L’Arcadia in Brenta, Bonn, Stamparia delle Loterie, 1771

 SCENA VIII
 
 Madama LINDORA, poi il CONTE con un speciale con vari medicamenti
 
 LINDORA
 Io fo così, sian belli, sian brutti,
 per prendermi piacer li burlo tutti.
 CONTE
 Eccovi lo special, signora mia,
 ed ha mezza con lui la speziaria.
 LINDORA
1225Il cordiale. (Al conte)
 CONTE
                        Il cordiale. (Allo speciale) Ecco il cordiale. (A madama)
 LINDORA
 Mezzo voi, mezzo io.
 CONTE
                                        Io non ho male.
 LINDORA
 Quando si serve dama,
 ricusar non si può.
 CONTE
 Dite ben, dite bene, io beverò. (Ne getta mezzo in un bicchiere e lo beve, poi dà il resto a Lindora)
 LINDORA
1230È gagliardo?
 CONTE
                          Un po’ troppo.
 LINDORA
 Ne vuo’ assaggiar un poco.
 Ah! No no, non lo voglio, è tutto foco.
 Datemi l’elexir.
 CONTE
                                Eccolo qui.
 LINDORA
 Bevetene voi prima in quel bicchiere.
 CONTE
1235Ma io...
 LINDORA
                 Ma voi non siete cavagliere.
 CONTE
 Vi domando perdono.
 Vi servo, io bevo e cavalier io sono.
 LINDORA
 Vi piace?
 CONTE
                     Niente affatto.
 Mi ha posto un mongibel nel corpo mio.
 LINDORA
1240Dunque, quand’è così, non lo vogl’io.
 CONTE
 Ed io intanto l’ho preso.
 LINDORA
                                              Ohimè mi sento
 lo stomaco pesante,
 ha portato il purgante?
 CONTE
                                             Sì, madama,
 è questo un solutivo
1245ch’è molto operativo
 e, se voi vi sentite indigestione,
 in poch’ore farà l’operazione.
 LINDORA
 Lasciatelo veder.
 CONTE
                                  Eccolo.
 LINDORA
                                                 È troppo
 per lo stomaco mio.
1250Mezzo voi il beverete e mezzo io.
 CONTE
 Bisogno non ne ho.
 LINDORA
                                      Che importa questo?
 Prendetelo e bevete,
 se cavalier voi siete.
 CONTE
 Beverò, beverò, sì, madamina.
1255(Lei ha male ed io prendo medicina).
 LINDORA
 Oibò, nausea mi fa; no, non lo voglio.
 CONTE
 Io sento un grande imbroglio
 nello stomaco mio.
 LINDORA
 Conte, soffrite voi, che soffro anch’io.
 CONTE
 
 Aria
 
1260   Sì, madama, soffrirò;
 ma mi sento un certo che...
 che vorrebbe tornar su.
 Ahi! Soffrir non posso più.
 Deh, ch’io vada permettete,
1265attendete, tornerò.
 
    No, vi dico, non vorrei...
 Se sentiste i dolor miei!
 Nol credete. Io tacerò.
 Voi volete? Io crepperò.