L’Arcadia in Brenta, Bonn, Stamparia delle Loterie, 1771

 SCENA PRIMA
 
 Camera terrena in casa di messer Fabrizio.
 
 FABRIZIO, che dorme sopra una poltrona, e FORESTO
 
 FORESTO
 Oh questa sì ch’è bella!
 Il padrone di casa
 a tutt’i forastieri dà ricetto
 e gli convien dormir fuori del letto,
5con questa bell’Arcadia
 ei si va rovinando; ed io, che sono
 da questo sciocco economo creato,
 or che manca il denar, son imbrogliato.
 Orsù lo vuo’ svegliar. Già s’alza il sole,
10oggi almeno ci vuole,
 fra quei che siamo e quelli che verranno,
 mezza l’entrata sua di tutto l’anno.
 Signor Fabrizio... Eh signor Fabrizio.
 Svegliatevi, ch’è tardi.
15Su via, che s’alza il sole,
 v’ho da dir due parole.
 FABRIZIO
 Che? (Svegliandosi un poco)
 FORESTO
              Svegliatevi.
 FABRIZIO
                                      Sì.
 FORESTO
                                              V’ho da parlare.
 FABRIZIO
 Par... la... te.
 FORESTO
                          Egli si torna a addormentare.
 Su via, messer Fabrizio.
 FABRIZIO
                                               Seguitate. (Si risveglia)
 FORESTO
20Se voi non m’ascoltate,
 non vuo’ parlar da stolto.
 FABRIZIO
 Tengo gli occhi serrati ma v’ascolto. (Dorme)
 FORESTO
 Ben, sapiate che io
 ho il denar terminato
25che voi m’avete dato,
 che per tante persone
 convien fare una buona provigione.
 Che rispondete? Sì, dorme di gusto,
 signor Fabrizio...
 FABRIZIO
                                  Già.
 FORESTO
                                             M’avete inteso?
 FABRIZIO
30Ho inteso tutto.
 FORESTO
                                E ben, che rispondete?
 FABRIZIO
 Fate quel che volete.
 FORESTO
 Ma il denaro?
 FABRIZIO
                             Che denaro?
 FORESTO
                                                       M’avete inteso?
 FABRIZIO
 Tutto non è compreso,
 tornate a dir.
 FORESTO
                           Alzatevi di grazia.
 FABRIZIO
35Voi avete timor che m’addormenti,
 periculo non v’è ma per gradirvi
 m’alzerò, via, parlate.
 FORESTO
 Ora, signor, sappiate
 che non v’è più denaro...
 FABRIZIO
                                               Ben.
 FORESTO
                                                          Ch’io
40non so più come far,
 ch’oggi s’aspetta nuova forestiera...
 Eh buonanotte di vosignoria.
 Signor Fabrizio, eh signor Fabrizio,
 signor Fabrizio...
 FABRIZIO
                                  Che! Come!
 FORESTO
                                                          Voi siete
45impastato di sonno.
 FABRIZIO
                                       Io? Che dite?
 Dormo io? Signor no, eccomi lesto.
 FORESTO
 Venite qua.
 FABRIZIO
                         Son qua.
 FORESTO
                                            Vi torno a dire,
 signor Fabrizio caro,
 che ci vuol del denaro.
 FABRIZIO
50Ed io risponderò,
 signor Foresto caro, non ne ho.
 FORESTO
 Ma che far dovrò
 per supplire all’impegno in cui voi siete?
 FABRIZIO
 Fate quel che volete.
 FORESTO
55Non v’è denaro?
 FABRIZIO
                                 Oibò.
 FORESTO
                                              Grano?
 FABRIZIO
                                                              È venduto.
 FORESTO
 Quei cavalli indiscretti,
 che mangian tanto fieno,
 si potrian esitar...
 FABRIZIO
                                   Sì. (S’appogia alle spalle di Foresto)
 FORESTO
                                           La carrozza?
 FABRIZIO
 La carroz... za... (S’adormenta)
 FORESTO
                                Eh! Io non sono pazzo
60di volervi servir di matarazzo!
 FABRIZIO
 Sì, la carrozza...
 FORESTO
                               O la carrozza o il carro,
 vi dico in due parole
 che, se non v’è denar, l’Arcadia vostra
 è presto terminata
65e tutta la brigata,
 provista d’appetito,
 grazie vi renderà del dolce invito.
 
 Aria
 
    Se vi mancano li contanti,
 fate quel che fanno tanti.
70Impegnate e poi vendete
 o se robba non avete
 già si sa l’usanza vaga
 che si compra e non si paga
 e si gode all’altrui spalle
75ed aspetti il creditor.
 
    Questa regola è diffusa,
 da per tutto già si usa
 ed è segno, chi ha del credito,
 quando un uomo è debitor.