Il mondo della luna, Parma, Monti, [1750]

 SCENA X
 
 BONAFEDE, poi ECCLITICO
 
 BONAFEDE
 È poi la mia Lisetta
 una bona ragazza.
 Non è di quelle serve impertinenti
380che quando hanno la grazia del padrone
 vogliono in casa far le satrapone.
 ECCLITICO
 Ehi, signor Bonafede, (Di dentro)
 si puol entrar?
 BONAFEDE
                              Oh capperi, chi è qui?
 Venite, signorsì,
385cos’è tal novità?
 Qualche cosa di grande vi sarà.
 ECCLITICO
 Compatite s’io vengo
 in quest’ora importuna a disturbarvi.
 Un segno d’amicizia io vengo a darvi.
 BONAFEDE
390O che buona ventura a me vi guida?
 ECCLITICO
 V’è nessun che ci ascolti?
 BONAFEDE
                                                No, siam soli.
 Parlate pur con libertà.
 ECCLITICO
                                             Voi siete
 l’unico galantuom ch’io stimo ed amo,
 onde vi vengo a usar per puro affetto
395un atto d’amicizia e di rispetto.
 BONAFEDE
 Obbligato vi son. Ma che intendete
 voler dire con ciò?
 ECCLITICO
                                    Vengo da voi
 per sempre a licenziarmi.
 BONAFEDE
                                                  Oh dei! Per sempre?
 Ditemi, cosa fu?
 ECCLITICO
400Amico, addio. Non ci vedrem mai più.
 BONAFEDE
 Voi mi fate morir. Ma perché mai?
 ECCLITICO
 Tutto confido a voi. Sappiate, amico,
 che il grand’imperatore
 del bel mondo lunar con lui mi vuole.
405Io fra pochi momenti
 sarò insensibilmente
 trasportato lassù per mio destino
 e sarò della luna cittadino.
 BONAFEDE
 Come! È vero? Oh gran caso! Oh me infelice,
410se resto senza voi! Ma in qual maniera
 la voce di lassù poté arrivare?
 ECCLITICO
 Là nel mondo lunare
 un astrologo v’è come son io
 che ha fatto un canocchial simile al mio.
415Congiunti nella cima i canocchiali
 e levato il cristallo, o sia la lente,
 facilissimamente
 sento quel che si dice là in quel mondo
 e col metodo stesso anch’io rispondo.
 BONAFEDE
420Oh prodigio! Oh prodigio! Ed in che modo
 sperate andar tant’alto?
 Dalla terra alla luna vi è un gran salto.
 ECCLITICO
 Tutto vuo’ confidarvi.
 Dal canocchiale istesso
425il grande imperatore
 mi ha fatto tramandar certo liquore
 che quando il beverò
 leggiermente alla luna io volerò.
 BONAFEDE
 Amico, ah se voleste
430aiutar mi potreste.
 ECCLITICO
                                     E come mai?
 BONAFEDE
 Col darmi un pochettin di quel liquore
 che v’ha mandato il vostro imperatore.
 ECCLITICO
 (Eccolo nella rete).
 BONAFEDE
                                     E poi anch’io
 verrò lassù con voi.
 ECCLITICO
                                      Ma non vorrei
435che se n’avesse a mal sua maestà.
 BONAFEDE
 È un signor di bon cor, non parlerà.
 ECCLITICO
 Orsù mi siete amico.
 Vi voglio soddisfar. Quest’è il liquore,
 giacché non v’è nessuno,
440vuo’ che ce lo beviam metà per uno.
 BONAFEDE
 E poi come faremo?
 ECCLITICO
 E poi ci sentiremo
 sottilizzar le membra in forma tale
 che andremo in su, come se avessim l’ale.
 BONAFEDE
445Beverei ma non so.
 Sono fra il sì e il no.
 ECCLITICO
 Compiacervi credevo;
 se pentito già siete, io solo bevo. (Finge di bevere)
 BONAFEDE
 Non lo bevete tutto
450per carità.
 ECCLITICO
                      Tenetemi, che ormai
 mi sembra di volare. Oh me felice!
 Che singolar fortuna!
 Or or sarò nel mondo della luna.
 BONAFEDE
 Cos’avete negli occhi?
455Parete ispiritato.
 ECCLITICO
 Dallo spirto lunar sono invasato.
 Addio. Vado.
 BONAFEDE
                           Fermate.
 Voglio venir anch’io.
 ECCLITICO
                                        Ecco, tenete
 il resto del liquor dunque e bevete.
 BONAFEDE
460Ma le figliuole mie? Ma la mia serva?
 ECCLITICO
 Quando sarete là
 grazia per esse ancor s’impetrerà.
 Vado, vado.
 BONAFEDE
                         Son qui. Bevo, aspettate. (Beve)
 ECCLITICO
 (Bevi, buon pro ti faccia.
465Io bevuto non ho. Fra pochi instanti
 dal sonnifero oppresso e addormentato
 crederà nella luna esser portato).
 BONAFEDE
 Ecco bevuto ho anch’io.
 Mondo, mondaccio rio,
470per sempre t’abbandono.
 Uomo sopralunar fatto già sono.
 Oimè sento un gran foco.
 ECCLITICO
 Soffrite. A poco a poco
 tramutar sentirete
475tutte le vostre membra e goderete.
 BONAFEDE
 Par che mi venga sonno.
 ECCLITICO
                                               Ecco l’effetto
 che fa il liquor perfetto.
 BONAFEDE
 Non posso star in piedi.
 ECCLITICO
                                              Accomodatevi.
 State pronto a salire e consolatevi.
 BONAFEDE
480Mi sembra di volar.
 ECCLITICO
                                       Lo credo anch’io.
 BONAFEDE
 Caro Ecclitico mio,
 ditemi dove sono. In terra o in aria?
 ECCLITICO
 Vi andate a poco a poco sollevando.
 BONAFEDE
 Mi vo sottilizzando;
485ma come uscir potrem... da questa stanza?
 ECCLITICO
 Abbiamo in vicinanza
 un ampio finestrone.
 BONAFEDE
 Vado, vado senz’altro.
 ECCLITICO
                                          (Oh che minchione!)
 BONAFEDE
 
    Vado, vado, volo, volo.
 
 ECCLITICO
 
490Bravo, bravo, mi consolo.
 
 BONAFEDE
 
 Dove siete?
 
 ECCLITICO
 
                         Volo anch’io.
 
 BONAFEDE, ECCLITICO A DUE
 
 Addio mondo, mondo addio. (Escono Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
 Caro padre, cosa c’è?
 
 LISETTA
 
 Padron mio, che cos’è?
 
 BONAFEDE
 
495   Vado, vado, volo, volo.
 
 LISETTA, CLARICE A DUE
 
 Dove, dove.
 
 ECCLITICO
 
                         Oh che fortuna!
 
 BONAFEDE
 
 Vo nel mondo della luna.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more, oimè che more!
 
 BONAFEDE
 
 Oh che gusto, oh che diletto!
 
 ECCLITICO
 
500Viva, viva, o che fortuna!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more.
 
 BONAFEDE
 
                          Cara luna,
 vengo, vengo, vengo a te. (S’adormenta)
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
    More, more, presto, presto.
 Qualche spirto troverò.
505Presto, presto tornerò. (Partono)
 
 ECCLITICO
 
    Il bon sonnifero
 gli offusca il cerebro.
 Portar dagli uomini
 via lo farò.
 
510   Fabrizio, Prospero (Vengono due servi)
 su via prendetelo
 e là portatelo
 nel mio giardin. (Portano via Bonafede)
 
    Le donne tornano
515e si disperano,
 perché già credono
 morto il meschin. (Tornano Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
    Povero padre, ahi che morì.
 
 LISETTA
 
 Ahi, che di vivere tosto finì.
 
 ECCLITICO
 
520No, non piangete, non è così.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che di vivere tosto finì.
 Ahi, che tormento, ahi che morì.
 
 ECCLITICO
 
 Fe’ testamento, eccolo qui.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
525   «Lascio a Clarice seimila scudi,
 se di sposarsi risolverà».
 
 CLARICE
 
 Era mortale, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Lisetta cento ducati,
 quando il marito ritroverà».
 
 LISETTA
 
530Era assai vecchio; questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    Povero vecchio, più nol vedrete!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi che tormento che voi mi date.
 
 ECCLITICO
 
 Pronta è la dote, se la volete.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Mi fate ridere; mi consolate.
535Viva chi vive.
 
 A TRE
 
                            Chi è morto è morto.
 Dolce conforto la dote sarà.
 
 Fine dell’atto primo