Il negligente, Porto, 1762 (Il trascurato)

 SCENA VII
 
 AURELIA, poi FILIBERTO
 
 AURELIA
 O bene o mal che fia,
 spesso ben molte donne
240di cuore inavvertito
 senza filosofar piglian marito.
 Ma ecco che sen viene
 il signor Filiberto.
 FILIBERTO
                                    Bene, bene, (Verso la scena)
 si farà, si farà, non mi stancate.
245Oh Aurelina, che fate?
 AURELIA
 Benissimo starei,
 se fossi in grazia sua.
 FILIBERTO
 La mia grazia lo sai che tutta è tua.
 AURELIA
 S’accomodi un pochino.
250Guardate, poverino,
 egl’è tuto sudato; (Lo asciuga col fazzoletto)
 si sarà affaticato.
 FILIBERTO
                                  Se lo dico.
 Mi voglion far creppare.
 M’hanno fatto cercare
255una scritura antica.
 L’ho cercata mezz’ora. Oh che fatica.
 AURELIA
 Eh, signor Filiberto,
 io so che vi vorrebbe
 per sollevarvi da cotanti affanni.
 FILIBERTO
260Sì, mia cara Aurelina,
 dite, che vi vorrebe?
 AURELIA
                                        Una sposina.
 FILIBERTO
 Una sponsina? Sì; ma il matrimonio
 porta seco dei pesi,
 il marito dev’esser diligente
265ed io sono avvezzato a non far niente.
 AURELIA
 Vi vorrebbe una moglie
 che sollevar sapesse
 dagl’affari il marito.
 Un’economa esperta
270che sapesse di conti e di scritura.
 Una che con bravura
 da sé sapesse spendere,
 comprar, cambiare e vendere,
 che con i palazzisti
275sapesse favellare a tu per tu
 e sapesse frenar la servitù.
 FILIBERTO
 Oh il ciel volesse che una donna tale
 ritrovar io potessi,
 non so dire per lei cosa facessi.
 AURELIA
280Per vendere e comprar son nata a posta.
 FILIBERTO
 Oh brava.
 AURELIA
                      So di conti e di scritura
 e nell’economia son ben sicura.
 FILIBERTO
 Come sei tu informata
 di palazzo e di lite?
 AURELIA
285Oh cosa mai dite?
 So tutte le malizie
 ch’usano i palazzisti
 per far le cose dritte apparir torte
 e so andar, quando occorre, per le corte.
 FILIBERTO
290Tu sei una gran donna!
 (Davver, che quasi quasi
 io me la pigliarei).
 AURELIA
                                     Quanto è bagiano!
 Spero che il laccio non sia teso invano.
 FILIBERTO
 Dimmi, Aurelia, inclinata
295sei tu pel matrimonio?
 AURELIA
                                             Oh signor no.
 FILIBERTO
 E s’io ti proponessi un buon partito?
 AURELIA
 Quando fosse il marito...
 Come sarebbe a dir...
 FILIBERTO
                                          Via, parla schietto.
 AURELIA
 Mi vergogno davvero.
 FILIBERTO
300Qui nessuno ci sente.
 AURELIA
 Quando fosse il marito come voi...
 FILIBERTO
 Tuo marito sarò, se tu mi vuoi.
 AURELIA
 Ma io povera sono e non ho dote.
 FILIBERTO
 Io, io te la farò.
 AURELIA
305E poi... signore... io so
 che graziosa non sono e non son bela.
 FILIBERTO
 Cara, tu agli occhi miei sembri una stella.
 
    Fosca nube che in alto s’aggira
 copre il sole, minacia tempesta,
310pastorella che il nembo rimira
 e sospira e tremando ne va,
 perché teme che quella tuonando
 sparga i campi di stragi e terror;
 
    ma se cade poi sciolta in rugiada
315ed il prato di fior si riveste
 e ritorna la luce serena
 e ogni pena si parte dal cor.