L’amante cabala, Venezia, Valvasense, 1736

Vignetta Frontespizio
 Strada.
 
 FILIBERTO e CATTINA e poi LILLA
 
 Filiberto
815Cusì saré contenta.
 Cattina
 Sì sì ma tremo ancora dalla rabbia.
 No me posso quietar, se no me vendico
 con quella temeraria.
 Filiberto
                                          El più bel modo
 per vendicarse è questo.
820Quando la saverà che vu sé sposa
 crepperà dal velen quella invidiosa.
 Cattina
 Corro donca a mostrarghe la scrittura.
 Filiberto
 No no, fermeve un poco,
 no xe gnancora tempo e vu no sé
825gnancora mia muggier.
 Cattina
                                             Perché?
 Filiberto
                                                              Ghe manca
 una solennità necessarissima
 che ve sarà ben nota.
 Cattina
 Cossa ghe manca mai?
 Filiberto
                                            Manca la dota.
 Cattina
 Eh za la se gh’intende.
 Filiberto
830Altr’è che la s’intenda,
 altr’è che la ghe sia.
 Questa, colonna mia,
 xe la prima fonzion che far dovemo;
 per el resto tra nu se giusteremo.
 Cattina
835Mo via, trové el nodaro
 che ha da far el contratto;
 menemolo int’un tratto
 a casa de mia mare.
 Alla presenza de do testimoni
840ella ve darà i bezzi; za savé,
 l’è una donna sutila come l’oggio,
 sempre la gh’ha paura che i la bara.
 Filiberto
 (Quand’ho presto i denar vado a Ferrara).
 Ben, ben la gh’ha rason;
845vago a tor el nodaro e adesso vegno.
 (Io cercherò un nodar di bell’ingegno).
 Aspetteme pur qua.
 Cattina
                                       Mi no me parto,
 se stessi fin stanotte.
 Filiberto
 (Faccio in un giorno sol due belle botte). (Va)
 Cattina
850Doppo tanto aspettar, son arrivada
 a trovar un mario,
 onorato, dabben e da par mio.
 Certo al tempo d’adesso
 più no se sa de chi fidarse; tutti,
855tutt’i gh’ha qualche vizio,
 o el ziogo o l’osteria o quel servizio.
 Quando una putta gh’ha un poco de dota
 tutti vorria sposarla
 coll’idea de magnarla.
860Ma mi so el fatto mio, no gh’ho paura
 che i me trapola certo e benché sia
 putta de primo pelo
 son accorta anca mi la parte mia.
 
    Mi no credo alle mignognole
865de ste mandrie gazarae;
 i vien via co ste bulae:
 «Son un uomo de proposito
 in andrien ve manderò»;
 
    ma no gh’abbado,
870perché mi so
 dove el diavolo
 tien la coa.
 
 Ho trovà... Ma me par
 che quella sia la vedua;
875sì ben, l’è giusto ella, voggio andar...
 No, perché aspetto Toni.
 Resterò, con giudizio
 procurarò schivar ogni contrasto
 ma se la prima la sarà a taccarme
880anca mi certo saverò refarme.
 Lilla
 Filiberto non vien, questa lentezza
 segno è di poco amor; rimproverarlo
 voglio allor che verrà... Ma qui Cattina?
 Che fo? Vado o pur resto?
885Il partir è viltade
 e periglio il restar. Con una pazza
 taccar lite non è mia convenienza;
 resterò dunque ed usarò prudenza.
 Cattina
 (La me varda sott’occhio).
 Lilla
890(Non voglio esser la prima a salutarla).
 Cattina
 (Voi farghe un repeton per minchionarla).
 M’umilio a vusustrissima.
 Lilla
 Serva sua divotissima.
 (Se burla, io la derido).
 Cattina
895Me consolo con ella.
 Lilla
 Di che?
 Cattina
                  Delle so nozze.
 El ciel ghe piomba adosso
 una montagna de consolazion.
 Lilla
 Anco vusignoria
900precipiti nel mar dell’allegria.
 Cattina
 E lassemo le burle,
 in verità, da senno me consolo;
 auguro che la goda
 le so felicità sempre interrotte.
905(Che ti possi creppar la prima notte).
 Lilla
 Ed io con tutto il core
 desidero che lei trovi uno sposo
 disinvolto, amoroso,
 con cui possa goder buone giornate
910(e che ti rompa il collo a bastonate).
 Cattina
 Grazie ai so boni auguri;
 la sapia che, si ben no gh’ho i so meriti,
 si ben che no son ricca come ella,
 si ben che no son bella
915e ch’el viso no gh’ho tutto impiastrà,
 un strazzo de mario m’ho za trovà.
 Lilla
 (Temeraria mi sembra anzi che pazza).
 Me ne rallegro tanto.
 M’imagino, signora,
920che questo suo marito
 sarà senz’altro un cavaglier di vaglia
 (o più tosto sarà qualche canaglia).
 Cattina
 Un cavalier a mi? Me maravegio,
 no son miga, patrona,
925dama co la xe ella (trui, va’ là).
 L’è un de Marzeria
 che gh’ha poca albasia,
 che titoli no vanta o nobiltae
 ma che gh’ha delle doppie in quantitae.
 Lilla
930Perdoni in grazia la curiosità,
 solita di noi donne, il di lei sposo
 come si chiama?
 Cattina
                                  Toni e ’l gh’ha bottega
 de drappi in Marzaria
 all’insegna del gambaro da mar,
935dove apponto me par
 d’averla vista gieri, se no fallo,
 a comprar certo drappo.
 Lilla
                                               È vero e meco
 v’era il mio amante ancor.
 Cattina
                                                  Come! El so amante?
 (No ghe giera nissun fora che Toni,
940gh’ho paura...) La diga,
 se poderia saver come se chiama
 sto so novizzo?
 Lilla
                              Volentieri; ha nome
 Filiberto de’ conti Roccaboni.
 Cattina
 (Respira anema mia, che no l’è Toni).
945No xela una bottega ben fornia,
 no gh’è del capital? Non hoi trovà
 megio d’una famosa nobiltà?
 Lilla
 Questa è una bella sorte,
 degna appunto di lei ch’è sì garbata.
950Veramente è un prodigio
 uno spirito sì pronto in verde etade.
 Ma per amor del cielo
 guardi che non s’inganni;
 compatisca l’ardir, parlo per zelo.
 Cattina
955Ingannarme? Perché?
 Lilla
                                           Potrebbe darsi
 che questo matrimonio andasse in nulla.
 Mi dica in cortesia,
 della fé dello sposo è poi sicura?
 Cattina
 No gh’è da dubitar, gh’ho la scrittura;
960e po l’è un venezian, se cognossemo;
 nol me pol trappolar; la varda ella
 che no la sia burlada,
 che no la sia dal forestier piantada.
 Lilla
 Eh so con chi contratto,
965il mio futuro sposo
 non è capace di mancar di fede.
 Cattina
 El mio sì che se vede
 ch’el me ama de cuor.
 Salla lezer?
 Lilla
                        Un poco.
 Cattina
970La leza sta scrittura,
 fatta colle so man; ghe xe parole
 proprio che fa da pianzer. (Creppa, schioppa;
 che rabbia che la gh’ha!)
 Lilla
                                                (Cieli, che veggo!
 Il carattere è questo
975di Filiberto).
 Cattina
                           (La sborisce i occhi
 che la par una striga;
 la parla ma no so cosa la diga).
 Lilla
 (È sottoscritto: «Toni Canareggio».
 Ma il carattere è suo senza alcun fallo).
 Cattina
980Cossa vuol dir, patrona,
 ella fursi instizzada?
 Lilla
 (Vuo’ confrontarla colla mia scrittura.
 La mano è la medesima
 e le parole ancor sono le stesse:
985«A Cattina, mio ben, ho donà il cuor»;
 «A Lilla, anima mia, donat’ho el core»;
 «Zuro». «Giuro». Che giuri? Ah traditore!)
 Cattina
 Cossa ghe xe saltà che la va in bestia?
 Lilla
 Amica, siam tradite.
 Cattina
                                        (Oh amica cara!) (Ironico)
 Lilla
990Il vostro Toni ed il mio Filiberto
 son la stessa persona;
 questo impostor colle menzogne sue
 c’inganna tutte due.
 Cattina
 Eh mia cara patrona,
995se la gh’ha caldo la se fazza fresco.
 Come fala a insuniarse cusì presto?
 Lilla
 Dunque non mi credete?
 Cattina
                                                Oh gh’ho credesto.
 Lilla
 Mirate; le scritture
 son tutte d’una mano.
 Cattina
                                           (Me despiase
1000che no so lezer). La le daga qua.
 La varda, la s’inganna;
 quell’o de Filiberto xe larghetto;
 ma quello del mio Toni el xe più stretto.
 Lilla
 La passione v’accieca;
1005ma se non mi credete,
 d’una tal cecità vi pentirete.
 Cattina
 (La me mette in suspetto). La me daga
 un qualche contrasegno; Filiberto
 elo piccolo o grando?
1010Elo magro, elo grasso?
 Parlelo venezian o pur foresto?
 Lilla
 State a sentir; il suo ritratto è questo.
 
    Di statura è alquanto basso
 ma di corpo alquanto grasso,
1015tondo ha il viso e delicato,
 di varole riccamato;
 a immitar un personaggio
 e a cangiar vesti e linguaggio
 uom più pronto non si dà.
 
 Cattina
1020Sì, cospetto del diavolo,
 che ho paura ch’el sia... (Ma velo là
 ch’el s’avanza bel bello).
 La varda quel che vien...
 Lilla
                                               L’è appunto quello.
 Cattina
 Coss’avemio da far?
 Lilla
                                        Venite meco,
1025concerteremo il modo
 di scoprir il suo inganno e vendicarci.
 Cattina
 Gnancora no la credo
 ma me vogio chiarir; oh se xe vero,
 poveri i mi manini!
1030Poveri i mi recchini!
 Lilla
 Sì sì, siamo ingannate,
 povere le mie doppie, sono andate!
 Cattina, Lilla
 
                 el
    In odio      mio sdegno
                 il
               saverò
 cangiar
               io saprò
1035e contro l’indegno
 vendetta farò. (Via tutte due)
 
 Filiberto
 Il nodaro è trovato, avanti sera
 sarà fatto il negozio; è un uomo appunto
 secondo il mio bisogno;
1040egli non guarda tanto per minuto;
 mediante un buon regalo
 non ha difficoltà di render nullo
 qualsivoglia contratto
 e dir: «Non m’arricordo averlo fatto».
1045Già per li testimoni
 non può aver soggezione;
 legge coi denti stretti e parla in gola,
 sicch’essi non intendono parola.
 Ma Cattina non v’è; stancata forse
1050di soverchio aspettar, tornata è a casa.
 Attenderò il nodaro,
 indi seco n’andrò per terminare
 il premuroso affare.
 Il vivere d’inganno
1055è mestiero alla moda; ogni nazione,
 ogni arte e professione
 procura d’ingannar e tutti sanno
 dar il nome d’industria al loro inganno. (Vengono Lilla e Cattina, tutte due mascherate, e vanno una per parte a Filiberto)
 La mia mente sublime
1060per sortir facilmente ogni arduo impegno
 non la cede d’ingegno a chi si sia;
 so far il mio mestier con pulizia. (Lilla lo tira per una manica e lo saluta)
 Servo, signora maschera (la sorte
 oggi mi favorisce)
1065in che posso servirla? Ella disponga
 del cuor ch’io chiudo in petto,
 di già libero son da ogn’altro affetto.
 Lilla
 (Che mentitor!) (Cattina lo tira dall’altra parte e lo saluta)
 Filiberto
                                  Oh oh, signora maschera,
 riverente m’inchino. (A due alla volta?
1070Fortuna ti ringrazio). Ella commandi,
 arbitra è del mio core,
 di già libero son da ogn’altro amore.
 Cattina
 (Che desgrazià!)
 Filiberto
                                  Signora mia garbata (A Lilla)
 si potrebbe saper il di lei nome?
1075Con me libera parli;
 via, non abbia paura,
 della mia fedeltà può star sicura.
 (Questa non vuol parlar, sentiamo quella).
 Padrona gentilissima, (A Cattina)
1080la supplico umilmente
 non negarmi un favor; già non v’è alcuno,
 la maschera si levi,
 mi dica due parole,
 della mia fedeltà temer non puole.
1085(Oimè! Per quel che io vedo,
 v’è poco da far bene.
 Por in opra conviene
 tutta del mio valor l’arte più fina;
 son più accorte di Lilla e di Cattina).
 
1090   Con chi v’offre un cor costante
 deh non tanta crudeltà! (A Lilla)
 
    Con chi v’offre un cor amante
 deh mostrate almen pietà! (A Cattina)
 
    Non vi scopro e pur vi adoro, (A Lilla)
1095non vi vedo e per voi muoro, (A Cattina)
 per voi sola, (A Lilla) sol per voi (A Cattina)
 il mio cor pace non ha.
 
 Lilla
 Ahi! (Sospira)
 Filiberto
             Che avete, signora?
 (Ella sospira, è mia).
 Lilla
1100Temo che m’ingannate.
 Filiberto
                                              Eh non v’è dubio.
 Lilla
 Temo che il vostro cor sia già impegnato.
 Filiberto
 Io dacché son al mondo
 sempre libero il cor ho riserbato.
 Lilla
 (Scelerato!) Mi pare
1105però che siate amante
 d’una tal Lilla...
 Filiberto
                               Oibò, che cosa dite?
 Io amante di colei
 superba, fastidiosa,
 ignorante, orgogliosa?
1110Che non ha civiltà, che non sa il tratto?
 Figuratevi voi, non son sì matto.
 Lilla
 (Sono tutte bugie). Ma pur intesi
 che a lei promess’avete
 la fé di sposo.
 Filiberto
                            Eh feci per burlarmi
1115d’una vedova pazza.
 Lilla
                                       In simil guisa
 burlarete me ancora, io lo prevedo.
 Filiberto
 Su l’onor mio...
 Lilla
                               Tacete, io non vi credo.
 Filiberto
 Pazienza. (Eh l’ho veduta;
 qui non v’è da far ben, è troppo scaltra.
1120Tentiamo con quest’altra).
 Su, mi dica signora (A Cattina)
 vuol lasciarsi servir? Se va cercando
 un amante fedele,
 in me lo trovarà;
1125non la cedo ad alcuno in fedeltà.
 Cattina
 Donca, si sé fedel, per cossa aveu
 abbandonà Cattina?
 Filiberto
 (Che diavolo! San tutto).
 Dirò la verità; pensai che quella
1130non era da par mio;
 infatti una donnetta
 di bassa stirpe e di costume vile
 per un uomo non è grande e gentile.
 Cattina
 (Maledetto int’el colo).
1135Ma la me fazza grazia, caro sior,
 la me diga el so nome.
 Lilla
 Il suo nome saper bramo ancor io.
 Filiberto
 Fabrizio Roccabianca è il nome mio.
 (Buon per me che il mio nome a loro è ignoto).
 Lilla
1140Ah voi dunque non siete
 il signor Filiberto?
 Filiberto
                                     Oh, non signora.
 Cattina
 Toni donca no sé
 marzer de Marzaria?
 Filiberto
 No no, signora mia,
1145avete fatto error; ditemi in grazia,
 queste due donne, che nomate avete,
 son di questo paese?
 Lilla
 Lilla quivi dimora ed è romana.
 Cattina
 Cattina xe una putta veneziana.
 Filiberto
1150Oh guardate che sbaglio!
 Io credea che parlaste
 di due napolitane
 che ho conosciuto un dì; peraltro queste,
 che voi mi nominaste,
1155non so se siano belle o se sian brute,
 da galantuomo non le ho mai vedute.
 Lilla
 (Che faccia tosta!)
 Cattina
                                    (Oh oh, che bell’inzegno!)
 Lilla
 Dunque, signor Fabrizio,
 sarete l’amor mio.
 Filiberto
                                    Voi la mia cara.
 Cattina
1160Sior Fabrizio, mi vogio
 che sié l’anema mia.
 Filiberto
                                        Son tutto vostro
 ma, se vi contentate,
 perché io non voglio disgustar alcuna,
 il mio cor donarò mezzo per una.
 Lilla
1165Son contenta ma voglio esser distinta.
 Cattina
 Un pocchettin de più mi ghe ne vogio.
 Filiberto
 Orsù, sarò più grato
 a chi meco amorosa
 regalarmi saprà più generosa.
 Lilla
 
1170   Superata esser non voglio.
 
 Cattina
 
 Mi no vogio esser de manco.
 
 Lilla
 
 So ben io quel che farò. (Fanno segno di bastonarlo)
 
 Cattina
 
 So ben mi quel che farò.
 
 Filiberto
 (E fra due litiganti io goderò).
1175Ma è ben giusto che alfine
 io vi veda in la faccia e che conosca,
 mie signore, chi siete.
 Cattina
 Siorsì, lo saveré.
 Lilla
                                 Sì, lo saprete.
 Filiberto
 Cavatevi la maschera,
1180non mi fate penar; al vostro caro
 fate questo servizio.
 Cattina, Lilla
 Riverente m’inchino al sior Fabrizio. (Si smascherano e Filiberto resta attonito senza parlare)
 Lilla
 
    Alfin tu sei scoperto.
 
 Cattina
 
 Ti xe scoverto alfin.
 
 a due
 
1185Indegno, traditor,
 buggiardo ed assassin.
 
 Lilla
 
    Guardam’in faccia.
 
 Cattina
 
 Voltate in qua.
 
 Lilla
 
    Il tuo rossor comprendo.
 
 Cattina
 
1190Ti tasi per vergogna.
 
 a due
 
 Ti voglio maltrattar peggio d’un can.
 
 Filiberto
 
 (Or la biscia beccò il ciarlatan).
 
 Lilla
 
    Vuo’ le mie doppie.
 
 Cattina
 
 Vogio il mio oro.
 
 a due
 
1195Le voglio, se no
 in mezzo la strada
 io ti spoglierò.
 
 Filiberto
 
    Signore cortesi
 non fate palesi
1200gli error d’un meschin.
 
 Lilla, Cattina
 
    Non voglio ascoltarti (Gli levano il cappello e la perucca)
 ma voglio spogliarti
 bricone assassin.
 
 Filiberto
 
    La testa scoperta
1205può farmi del male,
 vendetta mortale
 non fatte con me.
 
 Lilla, Cattina
 
    Pietade non merti, (Gli levano il vestito)
 tu fost’infedele,
1210tiranno crudele,
 pietade non v’è.
 
 Filiberto
 
    Io tremo dal freddo
 con questo spogliarmi,
 volete ammazzarmi
1215crudeli, lo so.
 
 Lilla, Cattina
 
    Di te più non penso,
 non voglio ascoltarti,
 piuttosto ammazzarti
 rissolver saprò.
 
 a tre
 
1220   Imparino tutti
 da sì bell’esempio
 che l’arte d’un empio
 trionfare non può.
 
 Fine dell’intermezzo