Il negligente, San Pietroburgo, stamperia del corpo dei Cadetti, 1758

 SCENA XI
 
 FILIBERTO da una parte, PORPORINA dall’altra osservano in disparte
 
 AURELIA
795Non importa, vien qua.
 Fra noi s’ha d’aggiustare.
 E si vada il padrone a far squartare.
 FILIBERTO
 (Obbligato).
 PASQUINO
                          Sì sì, vada in malora
 lui, la sua casa e Porporina ancora.
 PORPORINA
800(Bravissimo).
 AURELIA
                             È noioso
 il signor Filiberto agli occhi miei.
 PASQUINO
 Più non posso di cuor mirar colei.
 AURELIA
 Tu sì sei graziosetto.
 PASQUINO
 Sì, quello è un bel visetto.
 AURELIA
805Se parlassi di cor...
 PASQUINO
                                     Se vi degnaste...
 AURELIA
 Sarei per te.
 PASQUINO
                          Vostro sarei, m’impegno.
 FILIBERTO
 (Femmina indiavolata).
 PORPORINA
                                               (Oh core, indegno).
 AURELIA
 
    Allegri e contenti...
 
 PASQUINO
 
 Ci amiam di buon cuore,
810più dolce è l’amore...
 
 A DUE
 
 Novello nel sen.
 
 PORPORINA, FILIBERTO A DUE
 
    Che voglia mi vien
 d’andargli a scannar.
 
 AURELIA
 
    E vada il padrone...
 
 PASQUINO
 
815E vada la serva...
 
 A DUE
 
 A farsi squartar.
 
 FILIBERTO
 
    Indegna. (A Aurelia)
 
 PORPORINA
 
                        Briccone. (A Pasquino)
 
 A DUE
 
 Si tratta così!
 
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    (Non v’è più rimedio,
820già tutto sentì).
 
 PORPORINA
 
    Con voi, sfacciatella, (Ad Aurelia)
 mi voglio sfogar.
 
 AURELIA
 
    Con te, birboncella, (A Porporina)
 non voglio gridar.
 
 FILIBERTO, PASQUINO A DUE
 
825   Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 FILIBERTO
 
    Indegno, briccone, (A Pasquino)
 ti vo’ bastonar.
 
 PASQUINO
 
    Non curo il padrone, (A Filiberto)
830mi vo’ vendicar.
 
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 A QUATTRO
 
    Che rabbia mi sento,
 che fiero tormento.
835L’affanno, lo sdegno
 vuol farmi crepar.
 
 Fine dell’atto secondo