Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 TOLOMEO, poi CORNELIA in abito vedovile
 
 Tolomeo
 Fra le gravi mie cure
 Cornelia è la maggior; eccola, oh come
 minacciosa s’accosta!
 Cornelia
245Mostro, barbaro, ingrato,
 che ti fece il mio sposo?
 Di’, rispondi, crudel, che ti fec’io?
 Ucciderlo, tradirlo,
 prigioniera arrestarmi,
250violar delle genti
 la ragione comun, versar quel sangue
 così caro agli dei e poi, spergiuro,
 all’emulo ambizioso
 offrir sugl’occhi miei la tronca testa?
255E ti soffre la terra
 né ti fulmina il ciel?
 Tolomeo
                                        Sei nello sdegno
 più vaga ancora; odi Cornelia, è servo
 del popolo chi regna.
 Cornelia
                                         Onde?...
 Tolomeo
                                                           I privati
 propri affetti sovente
260al comun ben sagrificare è forza;
 Amico di Pompeo,
 ospite insieme e, ciò che tu tacesti,
 beneficato ancor dovea, il confesso,
 serbarlo e lo volea...
 Cornelia
                                       Taci spergiuro.
 Tolomeo
265Alla ragion del regno
 così ceder dovei,
 com’or cedo a’ tuoi lumi.
 Cornelia
                                                E qual raggione
 fa lecito un delitto,
 un omicidio, un tradimento?
 Tolomeo
                                                       Spesso
270ciò ch’al privato è danno
 del publico è salute.
 Cornelia
                                       E spesso ancora
 la publica salute
 serve di velo all’opre ree, tiranno,
 tradir chi in te s’affida,
275a chi il regno ti diè ritor la moglie,
 far senza colpa priggioniero il figlio,
 un amico fedele
 svenare in faccia agl’ospitali dei?
 Quest’è il publico ben, quest’è virtude?
280Va’, che un indegno, un traditor tu sei.
 Tolomeo
 Richiamar non poss’io
 a nuova vita il tuo Pompeo ma posso
 con illustre imeneo
 rasciugare i tuoi pianti e questa destra...
 Cornelia
285E quella destra?
 Tolomeo
                                 Offrirti.
 Cornelia
                                                  Ancor fumante
 di quel sangue sì caro?
 Numi, e pur or soffrite
 che il traditor d’Egitto
 osi a Cornelia favellar d’amori?
 Tolomeo
290Sarebbe forse vile
 di Cornelia la sorte
 sposa di Tolomeo?
 Cornelia
                                     Pria della morte.
 Tolomeo
 Che bellezza inumana!
 Son amante e son re.
 Cornelia
                                         Ed io romana.
 Tolomeo
 
295   Questa destra che ti guida
 all’onor del reggio soglio
 vuol rispetto e non orgoglio;
 senti, ingrata, tanto fasto
 questa destra può abbassar.
 
300   Il rigor di tua fierezza
 toglie il merto alla bellezza,
 mia clemenza dispreggiata
 può sdegnata fulminar.