La generosità politica, Venezia, Rossetti, 1736

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 Appartamenti remoti di Pisistrato con sedie.
 
 PISISTRATO, PERICLE, ORONTE, guardie
 
 Pisistrato
 Parta ciascun fuorché Pericle e Oronte. (Partono le guardie)
 Sedete amici e se fia ver ch’Atene
 vanti ne’ cittadini alme sincere
 meco non simulate il vostro sdegno.
90Dacché di questo regno,
 frutto del mio valor, cinsi il diadema,
 mille torbidi cigli,
 mille labbra mordaci ascolto e miro;
 né la pace bramata ancor respiro.
95Voi che siete...
 Pericle
                              Noi siam di libertade
 difensori o custodi. Io non ti celo
 contro te l’odio mio, se tu mel chiedi,
 il più fiero nemico in me tu vedi.
 Oronte
 Ed Oronte abborrisce
100quel barbaro tiranno
 che impose alla sua patria empie catene.
 Così favella un cittadin d’Atene.
 Pisistrato
 Figli, basta così; voi mi sdegnate,
 vostro re, vostro duce altro non chiedo
105ch’esser vostro compagno.
 Dividiamo l’impero.
 Pericle
                                        Eh che non soffre
 questo nome tiran libera patria.
 Senza re, senza impero
 questa parte di Grecia e nacque e visse.
 Pisistrato
110Senza re, senza impero e senza legge
 visse Atene finor ma qual n’è il frutto?
 Gare ne’ cittadini,
 fasto ne’ grandi e negli abietti invidia,
 guerre civili e quotidiane straggi.
115Mirate ancor fumante
 questo vostro terren del vostro sangue.
 Dacché su questo trono
 siede un monarca a moderar l’orgoglio
 respirò questa patria. Oh voi felici
120se un regnante pietoso... Eh ben m’aveggo
 che abborite un tal nome
 e che più d’una eterna amica pace
 la sventurata libertà vi piace.
 Queste insegne regali
125che pongon freno alla volgar licenza,
 queste genti straniere
 che son vostra difesa avete in odio.
 Via, sarete contenti; ecco mi spoglio
 l’aurea corona e vi ridono il soglio. (Si cava la corona)
 Pericle
130(Resisti o cor).
 Oronte
                              (Quasi lo sdegno è vinto).
 Pericle
 Magnanimo signor quest’atto illustre
 memorabil sarà. Questa corona
 che alla patria suggetta
 oggi render tu vuoi...
 Pisistrato
                                         Pericle aspetta.
135Pria di depor questo real diadema
 che cotanto mi costa e sangue ed oro,
 voglio ancora una volta usarne almeno
 ma solo in vostro pro; indi vedrete
 qual era il re che ricusato avete. (S’alza e si ripone la corona)
140Olà. Popoli. Amici. (Entrano le guardie)
 Dell’armi vittoriose
 sia primo duce Oronte, in le sue mani
 stia il destino d’Atene e la mia vita.
 Oronte
 O degno eroe, tu mi vincesti alfine.
145Regna pure felice
 né temer che t’insidi Oronte il trono.
 Pisistrato
 Pericle un maggior dono
 a te già destinai. Tu sai che adoro
 in Nicia il mio tesoro.
150Invaghito di lei te pure io vedo.
 Onde vinco me stesso e te la cedo.
 Oronte
 (Numi che sento mai!)
 Pericle
                                             Sire sapesti
 superar l’odio mio con tua virtude.
 Troppo ingiusto saria togliere un regno
155a chi regnar nel mondo tutto è degno.
 Popoli a voi è noto
 del mio folle disegno il fine incauto;
 dell’inganno pentito
 a Pisistrato re la fede io giuro.
160Così ciascun di voi siegua il mio esempio.
 La catena d’un re giusto e clemente
 è soave così che non si sente.
 Pisistrato
 No no prendete pur...
 Pericle
                                          Cinga il tuo capo
 questo del tuo valor frutto ben degno.
 Oronte
165(Ho perduto il mio bene, ardo di sdegno).
 Pisistrato
 Ed Oronte non parla?
 Oronte
                                          I voti miei
 per te sono, o signor (a miglior tempo
 serbo la mia vendetta).
 Pisistrato
                                             Or sì che lieto
 amici io regnerò, poiché ricevo
170questo scettro da voi; non è felice
 chi coronata ha la cervice altera
 ma chi sul cor de’ cittadini impera.
 
    Va superbo il mar profondo,
 pien di fasto e pien d’orgoglio,
175urta il lido e batte il scoglio,
 senza legge e senza freno,
 perché van nel di lui seno
 mille fiumi a tributar.
 
    Indi grato il mare istesso,
180per tributi a lui sì cari,
 a quei fiumi tributari
 torna l’acque a ridonar.