;
 e se a voi... Ma che vedo?
 Quivi il signor Ernesto?
 ERNESTO
                                              V’ingannate.
645Io stella sono ed Espero m’appello;
 e quando il cielo imbruna
 esco primiera a vagheggiar la luna.
 Sortito avrà l’influsso
 quel ch’Ernesto s’appella
650dalla costellazion della mia stella.
 BONAFEDE
 Io non so che mi dir; voi tutto Ernesto
 certo rassomigliate.
 CECCO
 Non vi meravigliate,
 che nella nostra corte abbiamo noi
655un buffon che somiglia tutto a voi.
 BONAFEDE
 Grazie a vostra bontà del paragone
 ma io per dirla a lei non son buffone.
 CECCO
 E pur nel vostro mondo
 chi sa far il buffon è fortunato.
 BONAFEDE
660Capperi! Egli è informato.
 CECCO
                                                   Or che vi pare?
 Vi piace il nostro mondo?
 BONAFEDE
                                                 In fede mia
 a chi un mondo sì bel non piaceria?
 Ma per esser contento
 una grazia, signor, ancor vi chiedo.
 CECCO
665Chiedete pur, che tutto io vi concedo.
 BONAFEDE
 Ho due figlie e una serva.
 Vorrei...
 CECCO
                   Già v’ho capito,
 le vorreste con voi.
 Io le farò venire
670ma però con un patto,
 che vuo’ senza recarvi pregiudizio
 la vostra cameriera al mio servizio.
 BONAFEDE
 Ma, signor...
 CECCO
                          Già lo so
 che siete innamorato
675in quei belli occhi suoi
 ma questa volta la vogliam per noi.
 BONAFEDE
 Dunque lei l’ha veduta?
 CECCO
                                              Certamente.
 Una macchina abbiamo
 da cui spesso vediamo
680quel che si fa laggiù nel basso mondo
 e il piacer più giocondo
 che aver possan i nostri occhi lunari
 è il mirar le pazzie de’ vostri pari.
 
    Un avaro suda e pena
685e poi crepa e se ne va.
 Un superbo, senza cena,
 vuol rispetto e pan non ha.
 Un geloso è tormentato.
 Un corrente è criticato.
690Quasi tutti al vostro mondo
 siete pazzi in verità.
 
    Chi sospira per amore;
 chi delira per furore;
 chi sta bene e vuol star male;
695chi ha gran fumo e poco sale;
 al rovescio tutto va.
 Siete pazzi in verità. (Sale nel suo carro e parte col seguito)