Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VI
 
 CORNELIA, poi LEPIDO
 
 Cornelia
1065Così appunto favella
 chi mai provò nel core
 stimoli della gloria e dell’onore.
 Lepido
 Cornelia.
 Cornelia
                    E ben, che recchi?
 Lepido
                                                       Il cielo alfine
 sembra con noi pietoso.
 Cornelia
                                              Ed in qual guisa?
 Lepido
1070Entro la reggia stessa
 fra suoi più cari amici
 contro di Tolomeo si fa congiura.
 Cornelia
 Ma che speri da ciò?
 Lepido
                                        Odimi; Achilla
 l’arcano a me fidò; chiese in aiuto
1075il bracio mio; pria che tramonti il sole
 il tiranno cadrà.
 Cornelia
                                Come sì tosto
 divenne Achilla al tuo signor nemico?
 Lepido
 Mi palesò il dissegno
 ma tacque la caggion. Solo mi disse
1080che ad una tale impresa
 uopo v’era di te.
 Cornelia
                                 Di me? Pavento
 di qualche inganno.
 Lepido
                                       Non temere; al tempio
 vanne per un momento,
 simula i sdegni tuoi; fa’ che il tiranno
1085si lusinghi di te, finché la spada
 giunga al suo petto e lo trafigga e cada.
 Cornelia
 Guarda non mi tradir.
 Lepido
                                            Tradirti? Ancora
 bella non sai quanto il cuor mio t’adora.
 Cornelia
 
    Tu m’ami, lo vedo,
1090fedele ti credo
 ma dimmi, che speri?
 Non t’amo, lo sai;
 mercé non avrai,
 ti basti così.
 
1095   Seguir chi ti sprezza
 è inganno d’amore,
 già sai che il mio core
 giammai ti gradì.