L’Arcadia in Brenta, Bonn, Stamparia delle Loterie, 1771

 SCENA V
 
 Il CONTE, madama LINDORA, LAURETTA e FORESTO
 
 CONTE
 Generoso è Fabrizio.
 LINDORA
                                         È di bon core.
 LAURETTA
 Per le ninfe d’Arcadia è un bon pastore.
 FORESTO
 Signori miei, desingannarvi voglio.
1170Il povero Fabrizio è disperato.
 Egli s’è rovinato.
 Ordina di gran cose ma stamane
 non ha due soldi da comprarsi un pane.
 LAURETTA
 Ma la mia cioccolata?
 FORESTO
1175Per stamattina è andata.
 CONTE
 La caccia e il desinar?
 FORESTO
                                           Convien sospendere
 fin che si trovin quei che voglion spendere.
 LINDORA
 Ma il piccione vi sarà?
 FORESTO
                                            No, certamente.
 LINDORA
 Come viver potrò senza ristoro?
1180Ahimè! Che languidezza! Io manco, io moro.
 CONTE
 Ah! Madama, madama,
 eccovi sampereglie,
 spirito di melissa,
 acqua della regina,
1185estratto di canella soprafina.
 LINDORA
 V’è alcuna spezieria?
 CONTE
                                         Sì, mia signora.
 LINDORA
 Deh fatemi il piacer, contino mio.
 Andatemi a pigliare
 della polvere d’oro,
1190un cordiale di perle,
 un elexir gemmato
 con qualche solutivo delicato.
 CONTE
 Per servirvi, madama, in un instante,
 pongo lo sprone al cor, l’ali alle piante. (Parte)