L’Arcadia in Brenta, Venezia, Savioli, 1770

 SCENA V
 
 Il CONTE, madama LINDORA, LAURETTA e FORESTO
 
 CONTE
 Generoso è Fabrizio.
 LINDORA
                                         È di buon core.
 LAURA
 Per le ninfe d’Arcadia è un buon pastore.
 FORESTO
1185Signori miei, disingannar vi voglio,
 il povero Fabrizio è disperato.
 Egli s’è rovinato.
 Ordina di gran cose ma stamane
 non ha due soldi da comprarsi un pane.
 LAURA
1190Ma la mia cioccolata?
 FORESTO
 Per stamattina è andata.
 CONTE
 La caccia e il desinar?
 FORESTO
                                           Convien sospendere
 finché si trovin quei che voglion spendere.
 LINDORA
 Ma il cappon vi sarà?
 FORESTO
                                          No, certamente.
 LINDORA
1195Come viver potrò senza ristoro?
 Aimè, che languidezza! Io manco, io moro.
 CONTE
 Ah madama, madama,
 eccovi samperiglie,
 spirito di melissa,
1200acqua della regina,
 estratto di cannella soprafina.
 LINDORA
 V’è alcuna spezieria?
 FORESTO
                                         Sì, mia signora.
 LINDORA
 Deh fatemi il piacer, contino mio,
 andatemi a pigliare,
1205giacché non ho ristoro,
 della polvere d’oro,
 un cordial di perle,
 un elexir gemmato
 con qualche solutivo delicato.
 CONTE
1210Per servirvi, madama, in un istante,
 pongo lo sprone al cor, l’ali alle piante. (Parte)