Il negligente, Porto, 1762 (Il trascurato)

 SCENA VIII
 
 LISAURA sola
 
 LISAURA
770Giusti dei, v’è nel mondo
 cotanta iniquità? V’è su la terra
 chi temerario ardisce
 rapir l’altrui con esecrando ecceso?
 E lo soffrono i numi? E stride invano
775il folgore di Giove?
 Dove si cela, dove
 l’empio che il genitor tradire aspira?
 Seco voglio sfogar lo sdegno e l’ira.
 Ma no, femmina imbelle
780che dir, che far potrei?
 Crudelissimi dei,
 perché non mi è concesso
 potermi cimentar col viril sesso?
 Farei veder ben io
785che ancor nel petto mio si cela un core
 di coraggio ripieno e di valore.
 
    Ma tu tremi o mio tesoro,
 ma tu palpiti cor mio,
 non tremar, con te son io
790né d’amor ti parlerò;
 
    mentre folgori e baleni
 sarò teco amata Nise,
 quando il ciel si rassereni,
 Nise ingrata io partirò.