Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 Piazza e foro d’Alessandria, a capo di cui vi è un gran ponte sopra un braccio di mare.
 
 CESARE con armati; poi TOLOMEO coi suoi
 
 Cesare
 Romani, ecco il nemico;
850siam di forze ineguali e non di cuore,
 siam chiusi, siam traditi.
 O vincere o morire; il nostro braccio
 deve aprirne lo scampo;
 siate ora qui, qual sempre foste in campo.
 Tolomeo
855Miei fidi al vostro sdegno
 né pur un si sottraga.
 Cesare
                                          A provocarmi
 tu ne vieni?
 Tolomeo
                         Io sì; temi.
 Cesare
 Perfido.
 Tolomeo
                  Usurpator.
 
 Cesare, Tolomeo a due
                                      Romani
                                                     all’armi.
                                      Egizi (Si battono le due fazioni)
 Tolomeo
 Cedi né più contrasta.
 Cesare
860Cesare contro voi solo ancor basta. (Cesare entra incalzato, poi torna solo)
 Oppressa dalla forza
 la virtù fu de’ miei, se quivi attendo
 solo che giova? E dove gir? Nel nuoto
 la salute si cerchi. Il faro è presso;
865se far posso tragitto
 misero Tolomeo, misera Egitto. (Depone l’armi e si getta dal ponte)
 Tolomeo
 Del gran duce di Roma
 ecco le spoglie sì temute. È vinto,
 è domo il suo valor; quelle sì chiare
870memorabili imprese
 un punto sol tutte oscurò nel mare.
 
    Scende rapido spumante
 dalla rupe fiume altero
 fra le sponde, fra le piante
875pien di fasto e pien d’impero
 fin che perdesi nel mar.
 
    Ma se pioggia o gel gli manca
 l’onda ch’era sì superba
 può tra i sassi e in mezzo l’erba
880serpeggiando appena andar.
 
 Il fine dell’atto secondo