La bottega da cafè, Venezia, Valvasense, 1736

Vignetta Frontespizio
 NARCISO in bottega, garzoni, poi Dorilla e Zanetto
 
 Narciso
 Anemo spiritosi,
 disinvolti, graziosi,
 che per spazzar la nostra mercanzia
 sora tutto ghe vuol galantaria.
5Via brusé quel caffè, metteghe drento
 quattro grani de fava
 e acciò ch’el para fresco
 metteghe una porzion d’orzo todesco.
 Per burlar i golosi
10che impenisse de zucchero la tazza
 bisogna ogni mattina
 el zuccaro misciar colla farina.
 Chi no fasse cusì no viverave;
 tanto fitto de casa e de bottega,
15mobili, capital, garzoni e lumi
 xe una spesa bestial; ma questo è ’l manco.
 Per sticcarla coi altri,
 vestir in gala e goder dei pacchietti,
 ghe vol dei gran caffè, dei gran trairetti.
20Se no fusse, gramazzi,
 la protezzion de certe paronzine,
 che in bottega ne fa conversazion,
 anderessimo tutti a tombolon.
 Ma ghe ne xe qua una; allegramente
25in poco tempo impenirò i squelotti.
 Ghe vuol zoette a trapolar merlotti. (Vien Dorilla mascherata e siede senza parlare)
 Maschera ghe son servo.
 Dorilla
                                               Amico addio.
 Narciso
 (Amico addio? Questa xe forestiera).
 Possio servirla?
 Dorilla
                                Io son un poco stanca,
30se non sdegnate riposar vorrei.
 Narciso
 (Compita in veritae).
 Patrona, in sto paese
 ella farà delle facende assae.
 Dorilla
 Come sarebbe a dir? (Alterata)
 Narciso
                                          La me perdona,
35no vorave fallar, sotto la maschera
 no se sa chi ghe sia; mi parlo a caso,
 peraltro in ste botteghe
 certe persone se cognosse a naso.
 Dorilla
 Mi piace il vostro umor.
 Narciso
                                              Eh via che cade!
40Parlemose alla schietta;
 ella xe forestiera e no la sa
 l’usanza del paese.
 Dorilla
                                     È questa appunto
 la prima volta che Venezia io vedo.
 Narciso
 Da che paese xela?
 Dorilla
                                     Io son romana.
 Narciso
45Int’el parlar l’ho cognossua perdiana.
 Dorilla
 (Mi sembra il caffettier fatto a mio genio).
 Narciso
 Za che no gh’è nissun, se poderave
 ricever un favor?
 Dorilla
                                  Sì, comandate.
 Narciso
 La se cava la maschera, la lassa
50che la veda int’el viso.
 Dorilla
                                           Eccomi pronta. (Si smaschera)
 Narciso
 (Oh che babio da re, che bel musotto!
 O che occhietto baron! Son mezzo cotto).
 Dorilla
 Che dite fra di voi? Rassembro forse
 agli occhi vostri odiosa?
 Narciso
55Vu me paré una riosa
 dal zardin de Cupido traspiantada;
 non ho visto nissuna
 bella come sé vu; faré fortuna.
 Dorilla
 Ma sappiate ch’io son femina onesta.
 Narciso
60Ben, ben, cusì me piase.
 Se vien qualche polastro,
 se procura pelarlo
 e po con bella rasa
 un pretesto se tiol per impiantarlo.
 
65   Vederé vegnirve attorno
 più de vinti amanti al zorno.
 Qualchedun suspirerà;
 nol vardé, che l’è spiantà.
 
    Se qualcun ve vien arente,
70fé da savia e da prudente;
 ma co vien el generoso
 sia pietoso el vostro cuor.
 
    Quel che i dona se receve,
 fin che i sta come se deve
75ma se i vuol slongar le man
 se ghe scampa da lontan
 e i se lassa col brusor.
 
 Dorilla
 Ma il desiderio mio
 saria di maritarmi
80né in tal guisa vorrei pregiudicarmi.
 Narciso
 Se volé maridarve
 con un omo da ben, no sta mi a dirlo,
 ma de megio trovar no poderessi,
 son zovene onorato... Oh se volessi...
 Dorilla
85Io son contenta ma...
 Narciso
                                         Che ma?
 Dorilla
                                                            Di dote
 son sproveduta affatto.
 Narciso
 Val più quel vostro tratto,
 val più quei vostri occhietti bagolini
 che no val un sacchetto de zecchini.
90Ve torò senza gnente ma per far
 quel che bisogna in casa, con maniera
 fin che sé forestiera,
 col benefizio della mascheretta
 poderessi avanzar qualche cossetta.
95Ma intendemose ben, onestamente;
 e po no dubité
 che alle occasion ve starò sempre arrente.
 Dorilla
 Farò quel che volete.
 Ma qui vien gente, io mi ricopro il volto.
 Narciso
100Fé ben; quel che vedé
 xe un certo sior Zanetto,
 fio de un mercante ricco; el fa con tutte
 el cascamorto, el spende generoso,
 el fa da vertuoso
105ma l’è un ignorantazzo;
 podé pelarlo e torvene solazzo.
 Zanetto
 Putti cafè.
 Narciso
                      Lustrissimo la servo.
 Zanetto
 Famelo a posta.
 Narciso
                                Giusto adesso el fava.
 Zanetto
 Digo ch’el voggio apposta, m’hastu inteso?
 Narciso
110Lustrissimo siorsì. (Ghe voggio dar
 per ste so cargadure
 tutte le scolaure). (Va per il caffè)
 Zanetto
 Patrona siora maschera, la diga,
 comandela cafè? Eh via no femo
115cerimonie. Narciso?
 Narciso
                                        Son qua lesto.
 Zanetto
 Falo per do.
 Narciso
                         La servo presto, presto.
 Zanetto
 Via maschereta, no fé la retrosa,
 caveve la moretta;
 za no ghe xe nissun. Eh eh patrona. (Scherzoso)
120La compatisso, no la me cognosce.
 Qua gh’è dei zecchinatti (Mostra la borsa)
 e colle donne son el re dei matti.
 Eh via no la se fazza sfregolar.
 Vardé che bella vita! (Li alza il zendal. Dorilla lo rispinge) Oh oh che smorfie!
125Presto presto el cafè, che voggio andar.
 Narciso
 Strissimo sior Zanetto.
 Zanetto
                                            Cosa vustu?
 Narciso
 Quella maschera là mi la cognosso,
 la xe una vertuosa
 vegnua da Roma, oh oh, se la vedesse!
130La xe graziosa e bella
 che la par una stella.
 Zanetto
 La sa star sulle soe.
 Narciso
                                      No l’è più stada
 in sto paese e no la sa l’usanza,
 con una forestiera
135ghe vuol, la me perdona, altra maniera.
 Zanetto
 Caro Narciso dighe le parole,
 parleghe come ti, fora dei denti,
 mi intanto studierò do complimenti.
 Narciso
 Lustrissimo la vuol
140donca che mi ghe batta el canariol?
 Zanetto
 Oh che matto! Oh che matto! Ti me piasi,
 tiò sto ducato, fa’ pulito e tasi.
 Narciso
 (Adesso ti sta fresco). Oe paronzina,
 mi za l’ho messo a segno,
145desmaschereve e doperé l’inzegno. (A Dorilla)
 Dorilla
 Ma non vorrei...
 Narciso
                                Eh non abbié paura;
 se ’l ve perde el respetto
 mi ve defenderò. (Come sopra)
 Dorilla
                                   Con questo patto
 la maschera mi levo. (A Narciso)
 Narciso
                                         El colpo è fatto. (A Zanetto)
150La xe desmascherada,
 via la ghe daga una benigna occhiada.
 Zanetto
 Che l’aspetta un momento;
 no me xe vegnù ancora el complimento.
 Narciso
 La parla natural.
 Zanetto
                                 Me maraveggio!
155So ben complimentar; son stà in colleggio.
 Madama io mi dispiace (A Dorilla)
 che i rai di vostra face
 m’hanno sotto la maschera del volto
 nella base del seno il cor sconvolto. (Affettato)
 Dorilla
160Riverito signore...
 Zanetto
 La me lassa fenir. Dunque per questo
 consiacosaché vermiglia bocca, (Va mendicando complimenti)
 negando voci ehem... negando voci
 ehem... negando voci a recchia amante
165incantato restai.
 Qual ostrica nel fango, io m’impiantai.
 Dorilla
 Che discorso gentil!
 Zanetto
                                       Io sono avezzo
 tanto a parlar toscano
 che appunto sembro nato a Toscolano.
 Narciso
170Lustrissimo patron xe qua el caffè.
 Zanetto
 Vorla zuccaro assae? (A Dorilla)
 Dorilla
                                         Poco, pochissimo.
 Zanetto
 El dolze fa dormir; lei fa benissimo.
 Dorilla
 Il dolce fa dormir?
 Zanetto
                                     Sì mia signora.
 El corrompe le flemme,
175el digerisce el chilo,
 l’interna l’individuo,
 el disolve del cerebro i escrementi...
 Via, via, la beva senza complimenti.
 Dorilla
 Lei è molto intendente.
 Narciso
                                             (Oh che gran frotole!)
 Zanetto
180Ho studiato Aristotile,
 l’Almanaco perpetuo ed il Meschino,
 Cacassenno, Bertoldo e Bertoldino.
 Oh gran caffè. Cosa ghe par? È buono?
 Dorilla
 Prezioso in verità.
 Zanetto
                                    Questo vol dir
185saverse far servir; altri che mi
 nol beve in sta maniera.
 Narciso
 (Questo è ’l caffè che xe avanzà gersera).
 Zanetto
 Via Narciso da’ liogo. (A Narciso piano)
 Narciso
                                          Eh no la dubita;
 so el mio dover. (Ma voggio veder tutto,
190perché mi non voria ch’el sior Zanetto
 me levasse de man sto bel tochetto). (Si ritira)
 Zanetto
 Sentemose un tantin. Ah mia patrona. (Siedono)
 Quell’occhio fulminante
 m’ha fulminato il cor sino alle piante.
 Dorilla
195Lei vuol meco scherzar.
 Zanetto
                                             Dico da senno.
 Quel volto vermigliato,
 quel ciglio rabuffato... (Accostandosi)
 Dorilla
                                            Eh mio signore,
 un po’ più di modestia. (Lo rispinge)
 Zanetto
                                              Eh via la tasa.
 Dorilla
 Vussignoria tenga le mani a casa.
 Zanetto
200Ho caminato il mondo, (S’alza con furia)
 son stato a Chioza, a Padoa ed a Vicenza,
 ho girato la marca trevisana,
 non ho trovato mai donna sì strana.
 
    Me vien suso un certo caldo
205che non posso più star saldo. (Agitato)
 La la ran la, la la ran ran.
 
    Sé bella patrona.
 Ma sié mo anca bona.
 Occhietto furbetto,
210bocchetta vezzosa,
 no posso più star.
 
 Dorilla
 (Costui va su le furie,
 conviene usar prudenza ed acquietarlo).
 Vinta da queste sue belle maniere,
215dal suo tratto gentil, dal suo bel vezzo,
 già mi sento nel petto
 nascer per lei un rispettoso affetto.
 Zanetto
 Oh cusì me piasé!
 La me daga la man. (Torna a sedere)
 Dorilla
                                        Eccola pronta.
 Zanetto
220Eh la se cava i guanti.
 Narciso
 (El complimento pol andar più avanti).
 Lustrissimo patron, se la comanda
 gh’ho una chiave de palco.
 Zanetto
 No me romper la testa.
 Dorilla
225D’opera o di comedia?
 Zanetto
 Così come dixeva... (A Dorilla)
 Narciso
 La xe una novità piena de chiasso,
 con certa confusion d’omini e bestie
 che doverave far un gran fracasso.
 Dorilla
230Ditemi... (A Narciso)
 Zanetto
                     Via quel guanto. (A Dorilla)
 Dorilla
 Ditemi, avranno esposto un bel cartello?
 Narciso
 L’è bello assae. Colle figure intiere
 e tra le altre cose pelegrine
 parole ghe xe su scritte latine.
 Dorilla
235La vedrei volentieri. (A Zanetto)
 Zanetto
                                         Co se tratta
 de servir el so genio
 donca la tiogo; dime, quanto vienla? (Prende la chiave)
 Narciso
 No i vuol un bezzo manco
 de sie zecchini.
 Zanetto
                               Come! Xestu matto?
240In terz’ordine in banda e sie zecchini?
 Narciso
 Quando no la la vol, la tiogo indrio.
 Zanetto
 Sti torti ad un par mio?
 Tiò sie zecchini e se no basta questi,
 te ne darò dei altri
245ma con un cortesan della mia sorte
 no far de ste bulae. Patrona bella
 sta borsa che xe qua tutta è per ella.
 Dorilla
 Signor mi meraviglio
 che lei parli in tal guisa a una mia pari.
250Non si offrono denari
 a una donna civil come son io.
 Zanetto
 Quando la xe cusì
 metto via la mia borsa e torno indrio.
 Narciso
 Che diavolo aveu fatto? (A Dorilla piano)
 Dorilla
                                              (Eh non temete).
255Finché mi avesse offerto (A Zanetto)
 un anel di diamanti, un orologio,
 una scatola d’oro o cosa tale,
 accettato averei il cerimoniale;
 ma offerirmi denari!
260Gli dimando perdono,
 donna di tale affare io già non sono.
 
    Signor mio, v’è un gran divario,
 mercenario non ho il core,
 so far caso d’un favore
265se nol veggo interessato,
 al mercato
 vada lei se vuol comprar.
 
    Per un guardo, per un vezzo,
 certo prezzo non pretendo,
270la mia grazia altrui non vendo,
 quello sol può incatenarmi
 che d’amarmi
 nobilmente sa mostrar.
 
 Narciso
 Lustrissimo patron halla ascoltà
275che maniera gentil!
 Zanetto
                                       La m’ha copà.
 Narciso
 Mi gh’ho paura che la sia istizada.
 Zanetto
 Come se poderave
 farghe passar la colera?
 Narciso
 Mi ghe dirò. Ghe vuol un regaletto
280fatto con bona grazia.
 Zanetto
                                          Co sto anello
 faremio gnente?
 Narciso
                                 Sì, l’è bon e bello.
 Zanetto
 Come ghe l’hoi da dar?
 Narciso
                                             La gh’el presenta
 con un dei so graziosi complimenti.
 Zanetto
 E si no la lo vuol?
 Narciso
                                   M’impegno mi
285de far che la lo tioga.
 Zanetto
 Caro Narciso, me confido in ti.
 Signora, posciaché di sdegno accesa (A Dorilla)
 sublimaste la bile
 chiede grazia e perdon Zanetto umile.
 Narciso
290Inzenochieve. (A Zanetto che s’inginocchia)
 Dorilla
                              Compatisco in lei
 l’ignoranza ch’ella ha de’ fatti miei.
 Zanetto
 Narciso cosa distu? (S’alza)
 Dell’ignorante la m’ha dà alla prima.
 Narciso
 Ghe vuol pazienza e batterla pulito.
295Moleghe un pochettin, che za l’è ito. (A Dorilla)
 Zanetto
 Ma se lei vuol struccare
 con torcolo di sdegno il core afflitto,
 funesto e derelitto
 da inferno Averno biscottato io sono.
 Dorilla
300Su via, per questa volta io gli perdono.
 Zanetto
 Voria ma non ardisco...
 Dorilla
 E che vorrebbe mai?
 Zanetto
                                         Darghe...
 Dorilla
                                                            Che cosa? (Adirata)
 Zanetto
 Gnente, gnente patrona.
 Narciso
                                               El vuol donarve
 un anel de diamanti. (A Dorilla piano)
 Dorilla
305Dica, che mi vuol dar? (Placida)
 Zanetto
                                             Gnente dasseno.
 Dorilla
 Adunque mi burlò. (Sdegnata)
 Zanetto
                                       No ma voleva...
 Dorilla
 Che cosa?
 Zanetto
                      Dillo ti caro fradello. (A Narciso)
 Narciso
 El ghe voleva dar un bel anello.
 Dorilla
 E mi crede cotanto
310indiscreta e incivil ch’io non l’accetti?
 Zanetto
 Mi gh’aveva timor... Ma se son degno
 de tanto onor, la toga, so peraltro
 che questo monumento
 non è proporzionato al suo splendore.
 Dorilla
315Io non apprezzo il don ma il donatore.
 Zanetto
 
    Za che fatta xe la pase,
 anderemo se ghe piase
 al teatro tutti do.
 
 Narciso
 
    (Che dolori, oimei, oimei).
 
 Dorilla
 
320Volentieri venirò
 ma vorrei...
 
 Zanetto
 
 Dixé su caro bel viso.
 
 Dorilla
 
 Che venisse ancor Narciso.
 
 Narciso
 
 (Via respiro).
 
 Zanetto
 
                            Manco mal;
325ti ne porterà el feral.
 
 Narciso
 
    A Narciso dal caffè
 se ghe fa sta esibizion?
 
 Dorilla
 
 Che vergogna.
 
 Narciso
 
                             Cospetton.
 
 Zanetto
 
 Xestu matto?
 
 Narciso
 
                            Cospetton.
 
 Zanetto
 
330Eh via tasi.
 
 Narciso
 
                        Cospetton.
 
    De vegnirghe no me importa.
 
 Dorilla
 
 Io lo voglio.
 
 Zanetto
 
 Ti è paron de palco e porta.
 Orsù via la staga zitta.
 
 Dorilla
 
335Nel palchetto
 vuo’ ch’egli abbia la man dritta.
 
 Zanetto
 
 Questo è troppo.
 
 Narciso
 
                                 Cos’è stà?
 
 Dorilla
 
 Io lo voglio.
 
 Zanetto
 
                        El l’averà.
 
    E po doppo la comedia
340anderemo all’osteria.
 
 Dorilla
 
 Dove vuol vussignoria.
 
 Narciso
 
 Che dolori, oimei, oimei.
 
 Dorilla
 
 Ma vorrei...
 
 Zanetto
 
 Comandé caro bel viso.
 
 Dorilla
 
345Che venisse ancor Narciso.
 
 Narciso
 
 Brava, brava.
 
 Zanetto
 
                            El vegnirà.
 
 a tre
 
 El mio cuor giubilerà.
 
 Fine della prima parte
 
 
 
 
 

Notice: Undefined index: abbreviazione in /home/apostolo/domains/carlogoldoni.it/public_html/library/opera/models/Locus.php on line 75