L’Arcadia in Brenta, Bonn, Stamparia delle Loterie, 1771

 SCENA II
 
 Conte BELLEZZA, madama LINDORA, ROSANNA, LAURA e FORESTO
 
 FORESTO
 Signori, con licenza,
 voglio seguitar Fabrizio, egli è arrabiato.
 Vuo’ veder di placarlo, a dirla schietto,
725tutto il torto non ha. Ma questo è il frutto
 di chi vuol far di più del proprio stato,
 spende, soffre, non gode ed è burlato. (Parte)
 LAURETTA
 Io rido quando vedo
 certi pazzi che fan gli inamorati
730e credon col contante
 render la donna amante.
 Quando il genio non v’è, non fanno niente,
 si lascian nell’inganno
 e se si voglion rovinar suo danno.
 LINDORA
735In quanto a questo poi,
 non dico come voi,
 non dono e non accetto
 e per non ingannar nulla prometto.
 LAURETTA
 Parliamo d’altro in grazia.
 CONTE
                                                  Deh! Madama, (A Lindora)
740andiam per questi deliziosi colli,
 co’ vostri bei colori
 la vil bellezza a svergognar de’ fiori.
 ROSANNA
 (Che parlar caricato!) (A Giacinto)
 GIACINTO
 (E pur così affetato
745vi dovrebbe piacer).
 ROSANNA
                                        (Per qual ragione?) (A Giacinto)
 GIACINTO
 (Piace alle donne assai l’adulazione). (A Rosanna)
 CONTE
 Concedete ch’io possa
 regger col braccio mio... (A Lindora)
 LAURETTA
 Eh! Signor conte mio,
750lei parte con madama,
 Rosanna se n’andrà col suo Giacinto
 ed io resterò sola?
 Lei di cavaleria non sa la scuola.
 CONTE
 Ha ragion, mi perdoni,
755io son un mentecatto, io son un bue.
 Servirò, se il permette, a tutte due.
 LAURETTA
 Se madama l’acorda...
 LINDORA
                                           Io nol contendo.
 LAURETTA
 Io son contenta e le sue grazie attendo.
 CONTE
 Eccomi. Favorisca. Faccia grazia.
760Su l’umil braccio mio poggi la mano.
 LAURETTA
 Caminate più presto.
 LINDORA
                                          Andate piano.
 GIACINTO
 (Son godibili assai).
 ROSANNA
 (Più grazioso piacer non ebbi mai).
 LAURETTA
 Ma via, non vi movete?
 CONTE
                                             Eccomi lesto.
 LINDORA
765Non andate sì presto;
 di già voi mi stroppiate.
 LAURETTA
 Con questo andar sì pian, voi m’ammazzate.
 ROSANNA
 (Oh Belli! O cari!)
 CONTE
                                    (Io sono
 nel terribile impegno). Via, madama,
770un tantin più presto.
 Eh, via, cara signora, (A Lauretta)
 un tantin più piano.
 LAURETTA
 Più piano di così? Mi vien la morte.
 LINDORA
 Vi dico ch’io non posso andar sì forte.
 CONTE
 
 Aria
 
775   Questa forte e quella piano;
 l’una tira e l’altra mola;
 non so più cosa mi far.
 Favoriscano la mano,
 anderò come potrò.
 
780   Forti, forti, saldi, saldi,
 vada pur ciascuna sola.
 Io gli sono servitor.
 
    Che commanda? Eccomi qui.
 Ch’io la servi? Eccomi pronto.
785Caminiam così, così.
 Troppo forte? Troppo piano?
 D’incontrar io spero invano
 di due donne il strano umor. (Parte)