Il negligente, Porto, 1762 (Il trascurato)

 SCENA VIII
 
 FILIBERTO, poi LISAURA
 
 FILIBERTO
 L’ho sempre detto ch’è una buona figlia
 Aurelia, di buon’indole e talento,
320e di prenderla in moglie io son contento.
 Ma quando? Eh si farà! Ma mi potrebbe
 fuggire dalle mani. Andiamo subito,
 pria che qualch’altro amor n’occupi il loco.
 N’andrò ma pria vuo’ riposarmi un poco. (Siede)
 LISAURA
325Signor padre, un affar di gran premura
 mi conduce da voi.
 FILIBERTO
 Di grazia andate e tornarete poi.
 LISAURA
 Il cielo mi presenta
 una buona fortuna.
 FILIBERTO
330Me ne rallegro assai.
 LISAURA
                                        Dorindo, il figlio
 di quel ricco mercante,
 mi si è scoperto amante.
 FILIBERTO
 Benissimo, e così?
 LISAURA
                                     Mi brama in moglie.
 FILIBERTO
 Ne parleremo poi.
 LISAURA
335Volea venir da voi
 ma per non annoiarvi ei si trattiene.
 FILIBERTO
 In questo ha fatto bene.
 Io non vuo’ secature.
 LISAURA
 Aspetta la risposta.
 FILIBERTO
                                      Aspetti pure.
 LISAURA
340Dunque, che gl’ho da dire?
 FILIBERTO
 Per or se ne può ire.
 Ci penseremo, tornerà.
 LISAURA
                                             Ma quando?
 FILIBERTO
 Oh l’è lunga!
 LISAURA
                           Io stessa
 da lui ritornerò.
 FILIBERTO
345Da lui? Signora no.
 LISAURA
 Dunque anderete voi.
 FILIBERTO
 Non posso, non ne ho voglia.
 LISAURA
 La civiltà lo vuole.
 Conosco il dover mio;
350se non ci andate voi ci anderò io.
 
    Oimè cos’è questo
 ch’io provo nel core?
 Nemica d’amore
 son stata finor,
355addesso per lui
 mi sento languir
 ma, caro mio padre,
 di me che sarà?
 
    Son troppo innocente
360nell’arte d’amor,
 oimè non vorrei
 lasciarmi ingannar.
 Di me semplicetta,
 di me poveretta
365abbiate pietà.