Il negligente, Brunswick, 1760

 SCENA V
 
 PORPORINA, poi DORINDO
 
 PORPORINA
155Io mi vo’ maritar. Pasquino, è vero,
 è un poco sempliciotto; ma talvolta
 un mezzo scimunito
 suol esser per la donna un buon marito.
 DORINDO
 Quella giovine bella.
 PORPORINA
                                        Oh mio padrone,
160chi dimanda?
 DORINDO
                             Trovai la porta aperta.
 L’ardir mio condonate.
 PORPORINA
 Quando trovate aperta e voi entrate.
 DORINDO
 Il signor Filiberto
 è in casa?
 PORPORINA
                     È in casa.
 DORINDO
                                         Si potria vedere?
 PORPORINA
165Se avete da parlar di qualche affare
 difficile sarà.
 DORINDO
 Per dir la verità,
 so che siete una giovine prudente,
 di veder lui non me n’importa niente.
170Lisaura bramerei...
 PORPORINA
                                      Ah, ah, v’ho inteso.
 Garbato signorino,
 non cercate Marforio ma Pasquino.
 DORINDO
 A voi mi raccomando.
 Permettete ch’io possa
175dirle almen due parole.
 PORPORINA
 No no, non posso.
 DORINDO
 Ma perché non potete?
 Porporina, tenete
 questa piccola borsa
180per capara di quel ch’io vi darò.
 PORPORINA
 Signor no, signor no.
 DORINDO
 Eh via.
 PORPORINA
                 La non s’incomodi.
 DORINDO
 Mi fate torto.
 PORPORINA
                           Non vorrei...
 DORINDO
                                                    Prendete.
 PORPORINA
 Grazie, grazie. Voi siete (Prende la borsa)
185veramente garbato.
 DORINDO
 D’un core innamorato
 movetevi a pietà.
 PORPORINA
 Sentite, andate là,
 Lisaura è sola sola.
190Il padre è negligente
 e alla figlia non pensa niente, niente.
 DORINDO
 Dunque vado.
 PORPORINA
                             Sì andate,
 se onesto siete voi gentil così
 m’adoprerei per voi la notte e il dì.
 
195   Non posso soffrire
 vedervi languire;
 ho un cor troppo tenero,
 vi voglio aiutar.
 
    (Perché non è avaro,
200non prezza il denaro,
 lo vo’ consolar).
 Ho un cor troppo tenero,
 vi voglio aiutar. (Parte)