L’Arcadia in Brenta, Venezia, Zatta, 1795

 SCENA IV
 
 ROSANNA e GIACINTO
 
 ROSANNA
 Bei caratteri al certo.
 GIACINTO
                                         Anzi bellissimi.
 Io, che stolto non son, scelta ho per ninfa
810donna di senno e di beltà.
 ROSANNA
                                                  Di grazia,
 non seguite anche voi quel vil costume
 di adular per piacere.
 GIACINTO
                                          Ah non temete;
 io vi stimo assai più che non credete.
 ROSANNA
 Per or godo l’onore
815che siate mio pastore
 ma, terminata poi l’Arcadia nostra,
 pastorella non son, non son più vostra.
 GIACINTO
 Chi sa? Se non sdegnate
 di chi v’adora il core,
820io per sempre sarò vostro pastore.
 ROSANNA
 Felicissima Arcadia allor direi,
 se tutti i giorni miei
 lieta passar potessi al colle, al prato
 col mio pastor, col mio Giacinto a lato.
 
825   Se di quest’alma i voti
 ascolta il dio d’amor,
 lieto sarà il mio cor,
 sarò felice.
 
    Per or di più non dico
830ma forse un dì verrà
 che il labbro dir potrà
 quel ch’or non lice. (Parte)